Eduardo Scarpetta è stato uno dei più grandi autori, attori e capocomici
napoletani della fine dell’Ottocento ed
i i primi del Novecento .
Il personaggio da lui creato: “ Felice Sciosciammocca”, divenne così
popolare ed acclamato ,nelle rappresentazioni teatrali, da diventare una vera
icona che soppiantò nei gusti della
gente addirittura il successo della
maschera di Pulcinella.
Si passava dalla commedia dell’arte a una forma di teatro più moderna
che ammiccava con simpatia alle nuove classi popolari della piccola e media
borghesia che erano l’anima della nuova società. Il 15 maggio 1889 ottenne un memorabile
successo con 'Na Santarella” al Teatro Sannazaro di via Chiaia. La commedia
ebbe tali incassi da permettergli di farsi costruire con il ricavato una villa
sulla collina del Vomero chiamata con lo
stesso nome: ” Villa La Santarella”, sulla cui facciata principale campeggiava
la scritta” Qui rido io” che il regista Mario Martone ha utilizzato come titolo del suo film dedicato al grande Scarpetta.
Martone riesce a condurci all’interno di una storia che viene rappresentata come un susseguirsi di scene teatrali con una cura ricercata per i costumi curati da Ursula Patzak e la perfetta ricostruzione degli ambienti d’epoca con la scenografia di Giancarlo Muselli e Carlo Rescigno.
Molto bella è
anche la scelta di utilizzare come colonna sonora un susseguirsi delle più
belle canzoni napoletane in armonia con i
sentimenti espressi dai personaggi nelle varie scene.
Scarpetta era un grande autore , un grande attore e il grande capocomico
di una vasta compagnia all’interno della quale aveva inserito gran parte della
sua famiglia e soprattutto gli innumerevoli figli legittimi e illegittimi nati dalle
sue diverse relazioni con le donne della famiglia De Filippo :la moglie ufficiale
Rosa , la sua sorellastra Anna e la più
giovane nipote Luisa, da cui ebbe quelli che sarebbero diventati tra i più grandi attori ed autori del novecento
napoletano: Titina , Eduardo e Peppino De Filippo.
Martone ci racconta, grazie alla splendida recitazione di Toni Servillo, la grande immediatezza comica di Scarpetta, capace di catturare l’animo
popolare con la sua forza istrionica
e la sua capacità di essere un capofamiglia
atipico, ma riverito e dominante, attorno a cui ruotavano tutti gli altri
componenti.
La vita dell’artista subisce però una grande battuta d’arresto quando decide di scrivere e rappresentare una
sua parodia dell’opera “ La figlia di Iorio “ di Gabriele D’Annunzio. Questa
operazione teatrale segna una fase difficile nella vita personale ed artistica
di Scarpetta che viene citato in tribunale, accusato di plagio per la sua commedia “ il figlio di Iorio” dopo
che la sua rappresentazione era stata
interrotta dalle grida e schiamazzi di alcuni suoi oppositori.
Martone ci mostra questa difficile fase vissuta da Scarpetta che lo
porterà, pur dopo la vittoria in tribunale, a decidere progressivamente l’uscita
di scena a favore del figlio Vincenzo da
lui destinato a prendere il suo
posto nell’interpretazione del
personaggio di Sciosciammocca.
Una nota interessante del film è data anche dall’attenzione per i momenti della crescita artistica del giovane Eduardo
De Filippo, forse il più portato dei figli a seguire la vena artistica del padre
come autore. Martone ci ha regalato un film bello formalmente ed intenso nella
rappresentazione dei sentimenti e della vita del capostipite di una famiglia
che ha segnato la storia del teatro napoletano.