Mamma Roma ci parla
del desiderio di riscatto sociale di una povera donna di una borgata romana che
finisce invece nella più profonda disperazione.
Pasolini, che non era
romano e che giunge nella città eterna solo nei primi anni 50, è stato forse
uno dei più grandi cantori di questa città e soprattutto degli abitanti delle
sue borgate. Sono loro, infatti, i protagonisti e gli eroi delle sue opere
forse più belle come il romanzo “ i ragazzi di vita” e i primi film come
“Accattone” e proprio “Mamma Roma”.
Le borgate romane sono anch’esse protagoniste
del film offrendo la loro ambientazione allo svolgimento della storia. Gli interni e gli esterni della casa dove vive Mamma
Roma, all'inizio del film sono girati al "Palazzo dei Ferrovieri" di Casal Bertone. Quando, in seguito,
cambia casa, questa si trova al villaggio INA CASA del quartiere popolare del Quadraro.
Gli esterni poi dove s’incontrano i ragazzi del quartiere
sono girati nell'adiacente Parco
degli Acquedotti.
Il film è del 1962 . Scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini è il secondo film del regista dopo Accattone e la sceneggiatura, scritta insieme al
suo amico Sergio Citti , trae spunto da un evento realmente accaduto: la
tragica morte di un giovane detenuto nel carcere
di Regina Coeli, legato al letto di contenzione.
Mamma Roma è il nome
che il personaggio, interpretato da un’incredibile Anna Magnani, porta su di se
rappresentando quasi tutta la Roma dolente. Quella che per sopravvivere si
dibatte giornalmente in uno spazio angusto e miserabile pieno di violenza ma
anche di una triste solidarietà tra gli ultimi ;come quella espressa dalla
collega “ di vita” Biancofiore, che cerca di alleviare gli sproloqui deliranti
serali di Mamma Roma offrendole un sorso della sua fiaschetta di liquore o
quella del vicino del banco frutta al mercato che cerca di rassicurarla quando
apprende che il figlio Ettore è stato messo “ al gabbio”.
Ettore , l’unica sua
gioia e speranza. L’unico motivo per lottare ed ingoiare ogni giorno il boccone
amaro dell’umiliazione e della violenza nella speranza di procurarsi i mezzi
per cambiare vita e dare a lui le possibilità che lei non ha avuto. Ettore
cresciuto solo a Guidonia mentre la madre continuava a “battere” per riuscire
un giorno a dargli un futuro diverso.
Ora finalmente sembrava esserci riuscita. I
suo pappone :Carmine (Franco Citti) si era sposato e l’aveva lasciata libera.
Lei , adesso, aveva un banco di frutta al mercato e poteva riprendersi il
figlio e cambiare quartiere.
Quel figlio che le era
cresciuto lontano e che ora poteva finalmente stringere al petto, mentre gli
insegnava a ballare nel soggiorno di casa sua. Quel figlio che era già un
giovanotto e che doveva stare attenta a non fare perdere dietro le cattive
compagnie o le gonne di qualche smorfiosetta.
Certo, era difficile
tenerlo a bada : Non aveva studiato , non faceva niente tutto il giorno mentre
l’aspettava ed era facile che si perdesse. Doveva trovargli un lavoro e c’era riuscita
,inventandosi un trabocchetto per convincere il proprietario di un ristorante ad
assumerlo come cameriere.
I singhiozzi sono
irrefrenabili quando da lontano lo guarda servire ai tavoli, bello come il sole
Ma la vita è dura e il
passato ti segna inesorabilmente!
Carmine , il suo
giovane amante pappone, che l’aveva lasciata libera sposandosi, si è stancato
di lavorare e di condurre una vita regolare . Torna a cercarla e le chiede, con
le buone e con le cattive, di tornare a battere per lui …..altrimenti………..
Altrimenti racconterà al figlio la verità su sua madre .
Quale verità? ………… Che
è…. na mignotta.
E così, per continuare
il sogno della redenzione, bisognerà mischiare il sacro col profano e Mamma
Roma, finito di lavorare al banco della frutta, la sera ritorna a battere per
le strade ritrovando la sua amica Biancofiore e tornando ad ubriacarsi per
alleviare i suoi deliri.
Questa triste e
dolente umanità non si libera da sola !
E’ questa forse
l’amara lezione sociale che Pasolini cerca di raccontarci.
Anche se qualcuno può farcela,
ci sarà sempre una Mamma Roma i cui sforzi sono destinati a concludersi nella
sconfitta, perché una classe sociale non si elimina da sola senza una profonda
rivoluzione collettiva dell’intera società.
Ettore verrà comunque
a sapere la verità su sua madre a causa della confidenza della ragazza con cui
si vede al Parco degli acquedotti dove passa gran parte del suo tempo con gli
amici: Bruna , la sua ragazza, gli racconta tutto e così Ettore non avrà più
voglia né di lavorare , né di sperare in un miglioramento sociale per far
contenta sua madre
Che gliene importa a lui di sua madre ?
La vita è dura e
spietata . Gli altri ragazzi del quartiere si danno da fare e rimediano qualche
soldo anche rubando qualcosa. Perché non provarci?
Ma le cose non vanno
bene . Ettore finisce in carcere. Malato si ribella e viene messo in detenzione
isolata e morirà tra i deliri della febbre legato ad un letto di contenzione,
invocando la madre.
Tutto è finito!
Mamma Roma, informata della
sorte del figlio, corre a casa seguita da un gruppetto di gente del mercato.
Arrivata, si getta in preda alla disperazione sul letto di Ettore, abbracciando
i suoi vestiti. Tenta poi il suicidio gettandosi dalla finestra, ma viene
fermata in tempo dal gruppetto che l'ha seguita.
Nell’ultima scena, Mamma Roma è
lì , alla finestra della camera del figlio , trattenuta dalla gente del mercato
che l’ha voluta seguire e non la lascia sola, impedendole di morire.
Sembra desistere dal
suo intento trovando una misera rassegnazione mentre guarda in lontananza la
cupola della basilica di San Giovanni Bosco.
Forse la fede e la
carnosa , umana, solidarietà popolare l’aiuteranno a vivere.