"L'ufficiale e la spia (J'accuse)" è un film del 2019 diretto da Roman Polanski e tratto
dall'omonimo romanzo del 2013 di Robert Harris,che è
anche co-autore della sceneggiatura
assieme a Polański.
Il film è’ stato presentato alla
76° Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia ( 2019) ottenendo
il Gran premio della giuria ( Leone d’argento) .
Le sequenze ci riportano con delle belle immagini nell’epoca fra la fine 800 e
gli inizi del 900. Ottima l’interpretazione di Jean Dujardin nel ruolo dell’ufficiale
Picquart.
La narrazione ricostruisce
fedelmente le vicende e l’ambientazione storica all’interno della quale si è
svolto l’affare Dreyfus, facendocela
seguire e scoprire con gli occhi di Georges
Picquart,un ufficiale dell’esercito francese che aveva avuto l’ebreo Dreyfus come allievo nella scuola
militare e si trova ad essere personalmente
coinvolto in questi avvenimenti.
Il film ce lo mostra ,infatti,
nelle prime scene mentre assiste alla
pubblica condanna e all'umiliante degradazione inflitta ad Alfred Dreyfus, accusato
di essere stato un informatore dei nemici tedeschi. Successivamente, promosso a
capo della Sezione di statistica( la stessa unità del controspionaggio militare
che aveva montato le accuse contro Dreyfus) si accorge che qualcosa non è
andata in maniera lineare , che le
informazioni al nemico continuano ad essere trasmesse e che il probabile
colpevole non era Dreyfus, ma un altro.
Procedendo verso la scoperta
della verità, trova non solo una forte opposizione nella gerarchia militare,
che aveva scelto un capro espiatorio perfetto in Dreyfus, ma addirittura la
volontà di nascondere ciò che è accaduto e di perseguitare chiunque voglia fare chiarezza .
Si troverà pertanto, come spesso accade a chi svolge un compito di responsabilità ,nel
dilemma fra rischiare una punizione e
dei disagi personali o battersi per l’affermazione della verità e di ciò che
ritiene giusto.
L'affare Dreyfus sconvolse
il mondo politico della terza Repubblica francese alla fine dell’Ottocento e
divise il paese nel periodo fra la
guerra franco prussiana e la prima guerra mondiale .
Picquart riuscì ad avvertire delle
sue indagini, che provavano l’innocenza di Dreyfus, il vicepresidente del
Senato Auguste Scheurer-Kestner e lo
scrittore ebreo Bernard Lazare, amico di famiglia di Dreyfus, che iniziò un'intensa campagna stampa a favore dello
stesso.
Il 25 novembre 1897, Emile Zola pubblicò
su « Le Figaro» un
articolo che si concludeva così: «La
verità è in marcia» e spiegò il suo intervento con queste parole: «Dietro le
mie azioni non si nascondono né ambizione politica, né passione di settario.
Sono uno scrittore libero, che ha dedicato la propria vita al lavoro, che
domani rientrerà nei ranghi e riprenderà la propria opera interrotta [...] E
per i miei quarant'anni di lavoro, per l'autorità che la mia opera ha potuto
darmi, giuro che Dreyfus è innocente...”
A seguito di tutto questo, persone come ad esempio Georges Clemenceau, politico radicale francese, cambiarono le proprie posizioni e chiesero la revisione del processo .Lo
stesso Clemenceau ospitò sul suo giornale «L'Aurore», il 13
gennaio 1898, la famosa lettera di Zola al Presidente della Repubblica Felix Faure,
intitolata J'accuse!. Il giorno dopo, sempre su «L'Aurore»,
apparve la « Petizione degli intellettuali»,
che aveva tra i firmatari metà dei professori della Sorbona e numerosi artisti,
come Gallé, , il pittore impressionista Manet, Jules Renard, André Gide, Anatole France.
Polansky ci racconta con una buona fedeltà storica tutte
le vicende dell’affare Dreyfus fino alla
sua completa riabilitazione.
Il film ci costringe a riflettere
su quelle che sono le conseguenze
sociali e politiche di un fenomeno di
cui anche i nostri tempi , nell’era di Internet , non possono considerarsi
esenti: la falsificazione storica , di
cui l’affare Dreyfus fu un esempio. Questa, nel recente passato, è stata
utilizzata anche a livello internazionale; ad esempio, per giustificare la
necessità di un immediato intervento militare in Iraq, all’epoca di Saddam Hussein.
Ancora più comune e pericolosa è l’abitudine
diffusa della propaganda online e delle fake news utilizzate per orientare l’opinione pubblica, inventando
di volta in volta notizie e falsi nemici utili a realizzare i propri progetti politici .Tutto
questo viene tranquillamente perseguito pur se
comporta il sacrificio delle
persone coinvolte. Spesso, non solo le vittime, ma anche chi si è prestato alla
realizzazione della falsificazione stessa.
La seconda questione su cui questa narrazione e questi avvenimenti ci costringono a riflettere è che la
sopravvivenza di qualunque sistema sociale , in particolare quello democratico, non
può realizzarsi senza l’impegno personale
di uomini che riescono ad anteporre il senso della correttezza , della
verità e della giustizia anche nei confronti delle proprie preferenze personali
, delle proprie antipatie , dei propri pregiudizi o convinzioni soggettive e che sono disposti a
rischiare anche delle conseguenze
personali pur di far trionfare ciò che ritengono giusto.