lunedì 11 novembre 2019

L'UOMO DEL LABIRINTO



Con il suo secondo film, adattamento per lo schermo dell’omonimo romanzo “ L’uomo del labirinto” (2017), Donato Carrisi ci conduce per mano all’interno di una complicata indagine, alla ricerca di un killer seriale, che si trasforma in un perverso intreccio di personaggi e di situazioni che sviano lo spettatore dall’immediata corretta comprensione di quello che sta osservando. Solo nel finale riuscirà ,infatti, a comprendere la dinamica degli avvenimenti ed il filo logico e conseguenziale che li ha diretti.
Il romanzo “L’uomo del labirinto”, da cui è stato tratto il film, fa parte  di un ciclo di libri  che ruota attorno al personaggio  dell’investigatrice  Mila Vasquez ed è composto anche da “ Il suggeritore”(2009) , “ L’ipotesi del male” (2013)  e “ Il gioco del suggeritore”(2018).
Nel film, l’indagine alla ricerca del rapitore e serial killer è condotta dall’investigatore privato Bruno Genko, ben interpretato dall’ottimo Tony Servillo; mentre, scopriremo, solo alla fine del racconto, l’identità ed il ruolo dell’investigatrice Mila Vasquez , interpretata  da Valentina Bellé.
Da citare poi fra gli attori Vinicio Marchioni , collega della Vasquez, ed il grande  Dustin Hoffman in un ruolo ambiguo e delicatissimo.
La figura malefica del serial Killer con il volto di Bunny il coniglio mi ha ricordato solo per un attimo il film Harvey (1950) in cui James Stewart ha per amico un coniglio immaginario; ma non c’è nulla di simile con il  personaggio e il racconto del nostro film.
“L’uomo del labirinto”, ben diretto da  Donato Carrisi e sostenuto da una buona scenografia,  avvince lo spettatore che si ritrova profondamente immerso nella storia fino alle sue disorientanti battute finali. Un thriller, certamente, ma anche un’analisi della contorta psicologia  dei cosiddetti “figli del buio “ ,dapprima vittime di rapimenti, prigionia e tortura psicologica  ed a loro volta, infine, carnefici .
Così come nel caso de “ La ragazza della nebbia”, fa piacere osservare come sia possibile vedere realizzato  da un regista/scrittore  italiano un film/giallo complesso ed avvincente che non fa rimpiangere  quelli della cinematografia inglese o  americana.



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