Era il marzo del 1968 quando il presidente USA Lyndon B. Johnson annuncia
di non volersi ricandidare alle prossime
elezioni per dedicarsi completamente al suo impegno per una conclusione
vittoriosa della guerra nel Vietnam. A tal fine, aumenta geometricamente il
numero dei giovani americani chiamati alle armi e, purtroppo di conseguenza, il numero dei morti e la
gravità indiscriminata dei bombardamenti americani sul territorio Vietnamita.
Dopo pochi mesi ,ad aprile, viene ucciso il leader indiscusso delle
speranze della popolazione afroamericana: Martin Luther King
e ,a giugno, muore assassinato
Bob Kennedy , uno dei più quotati candidati alla nomination democratica e
portatore delle maggiori speranze di cambiamento del paese.
I giovani e gli afroamericani erano rimasti senza una voce capace di
esprimere i loro bisogni e di rappresentarli all’interno delle istituzioni.
Si erano formati in quegli anni organizzazioni di studenti come la Students for a Democratic Society (
SDS) che aveva espresso leaders come Tom Hayden che nel manifesto di Port Huron, di cui era l’autore,
aveva tracciato le linee della nuova sinistra radicale degli anni sessanta .
Si era affermata la ricerca di un
nuovo stile di vita, totalmente libero e
pacifista, che aveva trovato nel movimento degli hippies la propria espressione
ed in leaders come Abbie Hoffman e Jerry
Rubin il proprio riferimento politico.
Un collante per tutti questi gruppi ed i movimenti pacifisti, guidati da
persone come il socialista cristiano
non-violento David Dellinger, era rappresentato dalla piena condanna della guerra del Vietnam e dell’establishment
economico e istituzionale che ne era considerato responsabile.
L’altra grande protesta che scuoteva la società americana era quella degli
afroamericani che, privati della credibilità della proposta non violenta di
Martin Lutehr King , finita con il suo assassinio, guardavano sempre di più
verso il movimento delle pantere nere, guidato da Bobby Seale.
Tutti questi giovani avevano perso la fiducia in quello che doveva
essere il loro partito di rappresentanza: il partito democratico.
Questo li spingerà a contestare e manifestare con forza in occasione
della Convention Democratica di Chicago dove si sta per scegliere un candidato
alla Presidenza del paese come Hubert Horatio
Humphrey che non li rappresenta. Egli pensa di
continuare la guerra in Vietnam seguendo le indicazioni di Lyndon Johnson ,
stando dalla parte di quell’establishment che trae enormi vantaggi economici
dalla continuazione della guerra e che non sembra molto attento alle richieste
degli afroamericani.
Il film “Il processo ai Chicago 7”(del 2020), scritto e diretto da Aaron
Sorkin , ci racconta del processo ai cosiddetti Chicago Seven ( i leaders dei
movimenti politici di cui abbiamo parlato) ,
accusati di aver cospirato per
causare lo scontro tra manifestanti e Guardia Nazionale avvenuto il 28 agosto
1968 a Chicago in occasione delle proteste alla convention del Partito
Democratico.
Abbie Hoffman e
Jerry Rubin (fondatori dello Youth International Party, YIP -da cui Yippie),
David Dellinger attivista del movimento pacifista , Tom Hayden
e Rennie Davis ( SDS) , Lee Weiner e John Froines ( due accademici accusati di aver insegnato agli altri come costruire
delle bombe) sono i sette messi sotto processo. Insieme a loro, inizialmente, c’era anche
Bobby Seale, uno dei fondatori del movimento delle Pantere Nere .
Durante le varie fasi del processo il film ci mostra le differenze ed il
confronto fra le posizioni politiche dei diversi leaders giovanili e l’assurdità delle modalità di svolgimento
del processo che culminano nel trattamento di Seale, imbavagliato e legato al
tavolo degli imputati nel corso del processo, il vero e proprio assassinio di
stato di Fred Hampton, leader della sezione di Chicago delle Pantere nere e l’uso
di un falso messaggio delle Pantere Nere come pretesto per dismettere membri
della giuria favorevoli agli imputati.
Quello che a mio parere rimane non chiaramente espresso nel film è l’importanza
del travaglio morale ed esistenziale vissuto da quella generazione di giovani che
vivevano un profondo disincanto rispetto al modo di vivere americano ed i suoi
valori tradizionali ,denudati dagli orrori della guerra del Vietnam e dal
sacrificio della vita di molti giovani.
Sfiducia e rabbia che sanciva anche il distacco da quello che avrebbe
dovuto essere il loro partito di rappresentanza: il partito democratico.
Si crea in quel momento una separazione fra la popolazione progressista
ed il partito democratico che durerà per
molti anni all’interno degli USA.