lunedì 22 novembre 2021

FREAKS OUT


 

Ci sono , ci sono stati e ci saranno sempre in mezzo a noi degli esseri speciali che si muovono spesso al di fuori della nostra immediata comprensione e sembrano dotati di poteri sovrannaturali capaci di sovvertire l’andamento della storia  umana. I potenti di turno sanno benissimo che la loro forza è grande e vorrebbero averli alleati per poter vincere le proprie  battaglie, spesso invece destinate alla sconfitta. Quello che ,tuttavia, caratterizza questi esseri, ed in particolare i nostri quattro Freaks individuati da Mainetti  e mostrati al grande pubblico mentre si esibiscono all’interno del modesto Circo Mezzapiotta , è la loro incontenibile umanità, lo spirito di fratellanza che li unisce , l’impossibilità congenita   di utilizzare i propri poteri contro l’umanità e men che mai per una violenza gratuita sugli altri al fine di dominarli. Gabriele Mainetti  e Nicola Guaglianone ( autore del soggetto e della sceneggiatura insieme a Mainetti ) ambientano la storia nel 1943 , alla fine della seconda guerra mondiale ,in una Roma occupata dai nazisti. Il circo Mezzapiotta a causa delle difficoltà legate ai bombardamenti e alla guerra rischia di chiudere la propria attività e pertanto Israel  , un ebreo , padrone del circo , che è stato quasi un padre per i nostri  quattro Freaks protagonisti della storia , propone loro di tentare la fuga  in America.

 Ma chi sono questi esseri diversi dotati di poteri speciali?

Matilde  è  una ragazza elettrica che  emana energia e fulmina chiunque la tocchi; Cencio è  un ragazzo albino che ha la capacità di controllare e dirigere  sciami di insetti, Fulvio è un "uomo bestia", con l’intero corpo ricoperto da una folta pelliccia  e  dotato di forza sovrumana; L’ultimo freak è  Mario, un nano con un leggero ritardo mentale, che come una calamita riesce ad attirare e manipolare a suo piacimento  tutti gli oggetti metallici . I nazisti  nella Roma occupata hanno anche un loro Circo : il Berlin Zircus   diretto da un personaggio inquietante :  “ Franz”, un eccezionale pianista, con sei dita per mano,  che possiede anche dei particolari poteri di premonizione del futuro. Egli vede così la prossima sconfitta del Terzo Reich e la morte di Hitler. L’unica possibilità di cambiare il corso della storia  e del futuro è quella di asservire alla causa nazista dei freaks dotati di superpoteri  di cui percepisce l’esistenza.

E’ su queste premesse che si sviluppa il magnifico racconto di Mainetti  che a tratti sembra  far rivivere quello spirito presente nella magia di alcuni film di Fellini , con personaggi diversi ma incantevoli come quelli di Gelsomina e Zampanò del film “La Strada”. Il tutto accompagnato  da una colonna sonora   bella e che ti coinvolge emotivamente  composta dallo stesso regista Mainetti insieme a Michele Braga. Per queste musiche  hanno ottenuto il premio Soundtrack Stars Award 2021 per la migliore colonna sonora tra i film in selezione ufficiale alla 78ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.

La bellezza della storia e del film è tuttavia quella che  queste persone speciali , queste persone che regalano all’umanità i propri superpoteri, permettendoci  di avanzare nelle scoperte scientifiche così come nelle tappe di civiltà  , non sono disponibili e non possono proprio esercitarli in modo violento asserviti ai potenti di turno. La loro stessa natura non lo rende possibile e tutto questo,  di fatto, diventa la cartina di tornasole che rivela impietosamente la debolezza  ed il vuoto esistenziale di chi rincorre disperatamente, anche con l’utilizzo della violenza, il dominio sull’altro.

Forse le scene più belle del film sono legate al personaggio della giovane Matilda  che riuscirà a dominare ed utilizzare finalmente positivamente il proprio potere di donna elettrica battendosi e riunendosi alle persone che ama. Una piccola raccomandazione ai possibili spettatori del film: guardate con attenzione  i disegni che accompagnano i titoli di coda. Sempre accompagnati da una stupenda musica , possiamo vedere  delle scene dove sono rappresentati avvenimenti e personaggi che hanno avuto un ruolo importante nella storia dell’umanità  nei campi della  cultura , dello sport  , della politica ecc (  Rita Levi Montalcini, Nelson Mandela,Il muro di Berlino,La guerra in Vietnam,Lo Sputnik,Il disastro nucleare di Chernobyl,Le proteste di piazza Tien An Men,Il goal di Maradona "la mano di Dio",Papa Francesco in piazza Vaticano deserta durante il lockdown, Muhammad Ali ecc. ecc.)

Dopo oltre cinque anni dal suo precedente film “ Lo chiamavano Jeeg Robot”  Mainetti non ci delude con il suo nuovo film “ Freaks out”;ma, semmai, ci sorprende piacevolmente. E’ interessante ed originale sia   il racconto , sia la sua modalità realizzativa. Una citazione va fatta anche nei confronti della bella Scenografia  curata da Massimiliano Sturiale, dei  Costumi di Mary Montalto e del Trucco curato da           Federico Carretti, Davide De Luca, Emanuele De Luca, Marco Perna, Diego Prestopino e  Barbara Tovazzi.

 Mainetti ha potuto anche usufruire,  per la realizzazione del suo film, dell’ottima recitazione di Claudio Santamaria( Fulvio) Aurora Giovinazzo(Matilde) Pietro Castellitto( Cencio) Giancarlo Martini( Mario) Giorgio Tirabassi( Israel) Franz Rogowski (Franz) e Max Mazzotta( Il Gobbo).

Come accennato in precedenza, il film è stato presentato in concorso alla 78ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia l'8 settembre 2021 dove ha ottenuto  anche il Premio Pasinetti Speciale e il

Leoncino d'oro, assegnato dalla giuria dei giovani di Agiscuola.

 

 

 

 

 

 

 

THE FRENCH DISPATCH

 


Wes Anderson ha scritto, diretto e prodotto il film  " The French Dispatch" ( 2021) ispirandosi al suo amore per la rivista  "The New Yorker" , nata nel 1925 che pubblica saggi, narrativa , reportage e commenti su aspetti della vita politica e sociale.,poesia , vignette ed altro. Un amore quindi per un giornalismo di riflessione , una platea di autori che ci raccontano le loro riflessioni sugli argomenti che li interessano  e di cui sono partecipi.  La storia  ideata  dallo stesso Anderson con Roman Coppola , Hugo Guinness e Jason Schwartzman  ci narra  di una  rivista, il " French Dispatch" , creata dal suo direttore  Arthur Howitzer Jr.,( interpretato da Bill Murray), con sede in Francia e precisamente   a   Ennui-sur-Blasé, come supplemento settimanale del  giornale "The Evening Sun " di Liberty ( Kansas) di proprietà del padre. 

Arthur Howitzer Jr. riesce così a staccarsi da un possibile ruolo prefigurato all'interno del giornale per restare libero in Francia, dove si trovava in vacanza, e realizzare  questa rivista , avvalendosi della collaborazione dei migliori giornalisti stranieri del tempo , per parlare di politica mondiale, arti e varie storie di "umano interesse".

La narrazione del film si svolge contemporaneamente su due piani : da un lato ci mostra  la redazione della rivista intenta a preparare il suo ultimo numero contenente i migliori articoli  pubblicati nel corso della sua esistenza ed  un necrologio dopo la morte improvvisa del  fondatore Arthur Howitzer Jr.  , così come disposto dallo stesso nel testamento, dall'altro ci parla dei temi narrati  in quegli   articoli  e del modo in cui sono stati realizzati dagli stessi autori.  

Gli articoli realizzati e inseriti nell'ultimo numero della rivista  diventano in questo modo le storie narrate dal film nel corso della sua rappresentazione.

La prima è quella de "Il giornalista del ciclismo " dove  lo scrittore Herbsaint Sazerac ( interpretato da Owen Wilson) ci conduce in bicicletta in un giro della città di Ennui , soffermandosi sulle diverse strade e quartieri della città, cogliendone le particolarità e confrontando la loro evoluzione nel corso del tempo. La seconda storia, "Il capolavoro concreto" ,ci viene raccontata   dalla giornalista  JKL Berensen ( Tilda Swinton) che nel corso di una conferenza  presso una galleria d'arte  " Clampette" descrive la carriera artistica  di Moses Rosenthaler ( Benicio Del Toro) :un personaggio mentalmente disturbato e dal carattere violento   che esplode artisticamente come pittore moderno, dopo essere stato rinchiuso in carcere per omicidio, grazie alla relazione passionale con la bella Simone (Léa Seydoux)  , suo agente carcerario. La storia è in parte ispirata  da "The Days of Duveen", un film in sei parti del New Yorker sul mercante d'arte Lord Duveen .

La terza storia "Revisioni a un Manifesto" ci viene raccontata dalla giornalista  Lucinda Krementz ( Frances McDormand)  che ci parla di  una protesta studentesca scoppiata nelle strade di Ennui di cui il giovane Zeffirelli diventa il simbolo . Lo stesso ( interpretato da Timothée Chalamet),autore del manifesto della protesta, è un romantico giovane studente rivoluzionario  che  verrà ucciso mentre tentava di riparare una piccola torre radio che fungeva da stazione della  radio pirata degli studenti. Anche questa storia è ispirata da un articolo in due parti " Gli eventi di maggio: un taccuino di Parigi" apparso  su " The New Yorker"  a firma di  Mavis Gallant  ed  incentrato  sulle proteste studentesche  del maggio 68. 

L'ultima storia raccontata  è " La sala da pranzo privata del commissario di polizia" -In questa  il giornalista televisivo  Roebuck Wright   ( Jeffrey Wright ) racconta i fatti intervenuti durante la sua partecipazione ad una cena privata con il commissario delle forze di polizia di Ennui, preparata dal tenente di polizia- e grande slash-chef  Nescaffier. La cena viene interrotta dalla notizia del rapimento del figlio del commisario ed il giornalista descrive  la successiva evoluzione dei fatti .

Tutta la narrazione del film si avvale di una bella fotografia , curata da Robert D. Yeoman ,  che riesce  a trasportarci nella giusta ambientazione  delle scene .  Le riprese si sono svolte nella città di Angoulême, in Francia. Molto piacevole anche la colonna sonora curata e composta da Alexandre Desplat  e personalmente ho molto gradito  rivivere delle sensazioni giovanili, ascoltando fra i diversi brani proposti,  il vecchio successo "Aline" di Cristophe nella versione  di Jarvis Cocker.


Anderson si è avvalso per la realizzazione della sua opera di un cast di attori eccezionale. Oltre ai già citati  Benicio del Toro , Tilda Swinton , Léa Seydoux , Frances McDormand , Timothée Chalamet ,  Jeffrey Wright , Bill Murray e Owen Wilson  mi piace segnalare anche la presenza di altri grandi attori come  Adrien Brody ,  Lyna Khoudri , Edward Norton , Willem Dafoe ,Henry Winkler , Mathieu Amalric , Stephen Park  e Saoirse Ronan.

Wes Anderson ci ha regalato un altra gradevole  opera cinematografica di livello.


domenica 7 novembre 2021

MADRES PARALELAS

 



Janis ( Penelope Cruz)  è una fotografa madrilena  che è stata cresciuta dalla nonna e da sempre , insieme alla  sua famiglia, coltiva dentro di se la speranza di fare luce  sulla morte del suo bisnonno desaparecido durante la guerra civile spagnola.

 In realtà, il bisnonno ,insieme a molti altri uomini del suo villaggio, nella memoria collettiva risulta essere stato ucciso dalle milizie falangiste e sepolto in una fossa comune senza lasciare alcuna traccia per i familiari delle vittime. Neanche un luogo dove poterli piangere e ricordarli. Il villaggio ha identificato il luogo della possibile fossa comune e Janis, avendo conosciuto un famoso  antropologo forense , Arturo,  gli propone di scavare  in quel sito per ritrovare i resti del bisnonno e dare volto alla verità su quegli avvenimenti storici che avevano  toccato così profondamente quel villaggio e la sua personale famiglia. 

La verità sugli avvenimenti storici è importante e ci restituisce il senso del  nostro passato; tuttavia , a volte , quando guardiamo a questi fatti li sentiamo inevitabilmente lontani, mentre, invece, il problema  di assicurare la verità sui fatti che accadono nella nostra vita  è una questione sempre attuale ed importante .

 Almodovar,  nel suo film, ci spiega questo concetto sviluppando la questione all'interno della trama del suo racconto e unendo la tensione verso la ricostruzione dei fatti storici dei desaparecidos della guerra civile spagnola con le vicende personali della giovane Janis.

Lo fa, facendoci osservare come  il comportamento e la scelta di dire la verità siano cruciali per la vita personale di Janis  rispetto alle vicende legate alla sua maternità ed ai rapporti con la madre paralela Ana, conosciuta nella camera dell'ospedale che le ha viste insieme in attesa di dare alla luce le loro bambine. 

In questo modo Almodovar , ponendo la questione all'interno della vita più intima della protagonista, ce la  fa percepire con forza e coinvolgendoci emozionalmente.

 In prima battuta,  l'emozione legata alle vicende delle due "madres paralelas", Janis ed Ana,  è così forte da farci sentire quasi forzato il richiamo del film  alla storia dei desparecidos; ma , ripensandoci, è il modo con cui Almodovar ha voluto farci sentire viva ed  attuale  l'importanza storica della scelta della verità nella nostra vita.   

La morale del film è inoltre estremamente positiva e ci rassicura sul fatto che la menzogna ed il silenzio, alla fine, vengono inevitabilmente alla luce, inchiodandoci alle responsabilità storiche degli avvenimenti; mentre la capacità di confrontarsi con la realtà e la verità dei fatti , anche se dolorosa, è sempre foriera di risultati e conseguenze positive.

Pedro Almodovar  ha scritto e diretto questa storia, curandone anche la sceneggiatura  e assumendosi il peso economico della produzione  insieme al fratello minore Augustin, con cui ha fondato la casa di produzione  EL DESEO.  

Il film è stato presentato in anteprima il 1º settembre 2021 in concorso alla 78ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia come film d'apertura dell'edizione, ottenendo la Candidatura per il Leone d'oro al miglior film. Contemporaneamente, nella stessa edizione,  Penelope Cruz  ha vinto la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile  nel ruolo della protagonista Janis.

Da sottolineare  anche la buona prova degli altri principali attori e attrici, in particolare di Milena Smit ( Ana)  Israel Elejalde( Arturo) Aitana Sánchez-Gijón( Teresa madre di Ana) e Rossy de Palma( Elena) vecchia conoscenza dei film  di Almodovar.  Come sempre di buon livello le musiche  di Alberto Iglesias, che ritroviamo come autore in quasi tutti i film di Almodovar, la Fotografia di José Luis Alcaine  ed il Montaggio di Teresa Font .