venerdì 22 giugno 2018

A Quiet Passion



Il film , diretto da Terence Davies , è basato sulla vita della poetessa  americana Emily Dickinson , ben interpretata da Cynthia Nixon,  ed è stato presentato in anteprima al Festival di Berlino  nel 2016; mentre , è arrivato solo nel giugno di quest’anno nelle sale cinematografiche italiane.
Il regista, in passato, ha tratto spesso ispirazione per i suoi soggetti dalla trasposizione cinematografica di opere teatrali o letterarie. E’ probabile che l’amore per la letteratura ed, in questo caso, per le poesie  della Dickinson lo abbiano colpito  e portato a raccontarci la sua vita.
Un’esistenza difficile  per una ragazza cresciuta in un ambiente borghese, rigidamente ispirato ai valori  puritani, ed in cui  la figura paterna ( con le sembianze dell’attore Keith Carradine) assume un potere assoluto, pur se ci viene mostrata in qualche modo comprensiva delle emozioni dei propri figli.
L’ipotesi che il carattere sensibile e ribelle di Emily, in mancanza della possibilità di una vita autenticamente alternativa , l’abbia portata ad un progressivo isolamento dal mondo circostante, sembra essere sposata come chiave interpretativa del racconto.
Dopo avere lasciato il College Femminile di Mount Holyoke,  in contrasto  con le pressioni  ricevute per professarsi pubblicamente cristiana  e mostrando un carattere non conformista e desideroso di autenticità, Emily riorna a casa. Sono anni in cui vive con piacevolezza i rapporti con il fratello , la sorella  e qualche rara  amica da cui è stimata e voluta bene.
Il film ci mostra contemporaneamente una figura materna , triste ed isolata . E’ naturalmente rispettata sia dai figli che dal marito, ma traspare una sorda infelicità che la porta all’isolamento ed una certa rinuncia alla vita che sembrerà, successivamente, influire sul comportamento e le scelte di Emily.
Poche sono le figure maschili presenti al di fuori di quelle del padre e del fratello. Il film lascia intuire un certo trasporto platonico solo  per un reverendo protestante, tra l’altro sposato. Pian piano, in un’età ancora giovane  e a causa anche di problemi di salute ( disturbi nervosi e nefrite),  Emily comincia ad estraniarsi dal mondo  e si rinchiude nella propria camera, posta al piano superiore della casa dei genitori, dove muore all’età di 55 anni.
In quegli anni, cercò nella poesia ,nella scrittura e nella fantasia il riscatto nei confronti della solitudine e la ricerca di una qualche forma di felicità.
E’ questa forse la parte meno riuscita del film, in cui la lentezza della narrazione e la difficoltà a far percepire con immediatezza la drammaticità e l’alternanza dei sentimenti della donna  rendono difficile  allo spettatore la comprensione del vissuto della poetessa.
Emily Dickinson pubblicherà in vita solo una piccola parte delle sue opere (ca. sette) mentre,  alla sua morte  nel 1890, la sorella Vinnie scoprirà nella  sua camera 1775 poesie scritte su foglietti ripiegati e cuciti con ago e filo, contenuti tutti in un raccoglitore.
Si deve  a Vinnie aiutata da Mabel Loomis Todd, amica e amante del fratello Austin, la pubblicazione successiva del primo volume di poesie e degli altri seguenti, che fecero conoscere al mondo intero  la sensibilità e la grandezza di questa poetessa.
I temi ricorrenti della sua  ispirazione  erano legati alla bellezza della natura ma anche all’incombenza della morte, come per esempio nella poesia  Tie the Strings to my Life, My Lord (Annoda i lacci alla mia vita, Signore):
Annoda i Lacci alla mia Vita, Signore,
Poi, sarò pronta ad andare!
Solo un'occhiata ai Cavalli -
In fretta! Potrà bastare!
.....
Addio alla Vita che ho vissuto -
E al Mondo che ho conosciuto -
E Bacia le Colline, per me, basta una volta -
Ora - sono pronta ad andare.



martedì 19 giugno 2018

VERSO ORIENTE- PARTE FINALE




Quella sera erano tutti insieme a cena insieme a Laura, la cui storia con Mario continuava ancora più intensamente.
-Bene – disse Mario - che bella tavolata! C’è un bel bambino che sta morendo di fame . E’ vero Abdul?
- si , nonno, ma non sto morendo ………… ho molta fame – rispose il bimbo-
Si …..è vero… è sorprendente sentirti chiamare nonno , ma quello era un vezzo che Abdul si era preso  pian piano e che era piaciuto a tutti . Non che significasse che Mario sembrasse un vecchio bacucco; ma, semplicemente, era chiaro al bambino che non fosse suo padre e che non poteva essere il compagno di sua madre . Abdul,  inoltre ,vedeva ai giardinetti  i nonni dei suoi piccoli amici che somigliavano molto nel comportamento e nell’età a Mario  . Così lo aveva cominciato a chiamare nonno . Dapprima Mario e tutti gli altri si erano messi a ridere; poi, la parola si era insinuata piano piano dentro al cuore.
Certo- rispose Mario- e vedo arrivare un bel piatto fumante di pasta . Che te ne pare?
Si…..Si  - cominciò a gridare Abdul impaziente- ….. buona ….buona….
Quando erano ormai alla fine,  Mario si rivolse a Laura e Irene dicendo:
-          Mie belle  ragazze  ho il desiderio di dirvi una cosa  a cui tengo molto e che spero vi faccia piacere.
-          Di che si tratta?- risposero in coro le due donne
-          Dobbiamo preoccuparci ? – aggiunse Laura
-          Penso proprio di si – rispose Mario.- Ho pensato molto a questa cosa e poi ho visto una bella villetta  con giardino  nella periferia dell’EUR che mi sembra perfetta per noi. Laura . Irene vi piacerebbe andare  a vivere insieme  in questa nuova casa  ed essere  un’unica famiglia?
-          Oh! Dio! -Esclamò Laura
-          Mamma mia  – aggiunse Irene- una famiglia!
-          Si – disse Mario – rivolto a Laura – vorrei che tu venissi a vivere con noi e che restassimo sempre insieme. Non è molto che ci conosciamo ma è speciale quello che è successo fra di noi e sono sicuro  di quello che provo per te. E tu?
-          Oh! Mario  anch’io! – rispose Laura – Vengo! Vengo!
-          Irene,  capisco che ti sembra forse avventato quello che ti dico, ma  sei entrata insieme ad Abdul nella mia vita  e non saprei più fare a meno di te. Abdul mi chiama nonno  ed io ti sento  come mia figlia e, se me lo permetti, ti vorrei adottare ed andare a vivere insieme,  tutti e quattro, nella nuova casa.
-          Posso chiamarti figlia mia?
-          Nessuno mi ha mai chiamata . figlia mia , papà – rispose Irene, commossa
-          Nessuno mi ha mai chiamato papà – disse Mario.
-           
-          FINE
-           
-      



LA TERRA DELL'ABBASTANZA



“La terra dell'abbastanza” è il film d'esordio dei fratelli Damiano e Fabio D'Innocenzo che, oltre a dirigerlo,  ne  hanno scritto  anche il soggetto  e  curato la sceneggiatura.
Il film è stato presentato nella sezione "Panorama" al Festival di Berlino 2018, ottenendo un vivo interesse.
La  storia si addentra  nell'atmosfera della periferia romana con una crudezza diretta e priva di orpelli giustificatori  e/o consolanti .
No!    Siamo davanti  alla storia di due ragazzi come tanti,  in un'età in cui la complicità della giovinezza e la solidarietà dell'amicizia sono forse uno dei valori fondativi della vita insieme  alla forza delle passioni e delle emozioni. Ci troviamo all'interno di una periferia  romana , quella di Tor bella monaca, che ricorda  quella  piatta, metallica, assolata, marginale ed isolata  dei film di Pasolini , la cui atmosfera  abbiamo recentemente riscoperto anche in altre pellicole come ad esempio  "Dogman" di Garrone o in " Fortunata", ambientato a Tor Pignattara.
 Lo svolgersi della giornata  passa attraverso le scadenze segnate dal bisogno, dalla difficoltà  e da una convivenza normale con la devianza e l'illegalità diffusa.
 I nostri due giovani protagonisti Mirko e Manolo , amici/fratelli  fin dalle elementari, vivono in un quartiere periferico di Roma e frequentano la scuola alberghiera, desiderando di poter  fare successivamente i bartender.  Il loro legame è importante e fa da argine all'insicurezza derivante della provenienza da famiglie letteralmente  disastrate e divise. Manolo ha come riferimento un padre ( Max Tortora) ai margini della criminalità, mentre Mirko vive insieme alla madre  ed alla piccola figlia del suo nuovo compagno, troppo spesso  assente ed  "altrove".
Le prime scene ci mostrano i due ragazzi,   a bordo  della propria automobile , ridere  e scherzare nella  loro complice  gioventù;  ma ,subito dopo  , il caso ed il dramma s'insinueranno prepotentemente nella loro vita.
In un attimo, si rendono conto di aver investito un uomo  e scappano senza prestargli soccorso.
È da questo momento che inizia la parte più interessante del film  che, con la mano abile dei due registi esordienti, ci mostra come, in assenza di una forte struttura  culturale  personale derivante anche dalla presenza di solidi  rapporti sociali e familiari, si possa scivolare facilmente in una rimozione del senso di colpa e di responsabilità, cercando , al contrario, di cogliere tutti i vantaggi  e le occasioni possibili che si presentano per migliorare la propria condizione.
L'opera prima dei fratelli D'innocenzo è ,tuttavia, spietata e non concede nulla né ai protagonisti della storia, né agli spettatori.
I due ragazzi, dopo l'incidente, chiedono aiuto al padre di Manolo su come comportarsi e questi, dopo aver scoperto che la persona  investita era un " infame"   già condannato  a morte dalla potente famiglia Pantano,  gli spiega che in realtà " hanno davanti l'occasione d'oro della  vita. " Avete svoltato" gli dice.
Grazie a quella fortuita morte, causata dall'incidente automobilistico, Mirko e Manolo si sono guadagnati il diritto di entrare nel clan dei Pantano  e , dopo  un percorso costellato da  droga, sesso , soldi e potere, assumono presto  il ruolo di killer, ottenendo alla loro giovane età  un  rispetto e  del denaro che non avevano mai avuto.
“Con questo film volevamo raccontare com’è maledettamente facile assuefarsi al male”, dicono i D’Innocenzo: “In un mondo in cui la sofferenza è sinonimo di debolezza, i nostri protagonisti si spingeranno oltre il limite della sopportazione: vedere fin dove si può fingere di non sentire nulla”.  Tutto questo tuttavia non è premiante. In questo,  il messaggio del film è chiaro: " Non  c'è tranquillità,  né vera piacevolezza, né alcuna costruzione di un vero benessere o del  percorso di realizzazione di sé stessi   all'interno del crimine,  che è sempre lì, a portata di mano, come possibile soluzione nei confronti delle difficoltà  della vita".
Le difficoltà, invece, rimangono ed anzi aumentano fino ad annullarti,  portandoti al tragico epilogo dell'esistenza.
La stessa amicizia  fra i due ragazzi, che era forse uno delle poche ricchezze di cui disponevano, verrà frantumata  nel corso degli avvenimenti;  mentre,  il tentativo di riscatto personale di Mirko,  che stava crescendo solo  nella rivalutazione del rapporto con la propria madre, verrà spezzato .
Un'opera prima senz'altro interessante e ben realizzata .
Ottima l'interpretazione dei due protagonisti : Andrea Carpenzano ( Manolo) e Matteo Olivetti( Mirko), spontanei e credibili. Degna di nota anche quella di Milena Mancini( Alessia) nel complesso ruolo della madre di Mirko,  costretta a condividere nel suo animo gli slanci d'amore verso il figlio con  l'altrettanto necessaria furia  violenta. Pregevole la partecipazione  di Max Tortora e  Luca Zingaretti.





lunedì 18 giugno 2018

VERSO ORIENTE -13



I giorni seguenti furono densi e frenetici . Mario, grazie anche all’aiuto delle sue conoscenze con la funzionaria del ministero del commercio con l’estero italiano, che si era messa subito a disposizione intermediando con il console  di stanza ad Istanbul , aveva convalidato anche per l’Italia   l’atto di nascita di Abdul emesso dalle autorità siriane. In tal modo Irene , che aveva  conservato la cittadinanza italiana , ed Abdul potevano rientrare in Italia  insieme  a Mario e Laura.
Oltre a questi aspetti più formali ed importanti non erano mancati gli aspetti più piacevoli del giro dei negozi per ricostituire il guardaroba di Irene ed Abdul. In questo, Laura si era dimostrata molto brava accompagnandoli  e consigliandoli. Il risultato era ormai costituito da quella graziosa mamma con bambino al seguito che passeggiava elegante per le strade di Istanbul.
Dopo aver portato avanti  i diversi impegni di lavoro e salutato mr. Kaya, Mario era pronto per il rientro in Italia con il suo nuovo gruppo.
 Quel viaggio  gli aveva cambiato la vita!
Non avrebbe mai pensato di tornare con tanti nuovi amori , ognuno di natura diversa ma di uguale importanza.
 Mentre l’aereo si alzava in volo verso l’Italia, il suo sguardo si volse verso Laura che  chiacchierava amabilmente con Irene , seduta serenamente  accanto ad Abdul che non smetteva mai di guardarsi attorno e di chiedere qualcosa.
 Si,  era stato veramente fortunato ad incontrarli!
Ora, erano passati alcuni mesi  dal loro rientro in Italia ed Irene  si era progressivamente ambientata a casa di Mario e ,quando Abdul la lasciava un attimo libera,  provava ad aiutarlo nel suo lavoro  dimostrando una rara attitudine.

 CONTINUA


VERSO ORIENTE- 12



Adesso, il viso della ragazza era disteso, quasi sereno,  e guardava il suo piccolo che sorrideva a Laura che lo solleticava. Avevano mangiato con calma e finalmente  stava seduta, riposando   comodamente su di una poltrona.
Come ti chiami ? – Le chiese Mario
Il mio nome  adesso è Fatima ma sono nata  Irene . Così mi hanno chiamata all’Istituto dove mi hanno cresciuta in Italia… a Roma. Non ho mai conosciuto i miei genitori . Non si sapeva chi fossero: Mi hanno trovata  abbandonata davanti alla porta dell’istituto e mi hanno presa, curata e cresciuta. 
Com’è che ti trovi qui? – chiese Laura
Cinque anni fa  ho conosciuto  Salim, un ragazzo siriano, che era venuto in Italia  per ammirare le bellezze dell’antichità del nostro Paese. Era pazzo per il Colosseo….pensate un po'!
Ci siamo innamorati  e mi ha portato con sé nel suo Paese. Ci siamo sposati con il rito musulmano ed ho preso il nome di Fatima. Tre anni fa  è nato il piccolo  Abdul………… poi, c’è stato l’inferno. 
Prima la protesta,  poi una vera e propria guerra civile  che non ha risparmiato nessuno. Mio marito è morto,   vittima di un attacco terroristico ed io sono rimasta sola  con Abdul.  A quel punto non sapevo cosa fare e  ho pensato di ritornare in Italia. Ho  ritirato tutti i soldi che avevo  , i documenti più importanti e mi sono unita ad una carovana di profughi che cercava di passare il confine  con la Turchia. Ci sono riuscita come vedi ….. ma siamo a terra!
Irene, tu e Abdul non siete più soli-  le disse Mario- verrai con noi in Italia, ma prima  dobbiamo fare in modo che non vi siano problemi per Abdul. Domani andiamo al Consolato italiano e cerchiamo di far convalidare i documenti che ne comprovano la tua maternità.
Irene era felice  e rideva e piangeva, stringendo a se il piccolo Abdul e ringraziando ora Laura ora Mario continuamente. 
Scese la notte e, finalmente , la pace regnava nel suo cuore! 
CONTINUA

sabato 16 giugno 2018

VERSO ORIENTE - 11











-           

-  Guardò meglio in mezzo al buio  e gli sembrò di vedere, raggomitolata a terra, una figura  avvolta in un grande velo  che teneva sulle gambe un altro fagotto più piccolo.
-   -Chi sei? -rispose Mario- Com’è che parli la mia lingua?
-    Vi prego aiutatemi- rispose subito  quella stendendo la mano.
-   In quel mentre, forse disturbata dal movimento , la figura più piccola prese improvvisamente vita  scoppiando a piangere . Era un bimbo piccolo e singhiozzava invocando  la sua mamma.
-  Laura si avvicinò immediatamente cercando di aiutare  quelle due persone : la madre ed il bambino. Mentre Mario cercava di sorreggere la ragazza , Laura prese in braccio il bambino  che, nonostante  non venisse preso dalla madre , tuttavia sembrò calmarsi. La ragazza, dopo essersi alzata,  riprese il bambino dalle braccia di Laura e rivolta a Mario gli chiese:
-  - Siete italiani vero? Anch’io sono italiana   e sono disperata . Aiutatemi! Non so dove andare , non ho soldi e il mio bambino ha fame.
-  -Hai un posto dove dormire? – le chiese Mario- vivi con qualcuno?
-   -No stiamo sulla strada. Viviamo di elemosina e il bambino ha fame.
-  Va bene – disse Mario  senza pensarci due volte– vieni con noi! Stasera dormirete e mangerete : Poi, se vuoi ci racconterai di te . Andiamo.
-  Insieme a Laura  sorressero  la ragazza e il bambino, presero la piccola valigia che aveva con sé , si diressero verso una strada principale .Chiamarono un taxi e si fecero accompagnare all’albergo.  Arrivati nella Hall, Mario pagò una stanza anticipatamente per i due nuovi ospiti e chiese  che  portassero loro da mangiare in camera. Adesso, il viso della ragazza era disteso, quasi sereno,  e guardava il suo piccolo che sorrideva a Laura che lo solleticava. Avevano mangiato con calma e finalmente  stava seduta, riposando   comodamente su di una poltrona.
   Come ti chiami ? – Le chiese Mario

     CONTINUA














venerdì 15 giugno 2018

VERSO ORIENTE -10



 Quel pomeriggio , insieme a Laura,  avevano visitato la torre di Galata  all’interno dell’antico quartiere  edificato dai Genovesi : Avevano ammirato il panorama della città , le sue moschee , la parte occidentale e quella asiatica , il ponte che le unisce  e la bellezza del Bosforo. Poi si erano addentrati lentamente fino al ponte di Galata scoprendo nel suo  spazio sottostante  i vari ristorantini e bancarelle di pesce. Era  un susseguirsi di piccole botteghe  e di   tavoli all’aperto  che ricordavano tanto  alcuni posti dei paesi a mare del Sud d’Italia. Pian piano si fece sera  e si diressero all’appuntamento  davanti all’imbarcadero per il  battello della gita serale sul Bosforo.Erano circa le nove di sera quando  insieme agli altri salirono sul battello. C’era  Mister  Kaya insieme alla moglie, in abito tradizionale, ma con il volto scoperto, il rappresentante  italiano  del ministero per il commercio con l’estero , una signora  elegante  probabilmente coetanea di Laura , il cliente di Mario, e il rappresentante del governo turco con la moglie , vestita all’occidentale. Oltre a loro c’erano diversi turisti   e tutti furono fatti accomodare nei tavoli preparati  in un’area del ponte dove fu servito uno spumante  italiano come segno di  benvenuto. C’era un tavolo già preparato per  Mister Kaya ed i suoi ospiti che furono subito intrattenuti dallo chef e serviti con precedenza rispetto a tutti gli altri .Mentre   gustavano i piatti tradizionali della cucina turca  e godevano dello spettacolo  della costa e di alcuni  splendidi palazzi storici  illuminati,  venivano intrattenuti anche da un piccolo gruppo di musicisti . La serata  fu molto gradevole. Finita la cena,  passarono ad esplorare il battello soffermandosi sulle gallerie laterali  dove ognuno ritrovava la sua intimità  con il partner  o con gli amici più stretti. Quando passarono sotto il lungo ponte illuminato, Mario e Laura  erano sulla parte posteriore del battello e così poterono  osservare il ponte nella sua interezza mentre si allontanava lentamente. Dopo circa due ore dalla  partenza , il battello rientrò  al molo e, dopo essersi salutati con tutti gli altri, Mario e  Laura si avviarono verso l’albergo.         
 -          Please Mister! Help me! Aiutatemi vi prego!-
-                            Quella voce  dolce e lamentosa allo stesso tempo  usciva  dall’angolo buio della notte,  lungo               la stradina che stavano percorrendo, e si rivolgeva proprio a lui.
             CONTINUA

giovedì 14 giugno 2018

VERSO ORIENTE - 9






Si lasciarono e dopo Mario si diresse verso  Piazza Taxim dov’era la sede dell’incontro di lavoro. La zona brulicava di persone  e ci si trovava nel centro  vissuto della città. Tutti i partecipanti alla riunione  arrivarono nei tempi previsti e si giunse rapidamente a discutere dei punti più importanti. I clienti di Mario  desideravano poter espandere in Turchia  la propria attività di consulenza informatica  nei confronti del settore sanitario della pubblica amministrazione Turca; ma, soprattutto, desideravano poter commercializzare un programma antivirus di produzione coreana di cui avevano ottenuto  l’esclusiva per l’area del Medio oriente  e nord Africa. Naturalmente, all’attività di vendita era collegata anche quella generale di consulenza. La Turchia era il paese ideale per avviare questa attività estera nell’area in quanto veniva considerata da tutti i paesi ,anche del Nord Africa, il veicolo ideale  per lo sviluppo dei contatti con L’Europa. La posizione , la storia , la presenza di una forte componente musulmana  rendevano affidabile questo paese agli occhi di quelli limitrofi e non. Per poter entrare in maniera importante nel mercato turco e dei paesi vicini era importante, tuttavia, capire che bisognava dare un  ruolo importante all’imprenditoria locale. Questo era stato abbondantemente spiegato dal  funzionario dell’Istituto del Commercio con L’estero  nel loro incontro a Roma  ed aveva lasciato capire che era quella una condizione pregiudizievole. In caso di uno sviluppo positivo dell’iniziativa  vi erano invece delle buone opportunità dal punto di vista finanziario in quanto esistevano dei forti aiuti per le aziende italiane  esportatrici relativamente all’anticipazione dei loro crediti tramite il sistema bancario, con una garanzia parziale  dello Stato: Questo avrebbe permesso un avvio importante dell’attività. I rappresentanti del governo turco avevano portato alla riunione il capo di un’azienda che ritenevano potesse  partecipare con successo all’iniziativa e, nel corso della riunione, spiegarono che aveva senso continuare l’incontro solo se si pensava ad una partnership  di carattere sostanzialmente egualitario: 50 e 50. Se si era disponibili ad accettare questa precondizione, allora si poteva continuare a discutere con profitto e non vi sarebbero stati problemi. L’azienda turca presente era in grado di coprire l’intero territorio nazionale e fare da veicolo per ulteriori commerci nei paesi vicini. Mario , d’accordo con il suo cliente , propose a questo punto la costituzione di una nuova società paritaria con quote divise al 50% che gestisse l’affare sia in Turchia che nella restante area individuata ed ottenne così un entusiastico accordo da parte di tutti. La riunione non poteva concludersi meglio e a quel punto , per festeggiare la decisione comune, i rappresentanti dell’azienda turca invitarono  tutti i presenti  con le eventuali consorti o altre accompagnatrici a partecipare ad una cena con crociera lungo il Bosforo per la sera stessa.
Vedrete- disse Mister Kaya, il capo dell’azienda turca- sarà divertente e godrete di uno spettacolo unico e affascinante che vi farà amare Istanbul.
Si salutarono dandosi appuntamento per la sera sul pontile vicino al ponte di Galata. Mario rimase a parlare con il rappresentante del Ministero italiano e con il suo cliente. Erano ampiamente soddisfatti di come si era svolta la riunione e del tempismo con cui Mario era intervenuto, chiudendola positivamente. Dopo qualche minuto, presi ulteriori accordi per le varie incombenze operative dei prossimi giorni, Mario chiese se poteva portare Laura con sé  quella sera e, rassicurato su questo punto, salutò tutti e  si allontanò.

CONTINUA

mercoledì 13 giugno 2018

VERSO ORIENTE - 8



Stavano seduti al tavolo  della colazione nella saletta dell’albergo che si trovava sulla sommità dell’edificio . Dalle vetrate, che limitavano l’ambiente, si ammirava uno scenario incantevole, con  in primo piano la cupola della Moschea Blu .Erano arrivati ad Istanbul la sera prima  e si erano sistemati in questo gradevole piccolo albergo posto direttamente sulla piazza dell’antico Ippodromo , nel  cuore del quartiere di  Sultanahmet , vero centro storico della città. Mario  versò dei cucchiaini di miele dentro la tazza di yogurth bianco. Dopo, aggiunse abbondanti pezzi di frutta secca  e cominciò a gustare il tutto con estremo piacere. Aveva imparato a preparare  lo yogurth in questo modo in Grecia  e ,quando si presentava l’occasione utile, quella era la colazione che preferiva. Laura  aveva preso invece il caffè lungo , alla turca, ed un piattino con dei dolci al miele.
-Che bello qui! – disse Laura- sorridendo a Mario.- sembra di essere all’interno delle mille e una notte. Questa moschea qui davanti è bellissima!
Noi stiamo qui seduti comodamente a fare colazione , davanti a questo spettacolo!
- E’ vero , Istanbul è affascinante – rispose Mario-Pensa che da qui, spostandoci  a piedi, possiamo vedere tanti monumenti importanti e vivere l’atmosfera più antica della città . Oggi, dopo la riunione di lavoro con i miei clienti, potremo andare in giro tranquillamente. Poi ,stasera, prendiamo il battello e facciamo la gita sul Bosforo .Va bene?
- D’accordo – rispose Laura.


           CONTINUA

martedì 12 giugno 2018

LA TRUFFA DEI LOGAN



Ancora una volta il cinema americano  decide di ambientare una storia nella sua provincia. Quell’area del paese dove  sono ancora più radicate le regole dell’antica cultura della frontiera. Vi è quasi il riconoscimento che il successo sociale  ed il possesso del denaro che lo caratterizzano siano il giusto compenso dei più forti , di quelli che nella lotta per la sopravvivenza hanno saputo prevalere meritandosi dunque il relativo premio. D’altra parte,. è anche ben presente il diritto all’autodifesa, al farsi giustizia da sé che ha spesso caratterizzato le trame d’innumerevoli film western.
E quindi , se eri una promessa, anzi quasi un campione sportivo dal radioso futuro economico e sociale, e la tua carriera è stata distrutta da un incidente che ti ha reso zoppicante. Se ancora vieni licenziato proprio a causa di una incredibile burocrazia assicurativa , legata proprio alla tua condizione fisica. Se rischi di avere difficoltà a vedere  ancora  la figlia che ami e che ti ama  perché la tua ex moglie ed il suo nuovo compagno si stanno trasferendo in un altro Stato. Se il tuo amato fratello, che ha perso un braccio in una missione militare in Iraq, sbarca il lunario come barman e viene deriso davanti ai tuoi occhi da uno stupido e strafottente uomo che si crede importante solo perché è ricco ed è una celebrità televisiva. Se tua sorella, nonostante la sua intelligenza e le sue qualità, insieme a tutti voi viene considerata affetta della “maledizione dei Logan” ed in qualche modo siete tutti evitati perché “portate sfiga; ebbene , forse, è anche vostro diritto farvi giustizia da soli e decidere di mettere  in atto una truffa geniale per mezzo della quale porre rimedio a tutto questo ed arridere al meritato successo.
Da queste premesse si svilupperà la descrizione della truffa che vedrà agire insieme ai Logan altri alleati che alla fine saranno stati ben felici di aver partecipato all’impresa. D’altra parte, la stessa sarà resa possibile anche dal fatto che spesso nei momenti di difficoltà i gangli marci del sistema sociale daranno una mano ai nostri eroi mostrando la loro incapacità di tenere un comportamento lineare o pagando per il loro atteggiamento arrogante. Succederà quando il Direttore del carcere negherà più e più volte , interrogato dagli agenti della FBI, che vi sia stata una rivolta   sviando in tal modo le loro indagini . Succederà ancora quando una testimonianza non verrà confermata da un pilota   a causa dell’insopportabile comportamento prevaricatore del suo manager.
“E tutti vissero felici e contenti “, anche perché chi ha subito la truffa è tutto tranne che una realtà da compatire ed ha in  mano tutti i mezzi per rifarsi a danno del sistema assicurativo che  in America non gode di grande comprensione  morale.
“E Tutti vissero felici e contenti “ anche se la lotta per la sopravvivenza continua e sulle tracce dei Logan c’è ancora un’infaticabile agente FBI che cercherà, grazie alla sua avvenenza, di  penetrare le difese di uno dei protagonisti.
Steven Soderbergh torna  con questo film ad avventurarsi nel labirinto della descrizione di una truffa dopo averci magistralmente intrattenuti con il ciclo  di “ Ocean’s” ( Ocean’s Eleven – fate il vostro gioco, Ocean’s Twelve, Ocean’s Thirteen). Soderbergh  ha un passato prestigioso ed ha vinto la Palma d’oro al Festival di Cannes per il film  cult “ Sesso, bugie e videotape”. Nel 2001 ha poi ricevuto una doppia candidatura all' Oscar come miglior regista  per i film “ Erin Brockovich” e “Traffic” vincendolo per il secondo. Ricordiamo anche  “ Intrigo a Berlino” ,” Effetti collaterali”  e due film sulla figura e la vita  di Che Guevara.
 Si era temuto  che Soderbergh lasciasse l’attività di regista per dedicarsi alla pittura,  come da notizia riportata dall’attore Matt Damon  durante la lavorazione  del film “ Contagion” del 2011.
È con piacere notare invece la continuità della sua attività che in questo film oltre alla regia cura anche la fotografia e la montatura . Bravi e credibili gli attori, da   Channing Tatum (Jimmy Logan) ad Adam Driver ( Clyde Logan) a Daniel Craig ,che per l’occasione ha smesso i panni celebri di 007, a Riley Keough ( Mellie Logan).
Ancora una volta  Soderbergh  ci ha regalato un film d’azione che si lascia seguire piacevolmente.