venerdì 28 maggio 2021

"I PREDATORI" (2020) – la decadenza della nostra società


 



Al suo  esordio nella regia,  Pietro Castellitto ci regala, con il film “I Predatori”(2020) , un’accorata riflessione sulla crisi latente in cui versa la nostra società. Lo fa ,in qualche modo, ispirandosi alla capacità di denuncia della commedia italiana; ma unendo al grottesco ed all’umorismo  una maggiore drammatizzazione, utile a mantenere viva la tensione  e la riflessione nello spettatore.

Con molta trasparenza intellettuale, Castellitto  non nasconde la profonda influenza  esercitata dal filosofo Nietzsche nei confronti della sua concezione della realtà e del comportamento umano al punto di citarlo espressamente nel film come uno dei principali interessi culturali del  giovane Federico ( interpretato dallo stesso Castellitto) e di assumerne quasi le sembianze  nelle scene finali, mostrandosi con dei grandi baffi spioventi sul viso che ricordano quelli del filosofo.   

La ricerca di Castellitto è legata principalmente alla volontà di denuncia di una società in cui l’individuo è letteralmente schiavo  di una cultura soffocante e condizionante sia quando  è espressione di una classe intellettuale dominante, “ radical chic” simboleggiata dalla famiglia Pavone sia quando  descrive la vita della famiglia Vismara, marginale, coatta e fascista.

 I componenti delle due famiglie, non riuscendo ad esprimere se stessi liberamente ed in maniera autentica, sono  condannati a diventare dei predatori  che pur di realizzare  ed ottenere almeno la propria soddisfazione materiale sono pronti  a “predare “ gli altri utilizzando tutti gli strumenti possibili a loro disposizione. Questi sono sicuramente più brutali  quando parliamo della famiglia  Vismara, che ha disposizione  principalmente la bassa violenza fisica, ma  risultano forse più efficaci  quelli utilizzati dalla famiglia Pavone  che preferisce il condizionamento culturale , il tradimento , la falsità ecc.ecc. 

In qualche modo, la rappresentazione scelta per parlarci della nostra società mi ricorda molto il geniale film “ I mostri” (1963) di Dino Risi, che denunciava la crisi sociale dei primi anni sessanta .Oggi come allora gli artisti più sensibili ci parlano dell’insostenibilità e decadenza della nostra società, lasciandoci dentro un profondo senso di disagio e l’esigenza di dover affrontare questi problemi.

Castellitto nella sua denuncia è ancora più critico nei confronti della società medio alto borghese, di cui non tollera l’intrinseca falsità di un messaggio culturale apparentemente più valido e accogliente , e non esita a metterla in discussione  ad esempio con la scena magistrale in cui durante una cena  una ragazza canta un brano da lei composto di totale condanna della famiglia.

In una conferenza stampa a Venezia  Castellitto ha detto con chiarezza che:  “Nella nostra epoca c’è una classe che per essere predatrice necessita delle armi, e un’altra che ne ha di più raffinate: per questo, il mio è un film anti borghese e non anti fascista”.

E paradossale pensare , in fondo , che la denuncia di questo giovane si rivolge in particolare proprio nei confronti di quei "Baby Boomers"  che nella loro maggioranza si erano rivoltati contro i comportamenti  dei “ Mostri “  (  del film di Risi) e le contraddizioni sociali della società degli anni sessanta rivendicando per tutti i cittadini e le persone il diritto alla libertà , alla felicità , all’eguaglianza . Qualcosa deve esser andato “ storto” se a distanza di anni nel film essi sono oggetto di una battuta rivolta da Federico  nei confronti dei genitori che dice: “siete la prima generazione che era stronza da ragazzi”.

Questo film come  anche tanti altri presenti nel panorama italiano ed internazionale ci segnala una decisa crisi di credibilità dei modelli culturali in essere ed il profondo malessere vissuto in particolare dalla nuove generazioni .

Per tutti questi motivi, pur con i possibili limiti presenti , il film risulta interessante e da vedere.

 Ottimo il cast degli attori  che hanno contribuito alla  sua realizzazione, da  Massimo Popolizio ( Pierpaolo Pavone)  a Giorgio Montanini( Claudio Vismara) . Insieme a loro il regista sceneggiatore e attore  del film Pietro Castellitto( Federico Pavone), Manuela Mandracchia ( Ludovica Pensa) Dario Cassini( Bruno Parise), Anita Caprioli( Gaia) Marzia Ubaldi( Ines) Nando Paone( Nicola Fiorillo) Antonio Gerardi ( Flavio Vismara) e Vinicio Marchioni ( Venditore di orologi  ed infine il sedicente principe).

I predatori ( 2020) diretto, sceneggiato e interpretato da Pietro Castellitto è stato presentato  in concorso alla 77° Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia  dove ha ottenuto il  Premio nella sezione Orizzonti per la miglior sceneggiatura. Ha inoltre vinto il  David di Donatello 2021 per il miglior regista esordiente.

 

 

 

 


venerdì 21 maggio 2021

“Rifkin's Festival”- E’ tornato Woody Allen

 


Quando il cielo è nuvoloso e grigio

è grigio solo per un giorno

Quindi avvolgete i vostri problemi nei sogni

E sognate che si allontanino.

Fino a che il sole non fa capolino

C'è solo una cosa da fare

Basta avvolgere i vostri problemi nei sogni

E sognare che si allontanino

I tuoi castelli possono crollare  e questo è il destino, dopo tutto.

La vita è  divertente in questo modo

non stare a brontolare  ma prova a sorridere  mentre cadono

Non sei stato  forse un re per un giorno?

Basta ricordare che il sole segue sempre la pioggia

e quindi avvolgete i vostri problemi nei sogni

E sognate, sognate che si allontanino.

Le parole della canzone " Wrap your troubles in dream"  vengono regalate  da Woody Allen al protagonista del film come risposta alle sue domande esistenziali ,ai problemi che lo turbano  ed in qualche modo anche a tutti noi spettatori ed a lui stesso, mentre scorrono le immagini in bianco e nero  dei principali momenti di riflessione o di incubo vissute dal protagonista nella sua vita: il suo personale festival “ The Rifkin’s Festival”.  Parole di una canzone che era un vecchio successo di Bing Crosby del 1931, riproposto nel film nella versione suonata da Stephane Wrembel e cantata da Aurora Nealand.

Wrembel , di cui avevamo apprezzato la musica nel film " Midnight in Paris", ci viene riproposto da Allen anche in questo film come autore di quasi tutti i brani musicali , mentre per la fotografia si avvale della collaborazione del grande Storaro.

Rivediamo nel ruolo del protagonista Mort Rifkin l’attore Wallace Shawn spesso alter ego di Woody Allen in tanti suoi film a cominciare da  “ Manhattan”  una bella e brava  attrice spagnola come  Elena  Anaya  nel ruolo della dottoressa  Jo Rojas , Gina Gershon  in quello della moglie Sue , Louis Garrel in quello del regista Philippe e Christoph Waltz nel ruolo della Morte.

La musica, il cinema , le donne , la cultura europea e le sue stupende città, insieme all'amata New York, sono poi le costanti motivazioni , i terreni di ricerca della felicità che permettono a Woody Allen, all'età di 85 anni, di avvolgere i suoi problemi e quelli del protagonista del suo film all'interno dei suoi sogni e di allontanarli da se. Mort Rifkin giunge al Festival del cinema di San Sebastian in Spagna  con sua moglie Sue,  che è la Press Agent del giovane regista francese Philippe.

Presto, Mort si accorge di essere messo in disparte  da parte della moglie e dal giovane cineasta, che sospetta abbiano una relazione, e trova un nuovo interesse nei confronti di una giovane dottoressa e nella visita  turistica della bella località spagnola di San Sebastian.

Inizia  così a seguire un suo personale festival  composto da incubi notturni e sogni improvvisi ad occhi aperti  in cui ripercorre le problematiche vecchie e nuove della sua vita. Allen realizza queste scene con immagini in bianco e nero , rifacendosi spesso a delle scene di famosi film dei classici del cinema europeo. Lo stesso  rapporto con il personaggio della Morte  viene realizzato con una scena che ci ricorda i films di Ingmar Bergman. Allen, tuttavia , nonostante concepisca come inevitabile una partita a scacchi con la Morte, la mostra in qualche modo benevola nei confronti del protagonista. Il personaggio della Morte, mentre fa presente a Rifkin  che un giorno dovrà pur ritornare, gli da , invece, dei consigli perché nel frattempo possa condurre una vita sana  e durevole.

C’è ancora qualcosa da aggiungere, chiede Mort Rifkin al suo piscoanalista ?

Forse;  ma, nello stesso tempo, si comprende come il tema del significato e del senso della vita, del dolore e della ricerca della felicità siano le questioni eterne  di ogni riflessione umana e di ogni opera d’arte,  come riafferma ancora il protagonista nel corso dello stesso film.

In qualche modo, anche la realizzazione e la distribuzione di questo film hanno dovuto aspettare che il sole spuntasse dietro un cielo grigio offuscato prima dal rinnovo delle accuse di presunta pedofilia ,mai dimostrate, nei confronti del regista e ,successivamente, a causa delle  limitazioni connesse alla pandemia da Covid 19.

Il film ,nonostante tutto , è ora presente nelle sale cinematografiche italiane e noi tutti spettatori , ancora una volta , possiamo godere della visione del nuovo film di Woody Allen.

 

 


SERATA DEI DAVID DI DONATELLO 2021- IL CINEMA ITALIANO RISPONDE: PRESENTE!

 


In tempo di pandemia, il mondo dello spettacolo è stato tra le attività più colpite e tutti noi abbiamo dovuto accontentarci della fruizione dell’arte a distanza tramite i programmi televisivi e le piattaforme digitali.

Proprio per adattarsi a questa nuova situazione, il regolamento di questa edizione del David di Donatello  è stato modificato per ammettere in concorso  anche le pellicole  che non sono state proiettate nelle sale cinematografiche, ma distribuite solo sulle piattaforme streaming.

E’ stato comunque un bel momento per chi ama il cinema seguire in diretta, ieri sera 11 maggio,  la cerimonia di premiazione  svolta in presenza con i candidati divisi in due luoghi, uno al Teatro dell’opera  di Roma  e  l’altro negli studi televisivi intitolati alla memoria di Fabrizio Frizzi.

La serata, condotta da Carlo Conti, ha avuto inizio con la consegna di uno dei David speciali all’attrice Monica Bellucci ,in collegamento da Sofia dove è impegnata nella lavorazione del film italiano “La befana vien di notte”, seguita, subito dopo, dalle note del tema del film “ Nuovo cinema paradiso” del compianto  grande maestro Ennio Morricone eseguita nel Teatro dell’Opera di Roma dall’orchestra diretta dal figlio Andrea Morricone. Dopo aver gustato questo stupendo brano musicale, la nostra attenzione ritorna negli studi televisivi Fabrizio Frizzi per seguire la prima premiazione della serata dei David:  quella per la migliore attrice non protagonista alla stupenda Matilda De Angelis per la sua interpretazione nel film “ L’incredibile storia dell’isola delle rose”. Matilda  è emozionatissima  e felice. Dichiara che in quel momento non riesce proprio a parlare  perché il cuore le scoppia in petto e nei quindici secondi previsti a sua disposizione le verrebbero in mente solo delle male parole. Abbiamo imparato ad apprezzare la bravura di questa giovane artista già nella serie televisiva “ Tutto può succedere” quindi nel  film  “ Veloce come il vento”(2016) di Matteo Rovere e recentemente nella fiction televisiva “Leonardo” . Una bella giovane realtà del nostro cinema.


Subito dopo, seguiamo  la premiazione di un altro giovane: il figlio d’arte  Pietro Castellitto che ottiene il David per il miglior regista esordiente  con il film “I Predatori”.

La parola viene quindi ceduta  al ministro Franceschini che interviene  nella serata  sottolineando l’importanza dell’industria cinematografica italiana e informando che verranno destinati importanti investimenti all’interno del Recovery Plan a sostegno della produzione cinematografica ed al potenziamento degli studi di Cinecittà: Il ministro conclude il suo intervento affermando che il cinema italiano non ha solo u grande passato  e presente ma avrà anche un grande futuro e se pensiamo ai grandi registi italiani presenti e assenti, a tuto il personale tecnico  dello spettacolo e alla bravura degli i attori e attrici italiane non possiamo che essere d’accordo.

A seguire, assistiamo all’assegnazione del David di Donatelo per il miglior attore non protagonista  che va a Fabrizio Bentivoglio, anche lui per la sua interpretazione nel film “ l’incredibile storia dell’isola delle rose “ di Sidney Sibilia .

Subito dopo, abbiamo uno dei momenti più intensi della serata: ritira il premio per  la migliore sceneggiatura originale concesso a Mattia Torre per il film “ Figli”  la giovane figlia Emma. Emma Torre ci commuove profondamente con le sue parole "complimenti a mio padre che è riuscito a vincere questo premio anche se non c'è più" e aggiunge ancora "Dedico il premio al mio fratellino Nico che mi fa ammazzare dalle risate, e a mia mamma che non si arrende mai. Questo film parla di famiglie sole e bambini che nascono, ringrazio le ostetriche e i medici che non fanno volare via le persone. Bravo papà".

Carlo Conti ha il merito di emozionarsi insieme a tutti noi spettatori, pur senza vederci, e chiedere per questa  stupenda ragazzina la prima standing ovation della serata  che onora lei , suo padre e la sua famiglia.

Gli applausi non si sono ancora spenti che devono continuare per festeggiare il premio David di Donatello per la migliore attrice protagonista consegnato ad una delle più grandi attrici italiane di tutti i tempi : Sophia Loren che lo riceve per il suo ruolo nel film “ La vita davanti a se “ del figlio Edoardo Ponti. E’ ancora un grande regalo per noi tutti  vedere la gioia e la forza di questa donna  che, pur in età avanzata, ci insegna che l’unica cosa importante per vivere bene è quella di continuare a coltivare le proprie passioni. Con delle  bellissime parole Sophia afferma  di non poter vivere senza il cinema e che spera sempre di poterne fare ancora uno più bello e più vero.


 

La serata continua con un altro premio speciale alla carriera per Sandra Milo e quindi ancora la musica di  Ennio Morricone con  il tema  di “C'era una volta in America” del grande Sergio Leone.

L'incanto s'impadronisce della trasmissione e del nostro animo. E' la musica dei films quella che si fonde nei nostri ricordi con le vicende dei protagonisti, con i loro volti e le loro emozioni. Tutto quello che ci fa amare il cinema mentre lo guardiamo seduti nel buio della sala cinematografica, perduti all'interno di quelle immagini che ci trasportano in altre forme di vita che non abbiamo mai vissuto, ma che per un momento viviamo.

Grazie  al maestro  Morricone e alla sua musica!

La serata continua con la premiazione al miglior  attore protagonista . Il premio va a  Elio Germano per il film “Volevo Nascondermi” e la sua magnifica interpretazione del ruolo del pittore Antonio Ligabue. Premio meritatissimo certo,  ma non riusciamo a non segnalare l’altra grande interpretazione che quest’anno ci ha regalato Pierfrancesco Favino nel ruolo di Bettino Craxi nel film “ Hammamet” . Personalmente , guardando il film ho più volte dimenticato la presenza dell’attore Favino ritenendo invece di guardare parlare e muoversi realmente Bettino Craxi. Grande merito va dato anche a  Luigi Ciminelli , Andrea Lanza e Federica Castelli che, come truccatori per il film “ Hammamet”, hanno infatti ottenuto il David.

Considerando comunque che Favino ha già avuto il premio David nel 2020 per la sua interpretazione nel film “ Il traditore” possiamo festeggiare e complimentarci senza ulteriori remore con Elio Germano, meritato vincitore  del David 2021  come miglior attore protagonista. Dobbiamo, tuttavia, ancora parlare di Pierfrancesco Favino perché nel corso della serata è intervenuto  dicendo che sarebbe molto utile ed interessante  che s’introducesse  l'insegnamento del teatro e del cinema nelle scuole. Sarebbe importante  che fossero normali materie presenti nel programma della mattina e non messe tra le attività secondarie pomeridiane. L’attività creativa e di gruppo, propria del cinema e del teatro, potrebbero essere utili in quella che è la funzione formativa e sociale della scuola. E’ una considerazione che sarebbe interessante valutare opportunamente sia da parte del  mondo della politica che della cultura.


La serata continua con l’assegnazione degli altri premi David fra cui quello per il miglior documentario a “ Mi chiamo Francesco Totti” con la regia di Alex Infascelli, per la migliore canzone  a “ L’immigrato” di Luca Medici( Checco Zalone) , per la migliore sceneggiatura non originale  a Gianni Di Gregorio e Marco Pettenello  per il film “Lontano Lontano” , miglior compositore a Gatto Ciliegia contro il Grande  Freddo e Downtown Boys  per il film “ Miss Marx, miglior regia  a Giorgio Diritti per “ Volevo nacondermi “e tutti gli altri tra cui quello speciale per Diego Abatantuono e la Targa David 2021 - Riconoscimento d'onorehttps://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Silvia_Angeletti&action=edit&redlink=1 a Silvia Angeletti, Ivanna Legkar e  Stefano Marongiu per l'importante contributo alla ripresa in sicurezza delle attività delle produzioni cinematografiche e audiovisive a Roma e in Italia durante la crisi COVID-19.

Nel corso della trasmissione un ricordo va alla memoria del grande Gigi Proietti recentemente scomparso e a quella di tanti altri artisti che ci hanno lasciato anch’essi durante quest’ultimo anno.

Si arriva quindi al momento più atteso della serata quello dell’assegnazione del David di Donatello 2021 per il miglior film. Sono candidati “ Volevo nascondermi” di Giorgio Diritti, “Favolacce” di Damiano e Fabio D’innocenzo, “Hammamet” di Gianni Amelio, “Le sorelle Macaluso” di Emma Dante e Miss marx di Susanna Nicchiarelli.   Vince “ Volevo nascondermi” di Giorgio Diritti  che ha fatto la parte del leone anche nell’assegnazione degli altri premi. Sicuramente un film bello e ben fatto  che ci racconta con profonda partecipazione ed ammirazione la vita del pittore Antonio Ligabue.


Personalmente , tuttavia , pur apprezzandolo, non è riuscito ad emozionarmi. Sono rimasto per diverse motivazioni più colpito dagli altri film in concorso. Ho trovato ad esempio “Le sorelle Macaluso” capace di assorbire lo spettatore all’interno di un delirio familiare del rapporto contrastante ed intenso fra sorelle divorate dall’incubo del ricordo della morte della più piccola di loro. Molto intenso ed impegnativo è poi il tentativo di Gianni Amelio di riconsiderare nel film “ Hammamet” la figura di Bettino Craxi,  troppo facilmente utilizzato come capro espiatorio delle contraddizioni di una società civile e politica incapace di guardare con  coraggiosa onestà  al proprio interno  per superare i propri limiti ed i relativi problemi.  Devo dire che poi più di tutti mi ha coinvolto la visione sia del film “ Favolacce” dei F.lli D’Innocenzo  che di “ Miss Marx” di Susanna  Nicchiarelli. Il primo attraverso una storia intensa e complessa esprime una pesante condanna, senza appelli, della generazione degli attuali adulti ed in particolare sulla loro capacità di porsi come genitori e protagonisti del loro tempo; il secondo è un film che non si limita alla presentazione storica del personaggio di Eleanor Marx ma , nelle intenzioni della regista,  desidera toccare alcuni problemi e lotte  sempre attuali ed urgenti all’interno  dell’universo femminile. Miss Marx affronta anche un tema  sempre attuale e complesso : quando l’amoralità, il superamento di regole considerate false ed ipocrite,    sconfina nell’immoralità diventa, come sempre,  motivo di sofferenza per le persone che ne restano coinvolte e ne subiscono le conseguenze.

Il vincitore è comunque un bel film come “ Volevo Nascondermi” che vale la pena di essere visto e dimostra ancora una volta la vitalità e validità del cinema italiano nel mondo.

Conclude  questo importante appuntamento di nuovo la splendida musica del maestro  Ennio  Morricone  dal Teatro dell’Opera  di Roma con l’orchestra diretta da Andrea Morricone che suona il tema del  film “ Mission”.