mercoledì 22 novembre 2017

A CIPUDDATA


Questo è un piatto della tipica tradizione siciliana

Questa pietanza è un ottimo condimento per pesce dal sapore forte, come ad esempio il tonno. E' comunque un ottimo contorno da utilizzare anche con altre pietanze.

Ingredienti( per due persone):
2 cipolle 
un bicchierino di aceto di vino
olio extravergine di oliva, sale e zucchero q.b.
Sbucciate le cipolle ( preferibilmente quelle rosse calabresi) , affettatele sottili e ponetele in un tegame capiente dove avrete fatto scaldare qualche cucchiaio di olio extravergine di oliva. Fate rosolare un paio di minuti,abbassate la fiamma e continuate a fare cuocere le cipolle a fuoco lento per altri cinque/dieci minuti fino a quando non saranno trasparenti.
A questo punto aggiustate di sale, versate l’aceto quindi alzate la fiamma facendolo evaporare, aggiungete lo zucchero, tenete un altro minuto e la " cipuddata" è pronta.

lunedì 20 novembre 2017

THE PLACE


Cosa siamo disposti a fare per perseguire ciò che vogliamo? 
Non stiamo parlando solo dei desideri  più futili, ma anche delle necessità più gravi , della protezione degli affetti più cari.
Come ci rapportiamo , in questo caso, con noi stessi e con la morale ? 
L'ipotesi che guida il film di Genovese è che vi sia una profonda differenza fra quello che percepiamo originariamente possibile fare e ciò che realmente siamo in grado o vogliamo fare, quando siamo messi nel concreto di fronte alle nostre responsabilità morali . 
Quando siamo messi di fronte, cioè, alle precise persone  che, in carne ed ossa, subiranno le conseguenze fisiche e morali delle nostre azioni. Quando rimbalzeranno su  noi stesi le conseguenze delle nostre scelte.
Il fine , forse, non giustifica i mezzi, come parte di una certa tradizione culturale umana continua a ripeterci. 
La potenza dell'impulso vitale e del desiderio, che riteniamo comunemente più forte di ogni imperativo morale , nella vita reale si deve misurare e rapportare con le conseguenze delle nostre azioni nei confronti degli altri e  del nostro divenire .
Come cambierà il nostro stesso essere a causa della natura delle nostre scelte?   
Saremo soddisfatti del nostro cambiamento o ci detesteremo?
Quale sarà il nostro rapporto con le persone con cui s'intreccerà la nostra vita?
Come le guarderemo negli occhi mentre cerchiamo di utilizzarle per raggiungere i nostri obiettivi;ma, soprattutto, vogliamo utilizzarle o desideriamo  avere la possibilità d'incontrarle ? 
Ecco che nello svolgimento concreto della nostra esistenza la potenza del desiderio,  la mela d' Adamo ed Eva, s'incontra con l'albero del bene e del male , con la coscienza, con la morale;  una morale  non astratta e filosofica, ma che ti guarda con gli occhi delle persone  e del tuo stesso animo ,che cambia proprio in base alla tue scelte.
Queste sono le riflessioni che impetuosamente  sono state provocate dalla visione del film " The Place " di  Paolo Genovese. Il luogo dove le persone, disposte a qualsiasi cosa pur di conseguire quello di cui hanno bisogno, incontrano il bravo Mastandrea che è ,forse, la materializzazione   esternalizzata di noi stesi  e che distribuisce le prove da superare, aggiungendo un semplice " si può fare".
Genovese  si è in parte ispirato per il soggetto del film alla serie televisiva "The Booth at the End"andata in onda in Nord America nel 2010 e creata da Christopher Kubasik. In questa si segue il destino di alcune persone  che fanno dei patti con un uomo senza nome , che sembra avere il potere di far avverare  un loro desiderio, in cambio di un compito che egli stesso gli assegna dopo aver consultato la sua agenda . La frase che può sintetizzare  l'argomento centrale della serie  è "fin dove saresti disposto a spingerti per ottenere quello che vuoi?"
Mi era molto piaciuto " Perfetti sconosciuti", ma non avrei mai immaginato che nel suo nuovo film  Genovese si sarebbe misurato con un  un tema così complesso ed anche ambizioso.  Di questo film  mi è piaciuto soprattutto la sua provocazione. Il suo chiederci di guardare con maggiore  attenzione alla condizione  della complessità umana. 
Il chiederci di confrontarci,  non in astratto ma in concreto,  non  solo con i nostri desideri ma anche con le difficoltà e le persone reali che abbiamo intorno e che sono quelle che, alla fine,  misureranno insieme a noi il successo della nostra vita e delle nostre scelte. 
Bravissimi e credibili tutti gli attori, da Alessandro Borghi a Sabrina Ferilli e Giulia Lazzarini, da Marco Giallini, a Vinicio Marchioni, Valerio Mastandrea, Silvio Muccino e Rocco Papaleo, dalla bella Vittoria Puccini ad Alba Rohrwacher, che ci portano con mano leggera all'interno  delle loro storie. Ancora una volta, così come è successo  in " Perfetti sconosciuti", la forza della storia sta tutta nell'intreccio  del racconto delle emozioni delle persone ; mentre, il luogo fisico delle inquadrature rimane sempre lo stesso: "The Place".

martedì 14 novembre 2017

LA RAGAZZA NELLA NEBBIA



Non è abituale vedere sugli schermi cinematografici una pellicola italiana di genere thriller. Una vera e propria storia d'investigazione su di un delitto, con gli inevitabili colpi di scena.
E' stato quindi con piacere ed una certa sorpresa che ho visto  l'opera prima di Donato Carrisi , trasposizione cinematografica di uno dei suoi più noti romanzi: " La ragazza nella nebbia".
 Carrisi è un buon autore  e i  suoi romanzi hanno un notevole successo di pubblico e di critica. Il suo libro " Il suggeritore"  è stato  premio bancarella nel 2009 .
L’esordio come regista è sicuramente positivo. Pur beneficiando del fatto di essere già autore del soggetto, ha saputo trasporlo con un'adeguata sceneggiatura che, forse, solo nel finale doveva forse  essere più didascalica e chiara.
L'ambientazione nella piccola comunità montana di Avechot è perfettamente funzionale alle atmosfere e all'ambientazione sociale della storia. Il cast è sicuramente importante , da Tony Servillo ad Alessio Boni a Jean Reno. Mi è piaciuta molto anche l'interpretazione di Lucrezia Guidone.
In un paese montano, avvolto dalla nebbia, la sedicenne Anna Lou dai lunghi capelli rossi , sparirà  improvvisamente  dopo essere uscita di casa per andare, come sempre,  nei locali della Confraternita a cui appartengono gli stessi  suoi genitori.
 Quale sarà stata la sua fine?
Cosa sarà successo in quei trecento metri da casa in cui è sicuramente avvenuta la scomparsa della ragazza?
 E' l'ennesima vittima di un serial killer o lo strumento scelto dall'assassino per conseguire il suo " scopo"?
Il male si annida anche in un piccolo centro di montagna e, alla fine, è il reale protagonista della storia. Quello che la rende interessante agli occhi dello spettatore e del vasto pubblico. Quello che richiama l'afflusso dei  giornalisti e dei mass media,  che ne spettacolarizzano  le  mosse.
"il peggior peccato del diavolo è la vanità" ci racconta, tuttavia, uno dei protagonisti del film: un professore d'italiano nel corso di una sua lezione in classe. Sarà questo che permetterà di sciogliere i nodi della matassa.
Come in ogni buona storia d'investigazione, da quelle firmate da Agata Christie o altri ancora, lo spettatore sarà condotto per mano, attraverso diversi indizi, verso il sospetto nei confronti di un personaggio. Contemporaneamente, tuttavia, gli saranno dati altri elementi da valutare per confermare quanto sospetta o per cambiare del tutto le sue convinzioni. Non mancheranno i colpi di scena, anche se non saranno mai gratuiti e fuorvianti. Un film interessante che tiene avvinto lo spettatore per tutta la sua durata.
Il  male  comunque, alla fine , sarà punito anche se forse per ottenere questo risultato se ne alimenterà ancora dell’altro.


lunedì 6 novembre 2017

GIARDINO INCANTATO



- OLIO SU TELA  40 X 50 - ano 1974-

Una bellissima donna , frutto e fiore all'interno di un giardino incantato con gemme , fiori , piante carnose e frutti che la circondano ; mentre, le fronde di un albero, al centro accanto a lei, s'inchinano per abbracciarla. 

domenica 5 novembre 2017

VITTORIA E ABDUL



Vittoria e Abdul (Victoria & Abdul) è un film del 2017 diretto da Stephen Frears e francamente mi aspettavo di più dal regista di Philomena (2013), anche se già con Florence (Florence Foster Jenkins) (2016) l'aspetto ironico e grottesco sembrava interessarlo sempre di più . 

Il film è basato sull'omonimo libro di Shrabani Basu e  racconta la storia vera dell'amicizia tra la Regina Vittoria, a cui presta il volto una sempre  grande  Judi Dench, e il suo segretario indiano Abdul Karim interpretato da Ali Fazal.

Sembra che solo nel 2010  i diari di Abdul Karim  siano stati scoperti  con la possibilità di ricostruire quindi  questa storia.

Oltre alla bellezza consueta della fotografia , dei costumi e dell'ambientazione, mi aspettavo che Frears  sfruttasse meglio l'occasione di questa storia. Poteva essere il racconto dell'incontro interessante , quasi sfidante , fra due culture vissuto attraverso dei personaggi  di eccezione. 

La storia, invece, lascia solo accarezzare questa realtà, per perdersi in aspetti forse secondari e per poi sviluppare molto di più il tema del razzismo e della rivolta  della Corte inglese nei confronti di questa " Strana coppia". Lo stesso aspetto dell'affetto e della fedeltà di Abdul nei confronti della Regina Vittoria sembra a volte caricato e poco reale.
 La lenta decadenza fisica, ma non mentale nè affettiva,  e la morte della regina  sono forse uno degli aspetti invece magistrali della rappresentazione.

In realtà, le notizie storiche  di questo incontro ci riferiscono che il Munshi( il maestro)  Abdul ebbe un relativo successo a Corte,   non solo nei confronti della Regina, per l'esotismo e la curiosità suscitata dal suo modo di vestire,  dai cibi e le altre usanze indiane.

Quella che risulta vera   è l'avversione provata dal principe Edoardo evidenziata  nel film; ma, che  nella realtà sembra sia stata molto più forte. 
Addirittura,  insieme ad altri nobili, egli  mosse ad Abdul  l'accusa di essere una spia della Lega Patriottica Musulmana e d'influenzare la regina a parteggiare per i Musulmani. La regina respinse queste accuse tacciando la corte di razzismo ( fonte wikipedia).

Il film pur lasciandosi vedere,  grazie soprattutto alla bravura della Dench ( mentre il personaggio di Abdul è troppo stigmatizzato in un'unica espressione di affetto e fedeltà ),mi sembra alla fine un'occasione mancata. 
La rappresentazione dell'incontro fra due culture così diverse ed importanti  come quella dell'Impero Britannico e quella musulmana/indiana meritavano forse un maggiore approfondimento.

LE SARDE A LINGUATA




Una delle più semplici, antiche e gustose ricette catanesi.
Abbiate la pazienza di pulire le sarde, rigorosamente fresche, aprendole a libretto e togliendo la spina centrale pur mantenendo la coda.
Mettetele quindi a marinare in un bagno di aceto allungato con acqua per ca. due ore.
Io le preferisco con l'aceto diluito dall'acqua  perché, alla fine, il sapore è più morbido.
Dopo, non dovete fare altro che infarinarle, lasciandole sempre aperte a libretto, e friggerle in olio di oliva bollente.
Sono squisite! Buon appetito!