Il nuovo film di Ferzan
Ozpetek “ la Dea Fortuna “ affronta un
tema non semplice : quello del rapporto fra una coppia omosessuale, composta dall’idraulico
Alessandro e lo scrittore Arturo, ed il tema della genitorialità e, viceversa, quello dei bambini con una coppia adulta omosessuale. Entrambi gli aspetti
osservati presentano, ovviamente, delle peculiarità; ma, la chiave di lettura,
che ci propone Ozpetek, è quella che l’arma vincente per legittimare qualunque
rapporto sia la sensibilità e l’amore con cui si riesce a viverlo.
Anche il parallelo, ma decisivo, rapporto di amicizia fra la splendida Jasmine
Trinca ( Annamaria, la madre dei due bambini Sandro e Martina) ed Alessandro ( Edoardo Leo) e Arturo ( Stefano Accorsi), è
decisamente espressione di un grande amore e rispetto. Annamaria , infatti ,
nel momento in cui ha compreso di aver perso l’attenzione di Alessandro, che si
era innamorato di Arturo, ha fatto un
passo indietro senza, tuttavia, troncare il suo rapporto con Alessandro,
trasformandolo in una splendida amicizia all’interno della quale ha trovato
posto anche Arturo. La fiducia da parte di Annamaria verso i suoi due amici la
porta ,nel momento in cui scopre di essere molto malata , ad appoggiarsi a loro
chiedendo di occuparsi momentaneamente dei suoi figli. e successivamente, quando pensa di non
farcela più,, di affidarli definitivamente a quella coppia diversa, piuttosto
che all’odiata madre.
Ancora una volta Ozpetek sottolinea come la naturale tenerezza , la capacità di amare sia la chiave di lettura necessaria per
qualunque decisione e ciò che rende valido qualsiasi rapporto . Senza nessuna
negazione della realtà, il regista ci presenta tutte le incoerenze , le
difficoltà e le problematiche vissute dalla coppia di Alessandro e Arturo: la disaffezione , il tradimento , la
difficoltà di andare avanti senza una vera progettualità ed altro ancora. Esattamente
i problemi che affliggono nel tempo qualsiasi coppia .Anche in questo caso ,
tuttavia , solo l’incontro con la realtà e la voglia comune di mettersi in
gioco per affrontarla possono ridare vita al rapporto. L’occasione sarà proprio
costituita dalla presenza dei due bambini di Annamaria. Una presenza non
cercata ed improvvisa ma che, una volta realizzata, porterà i due giovani ad
uscire dalla loro quotidianità e mettersi in gioco per assumere una nuova responsabilità che, da un lato ,sarà una fatica
immensa; ma, dall’altro, rappresenterà una grande occasione di vita e di nuova unione della coppia. In tutto questo, i bambini
si esprimono con la loro semplice spontaneità affettiva, senza essere
influenzati dal pregiudizio che non possiedono. Hanno davanti delle persone con
pregi e difetti e ne sono in qualche modo influenzati, nel bene e nel male. Quello
che, tuttavia ,non si può non considerare è che per i bambini , più che per l’adulto
, tutto questo comporta un ‘esplosione immediata di sentimenti. Le
incomprensioni fra gli adulti possono stimolare la conflittualità anche fra i due
fratellini. I bambini ci osservano e se ci vedono soffrire cercano di aiutarci e comunque non restano indifferenti nei
nostri confronti .Sono grati della nostra attenzione, sottolineano le nostre
qualità e cercano di farle proprie.
Nel corso dello svolgimento
del film Ozpetek ci mostra come in qualsiasi
persona ed in ogni rapporto la debolezza e la crisi , così come la possibile indifferenza e crudeltà siano all’ordine
dl giorno. La sua tesi è che questi sentimenti e queste situazioni non sono peculiari
di un possibile atteggiamento sessuale, ma dei valori , della maturità personale, dell’equilibrio di ognuno di noi. In questo senso, anche nel caso della
genitorialità, non vi può essere una pregiudiziale preferenza nei confronti di
una famiglia tradizionale rispetto ad una omosessuale o, addirittura, di quella naturale rispetto a
quella affidataria. Quello che, a suo vedere, dovrebbe essere messo al primo
posto è, al contrario, la qualità del rapporto affettivo ed umano che si riesce
a produrre. Mentre la nuova famiglia sta per lasciare le terre di Sicilia, in cui sono svolte alcune scene finali del film,
sarà un antico rito della Dea Fortuna ( che dà il titolo all’opera ) a
cementare, all’interno del proprio animo, l’immagine dell’altro.
Ozpetek si cimenta, come spesso
ha fatto nei suoi films , con un tema delicato e difficile; ma, mi sembra che
sia riuscito con chiarezza ad esporre i termini del problema, aiutandoci a
riflettere. Edoardo Leo e Stefano Accorsi riescono a farci vivere con credibilità i sentimenti della loro
coppia, affiancati dai due piccoli grandi attori Edoardo Brandi ( Sandro ) e Sara Ciocca (
Martina). Una mia particolare preferenza
va per Jasmine Trinca che non riesco a definire meno che bellissima per la sua delicata
ed avvincente interpretazione. Molto brava anche Barbara Alberti nel rappresentare l’odiosità
della Baronessa Elena Muscara , madre di Annamaria. All’interno della colonna sonora è molto
bello il brano inedito “Luna diamante” interpretato da Mina e
scritto e composto da Ivano Fossati.