Martin Scorsese ritorna sugli schermi
con un grande affresco , quasi una
vera epopea, della storia degli USA a
partire dalla fine degli anni 50, raccontata con le parole dell’ormai
vecchio “ Irishman” Frank Sheeran, uomo interno al clan mafioso della
famiglia Bufalino ed indicato da Rudy
Giuliani come uno dei due non italiani facente parte della lista dei ventisei personaggi di maggior spicco della criminalità
organizzata americana .
Il film ci racconta
anche dell’influenza che la criminalità mafiosa ha avuto su importanti
avvenimenti storici negli USA. Ad esempio ci racconta del suo appoggio all’elezione
del figlio dell’irlandese Kennedy alla Presidenza degli Stati Uniti, con la
promessa che in cambio lo stesso avrebbe provveduto a cacciare Castro da Cuba,
restituendo quel piccolo “ paradiso” alle losche attività e agli interessi della mafia .Ci parla quindi
del ruolo svolto dall’Organizzazione nel
tentativo effettuato alla “ Baia dei porci”; ma, anche delle difficoltà e del
contrasto sorto successivamente con i
Kennedy , specialmente con Robert, che si schiera apertamente contro la malavita organizzata e contro il sindacalista
Hoffa.
Il film è largamente ispirato al libro “ I
Heard You Paint Houses” di Charles Brandt , noto procuratore che ha condotto
innumerevoli inchieste sulla malavita americana, e a cui il vero Frank Sheeran
ha via via rivelato il suo
coinvolgimento in più di venticinque omicidi, tra cui quello di Jimmy Hoffa.
La sparizione e probabile morte di Hoffa
rimane comunque un mistero perché il
corpo non è mai stato ritrovato e nessuno è mai stato condannato. Hoffa è stato
uno dei più importanti sindacalisti americani
fra gli anni Cinquanta e Sessanta. Fu il fondatore e leader del maggiore
sindacato degli autotrasportatori “ International Brotherhood of Teamsters”.
Robert Kennedy, suo grande oppositore,
lo definì” l’uomo più potente degli Stati Uniti dopo il presidente”. Sospettato
di complicità, o per lo meno di contiguità con la mafia, nel 1964 fu condannato
a 15 anni di carcere per corruzione. Il
23 dicembre 1971 fu rilasciato anticipatamente dal presidente Richard
Nixon, che riconobbe che Hoffa non
partecipava alle attività del sindacato da 10 anni. Hoffa cercò a quel punto di
rientrare nel sindacato, tentando di riprenderne il controllo; ma,
improvvisamente, il 30 luglio 1975 scomparve senza lasciare traccia. De
Niro (Sheeran) ci racconta nel film che,
su indicazione del suo capofamiglia Russ Bufalino ed usando i suoi rapporti di amicizia con Hoffa
, lo convinse a partecipare ad una riunione a Bloomfield Hills, facendolo
cadere in una trappola e conducendolo in una casa a Detroit dove gli avrebbe
sparato due volte prima di fuggire lasciando il corpo dietro la casa. Il
viaggio in macchina di De Niro ( Sheeran
) e Joe Pesci ( Russ Bufalino) verso la conclusione della questione Hoffa
costituisce il tema centrale del film attorno al quale si sviluppano i ricordi e
le immagini che ci permettono di seguire l’intera storia del protagonista. Dal
primo incontro con Bufalino e l’inizio della sua carriera nella “famiglia” fino
a ritrovarlo vecchio e su una sedia a rotelle intento a chiedere perdono per i
suoi crimini ed aspettare la fine.
Nella realtà, Frank Sheeran ,a metà degli anni Cinquanta, è stato
dirigente del sindacato autotrasportatori al fianco del suo fondatore Jimmy Hoffa; ma,
anche, l'uomo posto in quel ruolo in rappresentanza delle famiglie “ mafiose.
Quello che colpisce nel film è l’apparente legame di amicizia che sembra caratterizzare i rapporti dell’irlandese
sia con Hoffa che con Bufalino. Questo
tuttavia non gli impedirà di uccidere freddamente Hoffa
E’ questo l’aspetto
forse più raccapricciante della narrazione . Quel continuo ripetere la frase
pronunciata da Russel Bufalino : “ “It is what it is“…. Quel richiamo a
prender atto che non c’è alternativa. E’ indicativo il momento in cui De Niro
racconta a Russel Bufalino quando
in guerra ha imparato a capire che
quello che doveva essere fatto, andava fatto . Senza discutere e agendo in
fretta, anche quando significava uccidere.
“Tutti hanno paura in
guerra , dice “L’irlandese” . Quando inizia la battaglia ci si dimentica di
tutto e non si pensa ad altro che a
sopravvivere . Quello che succede… succede e il resto vaffanculo. Sempre…
rischiando di morire. Bisogna eseguire gli ordini ! Nessuno mi diceva di
uccidere i prigionieri; ma, mi dicevano portali fuori e fai presto. E tutto era
chiaro! “
E’ con queste parole che Frank “ l’irlandese si fa apprezzare dal Boss
Bufalino di cui pian piano diventerà il protetto, iniziando il suo percorso
nella “ Famiglia”. Questa inevitabilità dell’agire delittuoso, per chi deve affrontare la guerra della vita,
è la profonda convinzione che guiderà sempre Frank e gli consentirà di eseguire
freddamente quello che va fatto. E’ anche vero, tuttavia, che per molti , a
partire dalla figlia , tutto questo, fortunatamente , è considerato inaccettabile. Questa convinzione
la porterà, infatti, a interrompere
qualsiasi rapporto con il padre.
Pian piano, tutti i personaggi del film andranno incontro alla morte,chi
violenta chi naturale: Ormai vecchio
anche Frank l’ aspetterà da solo sulla sua sedia a rotelle , nella sua
stanza, ma chiederà al sacerdote che lo sta lasciando : “Lasci la porta socchiusa, Padre, perché anche la morte non sia
così definitiva“.
Scorsese ci porta
per mano lungo la storia accompagnando le immagini con una colonna
sonora piena di brani degli anni cinquanta e sessanta, di forte impatto emotivo. Non si
può inoltre tacere la bellezza della presenza contemporanea di quattro grandi attori che sono stati sempre molto vicini ai
lavoro di Scorsese e che nel nostro immaginario e sulle scene hanno dato spesso
il loro volto ai personaggi protagonisti della sagra del cinema che ha trattato
le vicende della mafia italiana in America: Robert De Niro , Joe Pesci, Al
Pacino , Harvey Keitel. Insieme a Scorsese sono cinque giganti del Cinema.
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