POESIE - LA VITA

INSIEME ALLE STELLE



Vorrei tornare ad amare
con la passione della gioventù
e scivolare fra le stelle in una notte incantata
mentre il suono di una canzone lontana
 addolcisce la luce dei miei occhi
Vorrei carezzare il tuo volto che tante volte ho guardato
mentre la tua vita mi scorre accanto, dolce e silenziosa
Vorrei prenderti per mano e tuffarmi nel vuoto del futuro
se  c'è ancora  tempo
tracciando una lunga scia luminosa al nostro passaggio
e trascinando  tutti..  insieme a noi.. in un girotondo infinito
insieme...............insieme.......................insieme!




Immagini




Da bambino tiravo  calci al pallone contro il muro della mia terrazza e sfogavo così tutta la mia rabbia; 
Poi, mi sdraiavo a terra  e guardavo il cielo,  immaginando ogni volta  quale disegno formassero le nuvole.  
Ora era un volto  e subito dopo ecco, accanto a lui, passare una nave o un albero  e delle montagne più in là.
Andavo al mare e ,mentre poggiavo i piedi sulla sabbia, una forte energia si arrampicava dentro di me  risalendo su, lungo le gambe.
Entravo in acqua e mi lasciavo cullare dalle onde;
Poi  cominciavo a scavare per cercare le telline che  la sera,  al ritorno a casa ,avrei gustato  fritte in padella.
Guardavo  e guardo ancora il cielo  e il mare riempendo il mio cuore d'immensità  e pian piano,  senza accorgermene ,prendo il volo verso orizzonti lontani .

Vecchi volti  e paesaggi prendono forma nella mia mente rincorrendosi con il desiderio di  nuovi paesi mai visitati o solo immaginati nelle pagine dei libri.



Musica e parole




Vorrei saper scrivere la musica
 e raccontarvi quello che sento nel mio cuore.
Trasmettervi la bellezza di quello che vedo attorno a me
e lo stesso dolore che ci atterrisce!
Vorrei saper cogliere la musica che sento scorrere e
che, meglio delle parole, può trasmettere  i nostri sentimenti, 
ma non so farlo !
Posso solo provare a scrivere queste frasi ,
come se fossero  una musica,
con gli occhi lucidi ed il cuore  colmo di emozione,

accarezzando la vita. 



Il balcone e l'aquilone

Ricostruiamo con pazienza i fili spezzati,
Mettiamo insieme con attenzione i pezzi sparsi nel tempo.

Ho comprato la carta velina di diversi colori …. Pastello!
La coccoina per incollarla alle canne leggere.
Ho preparato anelli per adornare l’aquilone
E aspetto il vento che lo farà volare.

Vorrei incontrarvi sul balcone di “ Scalazza”
Seduti attorno al tavolo,
 sospeso nella notte fra le stelle ed il mare,
 per   ritrovarci amanti,
 Se non è troppo tardi per tornare a casa.

Abbiamo camminato come abbiamo saputo
Per il tempo che abbiamo avuto
E che non abbiamo stabilito.

Abbiamo cercato la nostra strada mentre
Venivamo trasportati altrove.

Abbiamo donato tutto quello che avevamo
 E abbiamo costruito quello che potevamo

Adesso cerchiamo
Un sogno da accarezzare
Un’occasione per amare.



SERA D’ESTATE

Sera d’estate di un giorno fuggente
Tu hai chiusi in te i più dolci ricordi
Di gioie, di pene, d’affanni, di baci
Tu sei passata rapida ed inosservata
Ed ora torni lenta con tanti ricordi.

 Catania 1960




BALLATA



Scorre , scorre veloce  la strada
Davanti ai miei occhi  di bambino
Con il naso schiacciato sulla finestra
Nelle strade polverose d’America.
Sdraiato sul rimorchio del camion, che mi ha
Raccolto all'imbrunire, nelle pagine di Kerouak.

Guardo le stelle  di quel cielo sconosciuto
Nero come quello di Rabat.
Fuori dalle mura della Medina
O davanti ai faraglioni di Acitrezza
Mentre, cantando, camminiamo
Verso la spiaggia di Psili Amnos
 Per berci una Metaxa
In riva al mare trasparente,
Illuminato dal   faro di un  piccolo caffè.

Scorre , scorre veloce il mare
Ai lati della nave che, nella notte,
Punta verso Malta..
Quando mio padre, salutandomi
 Per il mio primo viaggio,.
Non seppe resistere al desiderio di corrermi
Dietro, mentre il treno si allontanava.

Quanta tenerezza in quella corsa di un uomo
Che, ormai anziano, mi mostrava il suo
Cuore sempre  fiero e contenuto!

E così via… verso il mio primo bacio,
La libertà,  l’avventura,
con il desiderio di non tornare più indietro!

E quante volte quel pensiero felice
Si è affacciato nella mia mente
Per cercare oltre l’orizzonte,
eterno Peter Pan, un motivo per  volare.!

Scorre , scorre la nuvola nel cielo
Sulla mia terrazza quando
Cercavo  di dare un nome alla sua forma.
E di la’, in lontananza, quel  giardino,
il cortile, la strada dove  poter  giocare.

Fammi andare adesso… fammi andare!

Il tempo è  troppo breve e veloce per potersi fermare.

Potrei ancora sciorinarti milioni di ricordi
O di immagini ,passate  davanti agli occhi
che adesso stanno chiuse, accanto alle emozioni,
in qualche angolo del forziere.

Fammi andare a cercare  ancora il calore
Di uno sguardo o di un sogno
Nella nostalgia della  giovinezza,
chiusa nel cuore come un tesoro,.
Nelle lacrime di una donna
che piange il suo amore
o che tenera e calda mi offre il suo cuore

Fammi andare!…..
Già passa un treno per nuove città da visitare,
per nuovi orizzonti, per nuove speranze.
Sento le note  di un’armonica e di una chitarra,
lì nel vagone, e dei ragazzi che cantano
,,,,,,,,,,per sempre.!

Roma, 14/11/05





BRUNA ROMA DI SERA



Bruna Roma di sera

Come i capelli di una ragazza
Dalle gote tinte e dalle labbra rosse

Bruna Roma di sera
Brulicante di luci nel Tevere
Come gli occhi infuocati di una donna

Bruna Roma di sera
Colta e stravagante, serena e abbuffona,
Che lanci in cielo risate odorose di vino
E copri col tuo velo gli amanti nella notte

Bruna Roma di sera
Sdraiata nel buio ad ascoltare il tempo
Che scorre negli occhi dell’amato.





Distesa d’azzurro

 Quella distesa d’azzurro
È come il tuo cuore.
Se vi risplende  su il sole è serena
Ma anche il più piccolo vento la turba.
E così tu, dopo il sereno,
al sopraggiungere di nubi e di venti,
come una distesa d’azzurro,
t’inquieti, infuri e ribolli


CIAO GIUSEPPE

Mi piace ricordarti quando divertito dribblavi gli avversari
Per poi concludere con una sventola che insaccava il pallone
Dritto nella rete.
Arrivavi con Lina sulla tua motocicletta rossa,
Riempivate d’allegria la nostra casa
E papà non poteva fare a meno di ridere alle tue battute.
Poi ti chiedevo di farmi fare una corsa in moto e stavo davanti
A godermi la strada ingoiata dal bolide rosso mentre ridevamo.
Ti sfidavo a correre, ed ero veloce, ma tu mi vincevi sempre.
Insieme a Nuccia poi vedevamo i cartoni Disney,
Io costruivo la casa di Paperino e facevo la raccolta di francobolli.
Una sera, mi vedesti disegnare un elefante e mi aiutasti a migliorarlo
E io pensavo di diventare architetto come te
Ricordo la piattaforma sulla quercia che costruisti per le tue bambine
 E la giardinetta con cui le portavi in giro.
Poi qualcosa si spezzò, ridevi sempre di meno
E stavi spesso solo in un mondo pieno di meravigliosi piccoli aerei
Che costruivi con pazienza e su cui volavi in segreto
Per i viaggi che non hai mai fatto.
Ti sei invecchiato così, quasi senza saperlo,
 Prima che venisse il tempo.
Ti penserò così quando non potrò vederti
E so che come stasera, quando mi riconoscerai,
Farfuglierai con un mezzo sorriso…. Ciao Giuseppe.

  
Roma, 22 Ottobre 2004


Corri

Corri , corri nella giovinezza

Butta  la vecchia alle spalle
Raccogli la bottiglia sulla spiaggia
Butta la vecchia alle spalle
Accendi il sigaro ,
Bacia le labbra  della mulatta 
Accarezzale i fianchi
Butta la vecchia alle spalle.
La musica accarezza le onde dell’oceano
E i piedi ballano fino a notte
Mentre la mulatta  ancheggia
Coi piedi sulla sabbia vicino al fuoco.
Butta la vecchia alle spalle
Se passa Dio.. offrigli  un Rum
E pisciatevi dalle risate.


  
 E anche quest'anno è Natale!




 Gli alberi del mio giardino hanno perso le foglie
 E la sera, quando esco con il mio cane, fa freddo
E sento il bisogno di coprirmi con la cuffia di lana.
 Ho comprato un abete rosso
 Che si è già piazzato prepotente nella stanza
 In attesa del decoro.
Io ascolto la mia musica preferita,
Seduto sulla dondolo, e Vi penso.
 Vorrei fermarVi  al volo, come in una foto,
 ed osservarvi nella vita di ogni giorno.
Guardare attentamente il vostro volto,
e coglierne l'espressione e il turbamento.
 Ognuno perso nei suoi pensieri ,
Ognuno diretto verso le sue mete.
Sfoglio lentamente le vostre pagine
Nel mio cuore augurandovi Buon Natale



Fantasia


 Ricordi ed echi lontani di una gioia
Passata si intrecciano con la pioggia che cade lenta.
Passa un pianino e le sue note si uniscono ai sorrisi di un tempo
Rincorrendosi in un gioco fantastico.
Quel tempo trascorso, sofferto, amato e ormai dimenticato
Come il sole, quando cade  lenta la pioggia
Ed il cielo è grigio,
Mostra i barlumi della sua vita ancora presente.
Il sole piano, inavvertitamente, rompe la parete
Grigia del cielo ed i suoi raggi timidi filtrano per l’aria e la illuminano
…e la pioggia risplende come argento.
Sentimenti dimenticati ed altri ancora,
 e quelli presenti e quelli passati, ed echi sconosciuti
si affacciano nella mente
e cercano la vita perduta.
Giochi di ragazzi, vecchie cantilene,
scoppi di risa e pallide gote tremanti
balenano improvvisi
negli occhi fissi sui vetri della finestra
mentre passa il pianino ed il mio passato.

 Catania 1967


FIAMMELLE

 Fiammelle luccicanti nella notte

Iridi rilucenti
Incontrano negli occhi che le guardano
I sogni del tempo che viene


  

Il burrone


Quante volte ho camminato per quella strada
Quante volte ho guardato nel burrone
E le parole non servono a dire
Quello che c’è dentro.
Potrei dire  a voi che la cercate
Che lì è la vita
Ma non vi avrei detto niente.
Vi potrei dire che non c’è niente di quello che cercate
Ma non mi credereste.
Vi potrei dire che si una cosa c’è
E quello che c’è siete voi
Ma allora non vorreste guardarci
Ma è così,
Le parole non servono a dire
Cosa c’è lì nel buio
Se vi dicessi che non si vede il fondo
Non mi credereste.



  Il gabbiano



   
Vola il gabbiano bianco e grigio
Vola maestoso sul mare
Vola sulla terra, vola nel cielo.

Affascinato dall’orizzonte e dal sole
Si ferma a volte ad aspettarti per
Seguire i sentieri del tuo cuore.

Gli sono compagne le note del canto
Che, con un lieve sussurro,
Fluiscono dalle tue labbra

Gli è fedele la luce dei tuoi occhi
In cui si specchia nelle ore più cupe
Se la lotta e la paura lo hanno segnato,
lavalo nell’acqua fredda dell’oceano,
cura le sue ferite, stecca le sue ossa,
fa’ che non si stanchi di volare

Lo stormo si allontana e lo reclama
e volare in mezzo   è il suo destino.
Potrà allora raccontare
dei mondi lontani conosciuti
e di come si possa volare
da soli in alto controvento.
Così in alto da bruciarsi al sole!

Incaponendosi capriccioso
Nelle sue passioni, lo osserverai,
Ormai vecchio, sorridere sornione
Per il piacere di volare
Avvitandosi in cielo
Incurante della morte.


Roma, 12 luglio 2004


Il silenzio di Dio



Padre perché mi hai abbandonato   ?
Così gridasti dalla croce di fronte al  Suo silenzio
E per un momento ,….. solo per un momento,
Il dubbio della Sua esistenza
Fu più insopportabile dei chiodi   
Conficcati nella   carne.
………………………………
Come posso abbandonarti Figlio !
Che consumi il mio cuore di dolore ?
…………………………………….
Può dunque  anche un Dio soffrire !?
…………………………………….
Può  anche un Dio restare ammutolito come un padre
Straziato dal dolore per un figlio amato e assassinato
Dal resto della sua prole?
…………………………..
Il silenzio che anche l’ultimo  della terra
erge a baluardo della dignità
di fronte all’ingiustizia e alla prepotenza,
il silenzio che, come un dito, indica,
fra le pagine della storia,
la responsabilità dell’altro.
Il silenzio  che più di ogni parola esprime
Il  dolore nel momento dell’abbandono
è forse lo stesso  di quello di un Dio
in  pena a causa dei nostri errori?
………………………………………………
Raccontano  che quel giorno,alla morte di Cristo,
Il cielo si oscurò e fu dilaniato dal tuono.
Dio ruppe il suo dolore in un boato
E pianse  lacrime di pioggia sul mondo.
……………………………………….
Se dunque un Dio, come un uomo,
può amare e piangere …….
Se  il suo silenzio può essere la mia stessa pena
Di fronte al vuoto clamore  di Babele
Io …  uomo……….   posso,  in ginocchio,
pregare che la sua misericordia
Ci liberi dal male
…………………..
nei secoli dei secoli
Amen.


La Bellezza




La bellezza è un dono,
E non parlo solo degli occhi  scuri ammalianti
Che affiorano da un velo di seta
Parlo della bellezza dei mestieri
Della perizia dell’artigiano che modella la materia
Per creare  qualcosa che possiamo apprezzare, muti di meraviglia e di gioia.
Parlo del rigore e dell’allenamento dell’impresa sportiva  ,
Del volto paonazzo  del campione che taglia il traguardo
O che, madido di sudore, scatta in salita sulla sua bicicletta sfidando la gravità
Parlo della voce che, tremula, rincorre le note del canto
E colpisce il nostro cuore di un’emozione profonda.
Parlo dei maestri pittori  che ci hanno regalato immagini
Davanti a cui  mediteremo  per i secoli addivenire
Parlo del nostro cuore e dei nostri sentimenti
Che,  afflitti dai pensieri, desiderano solo la bellezza per sperare  nel domani.
Che sia Dio a ispirarla  o sia l’armonia o chissà cosa
E’ l’unica arma  che possediamo 
E’ la condizione dell’amore e della passione per cui viviamo
E’ la foglia del platano che sospinta dal vento
Volteggia nell’aria leggera 
Senza che tu sappia il perché.


Roma. 23 marzo 2004


L’ATTESA


Potrei essere felice qui
Seduto accanto a te, 
Potrei guardare  sereno   attorno
Ma   ho sempre una tristezza in fondo al cuore
Mentre guardo la bellezza del tramonto
E mi perdo nelle calde sfumature
di rosso e di azzurro.

Potrei cercare nella saggezza  degli anni
Il senso della mia vita
E assaporare il gusto di tutto quello che amo,
Ma mentre rido e  ballo,
E  stanco e soddisfatto stramazzo al suolo
allargando le braccia
Per stringere al petto il cielo di stelle che
Mi circonda
Un sentimento di compassione.
Mi riempie l’anima.

E mi struggo di nostalgia per qualcosa
Che non conosco
Ma che amo profondamente .
La cerco negli occhi  che brillano
Di avidità per il domani,
in quelli dolci che sanno d’acqua
e che ti cullano  con amore,
in quelli duri e temerari
colorati di nero e di fuoco.

La cerco  nella bellezza
La cerco nella paura
La cerco nella memoria e nella speranza
nella fine e nel principio  delle cose
nell’armonia e nel caos del divenire.

So che non posso comprendere
Quello che desidero,
Non posso  fare altro
Che aspettare  che la felicità arrivi
e mi trapassi il cuore come una scarica elettrica
Urlando e dimenandomi 
In attesa di appagamento.







Malta


Verde il mare maestoso
Si frangeva bianco nelle rocce
E sembrava sorgere dai suoi abissi
Per sperdersi nella schiuma bianca degli spruzzi.
Tu eri lì Agata o Connie o Joanna
Non importa… tu eri lì
E il vento, che usciva dal mare,
si slanciava lieto fra i tuoi capelli.
Eri tu Joanna che correvi
Su quella spiaggia improvvisa, inventata , sognata?
Era il tuo pensiero che mi entrava dentro
 e mi faceva correre con te per non vederci più?
Il mare  ti ha ripreso piccola Joanna
E ti ha portato via lontano,
ad incantare un marinaio trascinato via dalla propria nave
O forse io ti ho scacciata Joanna, piccola Joanna.

1968





MARE













Due strisce folte di nero e di bianco sormontano gli occhi,
fessure  sottili di luce nella roccia del volto.
Protetto  dal vocio tutt’intorno,
il vecchio siede assorto nella notte
Sulla sedia accanto all’uscio di casa.
Di fronte….. pezzi  di  nero inchiostro stellato
si confondono con la sagoma della ringhiera
e di  Salamina   che chiude l’orizzonte.
Ferro e fuoco d’Occidente e d’Oriente!
Quanti morti su quell’acqua 
che, adesso,  riflessi di  luna grande, rossastra,
incombente,  striano di colore.
Mare, succo  nero di seppia,
Mare, vita perenne di giovinezza ,di maturità,di vecchiaia.
Mare che hai portato i sogni di un ragazzo oltre l’orizzonte,
Restituiscine uno a chi ti guarda  sul finire del tempo.
.




Musica

 Se senti una musica per l’aria
Esci fuori di casa e la cerchi nei boschi
La cerchi nel sole, che si nasconde
e riappare fra le fronde degli alberi
La cerchi nel sussurio maestoso del vento
Che passa  e ti trascina,
t’inebria  e ti trasporta nella musica
………………………………………
Musica…………dolcezza, felicità in te,
lungo sussurio, estasi che ti strugge e
ti affascina per portarti via con se
nella bellezza del tutto.

  
Catania 1966


 Paura

 Il mare in tempesta mi dava paura

Vedevo le onde salire su in alto
E il mio terrore mi portò via
Via da te  che eri lì.

*         *             *

Il tuo corpo sta ancora sull’arena
E tu non hai vita, non hai più calore
Io sono fuggito perché ho paura
Di stare con te, con te nella morte.


*        *             *


Io ti ho abbandonata al tuo destino
Tu sei dentro il mare. Lontano da me
Lo so .. è crudele lasciarti sola
Ma il cielo è scuro e non so morire.


*   *     *


Il tuo viso è sbianco, le tue labbra smorte
Galleggi sull’acqua che è dentro di te
Ma io ho terrore dei miei peccati
Ti lascerò  …………   Addio!


Catania 1967





Pensieri

Sai a che penso?

Penso alle differenti forme di mare
Presenti in ogni orizzonte.

A quello verde e turchese della rada di Comino
E a quello grigio d’inverno dove guardo per capirmi.

E sai a che penso?
Penso ai grandi volatili con le ali spiegate
Che volano su quei mari  grigi, increspati
Caldi e placidi……al silenzio dell’uomo che li guarda.
e  alla fatica e alla bellezza delle
Mie possibilità.



 

TERREMOTO


Piccole bare di colore bianco
Avanzavano lente tra la gente,
Al suono della campana battente,
Guidate dal prete…  incerto e stanco.

Di nero vestite, madri piangenti,
Restavano unite nei lamenti.
Gole strette in un rabbioso pianto
Quelle dei padri lì seduti accanto

Addio figlio… mio immenso amore!
Ho una spina nel cuore dal dolore!
Addio figlio… ma non te ne andare
Perché solo tu, mi puoi consolare!

Terra tremante, matrigna, crudele,
Ti ha nascosto ai miei occhi…. Figlio,
Tutto coperto di sangue vermiglio!
Ma io sempre, ti resterò  fedele.

Stavano mute  le genti intorno 
Ed il loro… caro sentir comune
Volgeva  mente e cuore immune
Al paese distrutto in un sol giorno.

Quel  bel luogo natio da ricostruire
Per ridare una  speranza ai vivi
Ed ai morti un letto per dormire
Nel campo,  sotto i grandi ulivi.

Questo  si agitava nella  mente
Andando tutt’insiem verso le tende,
Sotto il cielo freddo …., lentamente,
Come  il suo amar cammin pretende.




VERDE SMERALDO E INDACO

Verde smeraldo e indaco
Gemme sfavillanti d’oriente scolpite nel mio destino.
Tende percosse dalla sabbia del deserto,
notti silenziose  e limpide illuminate dalle stelle, 
Il controllo del nostro tempo è la missione,
ma il tempo  scivola via come l’acqua
 dalla stretta della mia mano!


Roma, 30/5/2001





VORREI INSEGNARTI

Vorrei insegnarti a seguire dolcemente 
La  brezza che si alza dal mare
E con le mani  sapienti  sciogliere i nodi
e modellare la creta mentre sorridi soddisfatta della tua fatica

Mi piacerebbe che mantenessi il tuo sorriso
E quel sussulto argentino irrefrenabile della tua risata
Che ho imparato ad amare sin da quando
Bimba mi hai sorpreso incredulo  a guardarti

Sentirai su di te il respiro affannoso del male
Sfiorarti  come una scorza ruvida e fredda  
Ma spero che riuscirai a sfuggirlo.
A volte scappando e  a volte  ringhiando

Ti vedo già avvolta dai raggi di una mattina di sole
Mentre  ricevi le carezze del tuo compagno
E interri la  prima pianta nel giardino della tua casa

Ti terrò la mano se lo vuoi
e mi racconterai le tue storie ,
mi dirai dei tuoi sogni
e piangerai  per i tuoi problemi .

 Roma,  luglio 2007




L’ultima poesia

Io non voglio che tu
Muori mai Mamma!
Così ti dicevo , bambino,
mentre mi abbracciavi, sorridendo;
ma , te ne sei andata…..
in un soffio di primavera.


Roma, 13/4/2009
















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