venerdì 30 novembre 2018

BARRIERE




BARRIERE (Fences) è un film del 2016 diretto e interpretato da Denzel Washington che ha realizzato  l'adattamento cinematografico dell'opera teatrale " Fences"  del 1983, vincitrice del premio Pulitzer per la drammaturgia,  di August Wilson. Lo stesso è stato  accreditato ufficialmente come sceneggiatore del film, nonostante sia morto nel 2005.  ln realtà, il perfezionamento della sceneggiatura  di Wilson  è stato curato dal  drammaturgo Tony Kushner.
 Insieme a Denzel Washington,  che interpreta il ruolo del protagonista  Troy Maxson,  possiamo ammirare anche la grande prova di  Viola Davis nel ruolo della moglie Rose per il quale è stata pluripremiata . Ha infatti ottenuto l'Oscar 2017 come migliore attrice non protagonista  e ancora il Golden Globe, il British  Academy film Awards, Il Critics' Choice Awards  e lo   Screen Actors Guild Award.
La pellicola  ha ricevuto anche diverse candidature all'Oscar 2017  per il  miglior film,  per il miglior attore a Denzel Washington e  per la migliore sceneggiatura non originale ad August Wilson.
Accanto alla coppia protagonista  di ottimo livello anche l'interpretazione di   Jovan Adepo, nel ruolo del figlio Cory,   Russell Hornsby , nel ruolo del figlio  Lyons  e Stephen Henderson in quello dell'amico Jim Bono. Molto toccante inoltre l'interpretazione di  Mykelti Williamson nella parte di  Gabriel Maxson, fratello di Troy, affetto da disturbi psichici a causa di una brutta ferita riporta in guerra.
"BARRIERE" ci riporta nell'America dei primi anni 60 e ci descrive la dura e orgogliosa esistenza di un uomo di colore  e della sua famiglia. Non vi sono scorciatoie , regali  improvvisi o sconti per queste persone ; ma, una dura e costante lotta quotidiana da portare avanti a muso duro per sopravvivere ,assumendosi tutte le responsabilità delle proprie scelte, giuste o sbagliate che siano.
"Io ho visto la morte con i miei occhi e non mi ha fatto paura" afferma Troy  e deciderà  di costruire una barriera attorno alla sua casa per proteggere da lei i suoi cari. "Quando vorrai venire , dovrai prendere me. Io sarò qui ad aspettarti" - dirà ancora.
Il suo modo di fare , il suo rapportarsi con gli altri componenti della famiglia può sembrare, a tratti ,troppo  duro e privo di capacità di empatia e di affetto specialmente per i figli di quest'uomo; ma, come ogni cosa nella vita  , diversi aspetti ,anche contraddittori, sono spesso presenti nella stessa esperienza e nella complessità delle persone e della nostra relazione con esse.
Sarà il tempo e la nostra maturazione verso un  ruolo adulto a permetterci  di distinguere ciò che apprezziamo da quello che riteniamo di non condividere, senza buttare via l'intera esperienza vissuta.
Un film , mai banale, che riesce costantemente a farsi seguire e ad emozionarci ,specie nel finale.


lunedì 26 novembre 2018

LAVORO ARTIGIANO



Lavoro  artigiano è modellare la creta umida
E sporcarsi le mani  per una creatura,
Che avrà vita, se tu ne avrai
E spremere l’anima fino all’ultima goccia di sangue che ti porta il passato
Per colorare d’arancio e d’azzurro
I giardini del sentiero che hai percorso nei barlumi di veglia
Incespicando nel sonno nero e rosso della profondità
Dell’essere strano e infinito della  Terra,
Madre di ogni passione e di ogni fremito,
Genitrice, musica nera di un rito ripetuto da secoli
Sul cui fondo sei stato concepito e concepirai: ….Uomo!
Venuto da un nulla  che mai è stato così  corposo come alla tua origine,
Delirio di forme e suoni che squarciano il creato in un urlo di affermazione,
Miracolo di trasformazione e di  volontà di una specie che si cerca eterna.
Uomo…. Creatore… Amante…Artigiano dell’anima,
Che scava  nei ricordi e nelle speranze della storia
Per consegnare il frutto caldo e polposo irrorato di vita
Alle fauci del figlio e di colui che vorrà mangiarne,
Smussatore d’avversità, ricercatore di mari mai visti,
Astronauta, vigliacco e temerario:….. la scelta di vita.
Affascinato dalle sirene, perduto negli occhi di  Sirio,
Innamorato della luna, cantore della bruttezza e della nefandia,
Pure sempre  Uomo, artigiano dell’anima e della speranza.




domenica 25 novembre 2018

L'uomo che uccise Don Chisciotte



Certo, Don Chisciotte può anche essere ucciso; ma, ci sarà sempre qualcuno disposto a prenderne il posto.
Ci sarà sempre qualcuno desideroso di uscire allo scoperto, lasciare una vita oscura e monotona ed impugnare la lancia e la durlindana per combattere i fantasmi e gli incubi della sua mente o gli orrori della società che lo circonda. Tutto, pur di liberare il mondo dal male  e , novello cavaliere,  raggiungere e liberare il cuore dell’amata.
Accanto a lui ci sarà sempre un Sancho Panza, scudiero e compagno fedele.
Un servitore desideroso d’apprendere, di collaborare alle gesta del cavaliere e, se sarà il caso, anche disposto a rischiare la vita per salvarlo.
Con questo film “L'uomo che uccise Don Chisciotte (The Man Who Killed Don Quixote)”,liberamente ispirato al Don Chisciotte di Miguel de Cervantes, Terry Gilliam ci trasporta in una dimensione  particolare, alternando la visione  fantastica  al ricordo e alla realtà presente, in un gioco rappresentativo funzionale, comunque, alla crescita del sentimento e dell’animo del protagonista.
 E’ particolarmente riuscito l’intreccio fra la ricerca artistica del protagonista (Toby) e l’esplodere del suo sentimento amoroso verso Angelica.
Convincenti e bravi Adam Driver  (Toby Grisoni) , Joana Ribeiro ( Angelica)  e Jonathan Pryce ( Javier “ Don Chisciotte”)
Il film  è anche noto come uno dei più tormentati tentativi di formazione di un’opera cinematografica . Ci sono voluti, infatti,  ben otto tentativi  e quasi vent’anni   da parte del regista per la sua realizzazione.
Lo ringraziamo per la sua costanza che ci ha permesso di poter gustare questo film avvolgente e affascinante.
Il film è stato presentato fuori concorso al 71° Festival di Cannes  come film di chiusura dello stesso.





domenica 11 novembre 2018

FANTASIA












 

Ricordi ed echi lontani di una gioia

Passata si intrecciano con la pioggia che cade lenta.

Passa un pianino e le sue note si uniscono ai sorrisi di un tempo

Rincorrendosi in un gioco fantastico.

Quel tempo trascorso, sofferto, amato e ormai dimenticato

Come il sole, quando cade  lenta la pioggia ed il cielo è grigio,

Mostra i barlumi della sua vita ancora presente.

Il sole piano, inavvertitamente, rompe la parete grigia del cielo

Ed i suoi raggi timidi filtrano per l’aria e la illuminano

…e la pioggia risplende come argento.

Sentimenti dimenticati ed altri ancora,

E quelli presenti e quelli passati, ed echi sconosciuti

Si affacciano nella mente e cercano la vita perduta.

Giochi di ragazzi, vecchie cantilene,

Scoppi di risa e pallide gote tremanti

Balenano improvvisi sugli occhi fissi sui vetri della finestra

Mentre passa il pianino ed il mio passato.

martedì 6 novembre 2018

FIRST MAN



“Questo è un piccolo passo per l’uomo, ma un grande balzo per l’umanità”.
Con queste parole, Neil Armstrong commentava lo sbarco sulla Luna del primo essere umano.
Quanta  naturalezza e semplicità nel descrivere quel semplice gesto , passo finale di un lungo processo che ha impegnato l’intera umanità e la sua  storia!
Quanta fatica , quanta casualità, quanta determinazione , quanto ….. quanto….. quanto…..racchiude dentro di se quel singolo gesto umano!
In  “ First man”, Damien Chazelle desidera parlarci dell’impresa,  ma anche dell’uomo che l’ha vissuta in prima persona, e di come  e per quali motivazioni e casualità si è ritrovato a viverla.
Al di fuori di ogni trionfalismo,  il film cerca dunque di seguire il percorso individuale che ha portato quella singola persona ad incarnare, nel suo piccolo passo, il più grande progresso scientifico dell’umanità.
Uno dei motori  di quell’uomo è  stato  ,forse, la perdita della sua bambina, che l’ha portato a cercare un cambiamento  per elaborare quel lutto ; ma, sicuramente , lo hanno anche affascinato  l’immensità dello spazio e la possibilità del superamento del limite
Quando nelle prove di selezione   alla NASA gli verrà chiesto  cosa pensa di quel progetto,  Armstrong risponderà  che la missione ci permetterà  di vedere cose che finora non abbiamo potuto vedere . Ci permetterà di avere un punto di vista diverso. Di osservare e comprendere meglio la stessa realtà che viviamo.
Ma quanto dolore è ancora presente in quella  missione!
Quante incertezze sia tecniche,  sia umane, prima di essere scelto come primo uomo a scendere sulla Luna ed essere capace di arrivare al traguardo!
La prima parte di quel cammino ci regala forse una delle scene più belle del film , mentre assistiamo al primo  Rendez vous mai effettuato nello spazio, nell’ambito della missione Gemini 8, fra la navicella spaziale di Armstong e il veicolo senza equipaggio  Agena .
Quando l’aggancio viene effettuato  , all’interno  di  uno spazio circostante sereno  ed infinito, sulle note  composte da  Justin Hurwitz , che improvvisamente ci richiamano  alla mente  la musica di LaLaLand, il sorriso che si stampa sulla faccia dei piloti ed il generale entusiasmo della sala comandi   di Houston oltrepassa,  nella sua coralità, ogni singola motivazione personale  o nazionalistica, per consegnarci la contentezza di un progresso raggiunto da ogni essere umano.
In quel momento, Chazelle ci conduce per mano oltre  la pur presente competizione fra USA e URSS all’interno della guerra fredda, oltre  la contestazione  dell’opportunità economica della  missione , oltre le inefficienze tecniche  ed i pericoli  che, pure, oggettivamente esistono e possono compromettere il futuro dell’intero progetto.
Subito dopo la soddisfazione, tuttavia, la complessità e la contraddizione presente in ogni realtà si manifestano brutalmente con gli  errori tecnici e la morte di un equipaggio di colleghi ed amici che erano forse quelli  originariamente prescelti per il primo allunaggio .
Armstrong dovrà di nuovo elaborare il lutto della morte  e dedicare  tutte le sue energie al progetto,  trascurando  i suoi affetti familiari  e  cercando solo li , nello spazio  una nuova occasione , un nuovo punto di vista per ritornare a vedere con occhi diversi  la realtà. Quella è la strada  da percorrere per farcela . Se non cerchiamo di superare i nostri limiti, non progrediremo e non riusciremo ad essere di nuovo presenti  ed amare la nostra vita.
Nelle scene finali del film Chazelle ritorna su questo punto, utilizzando le immagini  e le parole di J. F. Kennedy che insistono  sulla necessità, per un Paese, di affrontare e superare i propri limiti. Potremmo cercare di fare delle cose facili , dice Kennedy, ma vogliamo invece affrontare le cose difficili  per andare avanti .
“First man” (2018) è un film  diretto  da Damien Chazelle e scritto da Josh Singer , già premio Oscar per la sceneggiatura de “Il caso Spotlight”,con protagonisti Ryan Gosling e Claire Foy.
La pellicola costituisce  l’adattamento cinematografico della biografia ufficiale di  Neil A. Armstrong, scritta da James R. Hansen e pubblicata nel 2005.
Neil Armstrong entrò alla NASA nel 1962. Dopo varie missioni, partecipò all'Apollo 11 e divenne, il 20 luglio 1969, il primo uomo a mettere piede sulla Luna.