giovedì 22 giugno 2017

Noi che sognavamo

Noi ………….che avevamo sognato di cambiare il mondo
 con la forza dell’immaginazione!
Con l’amore per la giustizia! Con la disponibilità ad ascoltare !
Noi………. Impietriti, assistiamo  al dilagare della barbarie!
E’ cresciuta pian piano,  come un’erba innocua ,
 per le strade dell’avidità e dei consumi,
Ha rifiutato ogni richiamo ai valori
definendoli obsoleti e superati
Ha deriso   l’impegno  e  la gentilezza
scambiandoli per debolezza e seriosità.
I nostri figli,  moderni gladiatori,
si mostrano nelle nuove arene televisive.
Guerrieri mediatici  per la nostra soddisfazione.
Poi, è nato l’imbroglio!
La prima menzogna è stata ripetuta  tante di quelle volte
che alla fine  è diventata verità.
Viviamo momenti bui che, giorno dopo giorno,
diventano neri….. lentamente…..
 senza che nessuno di noi cambi le proprie abitudini,
o si aspetti che  qualcosa succeda davvero!
Prendi il cappuccino al bar,
 mentre,  qualche chilometro più in là,
 una testa viene lentamente staccata dal collo di un ragazzo
 con un coltellaccio assassino.
Qualcuno muore  tra le macerie
di una torre  sventrata da un aereo,
 un altro  viene ucciso in una rappresaglia
 di militari ebrei in Palestina,
 salta in aria qualche vagone della metro di Madrid,
un camion fa strage di turisti ,
dei ragazzi muoiono in un concerto attaccati dai terroristi
 E tu entri al lavoro in orario
e pensi agli impegni con gli amici per il fine settimana.
Dove andiamo in vacanza quest’anno?
No!… in Tunisia è meglio evitare… non si sa mai!
Parliamo , parliamo, moriamo,
gridiamo, piangiamo, sogniamo .
A volte restiamo muti
perché le parole sono inadeguate
ad esprimere il dispiacere che ci lacera il cuore
Sognavamo di cambiare il mondo
e il mondo è maledettamente uguale, .. come sempre.
Per sperare ancora  nel futuro
dobbiamo con pazienza osservare il passato.
Studiare con attenzione chi, precedendoci,
ha messo dei punti fermi  a cui  aggrapparci per ricominciare.
Il livello di civiltà di ogni epoca  
È sempre  stato  il risultato
Dell’ intensa  lotta  morale .
Di uomini che ci indicano, dal passato,
le strade della dignità e dell’onore.
Quello che ci porta a superare i  nostri limiti
per  creare ciò che chiamiamo scienza. cultura .. arte .
Preghiera dei popoli davanti all’eternità
rincorrendo un Dio che si fa desiderare
e che appare con parsimonia
in cambio della nostra libertà.
Basta alla barbarie !
Gridiamolo con forza se ancora possiamo  farlo .
I tempi bui sono  fuori e dentro di noi,
in agguato  con il volto del compagno e dell’amico
Basta con la barbarie!
Noi…….sognavamo di cambiare il mondo!.



martedì 20 giugno 2017

Vi presento Toni Erdmann



Vi presento Toni Erdmann è un film del 2016 ( Germania) diretto da una giovane regista quarantenne Maren Ade. Il film è stato presentato in concorso al Festival di Cannes dove ha ottenuto il premio Fipresci della critica internazionale). Successivamente, ha ottenuto diversi riconoscimenti agli European film Awards , tutti nelle categorie più rilevanti, ed ha ricevuto la candidatura agli Oscar come miglior film in lingua straniera.
Maren Ade è una regista, sceneggiatrice e produttrice cinematografica tedesca. Dopo aver lavorato  alla realizzazione  di due cortometraggi “ Ebene 9” (2000) e “Vegas” (2001), ha esordito nel 2003  con “Der Wald vor lauter Bäumen “. Il suo secondo film “ Alle Andersen” ( 2009) ha vinto l'Orso d'argento a Berlino, gran premio della giuria.
“Vi presento Toni Erdmann “ è un film costruito con attenzione  e con lentezza attorno al rapporto fra un padre ed una figlia; ma, è anche il confronto fra diversi modelli di comportamento sociale. Si addentra all’interno delle contraddizioni economiche presenti nelle nostre società e nei problemi connessi ad uno sviluppo economico improntato all’efficienza, ma poco attento alle conseguenze sociali;  ma, soprattutto, in ultimo si addentra in quella che è, per ognuno di noi, la ragione di vivere, o meglio quello che ci permette di affrontare e vivere con pienezza la nostra vita.
Winfred Conradi è un insegnante di musica in pensione che ama mettere in ridicolo tutto e che riesce attraverso lo scherzo , la creazione di personaggi immaginari ed  il travestimento a colorare  una vita altrimenti sostanzialmente solitaria e priva di grandi soddisfazioni .
Ines , la figlia , sembra invece il suo opposto. E’ la manager di una società di consulenza internazionale che ha spesso il compito di riorganizzare le aziende clienti operando dei drastici tagli di personale. Lucida, determinata, a tratti cattiva, la ritroviamo a Bucarest  proprio nel pieno della sua attività di consulenza con tutti i problemi che comporta.
Il risvolto umano di questa situazione non è semplice e la vita personale della donna  ne risente profondamente, privandola di reali amicizie disinteressate e di una vera vita affettiva. Il contagio fra i due protagonisti avviene nella maniera più insolita.
Il padre Winfred,  percependo le difficoltà della figlia e desiderando rivederla  e ristabilire con lei un contatto umano, piomba a Bucarest e sotto le vesti di un personaggio immaginario : “Toni Erdmann” irrompe nella vita della figlia che, dopo una iniziale irritazione, si presta al gioco . Assistiamo, a partire da quel momento, ad una continua misurazione silenziosa di diversi punti di vista su tutti gli aspetti della vita lavorativa e personale di Ines.
Winfred Conradi diventa Toni Erdmann grazie ad una dentiera finta ed una parrucca. il gesto del mettersi e togliersi la dentiera rappresenterà il continuo alternarsi della messinscena.
Sarebbe troppo semplice pensare che la questione posta da questo racconto consista nello  scegliere fra questi due comportamenti o questi mondi a confronto. In realtà, nessuno dei due convince completamente neanche lo stesso protagonista. Man mano che la storia si svolge, Ines accetterà di mettere in discussione parte del suo atteggiamento inserendo in esso l’elemento dell’imprevedibilità e della non convenzionalità. Windred, da parte sua,  farà sparire lentamente il personaggio di “Toni” dapprima rivelandone la falsità dopo aver suonato e cantato insieme alla figlia la canzone che forse racchiude il senso della storia e ,dopo, partecipando alla festa “ nudista” per il compleanno di Ines completamente travestito da una specie di scimmione,  personaggio mitologico bulgaro, che non permette il suo riconoscimento. Solo la figlia potrà finalmente abbracciarlo, da sola,  chiamandolo papà.
Quando Ines canta il brano suonato al pianoforte dal padre, ancora nel personaggio di Toni Erdmann, accettando di recitare il ruolo della sua segretaria, ci troviamo forse davanti alla scena più profonda e commovente del film.
Le parole  della canzone di Whitney Houston  “Greatest Love of All” ci raccontano  ,da un lato, il desiderio di un padre di far crescere i propri figli infondendo in loro la sicurezza di se stessi e la gioia di vivere  e dall’altro il quasi incosciente desiderio dei figlio di trovare   in quella figura di riferimento  quasi le sembianze di un eroe da seguire ed in cui riporre la propria sicurezza . Ma gli eroi non esistono o comunque non si trovano facilmente a propria disposizione e la cosa più importante per tutti noi è imparare ad amare noi stessi, la vita che ci è stata regalata e contare sulle nostre forze.
Quando in ultimo Ines, tornata a casa in occasione della morte della nonna, accetterà di truccarsi mettendo anche lei, come il padre, la dentiera finta ed un canestro in testa, come una parrucca, non sarà dunque per l’accettazione o la ripetizione asettica del modo di fare burlesco del padre.
Nel suo silenzio assorto, cercherà di farci capire come sarà sempre più importante, partendo dalla fiducia in se stessi, decidere il modo migliore di vivere gli impegni che ci siamo assunti e la vita che stiamo conducendo: ognuno a modo suo, ma con l’identico desiderio di renderla unica.
Credo che possa essere interessante concludere questa riflessione riportando alcune frasi del testo della canzone della Houston cantata e suonata da padre e figlia:
“Io credo che I bambini siano il nostro futuro…………Mostragli tutta la bellezza che hanno dentro………………….. Tutti cercano un eroe…….Le persone hanno bisogno di qualcuno a cui guardare.. Io non ho mai trovato nessuno che soddisfi le mie necessità……… Così ho imparato a contare solo su me stessa…………………………………….Ho deciso molto tempo fa di non rimanere mai nell’ombra di nessuno. Se sbaglio, se riesco, almeno vivo come credo. Non importa cosa prendono da me, non possono togliermi la mia dignità perché il più grande amore di tutti, lo sto vivendo io. Io ho trovato il più grande amore di tutti dentro me. Il più grande amore di tutti è facile da ottenere Imparando ad amare te stesso.”



giovedì 15 giugno 2017

La febbre del sabato sera

La febbre del sabato sera è un film USA di John Badham del 1977, con  un grande John Travolta nel ruolo di "Tony" Manero (Nomination all 'Oscar come Migliore attore protagonista)  e Karen Lynn Gorney in quello di " Stephanie Mangano".
Il film è ambientato nella New York di fine anni Settanta e ci mostra  l'America delle periferie , delle lotte giovanili fra bands rivali, delle discoteche, della separazione della vita giovanile dal mondo adulto.
Se  nel frattempo non ci fosse stata la rivoluzione Beat. i movimenti dei diritti civili, le rivolte studentesche , i movimenti Hippies ecc. si potrebbe pensare  ad un semplice aggiornamento nel tempo della vita di quei ragazzi descritta  in " Gioventù bruciata " o in "West side story". Il cambiamento più significativo è forse nella musica : la stupenda colonna sonora dei Bee Gees . Di certo, dopo tanti anni di movimenti alternativi e rivoluzionari , l'entrata in scena di Tony Manero, pur nella drammaticità di alcune situazioni , ha qualcosa di diverso e sancisce il  ritorno alla normale vita quotidiana   da parte di  una generazione .
Tony Manero  è un ragazzo semplice che lavora  in un colorificio  e che pur con i normali contrasti con i genitori   vive tranquillamente la sua vita  in famiglia. 
Il sabato sera tutto cambia. Scoppia la "febbre" e questi giovani che durante il giorno sembrano accettare una vita opaca senza discutere  si trasformano nella ricerca di una piena autonomia e libertà. Il sabato è il momento degli eccessi , delle risse con le bande rivali , del bere e delle corse in macchina , del sesso e del ballo. 



Tony il sabato sera è il re delle discoteche .


L'idolo di ragazzi e ragazze; ma, tutto questo non può cambiare la sua vita reale ed evitare i problemi di una gioventù che esplodono  con la morte improvvisa di un amico.Solo forse attraverso la sua passione per il ballo  ed il duro allenamento potrà trovare  una sua diversa realizzazione  personale.Qui ormai la dimensione collettiva della protesta e/o del riscatto generazionale è definitivamente conclusa per fare posto al sentiero di una emancipazione strettamente individuale .Dopo una notte  passata in metropolitana a riflettere sulla sua vita,  Tony cercherà nell'aiuto e nell'amicizia di Stephanie la forza per seguire una nuova via.

sabato 3 giugno 2017

PANZEROTTI ALLA CREMA




preparate L.1 di crema a piacere ( cioccolato o gialla) e Kg.1 di pasta frolla

ingredienti:
Kg 1            farina 00
g.400          zucchero
g.300          strutto
3                  tuorli d'uovo
g.10             lievito in polvere
scorza grattugiata di un limone verde

Impastate con acqua fredda gli ingredienti fino ad ottenere una pasta malleabile; ma, stando attenti a non strapazzarla troppo per evitare che si riscaldi.
Dividete la pasta in 18 parti uguali. Schiacciate ciascuna delle parti con il palmo della mano in modo che assuma una forma rotonda. Stendetele con il mattarello  fino ad ottenere lasagne lunghe cm 12 e larghe  cm 8.
Disponetele su una superficie di marmo spolverizzata di farina , distanti l'una dall'altra tanto da poterle lavorare.
Dopo averle tutte stirate e disposte sul marmo, mettete sulla punta di ciascuna lasagna molliche di pan di spagna e su queste un cucchiaio della crema precedentemente preparata.
Dopo averle così farcite, ribaltate sulla crema l'altra punta della lasagna e stringete piano piano con le mani, in modo da ottenere un panetto rotondo, ma avendo cura di non stringere troppo per evitare crepe e la fuoriuscita della crema.
Togliete ai panzerotti così ottenuti la pasta superflua, incidendo con la rondella la pasta tutto intorno allo spazio occupato dalla crema.
Mettete i panzerottii nelle teglie ben pulite distanti l'uno dall'altro  5 o 6 centimetri.
Preparate il forno ben caldo, spennellate i panzerotti con l'uovo sbattuto e infornate
N.B. I panzerotti non devono rimanere in forno per più di 15 minuti perchè, se la crema raggiunge l'ebollizione, i panzerotti crepano e la crema esce.
Dopo cotti, lasciateli raffreddare; quindi,spolverizzateli con zucchero impalpabile e servite.