giovedì 26 gennaio 2017

SILENCE


Silence è l'ultimo film di Scorsese, tratto dal romanzo Silenzio  dello scrittore giapponese Shūsaku Endō . Il regista  ha lavorato circa vent'anni per la sua realizzazione . La sceneggiatura vede il ritorno alla collaborazione con Scorsese di   Jay Cocks, che in passato aveva curato i testi di altre due   opere di Scorsese come " Gangs of New York"  e "L’età dell’innocenza". Il film è ambientato in Giappone  nel XVII secolo  durante il periodo Tokugawa,  in cui i cristiani furono oggetto di una pesante persecuzione.
Il periodo , noto anche come Edo, dal nome della capitale  sede dello Shogun , ribattezzata Tokyo nel 1869,  indica quella fase della storia del Giappone in cui la famiglia Tokugawa detenne attraverso il Bakufu il massimo potere politico e militare nel paese. In questa fase storica il Giappone ebbe una politica di totale isolamento dal mondo  e tutto quello che poteva essere visto come destabilizzante per il potere costituito o come un pericolo per la cultura dominante fu oggetto di una dura persecuzione. Si assistette ad un a vero e proprio sterminio di cristiani  soprattutto nell'area di Nagasaki, la principale città che aveva  contatto con gli europei.
Il film narra della persecuzione dei cristiani giapponesi e la crisi morale e d’identità di alcuni missionari  gesuiti posti  di fronte al proprio ruolo di testimonianza della nuova fede, ma anche di fronte a quello di poter essere responsabili dello sterminio di masse innocenti di fedeli .
I kirishitan, i «cristiani nascosti» durante le persecuzioni, tornarono “alla luce”, solo dopo molti decenni,  conservando la loro fede e tramandandola da padre in figlio senza l’aiuto o la presenza di nessun personale religioso.Durante le persecuzioni tutti i religiosi furono, infatti, costretti a rinnegare pubblicamente la propria fede. Questo fu uno dei principali obiettivi  perseguiti dal sistema di potere per sconfiggere la diffusione della religione cristiana nel Giappone.
All’interno di questa narrazione storica il film ci mostra il dilemma morale dei sacerdoti e la loro crisi spirituale.Il silenzio di Dio, l’incertezza e la difficoltà di capire quale strada seguire per mantenere viva la fede e, nello stesso tempo, servire il prossimo sono il tema centrale del libro di Endo e del film di Scorsese.
È il gesuita portoghese Sébastien Rodrigues  il personaggio principale che vivrà sulla sua carne e nel suo cuore questo strazio. Lo stesso era entrato nel 1634 in Giappone insieme all’altro gesuita Garrupe per cercare notizie su padre Ferreira, il gesuita loro vecchio maestro di  filosofia  che, inviato missionario in Giappone, durante le persecuzioni aveva abiurato la fede cristiana. Rodrigues vivrà personalmente l’esperienza del dolore, del dubbio di fronte al quale si sentirà solo e rivivrà lo stesso tormento del  Cristo che aveva gridato “ Padre perché mi hai abbandonato?”
Il potere  pretende che sia proprio il padre gesuita a dover abiurare pubblicamente la propria fede per consentire la salvezza dei fedeli .
Cosa fare? Continuare inflessibilmente la testimonianza o abiurare e salvare il proprio prossimo? Coloro che credono nel messaggio di Cristo?
Il silenzio di Dio accompagna  il dramma di questo momento; ma, la tesi del romanzo, ripresa anche nel film, è che l’immagine di Dio possa essere quella di un Dio caritatevole che comprende e quasi giustifica il tradimento, se questo può salvare delle vite umane. È esplicativa a questo proposito una frase di Endo ( l’autore del libro) , riportata nella sua biografia  dove dice:”«Il cristianesimo non è solo una religione del Padre. È anche una religione della Madre (Dio compassionevole e clemente)».
Due sono i momenti in cui questa visione di Dio e della fede si mostrano pienamente .
La prima è quando , Rodrigues si trova  di fronte  ai lamenti dei fedeli che, pur avendo già  abiurato, sono costretti a rimanere sottoposti a tortura e ad una lenta morte  finché lui non deciderà di calpestare l'immagine di Cristo. Solo quando deciderà di salvarli, calpestando l’immagine sacra, solo allora sentirà di nuovo la voce di Cristo parlargli, rompendo il silenzio ed il dubbio che lo avevano tormentato fino a quel momento : "Calpesta! Calpesta! Io più di ogni altro so quale dolore prova il tuo piede. Calpesta! Io sono venuto al mondo per essere calpestato dagli uomini! Ho portato la croce per condividere il dolore degli uomini”-
La seconda volta, il riscatto delle fede sulla violenza ed il potere temporale avviene alla fine del film, alla morte di Rodrigues, quando tra le mani del defunto , forse lasciato da una moglie complice, lo spettatore potrà intravedere un piccolo crocefisso.
Le ultime righe del romanzo esprimono questa stessa visione  quando dicono:…..” Persino ora che sono l’ultimo prete su questa terra nostro Signore non ha taciuto. Anche se avesse taciuto, la mia vita fino a questo giorno avrebbe parlato di Lui…”
Un film intenso e concettualmente difficile su di un tema altrettanto complesso, inquadrato in un periodo storico importante del Giappone. Buona l’interpretazione degli attori di cui citiamo volentieri,  nel ruolo del gesuita padre  Rodrigues, l’ottimo Andrew Garfield.



lunedì 23 gennaio 2017

L'ORA LEGALE



Un amarissimo che fa benissimo ! 
Potrebbe essere questo,  parafrasando un antico slogan pubblicitario,  il primo immediato commento  al divertente ma graffiante film di Ficarra e Picone "L'ora legale" .
I due attori si confermano bravissimi  nella loro interpretazione e capaci di seguire il filo del loro discorso, proponendolo con un "sequel" di battute e situazioni veramente divertenti, al limite del grottesco. 
Il tema affrontato è molto attuale  e ci riguarda tutti . 
E' fondato sul grande malcontento del cittadino di fronte all'insipienza, alla corruzione ed al disastro dei servizi  dell'Amministrazione  Pubblica e della classe politica che la dirige.
Passo dopo passo, ci mostra come questa realtà sia profondamente radicata in una cultura  sociale pressocché inesistente  ed incapace, alla fine, di esprimere un senso di rispetto della collettività , della cosa pubblica e di produrre quindi una classe dirigente adeguata.
Il messaggio, che Ficarra e Picone ci raccontano nel corso del film , è che quando l'operazione " cambiamento" o la nuova Direzione Istituzionale ( in questo caso il nuovo sindaco) non sono il risultato di un profondo mutamento culturale della popolazione, subito dopo il primo momento di esaltazione , quando si  è toccati personalmente, nelle proprie   abitudini egoistiche   o nei privilegi, riesplode il malcontento e la protesta. 
 E' anche vero che il cambiamento non può essere improvviso e richiede il lento modificarsi dei costumi ed un necessario equilibrio, per evitare delle eccessive conseguenze sociali ed il possibile peso insopportabile delle  misure deliberate; tuttavia, non è possibile che il sostegno e l'approvazione di una politica finalmente onesta non possa durare    più dell'arco di tempo dell'ora legale, per tornare , subito dopo, al naturale andamento vissuto durante  il periodo  dell' ora solare.
Fra una risata e l'altra , lo spettatore viene portato quindi a riflettere  su come egli stesso reagirebbe al cambiamento;  mentre una dopo l'altra, ineffabilmente, gli scorrono davanti le misure deliberate dal nuovo sindaco "onesto" che ha a cuore il benessere reale del paese: dalla raccolta rifiuti differenziata con l'impegno relativo  da parte del cittadino , alla chiusura cautelativa di una fabbrica, con la perdita di lavoro conseguente, a causa della reiterata mancanza di misure  volte alla riduzione degli scarichi inquinanti ecc ecc.  
Geniale poi  la presentazione del "picciotto", espressione di un potere quasi mafioso,  che interviene nel piccolo paesino della Sicilia con le sembianze e la parlata di un romano verace frequentante gli ambienti ministeriali . Un ribaltamento della raffigurazione dei poteri occulti, anche se  vengono presentati accanto ad  un vecchio che non parla ma osserva tutto e che ci ricorda l'immagine del  capo mafia di paese. 
Quella che è estremamente chiara, è la lucidità di questi poteri  quando dicono : " Se l'onesta prende piede, anche solo in un piccolo paese della Sicilia,  si può diffondere rapidamente in tutto il territorio italiano e sarebbe un disastro!"
Risate a volontà in questo film di Ficarra e Picone, che ancora una volta si confermano protagonisti del panorama cinematografico italiano e della commedia di costume;  ma, come alla fine di ogni buon pranzo o di un'abbuffata,  ci sta sempre un buon "amaro" che rimane in bocca, uscendo dalla sala. 

venerdì 13 gennaio 2017

CAINO E ABELE


























Nessuno tocchi Abele, il gentile , il lavoratore , il non violento  fratello nostro.
Nessuno lo lasci a terra morente  e affamato vittima della violenza , dell'ingiustizia , dell'invidia, dell'avidità. 
Nessuno si accanisca sulla sua vita  succhiandogliela  come un  parassita ed affermando che quello è un atto di potenza e di forza. 
Nessuno lasci impunito l'accanirsi sul debole, sul povero, sulle donne , sui marginali , sui diversi.
Nessuno si permetta di spacciare il suo egoismo per ragionevolezza, la sua violenza per necessità, la sua noia di vivere  per disincanto, il suo opportunismo per ribellione.
Nessuno creda  di poter raccogliere quello che non semina ... resterà solo per sempre!
Cosa rimarrà di un uomo se non la passione   per quello che ama ed in cui crede? Per le persone di cui si è preso cura?
Cosa rimarrà  se non  la stima e l'amore delle persone che lo hanno conosciuto?
E' vero... Caino abita nei nostri  cuori e il primo insegnamento  fu: " chi non  ha peccato scagli la prima pietra"
ma è anche vero che la possibilità  della scelta è nella nostra coscienza e ,dopo aver assaggiato il frutto dell'albero, abbiamo la responsabilità del nostro essere liberi. 

venerdì 6 gennaio 2017

RAME DI NAPOLI



Ingredienti:
g. 500      miele
g. 400      biscotti sbriciolati
g. 300      farina 00
g.  10       lievito in polvere
L    ½       acqua
Essenza di garofano

Mettete il miele sciolto nell’acqua a bollire sul fuoco; quindi, aggiungete i biscotti   pestati al mortaio e l’essenza di garofano.
Lasciate riposare il composto uno o due giorni.
Allo scadere del tempo, versate il composto sul tavolo ed incorporatevi la farina e il lievito. Versate la pasta sul tavolo, spolveratela di farina e, prendendone un poco per volta, ricavate dei bastoncini della lunghezza di ca. 6 cm ai quali darete la forma di piccole S (non devono pesare più di 20 grammi). Alternativamente si possono fare dei piccoli medaglioni dello stesso peso.
Disponete le formine all’interno di teglie, precedentemente unte di strutto, alla distanza di cm. 2 l’una dall’altra e infornate a temperatura regolare di ca. 180/200 gradi.
Una volta sfornate ed ormai fredde ricopritele con la cioccolata.
Per la coperturadi cioccolata occorre :
Kg. 1        zucchero
g.200       acqua
g.100        cacao in polvere
cannella in polvere
essenza di vaniglia

mettete tutto il composto sul fuoco portate a bollitura e togliete subito non appena, prendendo la cottura fra il pollice e l’indice, forma un solo filamento. Si mescola quindi il tutto con un cucchiaio di legno per una decina di minuti e quando il cioccolato è diventato piuttosto denso ricopritene le formine o i biscotti.