giovedì 21 febbraio 2019

IL CORRIERE - THE MULE




Canticchiando i motivi delle canzoni che ascolta alla radio del suo  Pick Up e fermandosi di tanto in tanto per gustare un panino con il miglior arrosto di maiale degli States, Earl Stone/Eastwood , questo incredibile ma simpatico ottanta/novantenne, percorre le strade degli   USA trasportando  droga agli ordini del “Cartello” . E’ un “ Mule”, un corriere insospettabile che in tarda età, dopo aver dovuto interrompere la sua attività di floricoltore  e rimasto senza casa a causa dei debiti  e del conseguente pignoramento dei beni, ha  trovato un’inaspettata  ciambella di salvataggio in questa  nuova remunerativa  professione.
Racconta Clint Eastwood che non ha voluto perdere l’occasione di essere anche il protagonista del suo film con la possibilità interpretare il ruolo di un personaggio con un’età maggiore della  sua. Eastwood ha infatti solo ottantotto anni;   mentre, il vero corriere della droga ,da lui interpretato, sembra che  avesse  raggiunto i novanta. Si, il film è basato  sulla storia vera di Leo Sharp, un veterano della  seconda guerra mondiale  che negli anni ottanta diventò uno spacciatore e corriere  di droga per  il “ Cartello”. Il tutto fu raccontato dal giornalista Sam Dolnick  sul The New York Times  nell'articolo del  “The Sinaloa Cartel's 90-Year-Old Drug Mule” .
Nel film Il protagonista viene chiamato Earl Stone  . La sua figura è solo quella di un corriere, senza essere anche uno spacciatore. Il suo ritrovarsi circondato dalla più efferata delinquenza ed il rischio connesso alla nuova attività non lo impressionano più di tanto e continua ad affrontare la vita come ha sempre fatto , cercando di cogliere sempre quello che gli piace, senza curarsi molto delle conseguenze.
In certi momenti  lo spettatore rischia addirittura di compiacersi  del suo modo di fare o di arrivare ad una possibile invidia quando il mitico ottanta/novantenne  si accinge a trascorrere una piacevole notte di passione insieme a due conturbanti ragazze.
Nonostante la generale piacevolezza e la suspense del racconto , tuttavia , la parte più toccante è sicuramente quella legata all’attenzione che il vecchio, scusate , l’anziano  Earl dedica in modo nuovo alla sua famiglia che, in passato, aveva colpevolmente trascurato. E’ questo forse il messaggio più forte che il film vuole trasmetterci: quello di non trascurare mai le persone che si amano e che ci amano, anche se questo accadesse   per le ragioni più importanti o necessarie che vi siano. Non trascurarle mai, assumendosi la responsabilità e accettando anche le possibili conseguenze negative che questo può comportare.
Tra gli interpreti,  oltre a Clint, troviamo anche  Allison  Eastwood  nel ruolo della figlia di Earl Stone, un ottimo Bradley Cooper nei panni dell’ agente anti-droga della DEA Colin Bates  ,  Andy Garcia ( il capo dei trafficanti di droga) e un convincente Ignacio Serricchio nel ruolo di un componente dell’organizzazione del “ Cartello”.
Ancora una volta Clint Eastwood riesce a coinvolgerci nei suoi films che , quando portano il suo marchio, ci garantiscono un livello elevato e sempre meritevole d’attenzione.
Alla prossima Clint.


venerdì 15 febbraio 2019

IL PRIMO RE




Matteo Rovere,  alternando con successo l’attività di produttore ( il ciclo di film “ Smetto quando voglio”) e quella di regista, ci regala dopo “ Veloce come il vento “ del 2016,  interpretato  da Stefano Accorsi e Matilda De Angelis, un nuovo film intenso ed interessante : “ Il primo re”.
All’interno di un ambiente primitivo e e selvaggio,  Rovere ci racconta la storia di due fratelli destinati,  con le loro gesta, a cambiare la storia del mondo . Sono Romolo e Remo ,due pastori  scampati per miracolo ad una esondazione del fiume Tevere che , tuttavia , gli ha fatto perdere le bestie  di proprietà e li ha fatti ritrovare schiavi della terribile città di Alba Longa.
Il percorso di liberazione dalla schiavitù dei due fratelli coinvolgerà altre genti latine e sabine e li porterà pian piano ad affermarsi come capi indiscussi . Solo uno di loro tuttavia sarà il nuovo re e, nonostante il grande amore fraterno che li accomuna, alla fine inevitabilmente sarà compiuto il loro destino . Il fratello ucciderà il fratello e sarà il primo re di Roma. Il film si muove nell’ambito di una rivisitazione del mito di Romolo e Remo  e della fondazione di Roma; ma, nel farlo, ci suggerisce un percorso di confronto  e di valutazione di due modalità di esercizio del potere e dell’autorità.
Durante quasi tutto il film è Remo , magistralmente interpretato da Alessandro Borghi, ad essere il protagonista con la sua determinazione , la sua forza, la sua generosità che lo porterà ad essere il capo assoluto del suo gruppo . Romolo , al contrario , ferito in combattimento sarà quasi sempre visto come un peso , un problema anche per la sua forte determinazione a mantenere con sè e nel gruppo  il fuoco sacro e  la sacerdotessa  Satnei  della dea Vesta così da conservare il favore degli dei.
Proprio , spinto dall’amore fraterno, Remo rifiuterà i dettami della predizione della sacerdotessa che gli impongono di uccidere il fratello per diventare Re. Si ribellerà agli Dei, spegnerà il sacro fuoco di Vesta sacrificherà i sacerdoti per immaginare e perseguire una realtà concreta di dominio personale fondato sulla forza , il coraggio , la determinazione e la capacità; tuttavia, proprio questa eccessiva personalizzazione  del potere porrà le basi della sua sconfitta.
Il film, infatti, ci suggerisce, al contrario, come vincente il percorso di Romolo ( Alessio Apice) che, guarito dalla sua ferita, riaccenderà il fuoco sacro e si farà riconoscere come capo grazie proprio ad una spersonalizzazione del potere. Un  esercizio  dell’autorità come servizio di tutela di credenze e valori della comunità. Valori a cui tutti debbono fare riferimento e che legittimeranno il potere reale.
Il film risulta interessante, vibrante ed intenso, con un‘ambientazione  tutta all’interno del territorio laziale: dal Bosco del Foglino  alla zona di Nettuno, Viterbo e Manziana. Il tutto valorizzato dall’utilizzo della luce naturale da parte del direttore della fotografia Daniele Cipri. Interessante anche la scelta dei dialoghi recitati unicamente in protolatino, antecedente a quello arcaico, con sottotitoli in italiano.


venerdì 1 febbraio 2019

DUE FAMIGLIE - Parte 6





Era il 4 di agosto 1943. Turiddu dovette salutare subito Maria e le bambine perché doveva presentarsi al Comando in Piazza Duomo.
Le voci della ritirata tedesca in corso erano ormai dilaganti. Tutti aspettavano quel cambiamento e non si parlava d’altro . Turiddu invece ebbe altro su cui concentrare la sua attenzione . Era stato comandato di presentarsi l’indomani mattina alla Direzione delle Poste per accompagnare il Direttore nel trasporto dei valori  in cassa presso la Banca  d’Italia.  La mattina successiva presto, insieme al Direttore,  montarono sul pulmino di trasporto valori .Erano  decisamente  guardinghi e preoccupati . Appena partiti, videro che tutti punti stradali normalmente sorvegliati dai soldati tedeschi erano vuoti.
-Che succede Tenente? -chiese il Direttore- la città sembra vuota . Non c’è nessuno in strada.
- Sembra proprio che i tedeschi siano andati via – rispose Turiddu--Sono giorni che si parla  che Kesserling aveva intenzione di far lasciare la città alle truppe tedesche. Penso che l’abbia fatto.
- Ed ora che facciamo? -disse il Direttore- In questo momento , prima che arrivino gli alleati  in città, chi comanda?  A chi portiamo i valori che stiamo trasportando? Chi mi garantisce che le varie amministrazioni siano ancora funzionanti e responsabili?
- Nessuno -ammise Turiddu- Siamo nella terra di nessuno. Tutta la precedente amministrazione deve essere convalidata dalle nuove autorità occupanti. Figuriamoci poi i valori che stiamo trasportando! Farli sparire, sarebbe questione di un attimo!  Non solo, ma potremmo anche essere accusati di averli trafugati.
Turiddu si fermo un attimo a riflettere. Il Direttore  , nel frattempo, dal canto suo stava in silenzio ma tradiva il suo nervosismo contorcendosi febbrilmente le mani in un continuo strofinio.
Dobbiamo essere certi di consegnare i depositi a chi ci garantisce il buon esito dell’operazione . A qualcuno con i poteri avallati dalla nuova amministrazione. Anzi, dovremmo aspettare l’entrata degli americani in città.-propose Turiddu .
-Oppure potremmo sparire con i soldi  e chi s’è visto, s’è visto- disse il Direttore.facendo  esplodere tutto il suo nervosismo in una risata .
Il ridere fu contagioso e Turiddu senza rendersene conto ne fu coinvolto senza volerlo:
-Complimenti Direttore- Rispose Turiddu ridendo. Dopo una vita integerrima finalmente avremmo un vero premio: Ah! Ah! Ah!
- Era ora che qualcuno si accorgesse di noi!!!- Aggiunse il Direttore ormai  fuori di se dalla risate
-Eh no! Speriamo che nessuno se ne accorga!  -Disse Turiddu-ridendo ancora più forte.
- Hoi ! Hoi Hoi! Basta non ne posso più-Rispose il Direttore-Ho le lacrime agli occhi !
Dopo , riprendendo il controllo disse : Che facciamo? Dobbiamo fare passare  almeno  la mattina e vedere che succede.
Dirigiamoci verso la Villa Bellini. Entriamo dentro : All’ingresso ci sono i vigili  miei colleghi e ci faranno passare : Aspettiamo li dentro, nelle strade della villa. Potremo anche avere delle informazioni su quello che succede dagli altri vigili urbani!
Va bene ! E … speriamo bene ! – Aggiunse il Direttore.
Tutto si svolse come Turiddu aveva previsto. All’ingresso c’erano due vigili che riconoscendo il tenente scattarono sull’attenti e senza discutere fecero passare il pulmino.  Dopo Turiddu e il Direttore posteggiarono il pulmino vicino ad  una fontana alla base della strada in salita dove stanno le varie panchine dette degli innamorati e che porta al piazzale dove si trova il Chiosco Cinese.


Trascorsa mezza giornata , verso le tre del pomeriggio , Turiddu stanco ed impaziente si accorse di un certo trambusto all’ingresso del giardino dove sostavano i colleghi vigili urbani: Chiese al Direttore  di potersi allontanare un attimo per vedere che succedeva  e si diresse verso i suoi colleghi. Arrivato si accorse che proprio davanti all’ingresso della villa lungo il viale Regina Margherita stavano sfilando delle camionette di truppe “alleate”. Si rivolse ai vigili suoi colleghi e gli chiese:
_-Sono arrivati gli americani?
-No!  Sono inglesi – rispose un collega-  Ce ne sono pure molti di colore. Truppe di africani delle colonie inglesi.
- Da quanto tempo li hai visti?
- E’ circa mezz’ora che stanno passando.
- Adesso ascoltami- disse Turiddu- ti do un incarico importante-
-Comandi Sig. Tenente-rispose il vigile
-Devi andare al Municipio e chiedere ai superiori se il nuovo Comando Militare  ha preso in mano le redini dell’amministrazione locale . e dove ha stabilito i suoi locali. Dove si è insediato? Quindi ,appena hai questa informazione ,  torna qui ,subito.-disse Turiddu-
Il vigile parti immediatamente a svolgere l’importante incarico conferitogli da Turiddu e tornò trafelato dopo ca due ore.
Allora? – chiese Turiddu-
-Gli inglesi sono a Piazza Duomo . Hanno preso tutto un palazzo come sede del loro Comando e l’amministrazione della città fa riferimento a loro. 
-Bene – Disse Turiddu – Grazie – Adesso li andiamo a trovare.
Si diresse verso il pulmino portavalori , parlò con il Direttore delle Poste e convennero di recarsi subito in Piazza Duomo. Nonostante i bombardamenti la strada era resa praticabile e si poteva arrivare al Duomo percorrendo via Etnea. Così fecero  e finalmente dopo le opportune presentazioni e intercessioni dei suoi superiori  si poterono liberare del prezioso carico e scortati da militari inglesi consegnarlo ai responsabili locali della Banca d’Italia perché riponessero i depositi  valori in cassaforte in contropartita del credito a favore del conto di evidenza delle Poste Italiane.
Quella difficile giornata si stava concludendo onorevolmente. Turiddu ed il Direttore delle poste potevano finalmente tornare a casa, poveri come prima, ma con la coscienza pulita ed orgogliosi di aver fatto il proprio dovere.
Circa un mese dopo , la sera  a letto Turiddu e Maria parlavano insieme sulla  nuova situazione :
-          Beh! Ormai  si può pensare che la guerra  sta finendo. Con la firma dell’armistizio con gli alleati siamo ormai in territorio  protetto e libero.- disse Turiddu
-          Non ci posso ancora credere ! – rispose Maria –
Le bambine, nell’altra stanza, stavano riposando tranquille ed il silenzio regnava nella casa.
- Sai  penso che ricomincerò a studiare  e completerò il mio percorso di laurea-aggiunse Turiddu
-  E come farai ? Ancora non ci sono servizi regolari per passare lo Stretto.- rispose Maria
-Non ti preoccupare . Mi hanno detto che si passa tranquillamente con delle barche di pescatori  da Messina; e poi, ci vuole ancora qualche mese per riprendere bene a studiare. Poi speriamo di fare qualche miglioramento di stipendio   avere una promozione e riuscire a riparare le case bombardate di mio papà.
-  C’è speranza? -Chiese Maria
- Mah! Mi hanno detto che con l’esperienza che ho accumulato ai servizi annonari potrei assumere un  ruolo di Direzione ai Mercati Generali e mi darebbero anche un aumento di stipendio.  Tutto questo sempre  rimanendo nel corpo dei vigili urbani ma distaccato nel ruolo.
-   Magari!
- Chissà? A questo punto potremmo anche ingrandire la famiglia!  Potrebbe finalmente arrivare un maschietto! Che ne dici?
- Dico che per adesso non abbiamo occhi per piangere  e che bisogna aspettare – rispose Maria.
Aspettarono anni  e anni; ma, alla fine, il maschietto arrivò  e quando si fece grande incontrò una ragazza : la figlia di Gaetano.
FINE