domenica 23 gennaio 2022

La scelta di Anne - L'Événement

 


Anne Duchesne è una giovane studentessa di modeste condizioni sociali ma di una brillante capacità intellettuale, che la porta ad avere un buon successo negli studi e l’apprezzamento degli insegnanti.

Siamo in Francia nel 1963. I modelli di comportamento dei giovani cominciano ad essere più liberi anche se, formalmente, si mantengono delle regole più rigide.

Anne, improvvisamente, si trova a misurarsi con un problema più grande di lei: una gravidanza indesiderata  che sconvolge i suoi piani di vita, dal completamento degli studi, alla sua realizzazione nel mondo del lavoro. Anne non rifiuta la maternità ma non l’accetta in quel momento della sua vita: si sente travolta da un destino che non ha scelto e di cui non si sente in grado di sopportare le conseguenze. Per un momento, quello che succede nel suo corpo è qualcosa che sente come estraneo  e di cui vorrebbe liberarsi,  pur sapendo che l’aborto, in Francia, è un atto illegale.

Quale sarà la scelta di Anne?

E’ questa la questione trattata dal film “L’événement”( La scelta di Anne) diretto da Audrey Diwan che costituisce l’adattamento cinematografico del romanzo autobiografico “L'evento” (2000) di Annie Ernaux

Partendo da un giornale intimo tenuto nel 1963, per Ernaux  raccontare la sua esperienza è una questione necessaria per riportare alla luce  quella che è stata ed, in qualche caso, ancora è una ferita collettiva : quella di una ragazza che cerca disperatamente di abortire  in un mondo che non le riconosce questo diritto.

“Se non andassi fino in fondo a riferire questa esperienza contribuirei ad oscurare la realtà delle donne schierandomi dalla parte della dominazione maschile del mondo”. Ed ancora : “Che la clandestinità di chi ha vissuto quest’esperienza dell’aborto appartenga al passato non mi sembra un motivo valido per lasciarla sepolta, scrive Ernaux, Tanto più che il paradosso di una legge giusta è quello di obbligare a tacere le vittime di un tempo con la scusa che “le cose sono cambiate”.

Nel libro e nel film il tema che ci viene sottoposto è l’espressa richiesta delle donne di poter disporre liberamente del proprio corpo,  anche  in presenza di una gravidanza, ricordando come spesso questo rimaneva comunque problematico  sia quando l’aborto era dichiarato illegale, sia anche quando era consentito, ma reso difficile a causa della grande presenza di medici obiettori.

Quello che si vuole evidenziare è la mentalità, presente specialmente nel mondo maschile, per cui tutto quello che concerne la gravidanza, dal concepimento al parto, è una questione ed una responsabilità che ricade interamente sul corpo delle donne,  ma su cui le stesse non devono essere ascoltate.

Personalmente direi: non devono essere ascoltate con diritto esclusivo di priorità se per un momento ammettiamo che la generazione della vita non è un problema individuale ma una questione sociale primaria. Quando nasce e si legittima il diritto ala vita? C’è un ‘età dopo la quale si acquisisce e una dopo cui paradossalmente può perdersi? Esiste pertanto una separazione del diritto del soggetto che sta nascendo da quello del corpo che lo ospita fino alla sua nascita? E dell’altro corpo che col suo seme ne ha permesso il concepimento?

Quello che rimane intollerabile è che la responsabilità ricada sempre e comunque sulla sola donna  e sulla sua vita . La donna invece dovrebbe essere sempre e comunque aiutata  per non dovere rinunciare a nulla delle proprie aspirazioni e desideri. Alla stessa maniera anche l’uomo non dovrebbe potersi disinteressare  della vita che ha contribuito a creare. Dovrebbe esserci una precisa responsabilità da dover assumere  in ogni caso. Il film ha il pregio di porre una questione che a mio parere è lontana dall’essere risolta e su cui  giustamente va richiamata la nostra attenzione.

Quello che mi auguro è che nessuno debba rimpiangere un giorno di non aver portato avanti quella meravigliosa occasione di vita che aveva avuto per un attimo accanto a se.

Anne  si muove all’interno di questa storia con il bel volto della giovane attrice Anamaria Vartolomei che le dona la sua grazia ma anche un’intensa partecipazione al ruolo.

“L’événement” ha vinto il Leone d'oro per il miglior film alla 78ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.

 

 

 

 

 

 

 

 


venerdì 7 gennaio 2022

E noi come stronzi rimanemmo a guardare

 



Pierfrancesco Diliberto, in arte PIF,  ci regala,  con il suo ultimo film ,una riflessione importante su quelli che sono le possibili conseguenze sul nostro futuro dell'attuale rivoluzione digitale. Questa rappresenta sicuramente una grande opportunità  ma contemporaneamente , come è sempre accaduto nella storia umana, il suo possibile cattivo utilizzo, una gestione autoritaria  ed egoistica a vantaggio di pochi, può rappresentare un grave problema che diventa sempre  più importante e globale  in relazione all'importanza dello sviluppo tecnologico.

L'utilizzo di un algoritmo per ottimizzare l'efficienza lavorativa nella sua azienda,  introdotto dal protagonista  Arturo ( un ottimo Fabio De Luigi), comporterà proprio il suo licenziamento  e successivamente, a causa di un test sull'affinità di coppia, verrà abbandonato dalla sua compagna Lisa ( Valeria Solarino).

Ecco, già nella prima fase del film Pif, provocatoriamente, ci mostra come  la nostra subordinazione psicologica e pratica  al digitale può farci restare soli e senza lavoro. 

Arturo ha  cinquant'anni  e a questa età la capacità dell'attuale mercato del lavoro di offrire una decente opportunità di reinserimento è molto discutibile; pertanto, Arturo non trova di meglio che lavorare come  rider della multinazionale Fuuber con condizioni di lavoro  pesanti e mal retribuito. Immediatamente, il pensiero va alla denuncia  di questa condizione, sempre più diffusa nel mondo della distribuzione commerciale odierna,  contenuta nel film di Ken Loach: " Sorry, we missed you" .

Le multinazionali del digitale  stanno decisamente conquistando il mondo della distribuzione , della comunicazione, e progressivamente delle relazioni  e dello spettacolo, per non parlare anche del serio tentativo d'indirizzare in modo significativo i comportamenti  commerciali, emozionali , sociali e politici .  

Dopo averci mostrato le difficoltà della vita economica del suo protagonista,  Pif ci racconta di come , successivamente,  egli  potrà essere condizionato nel suo campo affettivo. Rimasto solo dopo l'esito negativo del test sull'affinità con la sua compagna , Arturo accetta di entrare nel programma creato dalla Fuuber stessa per abbinare le persone a personaggi virtuali presenti come ologrammi. La storia prosegue  raccontandoci della lotta di Arturo e della sua nuova compagna reale Stella  (una splendida Ilenia Pastorelli) per riconquistare la propria libertà personale .

Quale sarà il suo esito  ? 

Non lo sappiamo, ma risulta inquietante  la riflessione del giovane  fondatore dell'immaginaria multinazionale Fuuber ( interpretato da Eamon Farren),  in una scena che lo ritrae nella sua stanza all'interno del suo grattacielo di Mumbai.

Guardandoci fisso negli occhi  e parlando di Arturo e della sua nuova compagna ,   ci dice: "Mi fanno quasi tenerezza : pensano di essersi liberati di noi ma in realtà noi conosciamo il loro passato, il loro presente ed il loro futuro . Quello che desiderano e quello di cui hanno bisogno. Chi ci ha dato queste informazioni?- chiede ancora, e risponde: Voi stessi . Abbiamo chiesto il permesso di accedere ai vostri dati e ce lo avete concesso . Grazie alla gestione di queste informazioni, siamo diventati miliardari .Pensate che siamo disposti a fermarci?".

Il film è stato prodotto da Sky Italia  e  presentato alla Festa del Cinema di Roma 2021. La distribuzione  è  avvenuta sui canali Sky Cinema  a partire dal novembre 2021.

Pierfrancesco Diliberto è anche autore del soggetto e della sceneggiatura insieme a Michele Astori.