Anne Duchesne è una giovane studentessa di modeste condizioni sociali ma
di una brillante capacità intellettuale, che la porta ad avere un buon successo
negli studi e l’apprezzamento degli insegnanti.
Siamo in Francia nel 1963. I modelli di comportamento dei giovani cominciano ad essere più liberi anche se, formalmente, si mantengono delle regole più rigide.
Anne, improvvisamente, si trova a misurarsi con un problema più grande
di lei: una gravidanza indesiderata che
sconvolge i suoi piani di vita, dal completamento degli studi, alla sua realizzazione
nel mondo del lavoro. Anne non rifiuta la maternità ma non l’accetta in quel
momento della sua vita: si sente travolta da un destino che non ha scelto e di
cui non si sente in grado di sopportare le conseguenze. Per un momento, quello
che succede nel suo corpo è qualcosa che sente come estraneo e di cui vorrebbe liberarsi, pur sapendo che l’aborto, in Francia, è un
atto illegale.
Quale sarà la scelta di Anne?
E’ questa la questione trattata dal film “L’événement”( La scelta di
Anne) diretto da Audrey Diwan che costituisce l’adattamento cinematografico del
romanzo autobiografico “L'evento” (2000) di Annie Ernaux
Partendo da un
giornale intimo tenuto nel 1963, per Ernaux raccontare la sua esperienza è una questione
necessaria per riportare alla luce quella
che è stata ed, in qualche caso, ancora è una ferita collettiva : quella di una
ragazza che cerca disperatamente di abortire
in un mondo che non le riconosce questo diritto.
“Se non andassi
fino in fondo a riferire questa esperienza contribuirei ad oscurare la realtà
delle donne schierandomi dalla parte della dominazione maschile del mondo”. Ed
ancora : “Che la clandestinità di chi ha vissuto quest’esperienza dell’aborto
appartenga al passato non mi sembra un motivo valido per lasciarla sepolta,
scrive Ernaux, Tanto più che il paradosso di una legge giusta è quello di
obbligare a tacere le vittime di un tempo con la scusa che “le cose sono
cambiate”.
Nel libro e nel
film il tema che ci viene sottoposto è l’espressa richiesta delle donne di
poter disporre liberamente del proprio corpo,
anche in presenza di una
gravidanza, ricordando come spesso questo rimaneva comunque problematico sia quando l’aborto era dichiarato illegale, sia anche quando era consentito, ma reso difficile a causa della grande presenza
di medici obiettori.
Quello che si vuole
evidenziare è la mentalità, presente specialmente nel mondo maschile, per cui tutto
quello che concerne la gravidanza, dal concepimento al parto, è una
questione ed una responsabilità che ricade interamente sul corpo delle
donne, ma su cui le stesse non devono
essere ascoltate.
Personalmente direi: non devono essere ascoltate con diritto esclusivo di priorità se per un momento
ammettiamo che la generazione della vita non è un problema individuale ma una
questione sociale primaria. Quando nasce e si legittima il diritto ala vita? C’è
un ‘età dopo la quale si acquisisce e una dopo cui paradossalmente può
perdersi? Esiste pertanto una separazione del diritto del soggetto che sta
nascendo da quello del corpo che lo ospita fino alla sua nascita? E dell’altro
corpo che col suo seme ne ha permesso il concepimento?
Quello che rimane
intollerabile è che la responsabilità ricada sempre e comunque sulla sola
donna e sulla sua vita . La donna invece
dovrebbe essere sempre e comunque aiutata
per non dovere rinunciare a nulla delle proprie aspirazioni e desideri.
Alla stessa maniera anche l’uomo non dovrebbe potersi disinteressare della vita che ha contribuito a creare. Dovrebbe
esserci una precisa responsabilità da dover assumere in ogni caso. Il film ha il pregio di porre
una questione che a mio parere è lontana dall’essere risolta e su cui giustamente va richiamata la nostra
attenzione.
Quello che mi
auguro è che nessuno debba rimpiangere un giorno di non aver portato avanti
quella meravigliosa occasione di vita che aveva avuto per un attimo accanto a
se.
Anne si muove all’interno di questa storia con il
bel volto della giovane attrice Anamaria Vartolomei che le dona la sua grazia ma anche un’intensa partecipazione
al ruolo.
“L’événement” ha vinto il Leone d'oro per il miglior film alla 78ª
Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.