giovedì 29 marzo 2018

TONYA



Tonya (I, Tonya) è un film del  2017 diretto da  Craig Gillespie, con la sceneggiatura di  Steven Rogers, in cui si racconta la vita personale e sportiva  della  pattinatrice su ghiaccio Tonya Harding, protagonista nel 1994 di uno dei più grossi scandali sportivi degli Stati Uniti d'America.
Per questo film  Allison Janney nel ruolo della durissima madre di Tonya ( Lavona Harding) ha vinto l’Oscar 2018 come miglior attrice  non protagonista; mentre, Margot Robbie ( nel ruolo di Tonya)  aveva ricevuto la candidatura per la migliore attrice e Lee Haugen e John Axelrad  quella per il miglior montaggio.
Non ha avuto mai pace Tonya, anche se, solo grazie alla forza del suo carattere , è riuscita a superare una dopo l’altra le tremende prove che la vita l’ha costretta ad affrontare .
Il film ci racconta di una persona che fin da bambina è stata costretta a correre e sacrificarsi  senza alcun compatimento per le sue normali debolezze, incalzata  senza tregua da una madre dura e violenta.
La violenza è stata sempre una costante della vita di Tonya con cui alla fine ha convissuto e a cui in qualche modo si è pure abituata, entrando anche fra le caratteristiche della sua personalità.
Le condizioni di relativa povertà e l’abitudine ad un ambiente violento l’hanno accompagnata sin da bambina.  La violenza è stata presente nei rapporti con  la madre e con i conoscenti, nell’adolescenza e nella giovinezza, all’interno del suo rapporto affettivo con Jeff Gillooly ( interpretato  da Sebastian Stan) quello che sarebbe diventato suo marito fino al divorzio nel 1993.
Fra le migliori doti di Tonya non vi è  stata certamente la grazia, ma  una forza esplosiva e vitale ed una bellezza fisica e personale  che si esprimevano  e si realizzavano in tutta la loro pienezza  nel corso dell’impresa sportiva.
Tonya fu la seconda donna al mondo , dopo la giapponese Midori Itō, ad eseguire un triplo axel in una competizione ufficiale. Ciò accadde  nel 1991 , ai campionati nazionali statunitensi,  dove Tonya eseguì il suo primo triplo axel,  e  vinse il titolo  grazie al 6.0 ottenuto nel punteggio tecnico.
Quell’anno e in tutta la sua carriera, eseguì altre tre volte quel difficile salto: una volta ai Mondiali (dove arrivò seconda dietro a Kristi Yamaguchi) e due volte allo Skate America, in ottobre.
Proprio quando il suo sogno sembrava realizzarsi , la vita continua a metterla a dura prova.
La sua relazione matrimoniale, devastante e contraddittoriamente infarcita di passione e violenza, la porterà verso una parabola personale e sportiva discendente  fino ad arrivare, nel 1994,  allo scandalo  per il coinvolgimento nell’aggressione alla pattinatrice Nancy Kerrigan, dopo una sessione di allenamento ai Campionati nazionali vinti poi dalla Harding dopo l’abbandono della rivale ferita.
Il film cerca di descrivere come la Harding fosse in qualche modo coinvolta   senza essere a conoscenza dell’intenzione di far aggredire fisicamente la Kerrigan . Quello che aveva saputo dal marito  divorziato, che continuava a seguirla negli allenamenti e nella sua attività sportiva, era che la Kerrigan sarebbe stata oggetto solo di minacce. Quasi una sorta di rivalsa,  a seguito del fatto che Tonya stessa era stata fatta oggetto di minacce di morte anonime.
Il film cerca di scagionare lo stesso  Jeff Gillooly, imputando l’aggressione fisica della Kerrigan alla volontà  dell’amico  Shawn Eckhardt a cui Gillooly si era rivolto per  attuare le minacce.
Nonostante lo scandalo, la Harding partecipò alle olimpiadi invernali classificandosi ottava mentre la Karrigan, ripresasi. vinse la medaglia d’argento. Successivamente, il film ci mostra la triste conclusione della vita sportiva della Harding come pattinatrice . che nel 1994  fu bandita a vita  dalla Federazione americana di pattinaggio così come anche dal circuito ISU, nonostante avesse continuato a dichiarare la propria estraneità all'ideazione dell'aggressione.
La violenza, che era stata sempre presente nella sua vita,  continuerà  a farle compagnia negli incontri di boxe professionistica femminile a cui si dedicherà  dopo la squalifica.
Nelle sue  ultime immagini il film, tuttavia, c’informerà del fatto che la Harding ha saputo  reagire alle sue peripezie,  risposandosi felicemente  e diventando madre serena di una bambina che ha ormai  sette anni.
Pur affrontando situazioni  a tratti violente e difficili, il tono generale del racconto rimane positivo e vitale;  ben interpretato da tutti i bravissimi attori, che riescono a non calcare mai troppo la mano sulla caratterizzazione dei personaggi,  ben diretti da Craig Gillespie.
 Ci auguriamo che esso possa aver contribuito a migliorare l’opinione del pubblico sulla Harding.

mercoledì 21 marzo 2018

LA SERA DEI DAVID 2018




Una serata speciale  dove, uno dopo l'altro, passano davanti ai nostri occhi  gli artefici delle storie che abbiamo visto, ognuno perso nelle sue  fantasie , nei sogni , nelle emozioni,   nel silenzio  e nel buio animato dalle immagini e dal sonoro del film,  all'interno  della sala cinematografica .
Come si poteva iniziare meglio se non premiando per la carriera una sempre bella e cara Stefania Sandrelli , che  ci racconta di come anche lei da spettatrice ha imparato ad amare il cinema, che poi avrebbe avuto il piacere di vivere in prima persona a cominciare dal suo primo incontro con quell'attore straordinario che fu Marcello Mastroianni?
E poi ancora, ascoltare Spielberg , altro David alla carriera, emozionarsi al ricordo dell'importanza rivestita nella sua formazione dagli autori del cinema italiano e del suo incontro a Roma con Federico Fellini?
Le immagini dei volti degli attori, in attesa della premiazione che li riguarda,  si mescolano a quelli degli ospiti , a quello abbronzato del presentatore Carlo Conti, per poi  dissolversi nelle note della splendide canzoni cantate da Giorgia   con " Gocce di memoria " che ci porta  nell'atmosfera dello splendido film di Ozpeteck " La finestra di fronte" ,o  di Malika Ayane   che ci canta "La prima cosa bella " mentre la telecamera inquadra  di tanto in tanto il volto  di Micaela Ramazzotti ,che di quel film fu la splendida protagonista.
Carmen Consoli ci regala in seguito  , accompagnata dalla sua chitarra, le note de" l'ultimo bacio" facendoci venire alla mente le scene dell'omonimo film di Muccino  ed i volti di Stefano Accorsi, Vittoria Puccini e tutti gli altri giovani  di quella splendida generazione di attori italiani che non ci stancheremo mai di continuare a seguire nelle loro nuove interpretazioni.
 I premi si susseguono e la grande Diane Keaton, altro David alla carriera,  premia come miglior attore protagonista  Renato Carpentieri per " La tenerezza" film delicato ed intimista  . Favino consegna il David per la miglior regia al giovane Jonas Carpignano per " A ciambra"  per il cui montaggio viene premiato anche Affonso Gonçalves . Altro film pluripremiato è "Nico, 1988" che vince  il David per la migliore sceneggiatura originale a Susanna Nicchiarelli ,migliore truccatore a Marco Altieri , migliore acconciatore a Daniela Altieri e miglior suono a Adriano Di Lorenzo, Alberto Padoan, Marc Bastien, Éric Grattepain, Franco Piscopo .
Una bella affermazione anche per il  film d'animazione " Gatta cenerentola "  che riceve il premio per i migliori effetti digitali  a Mad Entertainment  e per la migliore produzione a Luciano Stella e Maria Carolina Terzi per Mad Entertainment e Rai Cinema .
Il premio per il miglior regista esordiente va meritatamente a Donato Carrisi  per " La ragazza nella nebbia" che ha saputo realizzare un film poco comune nel panorama italiano ,  capace di gareggiare,  senza sfigurare, con i migliori gialli  investigativi stranieri.
Un altro premio che condivido pienamente è quello assegnato a Jasmine Trinca , attrice protagonista di " Fortunata" , ruolo che ha saputo vivere con forza ed intensità.
il film di Ozpeteck " Napoli velata " riceve  il premio per la migliore fotografia  a Gian Filippo Corticelli, migliore scenografia a Deniz Gokturk Kobanbay, Ivana Gargiulo  e migliore costumista a Daniela Salernitano  a pari merito con Massimo Cantini Parrini  per il film "  Riccardo va all'inferno ".
Il premio David Giovani va a "Tutto quello che vuoi" per la  regia di Francesco Bruni e per lo stesso film riceve anche il premio, come miglior attore non protagonista, Giuliano Montaldo.
Premio per il miglior documentario lungometraggio a "La lucida follia di Marco Ferreri"con la  regia di Anselma Dell'Olio; mentre, per il  miglior cortometraggio,  il David  va a Bismillah,  per la regia di Alessandro Grande. Migliore sceneggiatura adattata a  Fabio Grassadonia e Antonio Piazza  per " Sicilian Ghost Story".
 il David per il miglior film dell'Unione Europea va a  " The Square"  e quello per il miglior film straniero a " Dunkirk".
La serata si conclude  con la proclamazione del miglior film del 2018:  " Ammore e malavita " dei  Manetti Bros. Un film che ha saputo dosare  musica , ambientazione ,umorismo ,azione,  come nei migliori musicals americani, ed un amore per Napoli  che trova anche il volto partenopeo di tre splendidi attori  come Giampaolo Morelli, Serena Rossi e Carlo Buccirosso, che hanno “napoletanizzato” anche Claudia Gerini portandola a vincere per la sua interpretazione il David come migliore attrice non protagonista . "Ammore e malavita" vince anche il David per la migliore canzone "Bang bang" ( cantata da Serena Rossi)  e per la musica sempre di  Pivio e Aldo De Scalzi.




martedì 20 marzo 2018

MARIA MADDALENA




Dopo aver diretto con successo,  nel 2016, “ Lion- La strada verso casa”,  Garth Davis , giovane regista australiano , si cimenta  oggi,  con una minor riuscita, nella rivalutazione della figura di Maria di Magdala nell’omonimo film “Maria Maddalena”,  pur godendo della bella interpretazione di una sempre più convincente Rooney Mara,  ma non di un’adeguata sceneggiatura  affidata  a Helen Edmundson  e Philippa Goslett. La stessa interpretazione , del sempre bravo Joaquin Phoenix, ne viene sostanzialmente penalizzata.
Davis ci descrive  la vita di Maria  all’interno della famiglia di appartenenza. Ci parla  della sua capacità di essere vissuta come una figura di riferimento,   amata e rispettata  soprattutto dalla parte femminile, mentre con difficoltà riesce a sopportare  le pressioni e le aspettative formali che la parte maschile riversa su di lei. In qualche modo, questo aspetto “femminista” del film  è  forse quello  più particolare ed interessante; mentre , a mio parere, rimane deludente proprio la descrizione della fase dell’incontro , della conversione e  del  seguito del percorso di Cristo, che la portarono ad essere poi la prescelta per la prima  visione della sua resurrezione dalla morte.
Quella che  appare lenta , priva di una forte emozione  e di un importante approfondimento, è invece proprio tutta la rappresentazione  della figura del Cristo, del suo messaggio, dei suoi miracoli, sempre mostrati  e percepiti in un’ aura di dubbio fra la figura del guaritore, quella del profeta,  quella del Messia .
Se  questo può apparire  anche  ragionevole nella prima parte  del film, perde  gradatamente di senso e di forza nel corso del suo svolgimento.
 A tratti, il film scorre  con eccessiva lentezza e dando la sensazione di ritrarre situazioni molto marginali all’interno della società del tempo. I dialoghi  sono spesso decisamente non all’altezza del tema trattato. Il riferimento ad una tensione antagonista e a delle aspettative , concretamente politiche, di lotta al potere di Roma,  da parte del movimento che seguiva il Cristo,  caratterizzano troppo  lo sviluppo del film, senza quell’equilibrio  e quel successivo accantonamento del tema che trovammo invece a suo tempo in “ Jesus Christ Superstar”.
Curioso invece il fatto che  proprio la figura di Giuda, che in quel film era forse quella che esprimeva maggiormente  la  richiesta politica  antagonista al potere romano, in questo film ,invece, è animata da una problematica strettamente personalistica.
La storia e la rappresentazione  del momento della passione di Cristo appaiono troppo distanti  e non sembra  convincente pensare che ciò possa essere dovuto solo al punto di osservazione delle scene, rappresentato dagli occhi di Maria Maddalena.
Alla fine, Lei sembra l’unica ad avere  la piena consapevolezza del significato del messaggio di Cristo,  anche se mai fino in fondo si entra  veramente all’interno del suo merito.
Maria ci viene  descritta come una donna che riesce a seguire la propria voce interiore  e che, per far questo, si ribella  con coraggio alle aspettative di ruolo che la società di quel tempo riversava sulla figura femminile.
L’analisi e la descrizione del personaggio sarebbero state, a mio parere,  più convincenti  se si fosse riuscito a dare maggiore emozione ed articolazione ideale e spirituale al percorso ed al messaggio  del Cristo  da cui la stessa fu attratta, coinvolta e di cui scelse di testimoniare il “Credo” nel mondo  e nel tempo della sua vita.

venerdì 9 marzo 2018

COCO


Coco è un film d'animazione del 2017 diretto da Lee Unkrich e Adrian Molina, che ne hanno  curato anche il soggetto insieme  a Jason Katze  Matthew Aldrich; mentre, la sceneggiatura è stata realizzata da Adrian Molina e Matthew Aldrich.
Il film, distribuito dalla Walt Disney Pictures, è stato  prodotto e creato dalla Pixar Animation Studios ( dal 2006 parte del gruppo Disney) ed ha ottenuto  due Oscar 2018 , per il miglior film d'animazione e per la  migliore canzone con "Remember Me".
Con questo film, si ritorna  nell'incanto del mondo Disney  che ha accompagnato la fanciullezza di molti di noi. Ci si parla della  voglia di vivere , di quell'amore speciale  esistente fra un padre ed una figlia , della bellezza della musica , dell'importanza dei rapporti familiari.
Sarà il giovane Miguel a condurci  per mano lungo tutta la storia, mosso dalla sua passione  per la musica , per la chitarra  dell'innominabile  tris-nonno che suona di nascosto , dal desiderio di conciliare l'inconciliabile : il suo amore per i familiari e per la musica.
Perché questo rifiuto della musica  e di ogni cosa che la ricordi in questa famiglia?
Perché nella foto che ritrae il gruppo familiare originario, quello della tris-nonna e della figlia Coco,  non è visibile  il volto del tris-nonno  , strappato dalla foto?
Tutto inizia da una coppia che si amava profondamente, così come amava   la musica.
Essi cantavano insieme accompagnati dalla chitarra dell'uomo, il trisnonno, che componeva anche le canzoni. Un giorno, dopo sposati e dopo che era nata la piccola Coco, Il tris nonno era andato via, perché desiderava  portare la sua arte al mondo intero, mentre la moglie voleva fermarsi , mettere radici in un posto  e crescere in armonia la figlia. 
La moglie  non lo aveva più perdonato, e da quel giorno la musica era stata bandita da quella casa per  tutte le generazioni a venire .
 La musica, tuttavia, rimane nei nostri cuori e c'era una canzone che il trisnonno aveva scritto per la figlia Coco, a cui la cantava ogni sera prima di andare via,  che diceva " Ricordami "  e che ritorna sempre nel cuore e nella mente del piccolo Miguel, spingendolo inevitabilmente verso la musica nonostante tutte le proibizioni.


 Quella canzone e quella passione porteranno  Miguel , attraverso un lungo percorso avventuroso  fra la realtà e l'aldilà, a ricomporre l'unità di quella famiglia, ridandole le radici   con la rivalutazione completa del ricordo del trisnonno, che era morto proprio prima di poter tornare a casa come desiderava. 
Il ricordo è importante per l'unità della famiglia e per la stessa speranza nel futuro  ,  perchè  in esso  rimaniamo vivi , in quello di chi ci ama o ci ha amato.
Il ricordo rivivrà e farà rivivere in un attimo speciale il padre nella mente di una vecchia Coco , bisnonna di Miguel,  che riuscirà a cantare insieme a lui ,  balbettando, la canzone " ricordami" in una delle scene più commoventi del film , rompendo il tabù del divieto della musica presente in quella famiglia e ridandole una vita piena. 
E'  particolarmente toccante la scelta della rappresentazione del delicato   e tenero amore del padre nei confronti della piccola Coco, che accompagna tutto il film e che, con la canzone "Ricordami" , ci rimane nel cuore  a proiezione conclusa.

martedì 6 marzo 2018

La febbre del sabato sera


olio su tela 50 x 70

LADY BIRD



“Lady Bird” è un film statunitense del 2017 scritto e diretto da Greta Gerwig ed interpretato da Saoirse Ronan( nel ruolo della protagonista Cristine) , Laurie Metcalf( la madre), Tracy Letts, Lucas Hedges e Timothée Chalamet. Ha ottenuto cinque nomination ai Premi Oscar 2018  di cui una per il miglior film, per miglior attrice a Saoirse Ronan, miglior attrice non protagonista a Laurie Metcalf, migliore sceneggiatura originale e miglior regista a Greta Gerwig.
La narrazione si svolge a Sacramento ( California) e ci parla del momento di passaggio dall’adolescenza all’età adulta di una giovane donna Christine "Lady Bird" McPherson, studentessa dell'ultimo anno di un liceo cattolico della periferia della città. E una storia che potremmo definire intimista ed universale perché centra l’obiettivo della macchina da presa su quelle che sono le problematiche di quell’età: il contrasto con i genitori, la gestione dei rapporti di amicizia, la prima esplorazione e conoscenza dei rapporti amorosi e sessuali, il desiderio di realizzarsi secondo i propri desideri e non seguendo acriticamente quanto è già previsto per noi, specialmente dai genitori, ma non solo.
L’inevitabile anticonformismo , a tratti ribelle , non esce comunque mai al di fuori dei normali canoni di devianza momentanea propri di quell’età ed il film rimane all’interno di una dinamica sostanzialmente personale  ed intima  senza mai avventurarsi  in discorsi di tipo diverso ( di carattere sociale, politico ecc.)  pur mostrandoci  i cambiamenti  e le nuove caratteristiche comportamentali della periferia americana contemporanea.
Da un lato “Lady Bird” , come ogni adolescente, chiede alla sua famiglia maggiore attenzione per i suoi desideri e per il modo in cui vorrebbe vivere;  dall’altro, inevitabilmente, il genitore richiama la giovane alle proprie responsabilità familiari e sociali ed all’impegno necessario per raggiungere qualunque obiettivo.
Sembra un dialogo fra sordi; ma, in realtà, ognuno di noi ricorda quelle improvvise ed inaspettate manifestazioni di affetto dei propri genitori che hanno messo in crisi  e cambiato i nostri giudizi su di loro, facendoceli poi apprezzare per la loro dedizione e per i sacrifici che avevano affrontato .
Il giovane di ogni tempo desidera riuscire a volare da solo,  con le proprie ali , ribadendo al mondo intero che è un animale libero : “Lady Bird”.
Così come nella notte dei tempi, si ripercorrerà il sentiero di Adamo e si preferirà capire da soli cosa sia il bene e  cosa sia il male, rischiando certo di farsi male, ma riuscendo in tal modo a sentirsi liberi ed adulti.
Solo a quel punto “ Lady Bird” potrà ritornare a chiamarsi Cristine.