Fino a quando il rapporto fra uomo e donna dovrà
essere deturpato dalla violenza, dall'inganno, dal condizionamento , dalla
sostanziale mancanza del rispetto verso l'altra persona?
Quando poi tutto questo diventa addirittura una
consuetudine , un comportamento sociale consentito e addirittura codificato, è
insopportabile !
A quel punto
le donne di una comunità, che tollera la violenza su di loro, decidono
di reagire .Le donne cominciano a parlare tra di loro, cercando delle possibili
soluzioni, e, mentre parlano, comprendono meglio se stesse
e anche le altre ed i loro diversi ruoli all'interno della comunità. E'
questo forse l'aspetto più coinvolgente
del film che ci dà la possibilità di assistere al loro colloquio, propedeutico
alla decisione sul da farsi.
“Women Talking - Il diritto di scegliere” (Women
Talking) è un film diretto da Sarah
Polley, che ne ha curato anche la sceneggiatura adattando al linguaggio
cinematografico il romanzo "Donne
che parlano" di Miriam Toews (2018), liberamente tratto da fatti avvenuti
nella colonia Manitoba in Bolivia nel 2011. L'idea del film ha affascinato la
grande attrice Frances Mc Dormand che ha deciso di produrre il film, oltre che
recitarvi nel ruolo di Scarface Janz.
Sarah Polley
ha ambientato la storia nel 2010 in nord America e le riprese si sono svolte materialmente a
Toronto . Le prime scene descrivono una colonia mennonita isolata , di cui non
viene mai indicato il nome , in cui le
donne e le ragazze scoprono che alcuni uomini della loro comunità hanno abusato di
loro mentre dormivano, drogate da dei
tranquillanti usati di solito per le mucche.
Mentre le donne, aiutandosi fra di loro, insorgono
riuscendo ad individuare e far arrestare gli aggressori, che vengono portati in
una città vicina, gli uomini, invece, li
perdonano e ,dopo aver raccolto i soldi per la cauzione, partono per liberarli
lasciando le donne sole per ca. due giorni.
Le donne, a quel punto, cominciano a riunirsi e a
parlare ,rivendicando il diritto di
scegliere la loro vita. Alla fine si troveranno davanti a tre ipotesi: :
a) rimanere
nella comunità senza fare nulla,
b) rimanere
e battersi per far valere i propri diritti
c) andarsene.
E’ attorno a tutto questo che il film proseguirà
il suo racconto, attirando con forza la nostra attenzione e facendoci
riflettere.
Fra i protagonisti mi piace segnalare la bella
prova dell’attrice Rooney Mara nel ruolo di Ona, una ragazza rimasta incinta
dopo lo stupro, e quella di Ben Whishaw
nel ruolo di August Epp,
uno tra i pochi uomini
rimasti nella colonia, che è un insegnante e partecipa alle riunioni delle
donne per trascrivere quello che dicono,
dato che loro sono tutte analfabete.
Ottima la fotografia di Luc Montpellier e molto intensa la colonna sonora
curata da Hildur Guðnadóttir
,una violoncellista e compositrice islandese.,che ha curato in passato altre
colonne sonore per film come “Maria Maddalena, regia di Garth Davis (2018) “
Joker”, regia di Todd Phillips (2019) “Tár” regia di Todd Field (2022).
Il film ha avuto un ampio consenso dalla critica ed ha ricevuto l’ Oscar
2023 , la Chritics' Choice
Awards 2023 e il Writers Guild of
America Award 2023 a
Sarah Polley per la Miglior sceneggiatura non originale.