I nuovi abitanti di quelle vaste praterie, dove è
nato il sogno d’indipendenza e di libertà americano per tanti coloni venuti dalla
vecchia Europa nel nuovo mondo , oggi sono sempre più rappresentati da persone che scelgono una vita nomade perché non
possono più permettersi di pagare un affitto di casa e condurre una vita “
cosiddetta” normale.
Sono loro i cittadini di “ Nomadland” il libro di Jessica
Bruder nato dall’inchiesta «Dopo la pensione» (vincitrice del Premio
Aronson 2015 per il giornalismo sulla giustizia sociale) da cui è stato tratto
l’omonimo film del 2020 scritto, diretto, co-prodotto e montato da Chloé
Zhao.
Nonostante siano uno dei paesi più ricchi del
mondo, gli USA continuano a non avere una assistenza sanitaria pubblica
generalizzata e una valida previdenza sociale . Questa situazione, unita alla
crisi economica del 2007, ha accentuato la difficoltà di molte persone,
portandole a decidere di vivere la propria marginalità in maniera diversa, mettendosi
sulla strada, spostandosi da una parte all’altra
del paese su mezzi di trasporto dove
stabiliscono la propria abitazione, alternando diversi lavori precari e momenti
di sosta in cui le persone s’incontrano, si parlano e si raccontano.
L’idea del film nasce nel corso dell’incontro
fra Frances McDormand e Chloé Zhao agli Independent Spirit
Awards 2018, a cui entrambe erano candidate.
Le due donne iniziano le riprese
nel corso del 2018 e ripropongono all’interno del film anche le storie di
personaggi veri, tratti dalle pagine del
libro inchiesta della Bruder, chiamandoli
a recitare se stessi .
La protagonista Fern ,
interpretata da Frances McDormand, dopo aver perso il marito ed il lavoro ,lascia
la casa provvisoria nella città aziendale di Empire, nel Nevada , per
attraversare gli Stati Uniti occidentali sul suo furgone, incontrando
altre persone che, come lei, hanno deciso o sono state costrette a vivere una
vita da nomadi .Nel corso del suo viaggio, Fern incontrerà quindi la vera Linda May, una grigia sessantaquattrenne che vive
viaggiando su di un furgone, Bob Wells che,
provato da tanti anni di sofferenze personali,
è diventato un punto di riferimento
della comunità nomade ed un altro personaggio femminile come Charlene Swankie.
Questa vita marginale, ma autentica,
ci mostra l’altro lato della società
americana. Quello degli ultimi , dei non integrati, di persone che, tuttavia,
non accettano di restare in un ruolo secondario , anche se assistito, ma
cercano ancora la propria autenticità e
non intendono rinunciare ad uno sguardo libero sul futuro che li aspetta, anche a costo di condizioni di vita molto difficili.
Questa storia, come tante altre
in questo periodo, ci ricorda la
responsabilità che noi tutti abbiamo verso coloro che sono rimasti indietro all’interno
dei paesi più ricchi o verso quelli che scappano dalla miseria , dalle guerre e
dai disastri ecologici.
E’ interessante il fatto che a
parlarci dell’America e del suo sogno infranto per tanti suoi cittadini sia una
giovane regista cinese come Chloé Zhao, pseudonimo di Zhao Ting,
che opera ormai da anni negli USA all’interno
del cinema indipendente, quasi a mostrarci e ricordarci come l’interdipendenza
culturale ed umana all’interno del mondo
conosciuto rappresenti sempre un’opportunità di crescita e non un problema.
La storia è disegnata con una
bella rappresentazione del senso del viaggio , dei momenti d’incontro fra le
persone e della silenziosa riflessione contemplativa dei grandi spazi naturali arricchiti dalla intensa colonna sonora curata
da Ludovico Einaudi.
Francesc McDormand ci regala un’altra
intensa ed essenziale interpretazione del suo personaggio che la pone come
sicura candidata al premio Oscar per migliore attrice protagonista.
“ Nomadland” è stato presentato
in anteprima l'11 settembre 2020 alla 77° Mostra internazionale d’arte
cinematografica di Venezia ,vincendo
il Leone d’oro per il miglior film.
La pellicola diretta da Chloé Zhao è stata inoltre
premiata recentemente da “La National Society of Film Critics” come “ Miglior Film” ed anche per le categorie 'Miglior Fotografia', 'Miglior Regista' e
'Miglior Attrice' (Frances McDormand).