venerdì 1 gennaio 2021

The Midnight Sky

 



Le immagini  di un pianeta avvolto da una coltre di atmosfera a tratti irrespirabile ci trasmettono il grido di dolore e la richiesta di aiuto di un’umanità che rischia la propria estinzione.

La lotta per la sopravvivenza della specie umana vede una possibile speranza nella colonizzazione di un nuovo pianeta il K-23 di cui la spedizione  della nave spaziale Aether ha verificato le condizioni di accoglienza per la vita umana.

Il film ci trasmette  anche un altro concetto importante : quello della responsabilità nei confronti dei nostri cari che non può essere mai trascurata anche quando siamo impegnati in compiti che giudichiamo importanti  o addirittura indispensabili .

Nessuno può sostituirci in questo compito e ,nel momento della verità, la nostra responsabilità è stare vicini a loro o per offrire una possibilità di salvezza o per passare insieme quello che resta ancora da vivere.

Augustine Lofthouse ( George Clooney)  è un astronomo che  ha dedicato la sua intera  vita alla ricerca scientifica  ed è uno degli artefici della individuazione del pianeta K-23 , un satellite di Giove, come  possibile  ambiente vivibile per gli esseri umani , con la  presenza di un’atmosfera  e di un clima adatti. Siamo nel 2049 e Augustine vive, ormai malato terminale, da solo all’interno di una stazione  scientifica del Polo Nord. Una  delle poche zone ancora abitabili, dove si è rifugiato  dopo aver deciso di non seguire gli altri esseri umani nei rifugi sotterranei, creati per sfuggire all’aria irrespirabile presente  in superficie.

Da quella posizione , egli  cerca di mettersi in contatto con la nave spaziale Aether, di ritorno dalla sua missione spaziale,  per avvisare l’equipaggio  che una serie di cataclismi ha reso ormai la vita sulla terra impraticabile  e che l’unica speranza per loro è il ritorno verso il pianeta K-23

All’interno di questo racconto, che  è l' adattamento cinematografico del romanzo del 2016 “ La distanza tra le stelle (Good Morning, Midnight)” scritto da Lily Brooks-Dalton, l’attenzione  si sposta  poi sulla psicologia ed il sentimento dei diversi protagonisti,  mostrandoci quelli che sono i loro affetti più cari, come li hanno vissuti e la responsabilità della loro cura  che diventa , in questo momento, il motore delle loro azioni.

Il rapporto di Augustine con la propria  figlia, ad esempio, è stato sempre complesso ed è uno dei temi centrali del racconto. Alla fine, tuttavia,   egli lo  recupererà pienamente  e sarà felice  del fatto che tutte le sue ricerche scientifiche ed i suoi sforzi  avranno contribuito a trovare la strada per la  sua salvezza . 

Forse, la sceneggiatura di Mark L. Smith poteva essere più avvincente,  curando maggiormente la complessità dei dialoghi , specialmente durante i flashback. La stessa sequenza delle scene finali poteva essere  più evidente e chiara per regalare, anche allo spettatore meno attento, il senso del contenuto trasmesso.

Rimane comunque un film che riesce a smuovere l’animo di chi lo guarda verso una maggiore attenzione al tema della sostenibilità della vita nel nostro pianeta ,che deve diventare  centrale all’interno delle scelte sociali e politiche del nostro tempo.

Da sottolineare la bella fotografia e la colonna sonora di Alexandre Desplat , già vincitore nella sua carriera di due premi Oscar per la colonna sonora dei  film  “Grand Budapest Hotel” e “La forma dell’acqua”.

Ottimo il cast che, oltre a George Clooney, vede la presenza di  Felicity Jones, Kyle Chandler, Demian Bichir e David Oyelowo.

George Clooney, in questi ultimi anni, ha  fatto dell’impegno umanitario uno dei cardini della sua vita e ad esso  ha unito la denuncia del grave problema ecologico che interessa l’intero pianeta.

 In questo modo si è collocato all’interno di quello che è ,a mio parere, un grande movimento mondiale di opinione che sta progressivamente assumendo i caratteri della richiesta di un vero cambio di civiltà e che vede protagonisti esponenti  del  mondo intellettuale , religioso  e politico per la realizzazione di un nuovo grande “Green New Deal”.

 

 


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