Le immagini di un pianeta avvolto da una coltre di
atmosfera a tratti irrespirabile ci trasmettono il grido di dolore e la
richiesta di aiuto di un’umanità che rischia la propria estinzione.
La lotta per la sopravvivenza
della specie umana vede una possibile speranza nella colonizzazione di un nuovo
pianeta il K-23 di cui la spedizione
della nave spaziale Aether ha verificato le condizioni di accoglienza
per la vita umana.
Il film ci trasmette anche un altro concetto importante : quello
della responsabilità nei confronti dei nostri cari che non può essere mai
trascurata anche quando siamo impegnati in compiti che giudichiamo importanti o addirittura indispensabili .
Nessuno può sostituirci in questo
compito e ,nel momento della verità, la nostra responsabilità è stare vicini a
loro o per offrire una possibilità di salvezza o per passare insieme quello che
resta ancora da vivere.
Augustine Lofthouse ( George
Clooney) è un astronomo che ha dedicato la sua intera vita alla ricerca scientifica ed è uno degli artefici della individuazione
del pianeta K-23 , un satellite di Giove, come
possibile ambiente vivibile per
gli esseri umani , con la presenza di
un’atmosfera e di un clima adatti. Siamo
nel 2049 e Augustine vive, ormai malato terminale, da solo all’interno di una
stazione scientifica del Polo Nord. Una delle poche zone ancora abitabili, dove si è
rifugiato dopo aver deciso di non
seguire gli altri esseri umani nei rifugi sotterranei, creati per sfuggire
all’aria irrespirabile presente in
superficie.
Da quella posizione , egli cerca di mettersi in contatto con la nave
spaziale Aether, di ritorno dalla sua missione spaziale, per avvisare l’equipaggio che una serie di cataclismi ha reso ormai la
vita sulla terra impraticabile e che
l’unica speranza per loro è il ritorno verso il pianeta K-23
All’interno di questo racconto,
che è l' adattamento cinematografico del
romanzo del 2016 “ La distanza tra le stelle (Good Morning, Midnight)”
scritto da Lily Brooks-Dalton, l’attenzione
si sposta poi sulla psicologia ed
il sentimento dei diversi protagonisti,
mostrandoci quelli che sono i loro affetti più cari, come li hanno
vissuti e la responsabilità della loro cura
che diventa , in questo momento, il motore delle loro azioni.
Il rapporto di Augustine con la
propria figlia, ad esempio, è stato
sempre complesso ed è uno dei temi centrali del racconto. Alla fine,
tuttavia, egli lo recupererà pienamente e sarà felice
del fatto che tutte le sue ricerche scientifiche ed i suoi sforzi avranno contribuito a trovare la strada per
la sua salvezza .
Forse, la sceneggiatura di Mark
L. Smith poteva essere più avvincente,
curando maggiormente la complessità dei dialoghi , specialmente durante
i flashback. La stessa sequenza delle scene finali poteva essere più evidente e chiara per regalare, anche
allo spettatore meno attento, il senso del contenuto trasmesso.
Rimane comunque un film che
riesce a smuovere l’animo di chi lo guarda verso una maggiore attenzione al
tema della sostenibilità della vita nel nostro pianeta ,che deve diventare centrale all’interno delle scelte sociali e
politiche del nostro tempo.
Da sottolineare la bella
fotografia e la colonna sonora di Alexandre Desplat , già vincitore nella sua
carriera di due premi Oscar per la colonna sonora dei film “Grand Budapest Hotel” e “La
forma dell’acqua”.
Ottimo il cast che, oltre a
George Clooney, vede la presenza di Felicity
Jones, Kyle Chandler, Demian Bichir e David Oyelowo.
George Clooney, in questi ultimi
anni, ha fatto dell’impegno umanitario
uno dei cardini della sua vita e ad esso
ha unito la denuncia del grave problema ecologico che interessa l’intero
pianeta.
In questo modo si è collocato all’interno di
quello che è ,a mio parere, un grande movimento mondiale di opinione che sta
progressivamente assumendo i caratteri della richiesta di un vero cambio di
civiltà e che vede protagonisti esponenti
del mondo intellettuale ,
religioso e politico per la
realizzazione di un nuovo grande “Green New Deal”.
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