lunedì 29 marzo 2021

SOUND OF METAL

 


Chi può dire di non avere qualche limitazione  delle proprie capacità o meglio che le stesse non abbiano che una dimensione limitata? 

 Ognuno di noi  passa la propria vita cercando di conoscere i propri limiti, tentando  di superarli, quando è possibile, ma, accettandoli ,comunque, per vivere ,al di là di questi ,una dimensione personale di armonia ed equilibrio. In ogni caso, come sottolinea più volte il personaggio di nome Joe, un alcolizzato che ha perso l'udito durante la guerra del Vietnam ed é titolare  di un centro di recupero per tossicodipendenti sordi,  la sordità non è un handicap, chiedendo a Ruben ( protagonista della nostra storia ) di accettarla.

Ruben Stone è un batterista, facente parte del duo metal "Blackgammon", insieme alla cantante e sua ragazza Louise "Lou" Berger, ben interpretata dall'attrice inglese Olivia Cooke. La coppia gira  il paese esibendosi nei concerti e vivendo, costantemente in viaggio, in un camper. Un giorno, improvvisamente, Ruben comincia a perdere rapidamente l'udito e da quel momento  inizia una sua lunga personale Odissea  che lo porterà a confrontarsi con la sua vita  , con le possibilità di cura della malattia, con l'adattamento  alla sua nuova condizione e con quello che potrà essere il suo futuro . 


Una storia non semplice ma coinvolgente, concepita da Derek Cianfrance, che ne è lo sceneggiatore,  basandosi sulle proprie esperienze di batterista affetto da acufene. Cianfrance,  che abbiamo imparato ad apprezzare per  i suoi film come "Blue Valentine ( 2010)" e "Come un tuono (2012)",  ha rinunciato a dirigere personalmente la storia per  i suoi diversi impegni cinematografici in corso ed ha deciso  di "regalare" il film all'amico   Darius Marder, che aveva collaborato con lui alla sceneggiatura del film "Come un tuono ". 

Per Darius Marder  " Sound of metal" costituisce un brillante esordio alla  regia cinematografica, visto che il film ha ricevuto ben sei nominations agli Oscar 2021  tra cui quella per miglior film , quella per la migliore sceneggiatura originale allo stesso  Marder insieme ad  Abraham Marder e Derek Cianfrance ,per il miglior attore a Riz Ahmed, per il miglior attore non protagonista a Paul Raci ( figlio di genitori sordi che non aveva mai ottenuto prima un ruolo così importante in tutta la sua carriera ),per il miglior montaggio a Mikkel E. G. Nielsen e  per il miglior sonoro a Nicolas Becker, Jaime Baksht, Michelle Couttolenc, Carlos Cortés e Philip Bladh.

Dopo essere stato presentato in anteprima (2019) al Toronto International Film Festival,  la Amazon Studios ne ha acquisito i diritti di distribuzione e ,dopo una breve apparizione nelle sale cinematografiche( nov.2020), il film è visibile in streaming  in tutto il mondo  su Prime Video.



mercoledì 24 marzo 2021

MA RAINEY’S BLACK BOTTOM

 



Siamo nel 1927 e Ma Raineys e la sua band si ritrovano in uno studio musicale di Chicago per incidere un album con i loro principali successi. Tra questi vi è il pezzo musicale “ Ma Rainey’s black bottom” che da il titolo all’opera teatrale di August Wilson ed al film diretto da George C. Wolfe  che ne è  l’adattamento cinematografico.  Il black bottom nei primi anni 20 negli USA era un ballo molto diffuso prima all’interno della  comunità di colore e successivamente in  tutta la popolazione americana . Il ballo poteva essere ballato da soli o in coppia  e le sue movenze sensuali  seguivano la musica proposta dagli artisti di colore. Tra questi,  negli anni venti, fu molto importante  proprio Ma Rainey’s che, interrogata sul genere di musica  che cantava,  coniò il termine blues,  venendone così ricordata come la madre .

Come si è accennato, “Ma Rainey's Black Bottom” è un opera teatrale  di August Wilson e costituisce il secondo capitolo del cosiddetto “ Ciclo di Pittsburgh” che raccoglie  dieci storie sulla vita degli afroamericani, una per  ogni decennio del XX secolo.  

Il film, ripercorrendo  fedelmente la trama dell’opera di Wilson, sviluppa la storia nell’arco della giornata  in cui si effettua l’incisione dell’album musicale e analizza il rapporto fra questi artisti di colore ed il sistema della produzione discografica gestito totalmente dai bianchi. Anche in questa esperienza , il musicista di colore rivive lo stesso percorso di spersonalizzazione e sfruttamento che ha già vissuto durante tutto il corso della propria  vita all’interno della società americana. Questa esperienza, tuttavia , pur se affrontata nel film facendo riferimento ad una specifica storia  ed al rapporto  fra persone di colore e bianchi, in realtà  raggiunge tutti noi spettatori perché riesce a generalizzare i suoi contenuti parlandoci sostanzialmente del rapporto di subordinazione che ogni lavoratore  o settore sociale debole vive nei confronti di coloro che, disponendo dei capitali, gestiscono  e determinano le attività economiche . L’aspetto ancora più interessante è la presentazione dei due protagonisti, entrambi dotati di qualità personali di eccellenza, ma che seguono un percorso di ricerca della propria affermazione e del rapporto con il potere economico totalmente diverso. I due brillanti musicisti  sono la cantante blues Ma Mainey’s e il cornettista Levee che fa parte della sua band. La prima è ormai una cantante affermata , una leggenda della musica afroamericana , che è giunta all’apice del successo  ed accetta di prestare la sua arte ad una casa discografica. Portatrice di un prodotto ambito, è lei che può permettersi di dettare i tempi ed i modi del suo utilizzo,  necessario alla casa discografica per poterci guadagnare sopra.

 Ma Rainey’s è perfettamente consapevole di essere ricercata ed ambita perché la sua musica possa essere venduta  con profitto, consentendo l’arricchimento delle case discografiche, e tristemente commenta che nessuno di loro  s’ interessa veramente a lei e a quello che rappresenta la sua musica.

 E’ comunque un personaggio vincente per quello che le è possibile .

Il cornettista Levee è, al contrario, pieno di talento e di creatività ,ma non riesce a perseguire e costruire una storia di successo reale fra la gente che gli permetta poi di lottare ad armi pari con il potere economico. Levee tenta d’introdurre elementi del nascente jazz negli anni 20  ed all’interno delle esecuzioni blues di Ma Rainey’s , ma viene aspramente redarguito dalla stessa che lo accusa di voler snaturare la sua musica  fino a giungere ad una definitiva rottura. D’altra parte, la sua capacità creativa , che gli permette di scrivere pezzi musicali eccellenti,  lo porta a cercare una personale affermazione come autore ed esecutore puntando tutto sull’aiuto della casa discografica,  non pensando, invece, di cominciare a costruire con una propria band il successo di pubblico.

Alla fine,  Levee  apparirà come l’elemento perdente della storia. Pur dotato di una classe superiore, egli subirà una sconfitta sia nei confronti della sua passione amorosa nei confronti della bella  Dussie Mae ( Taylour Paige) sia nei confronti del suo successo artistico subendo, una vera e propria spoliazione ed emarginazione.

Peccato che dopo uno svolgimento della storia interessante , drammatico e convincente,  proprio nella parte finale in cui   esplodono le contraddizioni  ci lasci delusi. In particolar modo , la sceneggiatura risulta del tutto deludente ed incapace di coinvolgerci profondamente , abbassando di colpo la qualità di questa interessante opera cinematografica,  che, altrimenti, sarebbe stata  sicuramente in corsa per miglio film agli Oscar 2021. Rimane a consolarci la magnifica   interpretazione dei protagonisti  Chadwick Boseman ( Levee) e Viola Davis ( Ma Rainey’s) che hanno ricevuto entrambi la nomination all’Oscar 2021, rispettivamente come miglio attore e migliore attrice protagonista. Sarei particolarmente contento se  il premio  Oscar  per il miglio attore  andasse quest’anno a Chadwick Boseman perché, dopo averci regalato una stupenda interpretazione  , successivamente  al completamente del film, è morto per un cancro al colon  che lo tormentava da anni , di cui non aveva mai parlato pubblicamente e che non gli ha impedito di continuare a lavorare per questo film. Per la sua interpretazione  Boseman ha comunque già vinto il Golden Globe 2021.

 A completare il buon cast degli attori mi sembra giusto citare quelli che hanno interpretato il ruolo degli altri componenti della band di Ma Raineys e precisamente  Glynn Turman ( il pianista Toledo) Colman Domingo (il trombonista  Cutler) e Michael Potts (il bassista Slow Drag).

“Ma Rainey’s Black Botton “  ha ottenuto anche la candidatura all’Oscar 20121 per la migliore scenografia a Mark Ricker,  Karen O’Hara e Diana Stoughton, per i migliori costumi  a Ann Roth e per il miglior trucco a Sergio Lopez-Rivera, Mia Neal e Jamika Wilson  che insieme hanno ricreato perfettamente l’atmosfera degli anni venti a Chicago grazie anche alla buona fotografia di Tobias Schliessler e le musiche  curate da Branford Marsalis.


mercoledì 17 marzo 2021

MANK


 

 

Una splendida atmosfera  in bianco e nero, col sottofondo costante della musica swing e jazz del tempo  sapientemente rivisitata nella colonna sonora composta da  Trent Reznor e Atticus Ross, per raccontarci una storia importante di vita e di cinema all'interno di  quegli anni  trenta e quaranta che rimangono indelebilmente nella  memoria storica della creazione cinematografica.

La Grande Depressione  veniva affrontata dal New Deal di Roosevelt , il mondo del cinema era passato dal muto al sonoro e si andavano affermando quelle che sarebbero state le più grandi case di produzione della storia di Hollywood : La MGM , La Warner, la RKO etc.

All’interno di quest’ambientazione il film “ Mank” ci racconta la storia delle premesse e della realizzazione di uno dei più grandi classici della storia del cinema “ Quarto potere” ( Citizen Kane) del 1941  che viene comunemente indicato come scritto, diretto, prodotto ed interpretato da Orson Welles.

Lo stesso,  all’epoca,  aveva solo venticinque anni e aveva sottoscritto un contratto con la RKO Pictures  nell’agosto del 1939 ,che gli offriva la possibilità di disporre  di 50.000 dollari immediati oltre il 20% degli incassi lordi per la realizzazione di tre film,  garantendogli inoltre  la totale e completa libertà artistica. All’interno di questo contratto Welles realizzò “Quarto potere” dandogli il titolo di “Citizen Kane” proprio perché parlava della vita dell’industriale  Charles Foster Kane  ispirandosi  liberamente alla biografia   del magnate dell'industria del legno e dell'editoria William Randolph Hearst.

Per la scrittura del soggetto e della sceneggiatura Welles si avvalse della collaborazione di Herman J. Mankiewicz che invece nel film “ Mank” viene indicato come il vero e sostanziale unico autore .

“Mank” era il modo in cui veniva comunemente chiamato Herman J. Mankiewicz nel suo ambiente di lavoro e amicale ed il film a lui dedicato, diretto da David Fincher, ci parla  della sua vita e di come,  attraverso le varie esperienze vissute, la sua passione politica e  la frequentazione  di personaggi importanti del mondo dello spettacolo e dell’informazione fosse giunto a ideare e realizzare il soggetto e la sceneggiatura del film  “ Citizen Kane”  di Orson Welles.

Nella narrazione ,Fincher  sposa interamente  la tesi avanzata da Pauline Kael ( che è in realtà molto contestata )nel suo articolo Raising Kane (New Yorker; 1971)in cui si afferma  che  il soggetto e la sceneggiatura fossero interamente da attribuire a Herman J. Mankiewicz, lasciando a Welles solo il ruolo di produttore, regista ed attore del film .

Il film “Mank”  ci racconta il percorso da cui nasce la creazione artistica di Mankiewicz mostrandoci contemporaneamente due periodi temporali diversi. Il primo nel 1940  in cui “ Mank” scrive materialmente il soggetto del film, che considera l’opera migliore della sua vita. Il secondo, ambientato con diversi flashback nel 1930, in cui racconta le esperienze di vita ed il rapporto  contraddittorio con  personaggi come l’attrice Marion Davis, il suo amante William Randolph Hearst ed il capo del MGM Louis B. Mayer. Da un lato Mank , pur afflitto dalla dipendenza per l’alcool, brilla per il suo genio artistico  e la sua verve caustica e viene addirittura appoggiato da Hearst  perché possa lavorare all’interno della MGM. Dall’altro comprende come l’influenza del potere di Hearst possa agire negativamente e senza controlli  per ottenere quello che vuole ed in particolare possa influenzare fortemente l’atteggiamento elettorale popolare  condannando alla sconfitta  quello che era il candidato  governatore per la California preferito da “ Mank” : il democratico Upton Sinclair. Ricordiamoci che tutto questo avveniva  in piena recessione economica e mentre Roosevelt stava portando avanti una politica popolare che cercava di limitare il peso del potere finanziario.

Mank è un film che ha il pregio di mostrarci la complessità dei vari personaggi senza cadere nella facile tentazione  di porci in un’alternativa fra bianco e nero. Il geniale Mank  è un uomo distrutto dall’abuso dell’alcol e dall’insopprimibile ebrezza del rischio della scommessa e del gioco; ma, nello steso tempo, dimostra una rara energia che lo porta a porsi costantemente in una posizione di critica scomoda nei confronti dell’ambiente di cui in realtà fa parte e che irride. D’altra parte, quelli che astrattamente individua come nemici  , i cosiddetti “ Potenti”, sono di fatto  persone che hanno sviluppato nei suoi confronti anche atteggiamenti  di simpatia , di stima e di aiuto nei momenti di difficoltà economica. Ciò nonostante, egli evidenzierà  tutti i loro limiti .

Herman J. Mankiewicz con la stesura della sceneggiatura di “ Quarto potere” riuscirà ad ottenere un prestigioso premio Oscar nel 1942 e questa costituirà la sua  ultima grande prestazione artistica . Con una salute sempre più compromessa dall’abuso dell’alcool,  ci lascerà prematuramente a soli 55 anni ,senza essere più riuscito  a realizzare nessun nuovo progetto artistico.

Mank è sicuramente un film interessante  sia per l’argomento trattato, sia per la sua ambientazione negli anni trenta e quaranta, sia per la scelta tecnica di girarlo in bianco e nero . In un momento di difficile fruibilità della produzione cinematografica a causa della pandemia, dopo una distribuzione limitata nelle sale cinematografiche statunitensi a partire dal 13 novembre 2020 ,la sua  distribuzione è stata affidata alla piattaforma Netflix dal 4 dicembre 2020.

Il film ha ottenuto ben dieci nomination agli Oscar 2021 tra cui  quella per il miglior film, per il miglior regista a David Fincher, per il miglior attore a Gary Oldman, per la migliore attrice non protagonista ad Amanda Seyfried, per la migliore fotografia a Erik Messerschmidt, per la migliore colonna sonora a Trent Reznor e Atticus Ross, per la migliore scenografia a Donald Graham Burt e Jan Pascale, per i migliori costumi a Trish Summerville, per il miglior trucco e acconciatura a Gigi Williams, Kimberley Spiteri e Colleen LaBaff e per il miglior sonoro a Ren Klyce, Jeremy Molod, David Parker, Nathan Nance e Drew Kunin.

venerdì 5 marzo 2021

THE ARTIST (2011)

 


La magia del ballo e della musica è  quella che, indipendentemente  dall’avvento del “ parlato”, ha unito il percorso del cinema fin dalle sue origini ed ha permesso all’artista protagonista del film a ritrovare un suo ruolo  di successo, con la nascita del “ musical”. “.

The Artist”  , originale opera artistica , prodotta da  Thomas Langmann e diretta da  Michel Hazanavicius, sceglie , in pieno 2011 , di muoversi secondo le antiche immagini del cinema muto dei primi anni del ‘900 per raccontare la storia dell’avvento del sonoro, mostrandoci le conseguenze prodotte  nella vita  di un attore di successo del muto : “George Valentin”.

Valentin , interpretato da  Jean Dujardin, era un attore del cinema muto, all’apice del successo, che non riesce ad adattarsi  al cambiamento prodotto dall’avvento del sonoro  ritrovandosi emarginato e anche privo di mezzi finanziari ,a causa  della crisi economica del  ‘29  che azzererà i suoi risparmi. Rimasto solo  dopo il suo fallimento nella  produzione e realizzazione di un film ancora del genere “muto” e l’abbandono da parte della moglie, trova l’unica nota positiva della sua vita nella presenza di una giovane attrice  come Peppy Miller ( Bérénice Bejo) che , in passato , proprio grazie alla sua frequentazione,  aveva avuto l’opportunità di entrare nel mondo del cinema diventando in breve tempo una stella delle nuove produzioni legate all’avvento del sonoro.

Segretamente innamorata di George Valentin, Peppy Miller non lo abbandonerà mai e ,prendendosi cura di lui, otterrà anche un’occasione per farlo lavorare in un film. Valentin, tuttavia, si sentirà sempre ferito nell’orgoglio per questo aiuto che prescinde, comunque, dal riconoscimento di una sua professionalità da parte del nuovo ambiente cinematografico. Solo quando, per caso,  George e Peppy  si metteranno a ballare il tip tap, come sapevano e sanno, sulle note travolgenti del swing il passato ed il presente spariranno nella mente dei cineasti che li osservano per restare entusiasti della loro performance e decidere di puntare tutto su questo possibile nuovo genere cinematografico : “Il musical”.

 George Valentin ritroverà, a questo punto, l’orgoglio per la sua professione  grazie ad una abilità  e ad un piacere di esprimerla che ha sempre avuto sin dai tempi del cinema muto: la capacità di muoversi e ballare con un grande senso del ritmo. Schiuderà così liberamente il suo cuore a Peppy Miller ,sua nuova compagna di cinema  e di vita.

The Artist ( 2011), girato come film muto in bianco e nero, ha ottenuto  numerosissimi riconoscimenti internazionali tra cui  sette premi Bafta, sei César, tre Golden Globe  e cinque premi Oscar  tra cui quello per miglior film, migliore regia, e sceneggiatura originale a Michel Hazanavicius , Miglior attore protagonista a Jean Dujardin,Migliore fotografia  a Guillaume Schiffmann, migliori costumi a Mark Bridges e migliore colonna  sonora a Ludovic Bource   battendo in quell’anno 2012 film come Hugo Cabret di Martin Scorsese e Midnight in Paris  di Woody Allen.