mercoledì 24 marzo 2021

MA RAINEY’S BLACK BOTTOM

 



Siamo nel 1927 e Ma Raineys e la sua band si ritrovano in uno studio musicale di Chicago per incidere un album con i loro principali successi. Tra questi vi è il pezzo musicale “ Ma Rainey’s black bottom” che da il titolo all’opera teatrale di August Wilson ed al film diretto da George C. Wolfe  che ne è  l’adattamento cinematografico.  Il black bottom nei primi anni 20 negli USA era un ballo molto diffuso prima all’interno della  comunità di colore e successivamente in  tutta la popolazione americana . Il ballo poteva essere ballato da soli o in coppia  e le sue movenze sensuali  seguivano la musica proposta dagli artisti di colore. Tra questi,  negli anni venti, fu molto importante  proprio Ma Rainey’s che, interrogata sul genere di musica  che cantava,  coniò il termine blues,  venendone così ricordata come la madre .

Come si è accennato, “Ma Rainey's Black Bottom” è un opera teatrale  di August Wilson e costituisce il secondo capitolo del cosiddetto “ Ciclo di Pittsburgh” che raccoglie  dieci storie sulla vita degli afroamericani, una per  ogni decennio del XX secolo.  

Il film, ripercorrendo  fedelmente la trama dell’opera di Wilson, sviluppa la storia nell’arco della giornata  in cui si effettua l’incisione dell’album musicale e analizza il rapporto fra questi artisti di colore ed il sistema della produzione discografica gestito totalmente dai bianchi. Anche in questa esperienza , il musicista di colore rivive lo stesso percorso di spersonalizzazione e sfruttamento che ha già vissuto durante tutto il corso della propria  vita all’interno della società americana. Questa esperienza, tuttavia , pur se affrontata nel film facendo riferimento ad una specifica storia  ed al rapporto  fra persone di colore e bianchi, in realtà  raggiunge tutti noi spettatori perché riesce a generalizzare i suoi contenuti parlandoci sostanzialmente del rapporto di subordinazione che ogni lavoratore  o settore sociale debole vive nei confronti di coloro che, disponendo dei capitali, gestiscono  e determinano le attività economiche . L’aspetto ancora più interessante è la presentazione dei due protagonisti, entrambi dotati di qualità personali di eccellenza, ma che seguono un percorso di ricerca della propria affermazione e del rapporto con il potere economico totalmente diverso. I due brillanti musicisti  sono la cantante blues Ma Mainey’s e il cornettista Levee che fa parte della sua band. La prima è ormai una cantante affermata , una leggenda della musica afroamericana , che è giunta all’apice del successo  ed accetta di prestare la sua arte ad una casa discografica. Portatrice di un prodotto ambito, è lei che può permettersi di dettare i tempi ed i modi del suo utilizzo,  necessario alla casa discografica per poterci guadagnare sopra.

 Ma Rainey’s è perfettamente consapevole di essere ricercata ed ambita perché la sua musica possa essere venduta  con profitto, consentendo l’arricchimento delle case discografiche, e tristemente commenta che nessuno di loro  s’ interessa veramente a lei e a quello che rappresenta la sua musica.

 E’ comunque un personaggio vincente per quello che le è possibile .

Il cornettista Levee è, al contrario, pieno di talento e di creatività ,ma non riesce a perseguire e costruire una storia di successo reale fra la gente che gli permetta poi di lottare ad armi pari con il potere economico. Levee tenta d’introdurre elementi del nascente jazz negli anni 20  ed all’interno delle esecuzioni blues di Ma Rainey’s , ma viene aspramente redarguito dalla stessa che lo accusa di voler snaturare la sua musica  fino a giungere ad una definitiva rottura. D’altra parte, la sua capacità creativa , che gli permette di scrivere pezzi musicali eccellenti,  lo porta a cercare una personale affermazione come autore ed esecutore puntando tutto sull’aiuto della casa discografica,  non pensando, invece, di cominciare a costruire con una propria band il successo di pubblico.

Alla fine,  Levee  apparirà come l’elemento perdente della storia. Pur dotato di una classe superiore, egli subirà una sconfitta sia nei confronti della sua passione amorosa nei confronti della bella  Dussie Mae ( Taylour Paige) sia nei confronti del suo successo artistico subendo, una vera e propria spoliazione ed emarginazione.

Peccato che dopo uno svolgimento della storia interessante , drammatico e convincente,  proprio nella parte finale in cui   esplodono le contraddizioni  ci lasci delusi. In particolar modo , la sceneggiatura risulta del tutto deludente ed incapace di coinvolgerci profondamente , abbassando di colpo la qualità di questa interessante opera cinematografica,  che, altrimenti, sarebbe stata  sicuramente in corsa per miglio film agli Oscar 2021. Rimane a consolarci la magnifica   interpretazione dei protagonisti  Chadwick Boseman ( Levee) e Viola Davis ( Ma Rainey’s) che hanno ricevuto entrambi la nomination all’Oscar 2021, rispettivamente come miglio attore e migliore attrice protagonista. Sarei particolarmente contento se  il premio  Oscar  per il miglio attore  andasse quest’anno a Chadwick Boseman perché, dopo averci regalato una stupenda interpretazione  , successivamente  al completamente del film, è morto per un cancro al colon  che lo tormentava da anni , di cui non aveva mai parlato pubblicamente e che non gli ha impedito di continuare a lavorare per questo film. Per la sua interpretazione  Boseman ha comunque già vinto il Golden Globe 2021.

 A completare il buon cast degli attori mi sembra giusto citare quelli che hanno interpretato il ruolo degli altri componenti della band di Ma Raineys e precisamente  Glynn Turman ( il pianista Toledo) Colman Domingo (il trombonista  Cutler) e Michael Potts (il bassista Slow Drag).

“Ma Rainey’s Black Botton “  ha ottenuto anche la candidatura all’Oscar 20121 per la migliore scenografia a Mark Ricker,  Karen O’Hara e Diana Stoughton, per i migliori costumi  a Ann Roth e per il miglior trucco a Sergio Lopez-Rivera, Mia Neal e Jamika Wilson  che insieme hanno ricreato perfettamente l’atmosfera degli anni venti a Chicago grazie anche alla buona fotografia di Tobias Schliessler e le musiche  curate da Branford Marsalis.


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