giovedì 18 maggio 2023

IL SOL DELL ' AVVENIRE

 



“Fischia il vento e infuria la bufera,
scarpe rotte e pur bisogna andar
a conquistare la rossa primavera
dove sorge il sol dell’avvenir.
A conquistare la rossa primavera
dove sorge il sol dell'avvenir.”

 

In un momento così difficile della nostra storia, Nanni Moretti ritorna con un suo film a ricordarci che possiamo ancora cercare di raggiungere “il sol dell’avvenir” sia sul piano politico e sociale , sia sul piano culturale ed artistico,  sia su quello specificamente individuale  ed umano.

Nel suo film questi aspetti sono intrecciati e presenti come avviene, del resto, nella realtà che viviamo. Una realtà in cui sembrano essere entrati in crisi i valori e le prospettive di lotta sociale e politica che avevano caratterizzato il Novecento ed in cui il rapporto fra l’uomo e l’ambiente naturale in cui vive è seriamente compromesso.

Un mondo in cui il ruolo delle grandi concentrazioni di potere economico, digitale e  geopolitico sta diventando sempre più dominante, limitando e condizionando  la vita delle persone ed anche la stessa espressione artistica.  

Moretti  sembra non occuparsi direttamente di tutto questo  ma ci racconta di un progetto di un film  inframezzato dalle problematiche personali  che incontra il regista nei confronti dei problemi legati alla realizzazione del film stesso ed alla sua vita personale.

 Man mano che le scene, tuttavia,  scorrono davanti allo spettatore, ci si comincia ad accorgere che ognuna di esse ha un suo significato. Non a caso Il tema del film che il regista protagonista sta cercando di realizzare riguarda l’invasione dell’Ungheria da parte dell’Unione Sovietica nel 1956 ed il trauma che questo comportò in tutti i militanti comunisti italiani del periodo. Poteva un paese comunista invadere con le armi un altro paese fratello  ed asservirlo al proprio potere? Era inaccettabile  e tutto questo portò ad una profonda riflessione tra i militanti; tuttavia , mentre i fatti storici reali portarono ad una giustificazione di Togliatti dell’invasione dell’Ungheria, nel film Moretti ci mostra come sarebbe stato possibile un epilogo diverso ed una condanna dell’azione sovietica se tutti i militanti avessero avuto il coraggio di schierarsi contro ciò che ritenevano ingiusto invece di far tacere dentro di se la propria indignazione a costo, a volte, anche di un forte malessere personale e dell’affermazione di un senso di autodistruzione.

 Nel film, Moretti assegna ad una splendida Barbora Bobulova  , nel ruolo di una militante comunista di base , il compito di svegliare le  coscienze e di far arrivare il PCI ad un diverso comportamento storico.

Il protagonista ( il regista Giovanni), mentre gira il film ambientato nel 1956,  sta anche scrivendo un film, tratto da "Il nuotatore" di John Cheever, ed allo stesso tempo immagina di girare un film che racconta la storia quarantennale di una coppia, con tante belle canzoni italiane a fare da sottofondo.

 Le varie storie s’intrecciano davanti ai nostri occhi ma mantengono tutte lo stesso messaggio.

 Quello che è possibile nella storia sociale e politica di un paese è possibile anche nell’espressione artistica e nella vita personale di ognuno. Un artista può cercare di mantenere una sua indipendenza creativa rispetto alle esigenze di commercializzazione del suo prodotto richiesto dalle grandi catene di distribuzione. Una persona può tentare di modificare i propri atteggiamenti e comportamenti se si accorge che questi lo allontanano dalle persone che ama o lo rendono succube ed infelice.

 Tutti i protagonisti del film  e tuti noi spettatori possiamo  soggiacere  perdenti di fronte alla difficoltà mantenendo i nostri comportamenti che si sono dimostrati superati e sbagliati ma “Se” riuscissimo a cambiare potremmo seguire la speranza di vita che è sempre presente in noi e tentare di raggiungere quel “ sol dell’avvenire” che tutti noi sempre cerchiamo in ogni epoca ed in ogni tempo ed anche oggi, di fronte agli innumerevoli problemi che ci troviamo ad affrontare.

Moretti ci regala un film per niente scontato , non semplice ma pieno di voglia di ritrovare il senso della speranza .

Bello il ruolo delle canzoni che fanno da colonna sonora dei sentimenti e dei vari momenti del film oltre ad alcune scene  corali e toccanti come quella in cui tutti  ballano girando come tanti dervisci ruotanti attorno a se stessi . Belli anche alcuni riferimenti al cinema di Fellini.