“Fischia il vento e infuria la bufera,
scarpe rotte e pur bisogna andar
a conquistare la rossa primavera
dove sorge il sol dell’avvenir.
A conquistare la rossa primavera
dove sorge il sol dell'avvenir.”
In un momento così difficile
della nostra storia, Nanni Moretti ritorna con un suo film a ricordarci che
possiamo ancora cercare di raggiungere “il sol dell’avvenir” sia sul piano
politico e sociale , sia sul piano culturale ed artistico, sia su quello specificamente individuale ed umano.
Nel suo film questi aspetti
sono intrecciati e presenti come avviene, del resto, nella realtà che viviamo.
Una realtà in cui sembrano essere entrati in crisi i valori e le prospettive di
lotta sociale e politica che avevano caratterizzato il Novecento ed in cui il
rapporto fra l’uomo e l’ambiente naturale in cui vive è seriamente compromesso.
Un mondo in cui il ruolo delle
grandi concentrazioni di potere economico, digitale e geopolitico sta diventando sempre più
dominante, limitando e condizionando la
vita delle persone ed anche la stessa espressione artistica.
Moretti sembra non occuparsi direttamente di tutto
questo ma ci racconta di un progetto di
un film inframezzato dalle problematiche
personali che incontra il regista nei
confronti dei problemi legati alla realizzazione del film stesso ed alla sua
vita personale.
Man mano che le scene, tuttavia, scorrono davanti allo spettatore, ci si
comincia ad accorgere che ognuna di esse ha un suo significato. Non a caso Il
tema del film che il regista protagonista sta cercando di realizzare riguarda
l’invasione dell’Ungheria da parte dell’Unione Sovietica nel 1956 ed il trauma
che questo comportò in tutti i militanti comunisti italiani del periodo. Poteva
un paese comunista invadere con le armi un altro paese fratello ed asservirlo al proprio potere? Era
inaccettabile e tutto questo portò ad
una profonda riflessione tra i militanti; tuttavia , mentre i fatti storici
reali portarono ad una giustificazione di Togliatti dell’invasione
dell’Ungheria, nel film Moretti ci mostra come sarebbe stato possibile un
epilogo diverso ed una condanna dell’azione sovietica se tutti i militanti
avessero avuto il coraggio di schierarsi contro ciò che ritenevano ingiusto
invece di far tacere dentro di se la propria indignazione a costo, a volte,
anche di un forte malessere personale e dell’affermazione di un senso di
autodistruzione.
Nel film, Moretti assegna ad una splendida
Barbora Bobulova , nel ruolo di una militante
comunista di base , il compito di svegliare le
coscienze e di far arrivare il PCI ad un diverso comportamento storico.
Il protagonista ( il regista
Giovanni), mentre gira il film ambientato nel 1956, sta anche scrivendo un film, tratto da
"Il nuotatore" di John Cheever, ed allo stesso tempo immagina di
girare un film che racconta la storia quarantennale di una coppia, con tante belle
canzoni italiane a fare da sottofondo.
Le varie storie s’intrecciano davanti ai
nostri occhi ma mantengono tutte lo stesso messaggio.
Quello che è possibile nella storia sociale e
politica di un paese è possibile anche nell’espressione artistica e nella vita
personale di ognuno. Un artista può cercare di mantenere una sua indipendenza
creativa rispetto alle esigenze di commercializzazione del suo prodotto
richiesto dalle grandi catene di distribuzione. Una persona può tentare di
modificare i propri atteggiamenti e comportamenti se si accorge che questi lo
allontanano dalle persone che ama o lo rendono succube ed infelice.
Tutti i protagonisti del film e tuti noi spettatori possiamo soggiacere
perdenti di fronte alla difficoltà mantenendo i nostri comportamenti che
si sono dimostrati superati e sbagliati ma “Se” riuscissimo a cambiare potremmo
seguire la speranza di vita che è sempre presente in noi e tentare di
raggiungere quel “ sol dell’avvenire” che tutti noi sempre cerchiamo in ogni
epoca ed in ogni tempo ed anche oggi, di fronte agli innumerevoli problemi che
ci troviamo ad affrontare.
Moretti ci regala un film per
niente scontato , non semplice ma pieno di voglia di ritrovare il senso della
speranza .
Bello il ruolo delle canzoni
che fanno da colonna sonora dei sentimenti e dei vari momenti del film oltre ad
alcune scene corali e toccanti come
quella in cui tutti ballano girando come
tanti dervisci ruotanti attorno a se stessi . Belli anche alcuni riferimenti al
cinema di Fellini.