I F.lli D’Innocenzo, con il loro
secondo lungometraggio “ Favolacce”,
esprimono una pesante condanna, senza appelli, della generazione degli adulti
ed in particolare sulla loro capacità di porsi come genitori e protagonisti del
loro tempo.
Essa viene descritta come incapace di una vera
empatia personale e sociale, afflitta da una profonda insoddisfazione nei
confronti della propria vita familiare, sociale e lavorativa. Un’insoddisfazione
a cui corrisponde una latente violenza
che a volte esce fuori in maniera irrefrenabile .
E’ una società senza futuro,
quella descritta nel film, che parte
dalla descrizione della vita di una piccola comunità di persone di condizione piccolo borghese che abita per la maggior parte in piccole
villette a schiera nella estrema
periferia romana. Forse quella stessa zona del litorale romano che si estende
fino a Lavinio ed Anzio dove hanno trascorso la loro infanzia.
Vista dall’esterno e con un occhio disattento,
potrebbe sembrare quasi una condizione invidiabile per la facilità di relazioni di vicinato , la
presenza di un ambiente naturale gradevole intorno con molti alberi e piante , spazi ampi, poche
automobili, il mare non lontano , servizi scolastici relativamente vicini che consentono ai ragazzini delle medie di andare a scuola anche da soli.
Eppure, questa società è priva di un’elaborazione
valida del proprio presente e del proprio futuro e chi ne paga le spese sono i
bambini, su cui i genitori sfogano le proprie insicurezze e frustrazioni rendendoli
infelici. Sono essi che nella “ Favolaccia” rappresentano metaforicamente il futuro.
Un futuro che , secondo i F.lli D’Innocenzo ,
in queste condizioni , non arriverà mai.
Paradossalmente, i poveri
ragazzini troveranno nell’istituzione scolastica il cattivo maestro che sfogherà su di loro la sua incapacità di
vita e di ruolo insegnandogli dei possibili strumenti di morte, utili per organizzare
la punizione del mondo adulto e/o di se stessi.
I giovani ragazzini delle medie sono le vere cartine tornasole di questa
società e della sua crisi strisciante
evidenziata nel film . Sono loro a
soffrirne in prima persona le conseguenze
, la sostanziale inadeguatezza dei genitori e a raccontare questa storia con il diario ritrovato per
caso di una di loro.
Un altro aspetto che colpisce è
la totale assenza del mondo più anziano.
I nonni , i padri e le madri di questi
genitori sono totalmente assenti in questa storia .
Può essere un caso naturalmente!
Non vi era alcuna utilità della
loro presenza nella storia raccontata, forse, ma nulla accadde per caso. Questa assenza
fa pensare ad una possibile rimozione
della presenza di una generazione a cui gli
attuali adulti non sono interessati. Questo fa pensare anche ad uno dei
problemi della nostra società : la mancanza di una continuità storica nella
nostra cultura moderna . La possibilità di una immediata consultazione del
web per ottenere una rapida informazione su qualsiasi
problema, la crisi delle ideologie e delle visioni del mondo avvenuta a metà del novecento, rendono
quasi superfluo , ma , in realtà , molto difficile cercare una continuità con il passato: una continuità
personale , culturale , politica.
Questa generazione descritta nel
film sembra barcamenarsi nei confronti di una realtà più grande di lei che non
conosce e non capisce . All’interno
della quale si vive in una condizione di eccessiva instabilità. La crisi dei
valori, delle ideologie, della visione del mondo operata dalla generazione precedente
a questa è ancora presente e non ha
prodotto risultati.
Le varie soluzioni proposte sono
risultate chiaramente inadeguate,
lasciandoci un mondo che si dibatte tra modelli sociali, seppur vincenti,
poco “ convincenti”.
Il ribellismo, il disagio il
serpeggiare e l’esplosione improvvisa
della violenza sono presenti nel nostro vissuto e nell’immaginario. Se ci
pensiamo bene, il cinema , che tenta di rappresentare il “ sentiment” delle
persone, quest’anno ce li ha proposti in varie opere che, pur trattando
argomenti diversi, risentono di queste problematiche : penso al premio Oscar “
Parasite”, ma anche a “ Joker” e a “C’era
una volta a Hollywood”.
I F.lli D’Innocenzo c’invitano a
riflettere con “ Favolacce”.
Il film è stato presentato in
concorso al Festival di Berlino 2020, dove ha vinto l’Orso d’argento per la migliore sceneggiatura( sempre
realizzata dai F.lli D’innocenzo) e la sua visione è oggi disponibile on demand. Tutti bravi gli attori,
fra cui Elio Germano. Da ricordare ancora che i gemelli
D’Innocenzo dopo la loro interessante
opera prima “ La terra dell’abbastanza”, che ha ottenuto diversi riconoscimenti nazionali ed internazionali tra
cui miglior opera prima e migliori registi esordienti ai Nastri d’Argento 2018, prima di realizzare il
loro secondo film “ Favolacce” hanno avuto modo di collaborare alla
sceneggiatura del film “ Dogman” di Matteo Rovere.