Al suo esordio nella regia, Pietro Castellitto ci regala, con il film “I
Predatori”(2020) , un’accorata riflessione sulla crisi latente in cui versa la
nostra società. Lo fa ,in qualche modo, ispirandosi alla capacità di denuncia
della commedia italiana; ma unendo al grottesco ed all’umorismo una maggiore drammatizzazione, utile a
mantenere viva la tensione e la
riflessione nello spettatore.
Con molta trasparenza
intellettuale, Castellitto non nasconde
la profonda influenza esercitata dal
filosofo Nietzsche nei confronti della sua concezione della realtà e del
comportamento umano al punto di citarlo espressamente nel film come uno dei
principali interessi culturali del
giovane Federico ( interpretato dallo stesso Castellitto) e di assumerne
quasi le sembianze nelle scene finali,
mostrandosi con dei grandi baffi spioventi sul viso che ricordano quelli del
filosofo.
La ricerca di Castellitto è
legata principalmente alla volontà di denuncia di una società in cui
l’individuo è letteralmente schiavo di
una cultura soffocante e condizionante sia quando è espressione di una classe intellettuale
dominante, “ radical chic” simboleggiata dalla famiglia Pavone sia quando descrive la vita della famiglia Vismara,
marginale, coatta e fascista.
I componenti delle due famiglie, non riuscendo
ad esprimere se stessi liberamente ed in maniera autentica, sono condannati a diventare dei predatori che pur di realizzare ed ottenere almeno la propria soddisfazione materiale
sono pronti a “predare “ gli altri
utilizzando tutti gli strumenti possibili a loro disposizione. Questi sono
sicuramente più brutali quando parliamo
della famiglia Vismara, che ha disposizione principalmente la bassa violenza fisica,
ma risultano forse più efficaci quelli utilizzati dalla famiglia Pavone che preferisce il condizionamento culturale ,
il tradimento , la falsità ecc.ecc.
In qualche modo, la
rappresentazione scelta per parlarci della nostra società mi ricorda molto il
geniale film “ I mostri” (1963) di Dino Risi, che denunciava la crisi sociale dei
primi anni sessanta .Oggi come allora gli artisti più sensibili ci parlano dell’insostenibilità
e decadenza della nostra società, lasciandoci dentro un profondo senso di
disagio e l’esigenza di dover affrontare questi problemi.
Castellitto nella sua denuncia è
ancora più critico nei confronti della società medio alto borghese, di cui non
tollera l’intrinseca falsità di un messaggio culturale apparentemente più
valido e accogliente , e non esita a metterla in discussione ad esempio con la scena magistrale in cui
durante una cena una ragazza canta un
brano da lei composto di totale condanna della famiglia.
In una conferenza stampa a
Venezia Castellitto ha detto con
chiarezza che: “Nella nostra epoca c’è una
classe che per essere predatrice necessita delle armi, e un’altra che ne ha di
più raffinate: per questo, il mio è un film anti borghese e non anti fascista”.
E paradossale pensare , in fondo
, che la denuncia di questo giovane si rivolge in particolare proprio nei
confronti di quei "Baby Boomers" che nella
loro maggioranza si erano rivoltati contro i comportamenti dei “ Mostri “ ( del
film di Risi) e le contraddizioni sociali della società degli anni sessanta
rivendicando per tutti i cittadini e le persone il diritto alla libertà , alla
felicità , all’eguaglianza . Qualcosa deve esser andato “ storto” se a distanza
di anni nel film essi sono oggetto di una battuta rivolta da Federico nei confronti dei genitori che dice: “siete la
prima generazione che era stronza da ragazzi”.
Questo film come anche tanti altri presenti nel panorama
italiano ed internazionale ci segnala una decisa crisi di credibilità dei
modelli culturali in essere ed il profondo malessere vissuto in particolare
dalla nuove generazioni .
Per tutti questi motivi, pur con
i possibili limiti presenti , il film risulta interessante e da vedere.
Ottimo il cast degli attori che hanno contribuito alla sua realizzazione, da Massimo Popolizio ( Pierpaolo Pavone) a Giorgio Montanini( Claudio Vismara) . Insieme a loro il regista sceneggiatore e attore del film Pietro Castellitto( Federico Pavone), Manuela Mandracchia ( Ludovica Pensa) Dario Cassini( Bruno Parise), Anita Caprioli( Gaia) Marzia Ubaldi( Ines) Nando Paone( Nicola Fiorillo) Antonio Gerardi ( Flavio Vismara) e Vinicio Marchioni ( Venditore di orologi ed infine il sedicente principe).
I predatori ( 2020) diretto,
sceneggiato e interpretato da Pietro Castellitto è stato presentato in concorso alla 77° Mostra
internazionale d’arte cinematografica di Venezia dove ha ottenuto il Premio nella sezione Orizzonti per la
miglior sceneggiatura. Ha inoltre vinto il David di Donatello 2021 per il miglior regista
esordiente.
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