-
- Guardò meglio in mezzo al buio e gli sembrò di vedere, raggomitolata a terra,
una figura avvolta in un grande
velo che teneva sulle gambe un altro
fagotto più piccolo.
- -Chi
sei? -rispose Mario- Com’è che parli la mia lingua?
- Vi
prego aiutatemi- rispose subito quella
stendendo la mano.
- In
quel mentre, forse disturbata dal movimento , la figura più piccola prese
improvvisamente vita scoppiando a
piangere . Era un bimbo piccolo e singhiozzava invocando la sua mamma.
- Laura
si avvicinò immediatamente cercando di aiutare
quelle due persone : la madre ed il bambino. Mentre Mario cercava di
sorreggere la ragazza , Laura prese in braccio il bambino che, nonostante non venisse preso dalla madre , tuttavia sembrò
calmarsi. La ragazza, dopo essersi alzata,
riprese il bambino dalle braccia di Laura e rivolta a Mario gli chiese:
- -
Siete italiani vero? Anch’io sono italiana
e sono disperata . Aiutatemi! Non so dove andare , non ho soldi e il mio
bambino ha fame.
- -Hai
un posto dove dormire? – le chiese Mario- vivi con qualcuno?
- -No
stiamo sulla strada. Viviamo di elemosina e il bambino ha fame.
- Va
bene – disse Mario senza pensarci due
volte– vieni con noi! Stasera dormirete e mangerete : Poi, se vuoi ci
racconterai di te . Andiamo.
- Insieme
a Laura sorressero la ragazza e il bambino, presero la piccola
valigia che aveva con sé , si diressero verso una strada principale .Chiamarono
un taxi e si fecero accompagnare all’albergo.
Arrivati nella Hall, Mario pagò una stanza anticipatamente per i due
nuovi ospiti e chiese che portassero loro da mangiare in camera. Adesso, il viso della ragazza era disteso, quasi
sereno, e guardava il suo piccolo che
sorrideva a Laura che lo solleticava. Avevano mangiato con calma e finalmente stava seduta, riposando comodamente su di una poltrona.
Come ti chiami ? – Le chiese Mario
CONTINUA
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