Adesso, il viso della ragazza era disteso, quasi sereno, e guardava il suo piccolo che sorrideva a Laura che lo solleticava. Avevano mangiato con calma e finalmente stava seduta, riposando comodamente su di una poltrona.
Come ti chiami ? – Le chiese Mario
Il mio nome adesso è Fatima ma sono nata Irene . Così mi hanno chiamata all’Istituto dove mi hanno cresciuta in Italia… a Roma. Non ho mai conosciuto i miei genitori . Non si sapeva chi fossero: Mi hanno trovata abbandonata davanti alla porta dell’istituto e mi hanno presa, curata e cresciuta.
Com’è che ti trovi qui? – chiese Laura
Cinque anni fa ho conosciuto Salim, un ragazzo siriano, che era venuto in Italia per ammirare le bellezze dell’antichità del nostro Paese. Era pazzo per il Colosseo….pensate un po'!
Ci siamo innamorati e mi ha portato con sé nel suo Paese. Ci siamo sposati con il rito musulmano ed ho preso il nome di Fatima. Tre anni fa è nato il piccolo Abdul………… poi, c’è stato l’inferno.
Prima la protesta, poi una vera e propria guerra civile che non ha risparmiato nessuno. Mio marito è morto, vittima di un attacco terroristico ed io sono rimasta sola con Abdul. A quel punto non sapevo cosa fare e ho pensato di ritornare in Italia. Ho ritirato tutti i soldi che avevo , i documenti più importanti e mi sono unita ad una carovana di profughi che cercava di passare il confine con la Turchia. Ci sono riuscita come vedi ….. ma siamo a terra!
Irene, tu e Abdul non siete più soli- le disse Mario- verrai con noi in Italia, ma prima dobbiamo fare in modo che non vi siano problemi per Abdul. Domani andiamo al Consolato italiano e cerchiamo di far convalidare i documenti che ne comprovano la tua maternità.
Irene era felice e rideva e piangeva, stringendo a se il piccolo Abdul e ringraziando ora Laura ora Mario continuamente.
Scese la notte e, finalmente , la pace regnava nel suo cuore!
CONTINUA
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