giovedì 10 febbraio 2022

UN EROE


 

Dopo la parentesi spagnola  di “ Tutti lo sanno”  Asghar Farhādi  torna  a parlarci degli aspetti della società iraniana nel suo nuovo film  “ Un eroe”, presentato in concorso al  74° Festival di Cannes dove ha vinto il    Grand Prix Speciale della Giuria.

Il protagonista Rahim Soltani ( ben interpretato da Amir Jadidi)  vive in questa storia un’incredibile altalena di stati d’animo e soprattutto di valutazione della sua persona da parte della gente che lo circonda e dell’opinione pubblica , in base alle informazioni che riceve  grazie alla diffusione virale delle notizie sui “social” la cui importanza è aumentata anche nella società iraniana.

 La stessa viene acutamente descritta da Farhadi  come percorsa da una continua contraddizione fra una forte tensione morale  verso i comportamenti virtuosi delle persone ed  una sostanziale incapacità a cogliere la reale comprensione degli stessi nel vissuto personale  al di là delle apparenze, delle dicerie  e delle facili sentenze  elaborate dall’universo digitale dei social.

D’altra parte, tutte le nostre società  ormai evidenziano una forma di dipendenza dalle idee , impressioni e convinzioni che circolano, nel bene e nel male, sul web  e che danno origine a comportamenti   e convinzioni sia sociali che politiche che spesso non riescono a distinguere le informazioni valide dalle  fake news o dalla propaganda occulta .

Il film ci mostra come tutto questo abbia delle conseguenze sulla vita reale delle persone,  oggetto di questa forte attenzione digitale,  sia esaltandole che improvvisamente distruggendole.

Rahim Soltani  è finito in carcere  per non avere  onorato un debito contratto con l’ex cognato Braham  ed in un giorno di permesso,  con  la sua nuova compagna  Farkhondeh, cerca di vendere  ad un compro oro delle monete che la stessa aveva trovato all’interno di una borsa  persa  da qualcuno. Con il ricavato sperava di poter ripagare una parte del debito ed ottenere da Braham il ritiro della denuncia per cui era stato incarcerato. La riluttanza dell’ex cognato  ad accettare la sua proposta lo portano, tuttavia, a riflettere sulle sue azioni e fargli  decidere di restituire le monete  a chi le aveva perse.

 Il direttore del carcere viene a conoscenza  della storia  e ritiene che questa scelta etica di Rahim meriti di essere raccontata in televisione come esempio di redenzione . Rahim, seppur titubante, accetta, trasformandosi presto in una celebrità.

Da quel momento  scatta l’incedibile altalena di avvenimenti  che l’informazione  e la diffusione delle notizie e dei commenti sul web producono sulla vita di Rahim, portandolo da un lato a cercare di utilizzare ogni volta le opportunità che gli si presentano per cercare di migliorare la sua posizione personale, ma dall’altro a decidere di privilegiare un percorso  etico delle sue scelte anche se questo può non essere riconosciuto e valutato positivamente.

L’eroe, in precedenza acclamato, può alla fine essere abbattuto all’interno del mondo della comunicazione  e del web, che di fatto condizionano anche le scelte istituzionali e l’opinione pubblica,  ma può essere invece paradossalmente ancora più apprezzato dalle persone che gli stanno vicine  e accrescere il proprio percorso di valore e di autostima.

Scegliere quello che si ritiene sia il bene aiuta  anche  ad incontrare  se stessi.

Amir Jadidi riesce a dare a Rahim Soltani un volto sensibile e fiducioso negli altri   dando una forte  credibilità al suo personaggio.

Rimarcando ancora la bravura di tutti gli altri attori , desidererei  sottolineare quella del bambino che interpreta il ruolo del figlio di Rahim

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