martedì 22 marzo 2022

BELFAST

 



Sarebbe stata una visione forte e toccante  anche se non fosse stata ulteriormente ingigantita dai sentimenti di rifiuto della sofferenza e della violenza che ogni giorno agitano il nostro cuore e la nostra mente a causa della presenza della guerra in Ucraina .

Non c’è futuro per ognuno di noi quando la violenza prende il posto del dialogo fra persone  che si trovano a vedere e vivere diversamente  per milioni di motivi possibili. La scelta di uccidere, ma anche semplicemente di usare violenza,  è inaccettabile.

 Là nelle strade di Belfast, dove ci conducono le immagini del film, osserviamo l’incredibile contrasto fra una realtà armonica e comunitaria , forse povera ma capace di dialogo e assistenza reciproca, e   l’insofferenza  e la violenza  verso l’ altro solo perché professa una visione religiosa diversa . L’incredibile paradosso è poi che entrambe le parti che si combattono sono due parti religiose credenti in un modo diverso nello stesso messaggio : quello di Cristo che inorridisce al solo vedere usata la sua passione ed il suo sacrificio  in questo modo. La stessa scena in cui un prete  ,nel corso della sua predica,  indica le due strade possibili di scelta religiosa , condannando quella sbagliata, è di una violenza insopportabile.

Come stiamo capendo, guardando  gli ucraini che scappano dalle loro case semidistrutte, i bambini sofferenti , gli uomini alle armi che muoiono  , le donne che piangono i loro cari, la guerra o la violenza sociale comunque si esprima, non lascia indenne nessuno e colpisce la vita quotidiana delle persone, di tutti , dei parenti, dei vicini , dei conoscenti degli sconosciuti. Essa è vicina come non avremmo mai creduto e ci cambia la vita come non avremmo mai pensato.

Il piccolo Buddy lascerà il suo piccolo amore promettendole che tornerà  e la nonna lo lascerà partire pur sapendo che resterà sola  in quella Belfast che tutti amano, chi parte e chi resta e a cui è dedicato il bel film di Kennet Branagh .

Personalmente aggiungerei che non è solo dedicato a chi parte e a chi resta ma anche a chi lo guarda .

La storia raccontata da Branagh scava  nei suoi ricordi d’infanzia e ci riporta nella  Belfast del 1969 devastata dal conflitto nordirlandese, utilizzando  i toni del bianco e nero  quasi per dare alle immagini  un aspetto di storicità . Bella la caratterizzazione dei vari personaggi del gruppo familiare di Buddy che, pur coinvolti in quella difficile situazione, mantengono sempre un atteggiamento  personale positivo verso la vita pieno di coraggio , di fierezza ed anche della capacità di gioire ed amare.

Bravi tutti gli attori fra cui mi piace segnalare  il piccolo Jude Hill ( Buddy),  Caitriona Balfe( madre) Judy Dench( la nonna) e Claran Hinds (il nonno).

Il film ha ottenuto ben sette candidature agli Oscar 2022 e precisamente  per il miglior film, per il miglior regista a Kenneth Branagh, per il miglior attore non protagonista  a Claran Hinds, per la migliore attrice non protagonista a Judi Dench, per la migliore sceneggiatura originale a Kenneth Branagh, per il miglior sonoro a Denise Yarde, Simon Chase, James Mather e Niv Adiri e  per la migliore canzone a Van Morrison per “ Down to Joy”.

 


 

 

 

 


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