Damien Chazelle, dopo averci regalato
Whiplash (2014), ritorna con la sua
terza regia cinematografica a parlarci di noi, dei nostri sogni e dell’amore
con il film La La land.
Per questo film ha già ottenuto diversi Golden Globe e ben 14
nomination ai premi Oscar 2017, tra i quali quello per miglior film, migliore
regia e migliore sceneggiatura originale; mentre. al suo compagno di studi di Harvard,
Justin Hurwitz, si devono quelli per le due canzoni originali “City of stars” e
“Audition”, oltre alla migliore colonna sonora.
Chazelle ci parla dei nostri
sogni, oltre che della difficoltà della loro realizzazione, all’interno delle
stagioni di un’importante storia d’amore fra i due protagonisti; due stupendi attori
come Ryan Gosling e Emma Stone, che possiamo ammirare nella loro completezza d’interpreti
anche nel ballo e nel canto.
L’avvio del film, in Cinemascope,
ci apre la visione alla bellezza e grandezza dell’immagine e del suono.
Splendida la scena del balletto iniziale. La stagione della “primavera”ci
presenta i due protagonisti e ci racconta di come i nostri sogni, le nostre
passioni si siano formate lentamente attraverso l’amore per le cose e le
persone del nostro passato. Sono quelle che fanno parte della nostra formazione
personale e culturale ispirando i sogni che desideriamo
realizzare per dare senso alla nostra vita.
In questa prima parte della
narrazione, i nostri protagonisti ci
raccontano quelle che sono le loro passioni. Per Sebastian è il jazz classico.
Quello dove, attraverso la creatività e lo scontro fra melodie e strumenti, si
realizzava l’incontro fra persone diverse. Il suo sogno è di riuscire a
ricreare quelle atmosfere in un proprio locale dove poter suonare quella musica
con il suo strumento, il pianoforte, privo di condizionamenti.
Per Mia è la magia del teatro,
del cinema, della narrazione e recitazione quella che fin da piccola è stata
instillata nella sua mente e nel suo cuore dalla presenza vitale della zia.
Per Chazelle è forse il mondo del
cinema e del musical quello che lo affascina e che gli fa utilizzare volutamente,
in tutta la fase della primavera e dell’estate, delle scene che richiamano alla
mente quelle dei films di Fred Astaire o dei musicals di quegli anni .
L’amore di Mia e Sebastian diventa
la forza per ottenere il coraggio di credere fino in fondo nella possibilità di
riuscire a raggiungere i propri sogni e di vivere le proprie passioni. Tutto
questo anche se, nella fase della loro realizzazione, potrà comportare
la necessità di adeguarsi gradualmente ad una realtà concreta e diversa da quella
che si pensava e anche se il loro amore e la possibilità di continuarlo a
vivere sarà messa a dura prova dalla lontananza e dagli impegni di lavoro.
Potrebbe essere visto come la
descrizione di quello che ognuno di noi ha vissuto con il passaggio all’età adulta. L’accettazione del principio di realtà che, senza impedirci di provare a
realizzare i nostri sogni e le nostre passioni, ci costringe ,tuttavia, a cercare
di portarli avanti tenendo conto delle difficoltà reali e concrete che
incontriamo.
In questa prima fase è stupenda
la presentazione della canzone “City of stars”.
In particolare, mi colpisce il
momento in cui il protagonista la canta al tramonto su di un pontile che per un
momento mi fa pensare a quello di “Ostia lido” e mi vede magicamente camminare,
al suo posto, ascoltando le note magiche della chitarra di un anziano suonatore
di strada.
Altrettanto bello ed affascinante
appare il ballo fra le stelle dei due
protagonisti in visita al Planetarium, in cui spiccano il volo sulle ali del
loro amore e della loro fantasia, come può capitare a qualunque coppia in
amore.
È in “Autunno” che si pongono le
basi della propria futura realizzazione e contemporaneamente della difficoltà
di continuare a vivere il loro amore, proprio quando si dichiarano l’un l’altra
che si ameranno “per sempre”.
È in “Autunno” che il film
raggiunge toni di commozione quando, durante l’audizione per il ruolo di
protagonista in un film sperimentale, Mia racconta della zia e , insieme al
regista, invita a brindare a chiunque nella vita provi a seguire i propri sogni.
A tutti gli artisti di qualunque
disciplina che, con le loro opere, ci permettono di ascoltare le nostre
emozioni e nello stesso tempo di riviverle.
A tutti noi che amiamo e sogniamo ed a tutti i
disastri inevitabili che combiniamo vivendo.
Nell’ultima stagione “Inverno”
assisteremo poi alla dicotomia fra l’amore dei due protagonisti, che ormai
vivono una vita separata e diversa, e la realizzazione completa delle proprie ambizioni.
Ognuno ha realizzato ciò che
desiderava; ma, come spesso accade anche ad ognuno di noi, non sempre il
sentiero della realizzazione di se stessi e la soddisfazione della propria vita
si sposano con la felicità.
La serenità, a volte, prende il
suo posto; ma l’immagine della felicità, dell’amore che poteva essere vissuto
fino in fondo e che doveva essere vissuto ritorna improvviso per via dell’incontro
casuale dei protagonisti all’interno del locale jazz che Sebastian ha finalmente
realizzato e sulle note della loro musica.
Il sorriso rassicurante di
Sebastian a Mia, alla fine dell’esecuzione del brano al pianoforte, le farà
capire che il lor sentimento è e sarà comunque importante ed incancellabile; ma,
che è giusto che ognuno continui ormai per la sua strada.
L’applauso spontaneo in sala alla
fine del film, in un mercoledì pomeriggio frequentato da anziani spettatori, mi
fa pensare che “La la land” ci ha parlato in qualche modo di noi stessi, delle
nostre emozioni e dei nostri sogni e che probabilmente vincerà l’Oscar 2017 per
miglior film
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