giovedì 2 febbraio 2017

LA LA LAND



Damien Chazelle, dopo averci regalato Whiplash (2014),   ritorna con la sua terza regia cinematografica a parlarci di noi, dei nostri sogni e dell’amore con il film La La land.
Per questo film   ha già ottenuto diversi Golden Globe e ben 14 nomination ai premi Oscar 2017, tra i quali quello per miglior film, migliore regia e migliore sceneggiatura originale; mentre. al suo compagno di studi di Harvard, Justin Hurwitz, si devono quelli per le due canzoni originali “City of stars” e “Audition”, oltre alla migliore colonna sonora.
Chazelle ci parla dei nostri sogni, oltre che della difficoltà della loro realizzazione, all’interno delle stagioni di un’importante storia d’amore fra i due protagonisti; due stupendi attori come Ryan Gosling e Emma Stone, che possiamo ammirare nella loro completezza d’interpreti anche nel ballo e nel canto.
L’avvio del film, in Cinemascope, ci apre la visione alla bellezza e grandezza dell’immagine e del suono. Splendida la scena del balletto iniziale. La stagione della “primavera”ci presenta i due protagonisti e ci racconta di come i nostri sogni, le nostre passioni si siano formate lentamente attraverso l’amore per le cose e le persone del nostro passato. Sono quelle che fanno parte della nostra formazione personale e culturale ispirando i sogni che desideriamo realizzare per dare senso alla nostra vita.
In questa prima parte della narrazione,  i nostri protagonisti ci raccontano quelle che sono le loro passioni. Per Sebastian è il jazz classico. Quello dove, attraverso la creatività e lo scontro fra melodie e strumenti, si realizzava l’incontro fra persone diverse. Il suo sogno è di riuscire a ricreare quelle atmosfere in un proprio locale dove poter suonare quella musica con il suo strumento, il pianoforte, privo di condizionamenti.
Per Mia è la magia del teatro, del cinema, della narrazione e recitazione quella che fin da piccola è stata instillata nella sua mente e nel suo cuore dalla presenza vitale della zia.
Per Chazelle è forse il mondo del cinema e del musical quello che lo affascina e che gli fa utilizzare volutamente, in tutta la fase della primavera e dell’estate, delle scene che richiamano alla mente quelle dei films di Fred Astaire o dei musicals di quegli  anni .
L’amore di Mia e Sebastian diventa la forza per ottenere il coraggio di credere fino in fondo nella possibilità di riuscire a raggiungere i propri sogni e di vivere le proprie passioni. Tutto questo anche se, nella fase della loro realizzazione,  potrà comportare la necessità di adeguarsi gradualmente ad una realtà concreta e diversa da quella che si pensava e anche se il loro amore e la possibilità di continuarlo a vivere sarà messa a dura prova dalla lontananza e dagli impegni di lavoro.
Potrebbe essere visto come la descrizione di quello che ognuno di noi ha vissuto con il passaggio all’età adulta. L’accettazione del principio di realtà che, senza impedirci di provare a realizzare i nostri sogni e le nostre passioni, ci costringe ,tuttavia, a cercare di portarli avanti tenendo conto delle difficoltà reali e concrete che incontriamo.
In questa prima fase è stupenda la presentazione della canzone “City of stars”.
In particolare, mi colpisce il momento in cui il protagonista la canta al tramonto su di un pontile che per un momento mi fa pensare a quello di “Ostia lido” e mi vede magicamente camminare, al suo posto, ascoltando le note magiche della chitarra di un anziano suonatore di strada.



Altrettanto bello ed affascinante  appare il ballo fra le stelle dei due protagonisti in visita al Planetarium, in cui spiccano il volo sulle ali del loro amore e della loro fantasia, come può capitare a qualunque coppia in amore.
È in “Autunno” che si pongono le basi della propria futura realizzazione  e contemporaneamente della difficoltà di continuare a vivere il loro amore, proprio quando si dichiarano l’un l’altra che si ameranno “per sempre”.
È in “Autunno” che il film raggiunge toni di commozione quando, durante l’audizione per il ruolo di protagonista in un film sperimentale, Mia racconta della zia e , insieme al regista, invita a brindare a chiunque nella vita provi a seguire i propri sogni.
A tutti gli artisti di qualunque disciplina che, con le loro opere, ci permettono di ascoltare le nostre emozioni e nello stesso tempo di riviverle.
 A tutti noi che amiamo e sogniamo ed a tutti i disastri inevitabili che combiniamo vivendo.
Nell’ultima stagione “Inverno” assisteremo poi alla dicotomia fra l’amore dei due protagonisti, che ormai vivono una vita separata e diversa, e la realizzazione completa delle  proprie ambizioni.
Ognuno ha realizzato ciò che desiderava; ma, come spesso accade anche ad ognuno di noi, non sempre il sentiero della realizzazione di se stessi e la soddisfazione della propria vita si sposano con la felicità.
La serenità, a volte, prende il suo posto; ma l’immagine della felicità, dell’amore che poteva essere vissuto fino in fondo e che doveva essere vissuto ritorna improvviso per via dell’incontro casuale dei protagonisti all’interno del locale jazz che Sebastian ha finalmente realizzato e sulle note della loro musica.
Il sorriso rassicurante di Sebastian a Mia, alla fine dell’esecuzione del brano al pianoforte, le farà capire che il lor sentimento è e sarà comunque importante ed incancellabile; ma, che è giusto che ognuno continui ormai per la sua strada.
L’applauso spontaneo in sala alla fine del film, in un mercoledì pomeriggio frequentato da anziani spettatori, mi fa pensare che “La la land” ci ha parlato in qualche modo di noi stessi, delle nostre emozioni e dei nostri sogni e che probabilmente vincerà l’Oscar 2017 per miglior film



Nessun commento:

Posta un commento