martedì 19 maggio 2020

MIO FRATELLO RINCORRE I DINOSAURI




Questo film  lascia una sensazione diffusa di serenità e di gratitudine per i contenuti di cui ha parlato e soprattutto per il modo  in cui  li ha espressi: la complessità che avvolge la vita di una bella e numerosa famigliola che accoglie al suo interno un nuovo essere speciale, un bambino affetto dalla sindrome di down.
La preoccupazione dei genitori  per le difficoltà fisiche , mentali e d'inserimento sociale del bambino  verranno affrontate con una carica di positività  che permetterà una lenta e favorevole crescita familiare e di questa giovane vita. Sarebbe tuttavia  falso non considerare tutti i dubbi , le possibili  difficoltà ed il rifiuto che ognuno di noi può accogliere nel suo cuore  a volte  per debolezza , per paura o per possibile vergogna .
 La storia utilizza il fratello Giacomo per raccontarci il susseguirsi di tutte queste emozioni. A partire dal momento in cui da piccolo bambino viene a conoscenza con entusiasmo che sta per nascergli un fratellino, a quando, successivamente, verrà informato che Jo è un essere speciale ,  diverso, ma per certi versi quasi un super eroe.
Man mano, crescendo, Giacomo vedrà i lati positivi e negativi di tutto questo; ma, soprattutto, vivrà con difficoltà quella che è la relazione con il mondo esterno. In qualche modo, penserà che il solo fatto di avere un fratello down possa compromettere  la sua reputazione ed il suo valore all'interno del proprio  gruppo di riferimento, in quella fase delicata che è l'adolescenza.
Il film ci parla di questi sentimenti. Del rifiuto insieme all'amore, della paura e del coraggio, della solitudine e della condivisione.
Quello che alla fine rimane nei nostri cuori è una lezione di vita che non dimenticheremo con facilità e che chiunque abbia avuto un incontro importante con  la malattia o con la diversità fisica o mentale conosce bene.
Ricordo che, leggendo un libro bellissimo come  " La città della gioia" , appresi questo concetto che era espresso in riferimento ad una situazione apparentemente  diversa, ma in realtà molto simile . Raccontando della propria esperienza di contatto con i marginali delle periferie delle città indiane, il protagonista raccontava di come più che dare avesse ricevuto tanto dall'incontro con quelle persone. Di come tutto questo fosse stato fondamentale per la sua vita .
 In altre situazioni  , persone seriamente ammalate  ed incurabili , diventano spesso il punto di riferimento centrale del proprio nucleo familiare e sono spesso proprio loro che con l' attenzione e l'affetto regalano a  chi gli sta vicino molto di più di quanto ricevono .
 Anche Jo , questo piccolo e giovane essere speciale , sarà lui a dare a Giacomo l'affetto necessario per riprendere coraggio , perdonarsi  e ritrovare se stesso, i propri amici , l'amore. Sarà lui , questo piccolo essere speciale, a rappresentare  la marcia in più di questa piccola famiglia e dei loro amici.
Non poteva esserci un esordio migliore, con il suo primo lungometraggio, per il giovane regista Stefano Cipani che,  portando sulla scena cinematografica l'omonimo romanzo ( autobiografico) di  Giacomo Mazzariol , realizza un'opera gradevole , profonda  e con un bel ritmo che l'ha portata a vincere , nell'edizione 2020 del David di Donatello, il David Giovani,premio istituito l'8 gennaio 1997 e  destinato al miglior film votato, con apposito regolamento, da una giuria di giovani delle scuole superiori e delle università.
 Bravi come sempre Alessandro Gassmann e Isabella Ragonese  nel ruolo dei   genitori Davide e Katia e ottima e coinvolgente la recitazione dei giovani  Francesco Gheghi( Giacomo)Lorenzo Sisto(Giovanni)Arianna Becheroni( Arianna)Roberto Nocchi( Vittorio). Da segnalare la prsenza anche  di Rossy De Palma nel ruolo di zia Dolores.


Desidero aggiungere ancora  un apprezzamento per la  fotografia, dai toni caldi e che danno il giusto risalto alle scene ed all’ambientazione, insieme alla scelta di tante belle canzoni  nella colonna sonora  ed in cui “ La cura “ di Battiato ha un giusto risalto. 



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