lunedì 9 ottobre 2017

HASTA SIEMPRE COMANDANTE !




Cinquant'anni fa, perdevamo una delle figure più importanti della rivoluzione cubana:Ernesto "Che" Guevara. 
Moriva assassinato in Bolivia dove si era recato per organizzare e realizzare, anche in quel paese, la rivoluzione socialista. Quella cubana era stata vittoriosa! Guevara ne era stato uno dei principali combattenti ed artefici e aveva assunto il ruolo di ministro all'interno del governo rivoluzionario; ma, egli sapeva che la rivoluzione era accerchiata e che bisogna continuarla e svilupparla negli altri paesi dell'America latina ed in generale in tutti i paesi vittime dell'imperialismo.
Era quella la frontiera su cui combattere  in quel momento storico . Era il cosiddetto "terzomondismo" che individuava l'anello debole del capitalismo/ imperialista ,quindi il principale terreno di scontro rivoluzionario, nei paesi sottosviluppati del terzo mondo.
Guevara si sentiva più adatto a questo compito rispetto a quello di partecipare, pur se nel ruolo  di ministro, al governo rivoluzionario di Cuba.
La sua figura rimane nella storia come quella di chi ha sempre combattuto per un ideale anche a rischio della vita.
La sua morte, insieme a quella di altri grandi uomini appassionati, ha segnato in modo indelebile la mia formazione culturale e politica giovanile.
Per la prima volta  da ragazzo mi ritrovai a sfidare le convinzioni  familiari, appendendo nella mia stanzetta il poster del “ Che”. In precedenza, avevo seguito con dispiacere gli eventi legati alla morte di John F. Kennedy , che ai miei occhi appariva come il giovane leader di un’America che ammiravo. Ne apprezzavo lo stile di vita moderno che avevo imparato a conoscere tramite il suo cinema  e la sua letteratura. Successivamente alla sua morte, lessi con interesse “ Strategia di pace “ ,che mi colpì molto. Trovavo in quelle pagine la convinzione profonda di poter affrontare i problemi del mondo nel segno della democrazia e della libertà, sfidando alla pari e senza riserve l’altro modello culturale mondiale alternativo  rappresentato dalla cultura comunista, oltre cortina. Negli anni successivi esplose tutta la ricchezza culturale innovativa degli anni 60, a partire dalla musica , il cinema  e tutti gli altri aspetti della vita sociale. Il Concilio Vaticano II fu personalmente un grosso punto di riferimento e con esso anche le esperienze militanti sociali cristiane in America latina. Insieme a quella di Guevara due altre morti premature   e causate da mano assassina segnarono in maniera indelebile  quegli anni e la mia personale formazione : quella di Martin Luther King e quella di Robert Kennedy.
Negli USA il reverendo King guidava con una forza morale immensa il Movimento dei diritti civili per il riscatto  e l’ eguaglianza delle persone di colore. Ascoltavamo con grande partecipazione emotiva le notizie che giungevano dagli USA .Non si poteva evitare da un lato d’indignarsi di fronte alle discriminazioni e dall’altro di restare commossi di fronte a quella marea di persone che in marcia gridavano e cantavano insieme “ We shall overcome”. La voce di Joan Baez, che la interpretò magistralmente, rimase scolpita nel mio cuore.
Avevo letto con grande attenzione “La forza di amare “ di Martin Luther King e ne ero rimasto profondamente coinvolto.
Era l’aprile del 1968 quando King viene ucciso e non era ancora passato un anno dalla morte di Guevara. Qualche mese dopo, viene ucciso Robert Kennedy. Era il 6 giugno del 1968 e solo qualche giorno prima: il 31 maggio, avevo compiuto 18 anni. Qualche mese prima avevo letto con interesse il suo libro “ Vogliamo un mondo più nuovo “ e ne avevo respirato l’impegno civile e la speranza di cui era impregnato.
Era veramente insopportabile tutto questo!
Stroncare con la violenza quello che in nessun altro modo si riesce a battere è l’ultima risorsa in mano ai vigliacchi. Mi appariva chiaro come questi uomini apparentemente battuti, perché privati del bene più prezioso : la vita , sarebbero rimasti per sempre vittoriosi dentro il mio cuore, indicandomi con chiarezza la strada dell’impegno civile e della convinzione nei propri ideali.

Hasta Siempre Comandante!

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