Il film ci parla degli scontri di Detroit del
1967, scatenati dall'intervento della polizia in un locale privo di licenza per
la vendita di alcolici, durante una festa privata.
Alla fine di quei giorni di rivolta si
contavano 43 morti, 1.189 feriti, oltre 7.200 arresti e più di 2.000 edifici
distrutti; forse, troppo per il reato da cui tutto era iniziato!
Erano anni in cui la battaglia per i diritti
civili degli afroamericani era nel pieno del suo svolgimento e con esso anche l’insofferenza delle parti.
In quell’occasione , il Governatore dello Stato del Michigan inviò la Guardia Nazionale per sedare la rivolta e il Presidente Lyndon
Johnson lo appoggiò, facendogli dare un aiuto dall’esercito.
Il clima era pesante e un leader come Martin Luther
King sarebbe stato ucciso l’anno seguente, nel 1968.
Il film centra la sua attenzione, in
particolare, sull’irruzione della polizia all’interno di un Motel , convinta
che nello stesso si nascondesse un cecchino
che aveva aperto il fuoco contro i militari da una finestra. In realtà, si era trattato di
una pistola giocattolo; ma, tutto costituisce l’occasione da un lato per
la descrizione dei metodi sbrigativi e violenti dei poliziotti, che arrivano
a forme di tortura ed a veri e propri omicidi, e dall’altro per parlare di
quei fatti che rappresentano una ferita profonda, ancora aperta nella coscienza civile americana.
Del resto, non ci si può più illudere che si
stia parlando di fenomeni del passato,
quando, di nuovo, qualche tempo
fa diversi quartieri di afroamericani sono insorti per la morte di un giovane
in seguito ad uno scontro con degli agenti. Il malessere è ancora presente, pur
se qualche passo avanti è stato fatto e
gli USA hanno avuto anche un Presidente di colore. Oggi il panorama americano è contraddittorio
e preoccupante e gli USA non
trasmettono un’immagine di spirito
democratico, impegnato contro ogni forma di razzismo.
Ben
vengano dunque film come questo e registi come Kathryn Bigelow pronti a coinvolgerci nella
riflessione sulla “ questione
afroamericana”.
Una piccola nota, ai margini
del tema centrale del film , è
data dal fatto che ci viene mostrato
come spesso la polizia locale sia stata quella che ha assunto gli atteggiamenti più aggressivi e persecutori. Questo ci è stato raccontato in tanti altri film, che hanno trattato lo stesso tema. Anche nel nostro Paese, a volte, le amministrazioni locali ,
più che rappresentare un esempio di democrazia, assumono e avvalorano atteggiamenti reazionari di contrasto ai
cambiamenti che, magari ,il Governo Centrale è in grado invece di perseguire.
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