giovedì 1 febbraio 2018

L'INSULTO



Sono passati molti anni dalla fine della guerra civile in Libano,  combattuta in tutto il paese fra il 1975 ed il 1990; ma, i motivi di contrasto ed  i rancori accumulati fra le diverse etnie e parti sociali non si  sono ancora  spenti.
D’altra parte, quel conflitto nato  dal  contrasto tra la componente cristiana , preoccupata ed infastidita dal massiccio arrivo nel territorio dei  profughi palestinesi, e la componente musulmana  aveva sconvolto la vita del Libano per anni ed  era cessato solo in seguito ad una occupazione dell’esercito siriano, la cui presenza  fu successivamente definita “ fraterna” dall’accordo “d’intesa nazionale”  firmato Il 22 ottobre 1989 dai deputati libanesi riunitisi a  Ta’if in Arabia Saudita.
Bisognerà aspettare il 2005 perché I Siriani lascino il paese sotto la spinta delle manifestazioni popolari conosciute come “ la rivoluzione dei cedri”.
La guerra civile ha segnato la vita di tante persone e vi sono stati episodi di vera crudeltà sia dall’una che dall’altra parte.
La  prima strage più importante fu quella di Qarantina, nel gennaio del 1976,  in cui furono uccise circa 1000/1500 persone  di una baraccopoli prevalentemente musulmana posta nel quartiere cristiano di Beirut, controllata da forze della OLP e abitata da curdi ,siriani e palestinesi. La risposta della controparte non si fece attendere  e pochi giorni dopo  ebbe luogo il massacro di Damur, una città cristiana  a sud di Beirut, in cui ca. 500 persone  furono uccise ed il rimanente  fu costretto a fuggire.
La strage di Damur è alla base della rabbia e dei ricordi di  Tony Hanna   uno dei protagonisti de  “L’insulto “ un film del 2017 diretto da Ziad Doueiri.
Tony ci viene presentato fin dalle prime scene come un appassionato seguace del partito  d’ispirazione cristiano/patriottica di  Bashir Gemayel, il leader politico assassinato nel 1982,  figlio di Pierre Gemayel, fondatore delle Falangi libanesi. Il suo odio antico verso la presenza palestinese in Libano avrà modo di uscire fuori in tutta la sua pienezza grazie ad un banale contrasto , un piccolo litigio seguito da un insulto da parte di  Yasser Abdallah Salameh, un capo operaio  palestinese.
Il pretesto banale  innesca un contrasto pesante tra le persone  e serve al regista per un’escalation della trama  e della narrazione  filmica che coinvolge l’intera società Libanese. Una collettività che porta ancora vive le ferite mai rimarginate degli antichi contrasti e che mal  sopporta la forzata convivenza fra etnie  e religioni diverse.
Eppure, il rispetto fra le persone è possibile se solo si avesse l’occasione o la consapevolezza di guardarsi con un occhio libero dal pregiudizio e dall’odio politico e di parte. Nessuno è in fondo innocente! I diversi comportamenti sono tutti potenzialmente lesivi dell’integrità dell’altro e se solo riuscissimo ad andare oltre il nostro primitivo risentimento,  potremmo scorgere la strada del rispetto per chi, ai nostri stessi occhi, forse ne è meritevole,  iniziando la strada difficile e mai scontata della riconciliazione.
Tutto questo non è facile e per nulla scontato se lo stesso regista  Ziad Doueiri, tornato dalla mostra di  Venezia dove aveva presentato il film,  è stato arrestato, processato e prosciolto da un tribunale militare, dopo essere stato accusato di aver "cospirato con il nemico" per aver girato il film “ Attak” in Israele cinque anni fa. Ai cittadini libanesi è infatti proibito visitare un paese con cui il Libano è ufficialmente in guerra. Il cineasta 54enne, che ha studiato in America (era l'operatore di Quentin Tarantino in Le iene, Pulp Fiction e Jackie Brown), era stato arrestato domenica sera subito dopo l'atterraggio a Beirut.
“L’Insulto” è un  film è intenso e coinvolgente, interpretato magistralmente da tutti gli attori fra cui spiccano in particolar modo i due  litiganti : Adel Karam nel ruolo di  Tony Anna  e Kamel El Basha ( Yasser Abdallah Salameh) che  ha vinto la Coppa Volpi  per la miglior interpretazione maschile alla 74ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.
Mi sono piaciute molto anche le principali interpreti femminili:  Diamand Bou Abboud  nel ruolo della giovane avvocatessa  Nadine Wehbe  e  Rita Hayek  nel ruolo di Shirine  , moglie  di Tony Anna .
Il film,  la cui sceneggiatura è stata curata dallo stesso  Ziad Doueiri e dalla sua compagna Joelle Touma, è stato selezionato per rappresentare il Libano ai premi Oscar 2018 nella categoria  per il miglior film in lingua straniera e, personalmente, ritengo sia tra i favoriti.

Ziad Doueiri, che  ha studiato negli USA (era l'operatore di Quentin Tarantino in Le iene, Pulp Fiction e Jackie Brown), in precedenza ha firmato la regia  di   West Beyrouth (1998), Lila dice ( 2004) e The Attak ( 2012). 

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