lunedì 19 febbraio 2018

Ore 15:17 - Attacco al treno




Il film , diretto da Clint Eastwood, è basato sull'autobiografia "The 15:17 to Paris: The True Story of a Terrorist, a Train, and Three American Heroes" di Jeffrey E. Stern, Spencer Stone, Anthony Sadler e Alek Skarlatos e racconta del  tentato attacco terroristico del 21 agosto 2015 sul treno Thalys 9364 diretto da Amsterdam a Parigi, sventato da tre coraggiosi giovani soldati americani che erano in vacanza in giro per l'Europa.
Il loro gesto permise di salvare  la vita di oltre 500 passeggeri ed è stato premiato   con il conferimento  da parte del Presidente  Hollande della legione d'Onore , la più alta decorazione francese. E' importante sottolineare come nel film  Stone, Sadler e Skarlatos interpretino se stessi.
Eastwood ci parla  ancora una volta  dell'eroismo , della necessità di fare qualcosa nelle situazioni di crisi e di emergenza e di come  quest'azione salvi non solo chi viene aiutato ma anche chi la compie, sostenendolo nel suo percorso di vita  e nella sua crescita personale.
E' questo spesso un tema centrale del lavoro di questo regista, che abbiamo ammirato anche come attore nel ruolo di personaggi capaci di attuare questi comportamenti. Il massimo lo ha forse realizzato in   " Gran Torino" dove è stato allo stesso tempo regista e protagonista.
Quello che Eastwood non manca di sottolineare è anche come questa modalità d'intervento, l'azione eroica, può essere alla portata di tutti noi e spesso rappresenti lo sbocco naturale  di un percorso di vita, posto dinanzi ad una situazione eccezionale.
E' per questo che in questo film  il regista, dopo averci mostrato nelle immagini iniziali  le scene principali dell'assalto al treno, torna successivamente indietro nel tempo raccontandoci il percorso di formazione dei tre ragazzi protagonisti del film .Il loro incontrarsi da bambini ,lo sviluppo della loro amicizia, gli interessi e i valori con cui  sono cresciuti , gli obiettivi che hannno cercato di realizzare e che in  qualche modo li caratterizzeranno nelle loro azioni future e nel loro modo di reagire a degli eventi imprevisti ed eccezionali.
Si potrebbe obiettare ad Eastwood che la sua macchina da presa  tenda a sfumare la dimensione sociale, di cui comunque si occupa, per concentrarsi sull'azione eroica, sul gesto individuale. E' probabilmente una scelta! Eastwood non si occupa delle azioni  sociali collettive, dei sentimenti e delle scelte intelelttuali conseguenti o della fomazione e descrizione dei movimenti di opinione . No, la sua atenzione è rivolta all'aspetto strettamente personale  ed individuale, all'azione esemplare del singolo di fronte ad una situazione drammatica  e di emergenza,  anche se la stessa ha poi rilevanza sociale all'interno della comunità in cui vivono i suoi protagonisti.
A margine non possiamo che rallegrarci ed essere orgogliosi  per le splendide immagini delle bellezze artistiche  e monumentali delle città di Roma e Venezia mostrate nel film in relazione al viaggio in Europa dei tre giovani americani .
Ancora una volta Eastwood ha saputo interessare lo spettatore dalla prima all'ultima scena aiutato nella sceneggiatura dalla giovane trentacinquenne Dorothy Blyskal, alla prima scrittura per il cinema dopo alcune esperienze come segretaria di edizione e assistente di produzione in altri film  tra cui "Logan" e "Sully".

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