sabato 7 aprile 2018

VERSO ORIENTE -Seconda parte



Le note del Sirtaki si diffondevano nella calda notte mentre  al centro della pista  la coppia degli sposi ballava insieme agli amici più cari.
Tutt’intorno,  i tavoli erano disposti su dei livelli man mano più rialzati ,come in una specie di anfiteatro. Gli invitati  offrivano,  di tanto in tanto, una bottiglia di spumante agli sposi che veniva portata  fino alla pista dove si trovavano su di un piccolo vassoio insieme a due calici da parte dei valenti ed equilibristi camerieri.  Lo sposo stappava la bottiglia , riempiva i due calici e ,dopo averne assaggiato il contenuto insieme alla sposa, gridava alto il suo ringraziamento. Dopo, la bottiglia veniva offerta,  insieme ad un giro di spumante, a tutti gli  invitati.
Questo rito si susseguiva  diverse volte nel corso della serata  e dava ulteriore “ carburante” alla festa.
Laura era contenta e commossa,  mentre osservava la gioia del figlio appena sposato,  e finalmente provava una sensazione di rilassamento. La serata trascorreva serenamente e anche Mario si sentiva del tutto a suo agio. Quell’isola gli stava entrando nel sangue e quella musica  lo trasportava  in un universo di sensualità e di bellezza.
Il residence dove si svolgeva la festa  sorgeva direttamente sul mare    e godeva dell’affaccio diretto su di una  spiaggia di sabbia fine .
Mario sentì il desiderio di dirigersi alla spiaggia e chiese la complicità di Laura . che fu d’accordo ad accompagnarlo.Si allontanarono  camminando lentamente sulla spiaggia e  si presero per mano. Il palmo tiepido di Laura  aderiva dolcemente a quello di Mario ed una corrente di tenero calore si riversava nei loro corpi.

-E’ stato bello stasera….. ed anche tu sei bella- disse  Mario guardando Laura negli occhi
-Forse perché sono contenta  - rispose Laura- Mio figlio era felice ed io ho avvertito  dentro il desiderio di lasciarlo andare libero verso la sua felicità. Mi sono risentita donna ,oltre che madre,  e questa notte poi è splendida!
-Ed io non pensavo minimamente che questa sosta a Samos  sarebbe stata così importante!-Aggiunse Mario- Ti avevo detto che mi fermavo solo qualche giorno prima di andare ad Istanbul per una consulenza. Dopodomani parto;  ma, allo stesso tempo, voglio stare con te.
A quelle parole, Laura non riuscì a trattenere un sorriso e un’espressione di sensualità e di tenerezza si disegnò sul suo volto.
-Vieni con me – Disse Mario- andiamo insieme . Sarà bellissimo. Ho sempre sognato di vedere Istanbul e con te sarà ancora più affascinante. Andiamo insieme !
Si….- Rispose Laura-  E comincio a ridere piano per una felicità improvvisa che le sgorgava inarrestabile da tutto il corpo.
Si – aggiunse Mario – ed ascoltandola  ridere piano si estasiò a guardarla e la baciò .
Si persero l’uno nell’altra , soli sotto le stelle  e pian piano nudi si rotolarono,  con l’innocenza dei bambini , sulla sabbia  e fecero l’amore gemendo ed ansimando di piacere.
Dopo si tuffarono nel mare, continuando a cercarsi   fra le onde.




 Stavano seduti al tavolo  della colazione nella saletta dell’albergo che si trovava sulla sommità dell’edificio . Dalle vetrate, che limitavano l’ambiente, si ammirava uno scenario incantevole, con  in primo piano la cupola della Moschea Blu .Erano arrivati ad Istanbul la sera prima  e si erano sistemati in questo gradevole piccolo albergo posto direttamente sulla piazza dell’antico Ippodromo , nel  cuore del quartiere di  Sultanahmet , vero centro storico della città. Mario  versò dei cucchiaini di miele dentro la tazza di yogurth bianco. Dopo, aggiunse abbondanti pezzi di frutta secca  e cominciò a gustare il tutto con estremo piacere. Aveva imparato a preparare  lo yogurth in questo modo in Grecia  e ,quando si presentava l’occasione utile, quella era la colazione che preferiva. Laura  aveva preso invece il caffè lungo , alla turca, ed un piattino con dei dolci al miele.

-Che bello qui! – disse Laura- sorridendo a Mario.- sembra di essere all’interno delle mille e una notte. Questa moschea qui davanti è bellissima: Noi stiamo qui seduti comodamente a fare colazione , davanti a questo spettacolo!
- E’ vero , Istanbul è affascinante – rispose Mario-Pensa che da qui, spostandoci  a piedi, possiamo vedere tanti monumenti importanti e vivere l’atmosfera più antica della città . Oggi, dopo la riunione di lavoro con i miei clienti, potremo andare in giro tranquillamente. Poi ,stasera, prendiamo il battello e facciamo la gita sul Bosforo .Va bene?
- D’accordo – rispose Laura.
Si lasciarono e dopo Mario si diresse verso  Piazza Taxim dov’era la sede dell’incontro di lavoro. La zona brulicava di persone  e ci si trovava nel centro  vissuto della città. Tutti i partecipanti alla riunione della riunione arrivarono nei tempi previsti e si arrivò rapidamente a discutere dei punti più importanti. I clienti di Mario  desideravano poter espandere in Turchia  la propria attività di consulenza informatica  nei confronti del settore sanitario della pubblica amministrazione Turca ma soprattutto desideravano poter commercializzare un programma antivirus di produzione coreana di cui avevano ottenuto  l’esclusiva per l’area del Medio oriente  e nord Africa. Naturalmente, all’attività di vendita era collegata anche quella generale di consulenza. La Turchia era il paese ideale per avviare questa attività estera nell’area in quanto veniva considerata da tutti i paesi ,anche del Nord Africa, il veicolo ideale  per lo sviluppo dei contatti con L’Europa. La posizione , la storia , la presenza di una forte componente musulmana  rendevano affidabile questo paese agli occhi di quelli limitrofi e non. Per poter entrare in maniera importante nel mercato turco e dei paesi vicini era importante, tuttavia, capire che bisognava dare un  ruolo importante all’imprenditoria locale: Questo era stato abbondantemente spiegato dal  funzionario dell’Istituto del Commercio con L’estero  nel loro incontro a Roma  ed aveva lasciato capire che era quella una condizione pregiudizievole. In caso di uno sviluppo positivo dell’iniziativa  vi erano invece delle buone opportunità dal punto di vista finanziario in quanto esistevano dei forti aiuti per le aziende italiane  esportatrici per l’anticipazione dei loro crediti tramite il sistema bancario, con una garanzia parziale  dello Stato: Questo avrebbe permesso un avvio importante dell’attività. I rappresentanti del governo turco avevano portato alla riunione il capo di un’azienda che ritenevano potesse  partecipare con successo all’iniziativa e nel corso della riunione spiegarono che aveva senso continuare l’incontro solo se si pensava ad una partnership  di carattere sostanzialmente egualitario: 50 e 50. Se si era disponibili ad accettare questa precondizione, allora si poteva continuare a discutere con profitto e non vi sarebbero stati problemi. L’azienda turca presente era in grado di coprire l’intero territorio nazionale e fare da veicolo per ulteriori commerci nei paesi vicini: Mario , d’accordo con il suo cliente , propose a questo punto la costituzione di una nuova società paritaria con quote divise al 50% che gestisse l’affare sia in Turchia che nella restante area individuata ed ottenne così un entusiastico accordo da parte di tutti. La riunione non poteva concludersi meglio e a quel punto , per festeggiare la decisione comune, i rappresentanti dell’azienda turca invitarono  tutti i presenti  con le eventuali consorti o altre accompagnatrici a partecipare ad una cena con crociera lungo il Bosforo per la sera stessa.
Vedrete- disse Mister Kaya, il capo dell’azienda turca- sarà divertente e godrete di uno spettacolo unico e affascinante che vi farà amare Istanbul.
Si salutarono, dandosi appuntamento per la sera sul pontile vicino al ponte di Galata. Mario rimase a parlare con il rappresentante del Ministero italiano e con il suo cliente. Erano ampiamente soddisfatti di come si era svolta la riunione e del tempismo con cui Mario era intervenuto chiudendola positivamente. Dopo qualche minuto, presi ulteriori accordi per le varie incombenze operative dei prossimi giorni, Mario chiese se poteva portare Laura con sé  quella sera e, rassicurato su questo punto, salutò tutti e  si allontanò.
 Quel pomeriggio , insieme a Laura,  avevano visitato la torre di Galata  all’interno dell’antico quartiere  edificato dai Genovesi : Avevano ammirato il panorama della città , le sue moschee , la parte occidentale e quella asiatica , il ponte che le unisce  e la bellezza del Bosforo. Poi si erano addentrati lentamente fino al ponte di Galata scoprendo nel suo  spazio sottostante  i vari ristorantini e bancarelle di pesce. Era  un susseguirsi di piccole botteghe  e di   tavoli all’aperto  che ricordavano tanto  alcuni posti dei paesi a mare del Sud d’Italia. Pian piano si fece sera  e si diressero all’appuntamento  davanti all’imbarcadero per il  battello della gita serale sul Bosforo.Erano circa le nove di sera quando  insieme agli altri salirono sul battello. C’era  Mister  Kaya insieme alla moglie, in abito tradizionale, ma con il volto scoperto, il rappresentante  italiano  del ministero per il commercio con l’estero , una signora  elegante  probabilmente coetanea di laura , il cliente di Mario, e il rappresentante del governo turco con la moglie , vestita all’occidentale. Oltre a loro c’erano diversi turisti   e tutti furono fatti accomodare nei tavoli preparati  in un’area del ponte dove fu servito uno spumante  italiano come segno di  benvenuto. C’era un tavolo già preparato per  Mister Kaya ed i suoi ospiti che furono subito intrattenuti dallo chef e serviti con precedenza rispetto a tutti gli altri .Mentre   gustavano i piatti tradizionali della cucina turca  e godevano dello spettacolo  della costa e di alcuni  splendidi palazzi storici  illuminati,  venivano intrattenuti anche da un piccolo gruppo di musicisti . La serata  fu molto gradevole. Finita la cena,  passarono ad esplorare il battello soffermandosi sulle gallerie laterali  dove ognuno ritrovava la sua intimità  con il partner  o con gli amici più stretti. Quando passarono sotto il lungo ponte illuminato, Mario e Laura  erano sulla parte posteriore del battello e così poterono  osservare il ponte nella sua interezza mentre si allontanava lentamente. Dopo circa due ore dalla  partenza , il battello rientrò  al molo e, dopo essersi salutati con tutti gli altri, Mario e  Laura si avviarono verso l’albergo.         


CONTINUA

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