Il cavallo galoppava senza sosta attraverso il
bosco, verso casa, mentre un tumulto di pensieri si agitava nella mente del
giovane uomo. Che fare? Come liberare la ragazza? Come uccidere l’Orco che la
imprigionava? Se non era solo ? Se aveva delle guardie con se?
Passò la notte nel bosco, dopo aver acceso un fuoco e
cercato di magiare qualche cosa. Non aveva fame ed era in preda alla
disperazione. Dormì agitato, con sogni di lotta e di terrore; ma, ad un tratto,
la sua mente si placò. Pensò di trovarsi in riva al mare e parlare con il
suo amico: il pesciolino d’argento. Si, forse aveva bisogno di parlare di
questa storia con un amico. Aveva bisogno del consiglio del pesciolino
d’argento. Si avviò al galoppo verso il mare ed aspettò la notte di luna piena;
quindi, cominciò a chiamare:
- Oh
Pesciolino! Pesciolino d’argento!
- Fammi
contento! Fammi contento!
E ancora e ancora
- Oh
Pesciolino! Pesciolino d’argento!
- Fammi
contento! Fammi contento!
Il mare riluceva sotto i raggi della luna e, ad un
tratto, più delle onde brillò, in mezzo ad esse, un pesciolino..... un
pesciolino d’argento.
-Eccomi a te giovane uomo! Eccomi a te, amico mio! Cosa
posso fare per te? – disse il pesciolino d’argento.
Il giovane uomo poté finalmente liberare il suo cuore e
raccontò all’amico per filo e per segno tutto quello che era successo. La
ragazza prigioniera, l’Orco, il suo amore ed il desiderio di liberarla.
Dovrai essere forte – gli disse il pesciolino d’argento –
Nessuna impresa del genere è mai sicura e priva della possibilità dell’insuccesso,
della sconfitta. Il male esiste davvero ed è forte, è cattivo e punge e
taglia come la lama di una spada. Come il suo nome dice, appunto, fa male!
Guarda accanto a te, per terra. Cosa vedi? – disse il
pesciolino d’argento-
Il giovane uomo si voltò e guardò verso terrà dove vide
stesa una bellissima spada luccicante sotto la luce della luna. La lama
sembrava affilatissima e tagliente!
Prendila – disse il pesciolino d’argento- quella è la
spada del coraggio e della giustizia che nelle mani di chi ama diventa
un’arma micidiale. La lotta fra l’amore ed il male è una lotta eterna ma tu
puoi vincerla con la forza ed il coraggio che ti vengono dal tuo amore. Certo,
vi saranno momenti in cui penserai di non farcela. Potrai anche pensare di
esser stato un pazzo a sfidare il male; ma, se ci pensi bene, a che vale
la vita se non lotti per le persone e le cose che ami ed in cui credi?
Va dunque! Prendi la spada con te ed usala con coraggio!
Uccidi l’orco, libera la ragazza e portala qui davanti al mare perché così io
possa avere una nuova amica.
Il giovane uomo prese la spada e la alzò con la punta
rivolta al cielo, sotto lo sguardo benevolo e amico del pesciolino d’argento.
Vado- disse- ma tornerò presto con una giovane donna al
mio fianco.
Così facendo, pose la spada al suo fianco e si
diresse a passi decisi verso il cavallo. Vi montò sopra ed, al galoppo,
sparì nella notte.
- Apri! Ho detto apri! -gridò il
giovane uomo bussando ferocemente alla porta della casa
dove stava rinchiusa la giovane donna.
- Chi
è che bussa a quest’ora? Chi sei? Che vuoi ? -gridò l’Orco , aprendo l’uscio e
vedendo il giovane uomo con la spada in pugno, la prese a sua volta
esplodendo in un ruggito bestiale.
Il giovane uomo si vide perduto e sentì il sangue gelarsi
nelle vene. Le gambe quasi non lo reggevano; ma, con la coda dell’occhio,
si rese conto che l’Orco, nell’esprimere la sua ferocia, aveva
commesso un errore, per eccesso di sicurezza, ed aveva allargato la sua guardia.
Spinto da una voglia insopprimibile di sopravvivenza,
dalla disperazione e dal desiderio di abbattere quell’orribile animale affondò
con tutto il coraggio che possedeva la spada dritta nel petto dell’Orco
trafiggendogli il cuore.
Un’espressione, innanzi tutto di stupore si dipinse sul
volto del bestione ferito a morte. Poi, la coscienza di quello che era successo
lo spinse a raccogliere tutte le forze rimaste in un rigurgito di rabbia
estrema per scagliarsi contro il giovane uomo; ma, le forze lo
abbandonarono di colpo, cadde prima in ginocchio e quindi stramazzò al
suolo.Subito il giovane uomo frugò nelle sue tasche e trovò una chiave, quella
che avrebbe aperto la prigione della sua giovane donna.
I due giovani passeggiavano mano nella mano nella notte
illuminata dalla luna piena, sulla spiaggia. I loro passi si susseguivano,
l’uno dopo l’altro, incontro allo sciabordio delle onde sull’arena.
Dopo essere stata liberata la giovane donna era stata
portata nel borgo dei pescatori a conoscere i genitori del suo
nuovo compagno. La festa era stata grande e la mamma del giovane uomo l’aveva
più volte abbracciata sotto lo sguardo benevolo del figlio e del marito.
Avevano deciso di sposarsi e di vivere anche loro
nella bella casa del borgo. Ora, il giovane uomo desiderava presentare la
sua compagna al suo amico più caro: il pesciolino d’argento.
Ecco perché erano lì adesso, sulle rive del mare, a
guardarsi con affetto e sorridersi.
Poi, insieme, cominciarono a chiamare il loro amico
dicendo:
- Oh
Pesciolino! Pesciolino d’argento!
- Fammi
contento! Fammi contento!
E ancora insieme.
- Oh
Pesciolino! Pesciolino d’argento!
- Fammi
contento! Fammi contento!
E il pesciolino apparve tra le onde, rilucente
d’argento, sotto i raggi della luna piena, alta nel cielo.
- Chi
si vede! – disse- Finalmente ti sei ricordato di me! E chi è quella bella,
giovane donna che ti guarda con tanto amore?
Cominciarono così a parlare fitto fitto, raccontandosi
tutto e più e più ancora, mentre la notte scorreva intorno a loro,
riconoscendoli per sempre amici.
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