venerdì 24 gennaio 2020

PINOCCHIO



Con delicatezza ed attenzione nei confronti delle emozioni e della personalità dei diversi personaggi, Matteo Garrone prova a ricondurci dentro le pagine di quel grande racconto di Collodi che è " Pinocchio".
 Una  storia universale che ci parla  del grande cammino che ognuno di noi dovrebbe intraprendere per diventare uomo e non restare un burattino.Un burattino  che, pur vivo e libero di muoversi senza fili,  non è ancora libero di decidere del proprio destino.
Una storia ,quella di Collodi, apparentemente semplice ma in realtà complessa, di cui Garrone ,nella sua trasposizione cinematografica, mantiene il pieno significato.
 Si studia che il percorso  verso l'età adulta ci faccia passare dal considerare solo il principio del piacere ad agire poi in base al principio di realtà ,senza per questo perdere il senso e la bellezza del piacere.
 Il piccolo burattino, emozionalmente, è troppo attratto dal gioco , dalla curiosità e dal divertimento per ascoltare le raccomandazioni e seguire  i doveri necessari  per migliorare le proprie conoscenze ed abilità.
 L'enunciazione fredda dei principi del dovere ,ad esempio ,espressi da un  qualunque  grillo parlante rischiano di essere sempre inascoltati.
 Solo dopo avere vissuto in prima persona la delusione  connessa ad un'esperienza sbagliata o insoddisfacente, Pinocchio ritornerà sui suoi passi e sarà disponibile ad ascoltare i consigli frutto dell'esperienza del padre o di chiunque gli sia vicino. Dovrà prima subire l'inganno del gatto e della volpe.Capire che il paese dei balocchi non esiste  e che può portare ad un asservimento animalesco della sua persona. Dovrà superare mille pericoli e solo quando deciderà con la propria testa di  lavorare con fatica per aiutare il padre che vuole bene , in quel momento, sarà già diventato un essere umano.
Il film ci mostra ancora la bellezza della genitorialità, con un Benigni ,sempre più bravo, che ci mostra la tenerezza di un padre disposto a cercare il proprio figlio anche  in capo al  mondo,  per poi ritrovarsi insieme a lui all'interno della pancia della balena ( pesce- cane). 
Ci mostra ancora una figura femminile (una Fatina prima sorella e poi madre )  pronta a regalare dei  miracoli al piccolo Pinocchio, accettando sempre il suo pentimento  ma ponendolo comunque sempre di fronte alle proprie responsabilità.
Per l'ambientazione delle scene del racconto, Garrone  si è mosso fra la Toscana, la Puglia e ll Lazio  con la collaborazione di Dimitri Capuania  che ha curato la scenografia confermando una collaborazione già sperimentata nei film "Racconto dei racconti" e "Dogman".
Il villaggio di Geppetto è stato ricostruito all'interno di un borgo medioevale nelle  colline della  val di Chiara senese a Sinalunga  in località Tenuta La Fratta. Una delle tenute più belle della Toscana, tra Siena e Arezzo, vicina al lago Trasimeno,alle aree lacustri di Montepulciano e Chiusi e alle pianure della Val d’Orcia. Il Paese dei balocchi è stato invece ambientato in Puglia  in una fattoria rurale fra Ostuni e Fasano  mentre le scene a mare  sono girate nei pressi di Polignano.
Oltre ad un bravissimo Benigni  e dei bravi Rocco Papaleo ( Gatto), Massimo Ceccherini ( Volpe) Marine Vacth( Fata Turchina -adulta) Gigi Proietti( Mangiafoco) una citazione particolare va al giovanissimo attore Federico Ielapi che ha recitato il ruolo di Pinocchio con uan grandissima professionalità ed emozione. Pensate che solo per il trucco che lo trasformava in burattino ha dovuto sottoporsi a sessioni quotidiane di 4 ore, prima di iniziare le riprese. 


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