lunedì 6 gennaio 2020

TOLO TOLO




Se nella canzone  e nelle scene che fanno da trailer di presentazione , Zalone ci mostra l'insofferenza  dilagante  dell'italiano medio nei confronti della presenza, qualche volta invadente, dell'immigrato ; col suo film,  sposta la nostra attenzione su quello che c'è prima dell'arrivo nei paesi occidentali .
Il film ci mostra, infatti,  le condizioni del continente africano, o meglio di una larga parte di esso, dove le condizioni della popolazione e la miseria sono dilaganti. Non solo, a questo si accoppia la presenza di conflitti armati e di terrorismo  che mettono a  rischio l'incolumità personale in maniera continua.
Ciò nonostante,  il protagonista  , mentre ne parla con una facoltosa donna  d'affari , ci spiega  come i possibili investimenti nel continente africano potrebbero avere ,se effettuati, una redditività di gran lunga superiore di  quella ottenuta nella parte più civilizzata del nostro mondo e tra l'altro con una maggiore facilità di esecuzione. Se ci fossero migliori opportunità di vita ed una maggiore sicurezza fisica  probabilmente il numero dei migranti non sarebbe così esplosivo!
Utilizzando una costante ironia , vecchie canzoni italiane come colonna sonora di situazioni  che ne richiamano il contenuto , mostrando, al di là di tutto, come  l'unica possibilità che abbiamo, di superare tutte le enormi difficoltà pratiche di questa situazione, risieda nei sentimenti e nell' l'affettività che possono legarci alle diverse persone con cui entriamo in contatto,  Zalone ci accompagna in questo lungo viaggio che dall'Africa ci porta sino alle nostre coste .
Parte dal Kenya per passare dal deserto del Sahara, in Marocco, ed arrivare in Libia; quindi, finalmente, dopo aver assaporato i campi di prigionia, riesce ad  entrare nello splendido barcone ( si fa per dire) che dopo mille peripezie  e quasi l’annegamento lo farà rientrare in Italia.
Se ci fossero dubbi sul senso di questo film  mi sentirei di dire che solo in preda ad attacchi psichici improvvisi,  mostrati nel corso della storia a causa di stanchezza fisica e mentale ,Zalone può essere colto da conati di " fascismo" . La sua acuta ironia ,invece, non risparmia neanche  l'uomo più o meno  comune  ed il populista,  con  la sua voglia di non occuparsi dei problemi altrui ma solo di lamentarsi dei propri. Lo sguardo disincantato ed ironico di Zalone cerca di farci osservare i problemi oggettivi presenti nella situazione e che inevitabilmente possono provocare comportamenti a volte contraddittori e non lineari sia tra i migranti che nei cittadini europei , anche quelli che potrebbero sembrare i più attenti osservatori del fenomeno.
Il punto vincente della storia raccontata rimane l’amore che ci permette d’incontrare persone diverse da noi  e che, grazie a questo,  ci regala nuovi punti di vista e la realizzazione di  una vera crescita personale.
Una chicca è rappresentata  dalla partecipazione dell’ex governatore della Puglia Nichi Vendola  che, con una buona dose di autoironia, acconsente a rappresentare la parte di un cugino di Zalone  con una parlantina forbita ma incomprensibile. Il film diretto da Zalone è stato scritto e sceneggiato insieme a Paolo Virzì.


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