mercoledì 4 maggio 2016

LE CHANT DES PARTISANS


Ascoltai per la prima volta quest’inno, questa canzone partigiana, dalle labbra di una ragazza belga ,d’origine italiana, che me la cantò durante una notte in treno.
Eravamo in uno scompartimento a cuccette, di seconda classe, di un treno, proveniente dalla Francia che arrivava fino in Calabria.  Io ero con un mio amico di ritorno da Montecarlo, dove eravamo stati qualche giorno, ed eravamo diretti a Roma, per assistere al Festival dell’Unità.
Erano i primi anni ’70.
In quello scompartimento, oltre a noi due, c’era quella ragazza, un giovane inglese ed una signora anziana.
Come succede sempre in quelle occasioni, non si aveva sonno e l’interesse a conoscere nuove persone era prevalente.
La ragazza era appassionata di teatro. Recitava con altri giovani in una piccola compagnia ed abitava, mi sembra, a Bruges. Era diretta a Sapri, bella località di mare della Calabria, dove sarebbe rimasta   per un periodo di vacanza a casa di lontani parenti.




 (nella fotografia  Nancy Wake eroina della resistenza francese)
Mentre aggiustavamo le cuccette, ci mettemmo a parlare ed aiutammo l’anziana signora  a sistemarsi in una cuccetta bassa, per lei più comoda, che le avevamo ceduta in cambio.
La signora era una donna veramente gradevole ed interessante. Era piena di curiosità e voleva sapere tutto di noi. Ci raccontò che, alla sua età, la più gran passione era viaggiare e tornava infatti da una crociera nel Mediterraneo a suo dire incantevole. Il giovane inglese parlava uno stentato italiano ma riusciva a farsi capire. Anche lui amava i viaggi  ed,  infatti, era diretto in Egitto per realizzare il suo sogno di vedere le piramidi e fare un giro a dorso di un cammello. In cuor nostro ognuno adottò quyesti strani ed interessanti compagni di viaggio e soprattutto ascoltavamo la cara nonnina da cui prendere insegnamento. Dopo un po’, il treno stava per arrivare a Genova, quando scoprimmo che nessuno dei nostri compagni di viaggio c’era mai stato. Il treno avrebbe fatto una fermata di quindici minuti e proponemmo ai nostri nuovi amici di approfittare di quel tempo, per scendere di corsa dal treno ed uscire almeno dalla stazione per mettere piede nella piazza antistante e poter affermare quindi che eravamo stati anche per un attimo a Genova.
Così fu deciso , mentre la signora anziana ci augurava una buona visita a Genova e c’informava che, nel frattempo, avrebbe cercato di prendere sonno.
Di corsa, ponemmo in atto il nostro piano e con una soddisfazione da bambini ci stringemmo le mani nella piazza antistante la stazione di Genova, felici del nostro successo.
Senza perdere un attimo, tornammo poi di corsa al treno e ansimanti, ma soddisfatti, salutammo l’anziana signora che, ad occhi chiusi, ci sorrise.
Ci mettemmo così nel piccolo corridoio della carrozza ,chiudendo la porta dello scompartimento per non disturbare il riposo della signora, e ,seduti per terra, cominciammo a raccontarci di noi. Scoprimmo le nostre comuni passioni politiche, il movimento studentesco, la tradizione popolare, le canzoni e gli spettacoli.
 Le raccontai che nelle riunioni fra amici, capitava spesso di cantare, accompagnati dalla chitarra, le canzoni popolari e di lotta e le chiedemmo se conosceva Bella Ciao.
Lei ci rispose di si, ma, a sua volta ci chiese se conoscevamo l’inno dei partigiani francesi e così lo cantò.

Ami, entends-tu le vol noir des corbeaux sur nos plaines
Ami, entends-tu les cris sourds du pays qu'on enchaîne
Ohé, partisans, ouvriers et paysans c'est l'alarme
Ce soir l'ennemi connaîtra le prix du sang et des larmes...
                                   2
Montez de la mine, descendez des collines, camarades,
Sortez de la paille les fusils, la mitraille, les grenades,
Ohé, les tueurs, à vos armes et vos couteaux, tirez vite,
Ohé, saboteurs, attention à ton fardeau, dynamite..
                                   3
C'est nous qui brisons les barreaux des prisons pour nos frères
La haine à nos trousses et la faim qui nous pousse, la misère
II y a des pays où les gens au creux des lits font des rêves
Ici, nous, vois-tu, nous on marche, nous on tue ou on crève.
                                   4
Ici, chacun sait ce qu'il veut, ce qu'il fait quand il passe
Ami, si tu tombes, un ami sort de l'ombre à ta place,
Demain du sang noir séchera au grand soleil sur nos routes
Chantez, compagnons, dans la nuit la liberté nous écoute...
                                   5
Ami, entends-tu les cris sourds du pays qu'on enchaîne
Ami, entends-tu le vol noir du corbeau sur la plaine










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