PARTE 1- In viaggio per Asmara
E così' l'attendeva l'Africa! Questo pensava Gaetano, mentre la nave
partita da Napoli continuava a solcare il mare verso L'Abissinia. La terra più
a sud dell’impero richiedeva il suo impegno, il suo servizio, ora che i venti
di guerra sconvolgevano il mondo e le colonne inglesi puntavano alla conquista
di quei territori. Per la prima volta, Gaetano si trovava in un vero
viaggio per nave e per un attimo si ritrovò a pensare a quelli che aveva dovuto affrontare il padre per raggiungere l’America e per ritornare in
Italia. Anche per lui quel viaggio comportava il trasferimento in un altro continente:
l’Africa. Era partito quella mattina da Napoli insieme agli altri giovani
carabinieri destinati a prestare servizio ad Asmara in Eritrea. Appena arruolati, avevano frequentato insieme
il corso di formazione nella scuola
allievi carabinieri a Roma, provenienti da tutte le parti d’Italia.
Qualcuno era siciliano come lui. Uno era della provincia di Palermo e uno di quella
di Siracusa. Gaetano invece era della provincia di Agrigento e precisamente
originario di Siculiana. Suo padre, di ritorno dall’America dopo la grande guerra,
aveva allargato la proprietà del terreno del nonno, acquisendo diversi terreni
limitrofi grazie alle disponibilità rivenienti dal lavoro americano. A New York
aveva lasciato una figlia giovane appena sposata mentre lui era ritornato in
Italia con gli altri due figli maschi avuti dalla prima moglie, morta
prematuramente. Tornato al paese, il padre si era risposato ed aveva dato un
nuovo impulso alle proprietà con ottimi risultati. I terreni non erano molto
distanti dal paese e, pur se abitavano in un comodo casolare all’interno della
campagna di proprietà, era facile raggiungerlo per tutte le attività
necessarie. Gaetano era così cresciuto serenamente insieme ai due fratelli del
primo matrimonio e le tre sorelle e il fratello del secondo matrimonio del
padre. Aveva alternato alla frequenza della scuola il lavoro nei campi, nel
periodo estivo, anche se in misura molto limitata. Pur se il paese non era
molto lontano dal mare e dalla sua splendida spiaggia, Gaetano vi si recava
raramente e non aveva imparato a nuotare. Capitava di andarci, qualche volta
insieme al padre, per barattare i loro prodotti agricoli con qualche cassetta
di pesce. In special modo, era facile trovare sarde ed alici. Quelle che non si
consumavano subito si conservavano sotto sale e costituivano un ottimo pasto al
bisogno. La vita procedeva tranquilla ma
il diavolo prepara sempre le sue trappole. Lo zio di Gaetano era commerciante e
per la sua attività aveva avuto bisogno di un importante prestito dalla banca
locale. Questa aveva voluto a garanzia delle cambiali e, non ritenendo
sufficiente solo la firma dello zio, aveva preteso l’avallo da parte del padre
di Gaetano che non si era sentito di negare il suo consenso. Il tempo era
passato, l’attività commerciale aveva avuto dei problemi e lo zio di Gaetano era
risultato inadempiente ai suoi obblighi. In quella situazione, la banca aveva
agito legalmente anche nei confronti del padre di Gaetano attaccandolo e
privandolo di parte dei terreni. Le prospettive del futuro erano cambiate. La
proprietà non poteva bastare più per tutti e anche per Gaetano si pose la
necessità di cercare rapidamente una possibile occupazione. Gli era sempre
piaciuta la divisa ed una vita attiva e libera. Decise, quindi, di arruolarsi
nell’Arma dei carabinieri. Era giovane, aveva conseguito il diploma ed era
pronto per il servizio militare. A quel punto, meglio provare ad arruolarsi
nell’Arma. Superò la selezione e salutata la famiglia si trasferì a Roma per
frequentare in caserma il corso di preparazione all’inquadramento in servizio.
La
caserma era in zona centrale, vicino a viale delle Milizie e non lontano da
Castel Sant’Angelo e San Pietro. Questo permise a Giovanni di addentrarsi con
facilità, nelle ore di libera uscita, per le strade del centro alla scoperta di quella splendida città.
Insieme agli altri due allievi siciliani, dapprima cercarono di visitare i
principali monumenti e successivamente,
grazie anche alle indicazioni dei colleghi romani, scoprirono Trastevere con le sue viuzze e le sue osterie popolari dove assaggiare del buon vino, i
piatti della cucina tradizionale e scambiare qualche sguardo con le ragazze.
. Il tempo, tuttavia era passato,
rapidamente e senza rendersene
neanche conto era già sulla nave a ricordare quei momenti con una relativa
nostalgia.
CONTINUA
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