lunedì 17 ottobre 2016

FABBRICA OCCUPATA


   olio su tela 50 x 70

Il quadro è stato dipinto nel 1974.L’idea dell’opera nasce dalle emozioni e dalle riflessioni successive all’ascolto del concerto di Giorgio Gaslini dallo stesso titolo.
Fra il pubblico quella sera, a Catania, c’erano quasi tutti i compagni del movimento degli studenti con cui in quegli anni avevo diviso speranze, lotte e delusioni. Vi erano anche alcuni professori universitari di “ sinistra” e altre poche persone non conosciute. 
Probabilmente appassionati di musica ed altri ancora.
Erano anni in cui, a partire dalla scuola, la lotta era arrivata nelle fabbriche con contenuti anti-autoritari ed egualitari; adesso, tuttavia, il Movimento aveva esaurito i suoi toni iniziali per assumere in molti casi un antagonismo irriducibile ed esasperato o subire un inesorabile riflusso. Molti di noi volevano continuare a vivere insieme il ritorno ad una dimensione “ privata”
secondo un contenuto politico. 
Nacque così un’esperienza di gruppo che ci permise di ragionare dei nostri stessi sentimenti, del senso del lavoro, della cultura e di tanto altro. “Fabbrica occupata” nasce in quel periodo e rappresenta la tensione forte, ideale ed ancora presente nell’animo, delle ragioni dell’opposizione e della lotta ad un sistema sociale ritenuto ingiusto nei confronti dei ceti popolari ed in generale dei sentimenti della “ persona.”
Il riferimento alla musica, espressione della bellezza e dello spettacolo appena visto, sta nel corpo centrale del quadro con la costruzione di una sintesi fra tre strumenti: chitarra, contrabbasso e pianoforte secondo l’ispirazione cubista presente soprattutto nei quadri di Braque e di Picasso.
L’utilizzazione degli spazi insieme ai fasci di luce e di colore si muove anch’essa ispirandosi alla lezione cubista.
Le forme della fabbrica stilizzata nelle ciminiere, negli ingranaggi e nel fumo, realizzato attraverso una moltitudine di sfere grigie, s’ispirano all’atmosfera, la tecnica e i colori presenti nei quadri di Lèger. La nota forse “pop” di stile moderno, quasi americano, è data dalla presenza del simbolo del divieto ( in questo caso un divieto di sosta) contro cui si esprime lo striscione con la scritta OCCUP( ata).
Che dire dell’uso dei colori? Ho parlato già del grigio; ma, gli altri colori utilizzati sono sempre, per me, espressione di una materia viva, forte e carnale, a stento indirizzata ed organizzata dalle strutture logiche .

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