olio su tela 50 x 70
Il quadro è stato dipinto nel 1974.L’idea dell’opera nasce dalle
emozioni e dalle riflessioni successive all’ascolto
del concerto di Giorgio Gaslini dallo stesso titolo.
Fra il pubblico quella sera, a
Catania, c’erano quasi tutti i compagni del movimento
degli studenti con cui in quegli anni avevo
diviso speranze, lotte e delusioni. Vi erano
anche alcuni professori universitari di “
sinistra” e altre poche persone non conosciute.
Probabilmente appassionati di musica ed altri
ancora.
Erano anni in cui, a partire dalla
scuola, la lotta era arrivata nelle fabbriche con
contenuti anti-autoritari ed egualitari; adesso,
tuttavia, il Movimento aveva esaurito i suoi toni
iniziali per assumere in molti casi un antagonismo
irriducibile ed esasperato o subire un inesorabile
riflusso. Molti di noi volevano continuare a
vivere insieme il ritorno ad una dimensione “
privata”
secondo un contenuto politico.
Nacque
così un’esperienza di gruppo che ci
permise di ragionare dei nostri stessi sentimenti, del senso
del lavoro, della cultura e di tanto
altro. “Fabbrica occupata” nasce in quel
periodo e rappresenta la tensione forte, ideale
ed ancora presente nell’animo, delle ragioni
dell’opposizione e della lotta ad un sistema sociale
ritenuto ingiusto nei confronti dei ceti
popolari ed in generale dei sentimenti della “ persona.”
Il riferimento alla musica,
espressione della bellezza e dello spettacolo appena visto, sta nel corpo
centrale del quadro con la costruzione di una
sintesi fra tre strumenti: chitarra, contrabbasso e pianoforte secondo l’ispirazione cubista presente
soprattutto nei quadri di Braque e di Picasso.
L’utilizzazione degli spazi insieme
ai fasci di luce e di colore si muove anch’essa ispirandosi alla lezione
cubista.
Le forme della fabbrica stilizzata
nelle ciminiere, negli ingranaggi e nel fumo, realizzato attraverso una moltitudine di sfere grigie,
s’ispirano all’atmosfera, la tecnica e i colori presenti nei quadri di Lèger.
La nota forse “pop” di stile moderno, quasi
americano, è data dalla presenza del simbolo del divieto ( in questo caso un divieto di sosta) contro cui si
esprime lo striscione con la scritta OCCUP( ata).
Che dire dell’uso dei colori? Ho
parlato già del grigio; ma, gli altri colori utilizzati sono sempre, per me, espressione
di una materia viva, forte e carnale, a stento indirizzata ed organizzata dalle
strutture logiche .
Nessun commento:
Posta un commento