martedì 18 ottobre 2016

IL BAMBINO E IL PESCIOLINO -FAVOLA COMPLETA



 … C'era una  volta, tanti anni fa,   un piccolo borgo di pescatori in riva al mare.
In una delle sue minuscole case abitava un uomo con la sua famiglia, composta dalla moglie e dal figlio di cinque anni.
Quando il padre andava a pesca e la madre si occupava delle faccende domestiche, il bambino correva subito verso la spiaggia di sabbia vicina per raccogliere conchiglie, giocare con le orme che i suoi piedi lasciavano nella sabbia, tirare calci alle onde, sollevando dei begli spruzzi d’acqua e tante altre cose ancora.
La vita trascorreva serena nel borgo, anche se la maggior parte delle famiglie presenti viveva in condizioni al limite della povertà.
 Fortunatamente, questa situazione creava una strana solidarietà fra tutti. Si prestavano volentieri le cose e gli attrezzi di cui avevano bisogno e ,soprattutto, non disdegnavano il piacere di sedersi davanti all’uscio di casa la sera, dopo aver finito il lavoro ed aver cenato, per chiacchierare del più e del meno con i vicini o intrattenersi piacevolmente con i passanti. Intanto, i bambini giocavano fra di loro sotto gli occhi vigili e benevoli dei genitori.
Domani si torna ad uscire in mare. Ci si rivede all’alba al molo per la pesca e speriamo che sia buona ed il tempo non ci faccia brutti scherzi! Il vento sembra lieve e la giornata dovrebbe essere calma domani. Speriamo!
Presto sarebbero andati tutti a letto. Grandi e piccoli! Giovani e vecchi! Tutti a pensare a quello che li attendeva con le prime luci del nuovo giorno.
Quella notte si alzò il mare ed il frastuono delle onde arrivava fino alle orecchie di chi cercava di prendere sonno ed il sibilo del vento risuonava tutt’intorno. Finalmente, il vento si placò ed il frastuono s’interruppe, lasciando il posto ad un’improvvisa calma.
Il bambino non era riuscito ad addormentarsi e quell’improvviso silenzio lo incuriosì. Provò a sbirciare fuori dalla finestra socchiusa e restò sbalordito dalla limpidezza del cielo e dal chiarore magico della luna. Fu irresistibilmente attratto da quell’atmosfera surreale e ,facendo attenzione a non far rumore ed a non svegliare i genitori,  aprì l’uscio di casa e si ritrovò fuori, libero e felice. 
Il cielo era di un colore nero reso brillante dalle innumerevoli stelle che s’inseguivano l’un l’altra a perdita d’occhio, mentre la luce di una splendida luna piena illuminava tutto intorno.
Si diresse verso il mare dove la luce si rifletteva sulle onde  in uno splendore argenteo che non si può immaginare se non si è visto con i propri occhi,  guardando le coste di uno dei paesi che si affacciano nel Mediterraneo.
Ebbe voglia di camminare sulla spiaggia, guardando la luna alta nel cielo e beandosi dei riflessi di luce che brillavano sul mare, quando, ad un tratto, la sua attenzione fu richiamata da un movimento davanti a se, sulla sabbia.
Fece quasi un balzo all’indietro quando quella piccola cosa che si muoveva davanti a lui,   e che scoprì essere un pesciolino d’argento, lo apostrofò dicendo:
-         Oh! Piccolo uomo aiutami! Aiutami per favore! Se non mi butti subito in acqua non riuscirò  a vivere! Aiutami ti prego!
-         Che devo fare ?- dimmelo- rispose il bambino
-         Prendimi in mano e buttami in acqua, ti prego! Sto soffocando!
Il bambino non esitò più. Pur temendo di fargli male, prendendolo in mano, raccolse il pesciolino dalla sabbia e lo lanciò in mare.
Dopo un attimo, il pesciolino d’argento riemerse dalle acque, brillando sotto la luce della luna  e, rivolgendosi al bambino, gli disse:
-         Oh! Grazie, piccolo uomo! Mi hai salvato la vita e ti sarò per sempre riconoscente!
-         Come hai fatto a finire sulla sabbia ?– gli chiese il bambino
-         E’ stata la forza delle onde a trascinarmi e ,quando l’ultima onda mi ha spinto forte sulla sabbia, il riflusso non è stato sufficiente a riportarmi in mare. Così sono rimasto lì a soffocare. Se non fossi passato tu, sarei morto.
-         Allora sono contento  di essere passato. Siamo amici quindi?-disse il bambino sorridendo-
-         Certo- rispose il pesciolino d’argento- saremo amici per sempre e per suggellare la nostra amicizia mi potrai chiedere due regali. Due cose che desideri più d’ogni altra ed io ti esaudirò.
-         E’ bellissimo- rispose il bambino- posso veramente?
-         Certo! Dimmi cosa desideri e sarà fatto immediatamente.
-         C’è una cosa che vorrei- disse il bambino – vedo i miei genitori sempre preoccupati di trovare i soldi per andare avanti. Lavorano tutto il giorno e non si lamentano mai; ma, spesso la pesca non va bene ed i soldi non bastano. Allora, qualche volta, mio padre va a letto prima di cena e dice che non ha fame; ma, io so che è perché  il cibo non basta per tutti e lo lascia per me e la mamma. Io vorrei aiutarli! Vorrei che potessero vivere e lavorare senza  la paura del domani. Vorrei  che potessero stare senza la preoccupazione di non  avere quello che è necessario per me. Vorrei che la nostra casa fosse bella e non cadesse a pezzi! Mi puoi aiutare tu, pesciolino d’argento?
-         Sì piccolo uomo. Io posso aiutarti. In nome della nostra amicizia,  ti dico che  puoi tornare a casa e tutto quello che mi hai chiesto è diventato realtà. I tuoi genitori non avranno più preoccupazioni per il futuro e troverai la tua casa rimessa a nuovo e tinteggiata di fresco.
Ma hai ancora un desiderio da esprimere. Che cosa desideri?
-         Per adesso mi interessa solo vedere la casa nuova ed i miei genitori.-rispose il bambino- 
-         Scappo via subito! Ma come faccio a rivederti?
-         Basta che aspetti una sera di luna piena    e vieni in spiaggia. Se mi chiami verrò a risponderti- e dopo aver detto questo si tuffò fra le onde lasciando solo il bambino nella spiaggia.
A quel punto il bambino, ancora incredulo, di tutto quanto era avvenuto, non stava più nella pelle  e non vedeva l’ora di tornare a casa. Si mosse di corsa ed in un baleno arrivò.
Quale fu la sua sorpresa nel vedere la sua casetta tutta rimessa a nuovo e tinteggiata di fresco, con i suoi genitori ad aspettarlo sull’uscio. 


Ma dove sei andato? Ci hai fatto preoccupare! – gli dissero- Ma è stata una notte fantastica! 
Quando ci siamo svegliati, non riuscivamo a credere ai nostri occhi! La casa era tutta nuova! Ti ricordi la finestra rotta? Era stata riparata. Le scale  che portano nell’abbaino erano tutte nuove. Le pareti tinteggiate di bianco immacolato ...E poi…….
- E poi--- chiese il bambino?
- E poi, mentre guardavamo tutto questo, sentiamo dei colpi alla porta.
- Dei colpi? – chiese il piccolo-
- Si, dei colpi. Qualcuno che bussava dicendo: aprite è un messaggero del Re.
-         E voi?
-         E noi abbiamo aperto ad un Cavaliere con tanto di piuma sul cappello, seguito da due guardie. Il Cavaliere aveva una pergamena in mano e a quel punto si è fatto strada in casa ed ha cominciato a leggere. Diceva che il Re, nella sua grande magnificenza, aveva deciso di premiare il nostro villaggio e di dare ad una famiglia dello stesso, che era stata sempre fedele ed industriosa, un premio. Una rendita vitalizia, modesta ma sufficiente per vivere!
      Un gesto  per mostrare al mondo la bontà del Re!
-         Sei contento? E così dicendo i  genitori lo presero per mano e cominciarono a ballare in tondo    ridendo fino alle lacrime.
Il bambino rideva anche ed, in cuor suo, sapeva che tutto quello era il regalo del pesciolino d’argento per la nuova amicizia ,che era nata quella notte.
Era inutile parlarne! Non lo avrebbero creduto  e sarebbe stato inutile insistere!
 Però…. Era stato bravo il pesciolino d’argento!
Passarono i giorni ed il bambino aspettava con ansia  che arrivasse la nuova luna piena per tornare a trovare il suo amico pesciolino, sulla spiaggia.
Aveva pensato, qualche volta, al nuovo regalo da chiedergli; ma, era già contento di tutto quello che era successo. Tutto procedeva a meraviglia! La casa era chiara e luminosa. Tutti erano sereni e contenti e non mancava mai niente.
Venne dunque la luna piena  ed il bambino, appena fatta notte, sgusciò in silenzio fuori di casa.
 In pochi secondi, di corsa, arrivò alla spiaggia e comincio a dire:
-         Oh Pesciolino! Pesciolino d’argento!
Fammi contento!  Fammi contento!

       Ed ancora:

-         Oh Pesciolino! Pesciolino d’argento!
Fammi contento!  Fammi contento!

Dopo pochi secondi, il pesciolino d’argento, rilucente sotto i riflessi della luna, apparve in mezzo alle onde del mare e disse:
-         Buona notte, piccolo uomo! Come stai? Ti è piaciuto il mio regalo?
-     Certo che mi è piaciuto!-rispose il bambino- E’ stato  tutto tanto bello! Sono contento di     vederti. Tu sei mio    amico, vero?
-         Hai ancora dei dubbi?
-         No, hai ragione- disse il bambino. E’ che mi sembra tutto meraviglioso! I miei genitori sono sereni e contenti! La casa è tutta nuova! Io ho un amico speciale! Mi sembra di sognare!
-         E tu, hai pensato al regalo che posso ancora  farti ? incalzò il pesciolino d’argento- Cosa desideri. Pensaci bene, è l’ultimo regalo che posso farti.
-         Di questo non devi preoccuparti.Hai già fatto molto.Una cosa c’è che mi diverto a pensare e mi piacerebbe tanto; ma, non so se posso chiederlo. Non so se è giusto!
-         Prova. Dimmelo e ti aiuterò- rispose il pesciolino
-         Ecco! Non prendermi in giro, ma io, a volte, penso a come sarebbe bello essere grande.
-         Che cosa vuoi essere? Un gigante?
-         No, grande in quel senso. Voglio essere, grande!Un uomo già cresciuto e adulto. Uno grande. Vorrei provare a vedere cosa c’è oltre il bosco attorno al villaggio. Viaggiare per il regno. Conoscere nuove persone. Pensa a quante cose potrei raccontarti!
-         Il pesciolino lo ascoltò pensieroso e disse.
-         Sei proprio certo del tuo desiderio? Non pensi ai tuoi genitori? Non vuoi più giocare con gli altri bambini?
-         I miei genitori sono contenti ed io poi tornerò a trovarli sempre. Invece di giocare potrò fare tutto davvero. Pensa che bello! E poi, non preoccuparti perché tornerò a trovarti e raccontarti tutto quello che ho visto. Ci pensi?
-         Certo!Ricordati che la vita di un adulto è piena di pericoli e di fatica. Non ci sono più i genitori a pensare per te. Dovrai fare da solo! Sei pronto per tutto questo?
-         Si, è vero! Ci ho pensato; ma, in compenso potrò andare dove voglio. Potrò fare tutto a modo mio. Non ho paura della fatica, del lavoro e dei pericoli. Li affronterò e se uno non fa male, non deve temere niente. Così dice sempre mio padre.
-         Va bene – disse il pesciolino- torna a casa e domani, quando ti sveglierai, sarai un  giovane adulto. Ricordati che qui hai un amico.Fatti vedere qualche volta.
-         Certo- rispose il bambino – e corse via emozionato e raggiante senza guardarsi indietro e vedere la preoccupazione disegnata sulle sembianze del pesciolino d’argento.

Così fu. La mattina dopo il bambino era sparito ed i genitori videro che il loro piccolo era diventato “ grande” e si era trasformato in un bel giovanotto. Risero in cuor loro; ma, nello stesso tempo, gli dispiacque di non aver più quel piccolino, in giro per la casa.
Dopo qualche tempo, il giovane uomo spiegò ai genitori il suo desiderio di vedere il mondo.
Non abbiate paura-disse- tornerò presto   - ma, prima, voglio veder cosa c’è oltre il bosco  e nelle strade del Regno.
Così fece ed una mattina  saltò a cavallo per andare incontro al suo destino.
Tutto era nuovo attorno a se. Lui che aveva visto, attorno,sempre ampi spazi ed il mare, adesso, era passato attraverso boschi fitti, dove i raggi del sole filtravano a mala pena in mezzo al verde degli alberi. Eppure, era tutto meraviglioso! La vita, attorno a se, brulicava in tanti esseri viventi. Il silenzio  era in realtà uno stupendo sommesso rumore in mezzo al quale, se ascoltavi con attenzione, percepivi il cinguettio di un uccello, il sospiro del vento, lo scalpettio di un animale  il rumore di un ramo  abbattuto o di una pigna che cadeva.
Poi c’erano nuove città e paesi. Tante, tante persone, dai mestieri più diversi. Mercati pieni di prodotti. , le urla dei venditori  che presentavano le merci ed il lavoro paziente e misurato degli artigiani, nelle loro botteghe.
I sorrisi delle donne! I loro sguardi curiosi ed intriganti! Il loro portamento elegante e flessuoso!
Una lo aveva particolarmente colpito! L’aveva vista, dietro le sbarre della finestra, guardarlo mentre passava a cavallo appena fuori dalla città che stava visitando.
La seconda volta, guardandola, lei gli aveva fatto cenno di avvicinarsi e, contemporaneamente, lo aveva pregato di fare silenzio.
Messo sull’avviso di un possibile pericolo, il giovane uomo si avvicino alle sbarre della finestra con cautela e fu letteralmente abbagliato dalla bellezza della sua interlocutrice.
Aveva i capelli di un biondo cenere, legati dietro con una coda. I lineamenti era perfetti e gentili, con delle labbra rosa morbide e carnose disegnate perfettamente. Gli occhi …….Che occhi! Avevano un colore blu chiaro, come del mare  più profondo all’orizzonte,  in una giornata di sole.
- Che succede? Perché hai paura? Perché stai dietro una finestra con le sbarre?
Le domande si accavallavano sulla bocca del giovane uomo, fremente della risposta.
-Sono prigioniera in questa casa-rispose la ragazza- stai attento! Parla piano e non  farti vedere! Mi tiene rinchiusa un uomo grande e feroce. Un guerriero! Un Orco maligno, senza pietà che mi ha rapita  e mi vuole tutta per se.
-E tu come fai a sopportarlo? Perché non scappi? – le disse il giovane uomo-
-Non posso. Sono sempre chiusa in questa stanza ad aspettarlo. Quando ho bisogno di una qualsiasi cosa devo tirare  il cordone di una campanella  e lui mi apre armato e provvede ai miei bisogni. Non ce la faccio più! Io piango! Piango sempre, giorno e notte. La notte poi è il momento peggiore perché lui viene a trovarmi  e………………..
-         Zitta! Zitta! Non dire altro- aggiunse il giovane uomo e proseguì dicendo:
-         Ma, dimmi. E’ solo? Ci sono altre persone nella casa? La servitù? Dei guardiani?
-         Non lo so! Non vedo mai nessuno e non sento rumori. La casa però è grande e noi ci troviamo solo nella parte posteriore. Non so dirti altro.  Aiutami!- rispose la ragazza-
-         Bisogna affrontare l’Orco. Non c’è altro modo di liberarti.  – disse il giovane uomo
-         Ma come? Sei pazzo? Tu non l’hai visto. E’ una specie di gigante, alto e forte. Armato fino ai denti. Ti ucciderà ed io rimarrò  sempre più sola e abbandonata.
-         Vedrò io come fare – rispose il giovane uomo. Tu devi solo coltivare la speranza dentro il tuo cuore. Adesso devo andare ma tornerò presto e ti libererò. Mi credi? Hai fiducia in me?
-         La ragazza lo guardava teneramente ed il giovane uomo, con uno sforzo d’abilità, si sporse dal cavallo  su cui era in sella, per avvicinare il più possibile il volto alle sbarre della finestra. La sua bocca ed il suo respiro ora si fondevano quasi con quello della ragazza ed un lungo e tenero bacio li unì per sempre.
      Cercò in qualche modo di sfiorarle il volto in una carezza e si allontanò sussurrandole:
-          Torno presto, non piangere!



Il cavallo galoppava senza sosta  attraverso il bosco, verso casa, mentre un tumulto di pensieri si agitava nella mente del giovane uomo. Che fare? Come liberare la ragazza? Come uccidere l’Orco che la imprigionava? Se non era solo ?  Se aveva delle guardie con se?
Passò la notte nel bosco, dopo aver acceso un fuoco e cercato di magiare qualche cosa. Non aveva fame ed era in preda alla disperazione. Dormì agitato, con sogni di lotta e di terrore; ma, ad un tratto, la sua mente  si placò. Pensò di trovarsi in riva al mare e parlare con il suo amico: il pesciolino d’argento. Si, forse aveva bisogno di parlare di questa storia con un amico. Aveva bisogno del consiglio del pesciolino d’argento. Si avviò al galoppo verso il mare ed aspettò la notte di luna piena; quindi, cominciò a chiamare:

-         Oh Pesciolino! Pesciolino d’argento!
-         Fammi contento! Fammi contento!
E ancora e ancora
-         Oh Pesciolino! Pesciolino d’argento!
-         Fammi contento! Fammi contento!
Il mare  riluceva sotto i raggi della luna e, ad un tratto, più delle onde brillò, in mezzo ad esse, un pesciolino..... un pesciolino d’argento.
-Eccomi a te giovane uomo! Eccomi a te, amico mio! Cosa posso fare per te? – disse il pesciolino d’argento.
Il giovane uomo poté finalmente liberare il suo cuore e raccontò all’amico per filo e per segno tutto quello che era successo. La ragazza prigioniera, l’Orco, il suo amore ed il desiderio di liberarla.
Dovrai essere forte – gli disse il pesciolino d’argento – Nessuna impresa del genere è mai sicura e priva della possibilità dell’insuccesso, della sconfitta. Il male esiste davvero  ed è forte, è cattivo e punge e taglia come la lama di una spada. Come il suo nome dice, appunto, fa male!
Guarda accanto a te, per terra. Cosa vedi? – disse il pesciolino d’argento-
Il giovane uomo si voltò e guardò verso terrà dove vide stesa una bellissima spada luccicante sotto la luce della luna. La lama sembrava affilatissima e tagliente!
Prendila – disse il pesciolino d’argento- quella è la spada del coraggio e della giustizia  che nelle mani di chi ama diventa un’arma micidiale. La lotta fra l’amore ed il male è una lotta eterna ma tu puoi vincerla con la forza ed il coraggio che ti vengono dal tuo amore. Certo, vi saranno momenti in cui penserai di non farcela. Potrai anche pensare di esser stato un pazzo a sfidare il male; ma, se ci pensi bene,  a che vale la vita se non lotti per le persone e le cose che ami ed in cui credi?
Va dunque! Prendi la spada con te ed usala con coraggio! Uccidi l’orco, libera la ragazza e portala qui davanti al mare perché così io possa avere una nuova amica.
Il giovane uomo prese la spada e la alzò con la punta rivolta al cielo, sotto lo sguardo benevolo e amico del pesciolino d’argento.
Vado- disse- ma tornerò presto con una giovane donna al mio fianco.
Così facendo, pose la spada al suo fianco e si diresse  a passi decisi verso il cavallo. Vi montò sopra ed, al galoppo, sparì nella notte.

-    Apri! Ho detto apri! -gridò il giovane uomo bussando ferocemente alla porta della casa dove      stava rinchiusa la giovane donna.
-         Chi è che bussa a quest’ora? Chi sei? Che vuoi ? -gridò l’Orco , aprendo l’uscio e vedendo il giovane uomo con la spada  in pugno, la prese a sua volta  esplodendo in un ruggito bestiale.
Il giovane uomo si vide perduto e sentì il sangue gelarsi nelle vene. Le gambe quasi non lo reggevano; ma,  con la coda dell’occhio, si rese conto che l’Orco, nell’esprimere  la sua ferocia,  aveva commesso un errore, per eccesso di sicurezza, ed aveva allargato la sua guardia.
Spinto da una voglia insopprimibile di sopravvivenza, dalla disperazione e dal desiderio di abbattere quell’orribile animale affondò con tutto il coraggio che possedeva la spada dritta nel petto dell’Orco trafiggendogli il cuore.
Un’espressione, innanzi tutto di stupore si dipinse sul volto del bestione ferito a morte. Poi, la coscienza di quello che era successo lo spinse a raccogliere tutte le forze rimaste in un rigurgito di rabbia estrema  per scagliarsi contro il giovane uomo; ma, le forze lo abbandonarono  di colpo, cadde prima in ginocchio e quindi stramazzò al suolo.Subito il giovane uomo frugò nelle sue tasche e trovò una chiave, quella che avrebbe aperto la prigione della sua giovane donna.

I due giovani passeggiavano mano nella mano nella notte illuminata dalla luna piena, sulla spiaggia. I loro passi si susseguivano, l’uno dopo l’altro, incontro allo sciabordio delle onde sull’arena.
Dopo essere stata liberata la giovane donna era stata portata nel borgo dei pescatori  a conoscere i genitori  del suo nuovo compagno. La festa era stata grande e la mamma del giovane uomo l’aveva più volte abbracciata sotto lo sguardo benevolo del figlio e del marito.
Avevano deciso di sposarsi e di vivere  anche loro nella bella casa  del borgo. Ora, il giovane uomo desiderava presentare la sua compagna al suo amico più caro: il pesciolino d’argento.
Ecco perché erano lì adesso, sulle rive del mare, a guardarsi con affetto e sorridersi.
Poi, insieme, cominciarono a chiamare il loro amico dicendo:

-         Oh Pesciolino! Pesciolino d’argento!
-         Fammi contento! Fammi contento!

E ancora insieme.

-         Oh Pesciolino! Pesciolino d’argento!
-         Fammi contento! Fammi contento!
E il pesciolino apparve tra le onde,  rilucente d’argento, sotto i raggi della luna piena, alta nel cielo.
-         Chi si vede! – disse- Finalmente ti sei ricordato di me! E chi è quella bella, giovane donna che ti guarda con tanto amore?
Cominciarono così a parlare fitto fitto, raccontandosi tutto e più e più ancora, mentre la notte scorreva intorno  a loro,  riconoscendoli  per sempre amici.














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