… C'era una volta, tanti anni
fa, un piccolo borgo di pescatori in riva al mare.
In una delle sue minuscole case abitava un
uomo con la sua famiglia, composta dalla moglie e dal figlio di cinque anni.
Quando il padre andava a pesca e la madre
si occupava delle faccende domestiche, il bambino correva subito verso la
spiaggia di sabbia vicina per raccogliere conchiglie, giocare con le orme che i
suoi piedi lasciavano nella sabbia, tirare calci alle onde, sollevando dei begli
spruzzi d’acqua e tante altre cose ancora.
La vita trascorreva serena nel borgo,
anche se la maggior parte delle famiglie presenti viveva in condizioni al
limite della povertà.
Fortunatamente, questa situazione
creava una strana solidarietà fra tutti. Si prestavano volentieri le cose e gli
attrezzi di cui avevano bisogno e ,soprattutto, non disdegnavano il piacere di
sedersi davanti all’uscio di casa la sera, dopo aver finito il lavoro ed aver
cenato, per chiacchierare del più e del meno con i vicini o intrattenersi
piacevolmente con i passanti. Intanto, i bambini giocavano fra di loro sotto
gli occhi vigili e benevoli dei genitori.
Domani si torna ad uscire in mare. Ci si
rivede all’alba al molo per la pesca e speriamo che sia buona ed il tempo non
ci faccia brutti scherzi! Il vento sembra lieve e la giornata dovrebbe essere
calma domani. Speriamo!
Presto sarebbero andati tutti a letto.
Grandi e piccoli! Giovani e vecchi! Tutti a pensare a quello che li attendeva
con le prime luci del nuovo giorno.
Quella notte si alzò il mare ed il
frastuono delle onde arrivava fino alle orecchie di chi cercava di prendere
sonno ed il sibilo del vento risuonava tutt’intorno. Finalmente, il vento si
placò ed il frastuono s’interruppe, lasciando il posto ad un’improvvisa calma.
Il bambino non era riuscito ad
addormentarsi e quell’improvviso silenzio lo incuriosì. Provò a sbirciare fuori
dalla finestra socchiusa e restò sbalordito dalla limpidezza del cielo e dal
chiarore magico della luna. Fu irresistibilmente attratto da quell’atmosfera
surreale e ,facendo attenzione a non far rumore ed a non svegliare i genitori,
aprì l’uscio di casa e si ritrovò fuori, libero e felice.
Il cielo era di un colore nero reso
brillante dalle innumerevoli stelle che s’inseguivano l’un l’altra a perdita
d’occhio, mentre la luce di una splendida luna piena illuminava tutto intorno.
Si diresse verso il mare dove la luce si
rifletteva sulle onde in uno splendore argenteo che non si può immaginare
se non si è visto con i propri occhi, guardando le coste di uno dei paesi
che si affacciano nel Mediterraneo.
Ebbe voglia di camminare sulla spiaggia,
guardando la luna alta nel cielo e beandosi dei riflessi di luce che brillavano
sul mare, quando, ad un tratto, la sua attenzione fu richiamata da un movimento
davanti a se, sulla sabbia.
Fece quasi un balzo all’indietro quando
quella piccola cosa che si muoveva davanti a lui, e che scoprì essere un
pesciolino d’argento, lo apostrofò dicendo:
- Oh! Piccolo uomo aiutami! Aiutami per
favore! Se non mi butti subito in acqua non riuscirò a vivere! Aiutami ti
prego!
- Che devo fare ?- dimmelo- rispose il
bambino
- Prendimi in mano e buttami in acqua,
ti prego! Sto soffocando!
Il bambino non esitò più. Pur temendo di
fargli male, prendendolo in mano, raccolse il pesciolino dalla sabbia e lo
lanciò in mare.
Dopo un attimo, il pesciolino d’argento
riemerse dalle acque, brillando sotto la luce della luna e, rivolgendosi
al bambino, gli disse:
- Oh! Grazie, piccolo uomo! Mi hai salvato
la vita e ti sarò per sempre riconoscente!
- Come hai fatto a finire sulla sabbia
?– gli chiese il bambino
- E’ stata la forza delle onde a
trascinarmi e ,quando l’ultima onda mi ha spinto forte sulla sabbia, il
riflusso non è stato sufficiente a riportarmi in mare. Così sono rimasto lì a
soffocare. Se non fossi passato tu, sarei morto.
- Allora sono contento di essere
passato. Siamo amici quindi?-disse il bambino sorridendo-
- Certo- rispose il pesciolino
d’argento- saremo amici per sempre e per suggellare la nostra amicizia mi
potrai chiedere due regali. Due cose che desideri più d’ogni altra ed io ti
esaudirò.
- E’ bellissimo- rispose il bambino-
posso veramente?
- Certo! Dimmi cosa desideri e sarà fatto
immediatamente.
- C’è una cosa che vorrei- disse il
bambino – vedo i miei genitori sempre preoccupati di trovare i soldi per andare
avanti. Lavorano tutto il giorno e non si lamentano mai; ma, spesso la pesca
non va bene ed i soldi non bastano. Allora, qualche volta, mio padre va a letto
prima di cena e dice che non ha fame; ma, io so che è perché il cibo non
basta per tutti e lo lascia per me e la mamma. Io vorrei aiutarli! Vorrei che
potessero vivere e lavorare senza la paura del domani. Vorrei che
potessero stare senza la preoccupazione di non avere quello che è
necessario per me. Vorrei che la nostra casa fosse bella e non cadesse a pezzi!
Mi puoi aiutare tu, pesciolino d’argento?
- Sì piccolo uomo. Io posso aiutarti. In
nome della nostra amicizia, ti dico che puoi tornare a casa e tutto
quello che mi hai chiesto è diventato realtà. I tuoi genitori non avranno più
preoccupazioni per il futuro e troverai la tua casa rimessa a nuovo e
tinteggiata di fresco.
Ma hai ancora un desiderio da esprimere. Che cosa desideri?
- Per adesso mi interessa solo vedere la
casa nuova ed i miei genitori.-rispose il bambino-
- Scappo via subito! Ma come faccio a
rivederti?
- Basta che aspetti una sera di luna
piena e vieni in spiaggia. Se mi chiami verrò a risponderti-
e dopo aver detto questo si tuffò fra le onde lasciando solo il bambino nella
spiaggia.
A quel punto il bambino, ancora incredulo, di tutto quanto era
avvenuto, non stava più nella pelle e non vedeva l’ora di tornare a casa.
Si mosse di corsa ed in un baleno arrivò.
Quale fu la sua sorpresa nel vedere la sua casetta tutta rimessa a
nuovo e tinteggiata di fresco, con i suoi genitori ad aspettarlo sull’uscio.
Ma dove sei
andato? Ci hai fatto preoccupare! – gli dissero- Ma è stata una notte
fantastica!
Quando ci
siamo svegliati, non riuscivamo a credere ai nostri occhi! La casa era tutta
nuova! Ti ricordi la finestra rotta? Era stata riparata. Le scale che portano nell’abbaino erano tutte nuove.
Le pareti tinteggiate di bianco immacolato ...E poi…….
- E poi---
chiese il bambino?
- E poi,
mentre guardavamo tutto questo, sentiamo dei colpi alla porta.
- Dei colpi? –
chiese il piccolo-
- Si, dei
colpi. Qualcuno che bussava dicendo: aprite è un messaggero del Re.
-
E voi?
-
E noi abbiamo aperto ad un Cavaliere con tanto di piuma sul
cappello, seguito da due guardie. Il Cavaliere aveva una pergamena in mano e a
quel punto si è fatto strada in casa ed ha cominciato a leggere. Diceva che il
Re, nella sua grande magnificenza, aveva deciso di premiare il nostro villaggio
e di dare ad una famiglia dello stesso, che era stata sempre fedele ed
industriosa, un premio. Una rendita vitalizia, modesta ma sufficiente per vivere!
Un gesto per mostrare al mondo la bontà del Re!
-
Sei contento? E così dicendo i genitori lo presero per mano e cominciarono a ballare in
tondo ridendo fino alle lacrime.
Il bambino
rideva anche ed, in cuor suo, sapeva che tutto quello era il regalo del
pesciolino d’argento per la nuova amicizia ,che era nata quella notte.
Era inutile
parlarne! Non lo avrebbero creduto e
sarebbe stato inutile insistere!
Però…. Era stato bravo il pesciolino
d’argento!
Passarono i
giorni ed il bambino aspettava con ansia
che arrivasse la nuova luna piena per tornare a trovare il suo amico
pesciolino, sulla spiaggia.
Aveva pensato,
qualche volta, al nuovo regalo da chiedergli; ma, era già contento di tutto
quello che era successo. Tutto procedeva a meraviglia! La casa era chiara e
luminosa. Tutti erano sereni e contenti e non mancava mai niente.
Venne dunque
la luna piena ed il bambino, appena
fatta notte, sgusciò in silenzio fuori di casa.
In pochi secondi, di corsa, arrivò alla
spiaggia e comincio a dire:
-
Oh Pesciolino! Pesciolino d’argento!
Fammi
contento! Fammi contento!
Ed ancora:
-
Oh Pesciolino! Pesciolino d’argento!
Fammi
contento! Fammi contento!
Dopo pochi
secondi, il pesciolino d’argento, rilucente sotto i riflessi della luna,
apparve in mezzo alle onde del mare e disse:
-
Buona notte, piccolo uomo! Come stai? Ti è piaciuto il mio
regalo?
- Certo che mi è piaciuto!-rispose il
bambino- E’ stato tutto tanto bello!
Sono contento di vederti. Tu sei mio amico, vero?
-
Hai ancora dei dubbi?
-
No, hai ragione- disse il bambino. E’ che mi sembra tutto
meraviglioso! I miei genitori sono sereni e contenti! La casa è tutta nuova! Io
ho un amico speciale! Mi sembra di sognare!
-
E tu, hai pensato al regalo che posso ancora farti ? incalzò il pesciolino d’argento-
Cosa desideri. Pensaci bene, è l’ultimo regalo che posso farti.
-
Di questo non devi preoccuparti.Hai già fatto molto.Una cosa
c’è che mi diverto a pensare e mi piacerebbe tanto; ma, non so se posso
chiederlo. Non so se è giusto!
-
Prova. Dimmelo e ti aiuterò- rispose il pesciolino
-
Ecco! Non prendermi in giro, ma io, a volte, penso a come
sarebbe bello essere grande.
-
Che cosa vuoi essere? Un gigante?
-
No, grande in quel senso. Voglio essere, grande!Un uomo già
cresciuto e adulto. Uno grande. Vorrei provare a vedere cosa c’è oltre il bosco
attorno al villaggio. Viaggiare per il regno. Conoscere nuove persone. Pensa a
quante cose potrei raccontarti!
-
Il pesciolino lo ascoltò pensieroso e disse.
-
Sei proprio certo del tuo desiderio? Non pensi ai tuoi
genitori? Non vuoi più giocare con gli altri bambini?
-
I miei genitori sono contenti ed io poi tornerò a trovarli
sempre. Invece di giocare potrò fare tutto davvero. Pensa che bello! E poi, non
preoccuparti perché tornerò a trovarti e raccontarti tutto quello che ho visto.
Ci pensi?
-
Certo!Ricordati che la vita di un adulto è piena di pericoli e
di fatica. Non ci sono più i genitori a pensare per te. Dovrai fare da solo!
Sei pronto per tutto questo?
-
Si, è vero! Ci ho pensato; ma, in compenso potrò andare dove
voglio. Potrò fare tutto a modo mio. Non ho paura della fatica, del lavoro e
dei pericoli. Li affronterò e se uno non fa male, non deve temere niente. Così
dice sempre mio padre.
-
Va bene – disse il pesciolino- torna a casa e domani, quando
ti sveglierai, sarai un giovane adulto.
Ricordati che qui hai un amico.Fatti vedere qualche volta.
-
Certo- rispose il bambino – e corse via emozionato e raggiante
senza guardarsi indietro e vedere la preoccupazione disegnata sulle sembianze
del pesciolino d’argento.
Così fu. La
mattina dopo il bambino era sparito ed i genitori videro che il loro piccolo
era diventato “ grande” e si era trasformato in un bel giovanotto. Risero in
cuor loro; ma, nello stesso tempo, gli dispiacque di non aver più quel
piccolino, in giro per la casa.
Dopo qualche
tempo, il giovane uomo spiegò ai genitori il suo desiderio di vedere il mondo.
Non abbiate
paura-disse- tornerò presto - ma,
prima, voglio veder cosa c’è oltre il bosco
e nelle strade del Regno.
Così fece ed
una mattina saltò a cavallo per andare
incontro al suo destino.
Tutto era
nuovo attorno a se. Lui che aveva visto, attorno,sempre ampi spazi ed il mare,
adesso, era passato attraverso boschi fitti, dove i raggi del sole filtravano a
mala pena in mezzo al verde degli alberi. Eppure, era tutto meraviglioso! La
vita, attorno a se, brulicava in tanti esseri viventi. Il silenzio era in realtà uno stupendo sommesso rumore
in mezzo al quale, se ascoltavi con attenzione, percepivi il cinguettio di un
uccello, il sospiro del vento, lo scalpettio di un animale il rumore di un ramo abbattuto o di una pigna che cadeva.
Poi c’erano
nuove città e paesi. Tante, tante persone, dai mestieri più diversi. Mercati
pieni di prodotti. , le urla dei venditori
che presentavano le merci ed il lavoro paziente e misurato degli
artigiani, nelle loro botteghe.
I sorrisi
delle donne! I loro sguardi curiosi ed intriganti! Il loro portamento elegante
e flessuoso!
Una lo aveva
particolarmente colpito! L’aveva vista, dietro le sbarre della finestra, guardarlo
mentre passava a cavallo appena fuori dalla città che stava visitando.
La seconda
volta, guardandola, lei gli aveva fatto cenno di avvicinarsi e,
contemporaneamente, lo aveva pregato di fare silenzio.
Messo
sull’avviso di un possibile pericolo, il giovane uomo si avvicino alle sbarre
della finestra con cautela e fu letteralmente abbagliato dalla bellezza della
sua interlocutrice.
Aveva i
capelli di un biondo cenere, legati dietro con una coda. I lineamenti era
perfetti e gentili, con delle labbra rosa morbide e carnose disegnate
perfettamente. Gli occhi …….Che occhi! Avevano un colore blu chiaro, come del
mare più profondo all’orizzonte, in una giornata di sole.
- Che succede?
Perché hai paura? Perché stai dietro una finestra con le sbarre?
Le domande si
accavallavano sulla bocca del giovane uomo, fremente della risposta.
-Sono
prigioniera in questa casa-rispose la ragazza- stai attento! Parla piano e
non farti vedere! Mi tiene rinchiusa un
uomo grande e feroce. Un guerriero! Un Orco maligno, senza pietà che mi ha
rapita e mi vuole tutta per se.
-E tu come fai
a sopportarlo? Perché non scappi? – le disse il giovane uomo-
-Non posso.
Sono sempre chiusa in questa stanza ad aspettarlo. Quando ho bisogno di una
qualsiasi cosa devo tirare il cordone
di una campanella e lui mi apre armato
e provvede ai miei bisogni. Non ce la faccio più! Io piango! Piango sempre,
giorno e notte. La notte poi è il momento peggiore perché lui viene a trovarmi e………………..
-
Zitta! Zitta! Non dire altro- aggiunse il giovane uomo e
proseguì dicendo:
-
Ma, dimmi. E’ solo? Ci sono altre persone nella casa? La
servitù? Dei guardiani?
-
Non lo so! Non vedo mai nessuno e non sento rumori. La casa
però è grande e noi ci troviamo solo nella parte posteriore. Non so dirti
altro. Aiutami!- rispose la ragazza-
-
Bisogna affrontare l’Orco. Non c’è altro modo di
liberarti. – disse il giovane uomo
-
Ma come? Sei pazzo? Tu non l’hai visto. E’ una specie di
gigante, alto e forte. Armato fino ai denti. Ti ucciderà ed io rimarrò sempre più sola e abbandonata.
-
Vedrò io come fare – rispose il giovane uomo. Tu devi solo
coltivare la speranza dentro il tuo cuore. Adesso devo andare ma tornerò presto
e ti libererò. Mi credi? Hai fiducia in me?
-
La ragazza lo guardava teneramente ed il giovane uomo, con uno
sforzo d’abilità, si sporse dal cavallo
su cui era in sella, per avvicinare il più possibile il volto alle
sbarre della finestra. La sua bocca ed il suo respiro ora si fondevano quasi
con quello della ragazza ed un lungo e tenero bacio li unì per sempre.
Cercò in qualche modo di sfiorarle il volto in una carezza e si
allontanò sussurrandole:
-
Torno presto, non
piangere!
Il cavallo galoppava senza
sosta attraverso il bosco, verso casa,
mentre un tumulto di pensieri si agitava nella mente del giovane uomo. Che
fare? Come liberare la ragazza? Come uccidere l’Orco che la imprigionava? Se
non era solo ? Se aveva delle guardie
con se?
Passò la notte nel bosco, dopo
aver acceso un fuoco e cercato di magiare qualche cosa. Non aveva fame ed era
in preda alla disperazione. Dormì agitato, con sogni di lotta e di terrore; ma,
ad un tratto, la sua mente si placò.
Pensò di trovarsi in riva al mare e parlare con il suo amico: il pesciolino d’argento.
Si, forse aveva bisogno di parlare di questa storia con un amico. Aveva bisogno
del consiglio del pesciolino d’argento. Si avviò al galoppo verso il mare ed
aspettò la notte di luna piena; quindi, cominciò a chiamare:
-
Oh Pesciolino! Pesciolino d’argento!
-
Fammi contento! Fammi contento!
E ancora e ancora
-
Oh Pesciolino! Pesciolino d’argento!
-
Fammi contento! Fammi contento!
Il mare riluceva sotto i raggi della luna e, ad un tratto, più delle onde
brillò, in mezzo ad esse, un pesciolino..... un pesciolino d’argento.
-Eccomi a te giovane uomo! Eccomi
a te, amico mio! Cosa posso fare per te? – disse il pesciolino d’argento.
Il giovane uomo poté finalmente
liberare il suo cuore e raccontò all’amico per filo e per segno tutto quello
che era successo. La ragazza prigioniera, l’Orco, il suo amore ed il desiderio
di liberarla.
Dovrai essere forte – gli disse
il pesciolino d’argento – Nessuna impresa del genere è mai sicura e priva della
possibilità dell’insuccesso, della sconfitta. Il male esiste davvero ed è forte, è cattivo e punge e taglia come
la lama di una spada. Come il suo nome dice, appunto, fa male!
Guarda accanto a te, per terra.
Cosa vedi? – disse il pesciolino d’argento-
Il giovane uomo si voltò e guardò
verso terrà dove vide stesa una bellissima spada luccicante sotto la luce della
luna. La lama sembrava affilatissima e tagliente!
Prendila – disse il pesciolino
d’argento- quella è la spada del coraggio e della giustizia che nelle mani di chi ama diventa un’arma
micidiale. La lotta fra l’amore ed il male è una lotta eterna ma tu puoi vincerla
con la forza ed il coraggio che ti vengono dal tuo amore. Certo, vi saranno
momenti in cui penserai di non farcela. Potrai anche pensare di esser stato un
pazzo a sfidare il male; ma, se ci pensi bene,
a che vale la vita se non lotti per le persone e le cose che ami ed in
cui credi?
Va dunque! Prendi la spada con te
ed usala con coraggio! Uccidi l’orco, libera la ragazza e portala qui davanti
al mare perché così io possa avere una nuova amica.
Il giovane uomo prese la spada e
la alzò con la punta rivolta al cielo, sotto lo sguardo benevolo e amico del
pesciolino d’argento.
Vado- disse- ma tornerò presto
con una giovane donna al mio fianco.
Così facendo, pose la spada al
suo fianco e si diresse a passi decisi
verso il cavallo. Vi montò sopra ed, al galoppo, sparì nella notte.
- Apri! Ho detto apri! -gridò il giovane
uomo bussando ferocemente alla porta della casa dove stava rinchiusa la giovane donna.
-
Chi è che bussa a quest’ora? Chi sei? Che vuoi ? -gridò l’Orco
, aprendo l’uscio e vedendo il giovane uomo con la spada in pugno, la prese a sua volta esplodendo in un ruggito bestiale.
Il giovane
uomo si vide perduto e sentì il sangue gelarsi nelle vene. Le gambe quasi non
lo reggevano; ma, con la coda
dell’occhio, si rese conto che l’Orco, nell’esprimere la sua ferocia, aveva
commesso un errore, per eccesso di sicurezza, ed aveva allargato la sua
guardia.
Spinto da una
voglia insopprimibile di sopravvivenza, dalla disperazione e dal desiderio di
abbattere quell’orribile animale affondò con tutto il coraggio che possedeva la
spada dritta nel petto dell’Orco trafiggendogli il cuore.
Un’espressione,
innanzi tutto di stupore si dipinse sul volto del bestione ferito a morte. Poi,
la coscienza di quello che era successo lo spinse a raccogliere tutte le forze
rimaste in un rigurgito di rabbia estrema
per scagliarsi contro il giovane uomo; ma, le forze lo
abbandonarono di colpo, cadde prima in
ginocchio e quindi stramazzò al suolo.Subito il giovane uomo frugò nelle sue
tasche e trovò una chiave, quella che avrebbe aperto la prigione della sua
giovane donna.
I due giovani
passeggiavano mano nella mano nella notte illuminata dalla luna piena, sulla
spiaggia. I loro passi si susseguivano, l’uno dopo l’altro, incontro allo
sciabordio delle onde sull’arena.
Dopo essere
stata liberata la giovane donna era stata portata nel borgo dei pescatori a conoscere i genitori del suo nuovo compagno. La festa era stata
grande e la mamma del giovane uomo l’aveva più volte abbracciata sotto lo
sguardo benevolo del figlio e del marito.
Avevano deciso
di sposarsi e di vivere anche loro
nella bella casa del borgo. Ora, il
giovane uomo desiderava presentare la sua compagna al suo amico più caro: il
pesciolino d’argento.
Ecco perché
erano lì adesso, sulle rive del mare, a guardarsi con affetto e sorridersi.
Poi, insieme,
cominciarono a chiamare il loro amico dicendo:
-
Oh Pesciolino! Pesciolino d’argento!
-
Fammi contento! Fammi contento!
E ancora
insieme.
-
Oh Pesciolino! Pesciolino d’argento!
-
Fammi contento! Fammi contento!
E il
pesciolino apparve tra le onde,
rilucente d’argento, sotto i raggi della luna piena, alta nel cielo.
-
Chi si vede! – disse- Finalmente ti sei ricordato di me! E chi
è quella bella, giovane donna che ti guarda con tanto amore?
Cominciarono
così a parlare fitto fitto, raccontandosi tutto e più e più ancora, mentre la
notte scorreva intorno a loro, riconoscendoli per sempre amici.
-
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