lunedì 10 dicembre 2018

KENYA -Parte 2


Aprì la portiera, si sedette e, soddisfatto della strumentazione della sua macchina, avviò il motore con un piacevole rombo. Prese rapidamente Via Prenestina in direzione della città ed in men che non si dica arrivò all’incrocio con via Palmiro Togliatti. Procedette ancora avanti sua Via Prenestina verso Piazzale Preneste, dove era la sede della sua banca, e posteggiò facilmente nelle vicinanze.
Si recava in banca almeno una volta la settimana per il versamento dell’incasso, in assegni e contanti, dell’attività, facendo confluire nel conto societario gli assegni e nei libretti al portatore i contanti. Era un cliente importante della banca sia per l’attività aziendale, sia per il suo conto personale. L’azienda era una SRL con due soci principali che detenevano il 70% delle quote mentre il restante 30% era intestato alle rispettive mogli. Il socio di Cesare era un tecnico e non s’interessava né dei rapporti con i clienti, né della banca. Per tutto quello che riguardava invece la produzione era il punto di riferimento centrale. Qualsiasi problema tecnico era di sua competenza e veniva prontamente risolto. Passava la giornata nel laboratorio mentre Cesare presidiava lo spazio esposizione e gli uffici di cui era il vero “dominus”. La forza dell’azienda era nei contatti con i costruttori. Per anni la zona, Prenestina, Tiburtina, Casilina e Nomentana erano state oggetto di uno sviluppo edilizio costante ed erano fra i quartieri più popolosi della periferia romana. Cesare aveva messo a frutto nel tempo i guadagni   dell’attività e la sua sostanziale solidità economica concedendo ampie dilazioni nei pagamenti ai costruttori per la fornitura e messa in uso degli impianti di riscaldamento e caldaie : In questo modo, otteneva due risultati: un vantaggio sulla concorrenza e la possibilità di mettersi d’accordo con i costruttori ,fissando un prezzo ufficiale per la fornitura degli impianti , caldaie e radiatori da pagare con bonifici e/o assegni ed un prezzo reale, che teneva conto delle ampie dilazioni di pagamento concesse,  da regolare fuori fattura, in contanti .Questo permetteva di ottenere una corrente d’incassi molto interessante, non sottoposta a carico fiscale, che alimentava i versamenti nei libretti al portatore destinati sia all’attività aziendale che ai conti personali . La parte dei libretti al portatore destinata all’attività era stata poi costituita in garanzia degli affidamenti bancari. Denaro contro denaro, senza scarto e con un miglioramento anche del tasso debitore applicato su quella parte dei crediti accordati. 
Questo permetteva all’azienda d’avere sufficienti spazi di manovra per la propria attività e di offrire ulteriori convenienti dilazioni, facendo da banca alla sua clientela, a condizioni ben più vantaggiose di quelle che pagava sui finanziamenti bancari.  
Quella mattina, Cesare entrò quindi, come sempre, in banca per le sue operazioni abituali che venivano svolte dagli impiegati mentre lui stava comodamente seduto nell’ufficio del Direttore . 
Per l’esattezza, anzi, prima di sedersi a parlare nell’ufficio con il Direttore ed il suo Vice, andavano a prendere insieme il caffè nel vicino bar. Era quella una piacevole ritualità che si consumava ogni volta regolarmente. Cesare suonava alla porta dell’ufficio del Direttore che gli veniva aperta dal Vice. Questi informava il Direttore della sua presenza ed insieme si avviavano verso il bar. Al ritorno il Vice prendeva in carico le operazioni da effettuare, mentre Cesare si sedeva nell’ufficio del Direttore, chiacchierando nell’attesa del loro completamento.

CONTINUA

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