lunedì 17 dicembre 2018

KENYA- Parte 7



La macchina camminava veloce per la strada che, costeggiando il mare, portava a Nazaré, nella regione dell’Estremadura. Maria era andata a prendere Cesare all’aeroporto di Lisbona, da sola. Si sarebbero visti poi, la sera, anche con il fratello Tony. Cesare guardava il profilo di Maria e le sue braccia nude che stringevano il volante e provava una sensazione di piacere espandersi in tutto il suo essere.
 Era bella! Ed era fortunato ad aver suscitato il suo interesse!
Erano quasi arrivati. Il paese, si stendeva attorno ad una lunga spiaggia di sabbia bianco-dorata, sulle rive dell’Atlantico; mentre, in alto, su di un promontorio, era posto il quartiere più antico e caratteristico “ Il Sitio” dove stava un belvedere, il Miradouro do Suberco, con una veduta spettacolare sull’oceano e sulle sue onde, fra cui quella più alta mai cavalcata da un surfista nella storia dell’uomo.
Maria posteggiò la macchina sul lungomare, davanti all’alberghetto dove aveva prenotato una stanza per Cesare. Stava nella parte nuova di Nazaré: La Praia, ed era comodo perché era al  centro della vita della cittadina. 
I genitori di Maria e di Tony, invece, abitavano nel quartiere più antico: Pederneira, posto su di una lingua di terra che domina da meridione Nazaré ed in cui nacque il primo insediamento di pescatori.
Il padre era stato anche lui un pescatore, fin da ragazzino, ed anch’egli, per anni, nei mesi estivi, il sabato al tramonto, aveva partecipato da protagonista allo spettacolo dell’Arte Xavega, una pesca con la sciabica, tirando a riva le reti cariche di pesce; mentre, tutt’intorno, la moglie, insieme alle altre venditrici, lanciava urla di richiamo ai clienti, usando un linguaggio dal gergo antico e di difficile comprensibilità. 
Ora, aveva più di ottant’anni ed era molto malandato. Aveva difficoltà a reggersi sulle gambe e passava gran parte del suo tempo seduto su di una sedia sull’uscio di casa a guardare i vicini e la gente che passava.
La madre, era più giovane di qualche anno e qualche volta, indossava le sette gonne della tradizione e vendeva il pesce al mercato nel banco della vicina di casa, che, in quelle occasioni, le dava poi qualcosa per ringraziarla.. 
Senza una modesta pensione dello Stato e l’aiuto di Maria e Tony non sarebbero potuti andare avanti, nonostante la modestia del loro tenore di vita. 
Maria accompagnò Cesare nella stanza e finalmente, dopo tanto tempo, la lunga attesa, imposta dalla lontananza, fu ripagata dai baci più caldi ed intimi che si potessero desiderare e la passione, morbida e calda, si fece strada lentamente nei loro corpi.

Più tardi Cesare si ritrovò ad osservare Maria ancora addormentata tra le sue braccia e senza prevederlo vide la sua mano accarezzare i suoi capelli. Che gli stava succedendo?
Poteva, alla sua età, con gli impegni di lavoro e familiari che aveva, lasciarsi coinvolgere tanto in quella storia? No, non poteva, ma per il momento era là con Maria e “nun glie’mportava de ‘gniente”.
Nel pomeriggio uscirono a piedi sul lungomare e presero l’ascensore per salire al Sitio posto su di un impressionante strapiombo di roccia . Dall’alto del Miradouro la vista era stupenda. Il tramonto stava tingendo di colori di fiamma il cielo con toni che andavano dal rosso fuoco via via verso le sfumature più incredibili per tuffarsi nel blu del cielo mentre riflessi di luce calda lambivano come onde l’azzurro scuro del mare.

CONTINUA

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