Maria Ceccarelli, in arte “ Cabiria”
( Giulietta Masina), dall’età di quindici anni è
rimasta orfana di entrambi i genitori . Completamente sola e senza mezzi
finanziari ha iniziato a prostituirsi per sopravvivere, rinunciando pure ai
suoi bei capelli lunghi e neri, ma non perdendosi mai d’animo di fronte alle
avversità ed alla cattiveria.
Nel corso degli anni è pure riuscita a farsi
una mini-casa abusiva, tra Roma ed Ostia,
da cui ogni giorno esce per andare al suo luogo di lavoro , nella “ passeggiata
archeologica” romana.
Cabiria è considerata un po' folle nel suo ambiente,
ma nessuno può approfittare di lei.
Quello che dentro di se Maria
Ceccarelli non ha mai perso in questi anni è la coscienza del suo vero nome, la
semplice purezza del suo animo ed il bisogno di essere amata.
E’ forse questo l’aspetto più
interessante del film. Fellini ci mostra
le notti della vita di Cabiria, i suoi
incontri , il suo ambiente , i contatti e le amicizie ,la sua capacità di adattamento e di sopravvivenza anche alla violenza; ma ,fin
dall’inizio, ci fa notare come quello da
cui non sa difendersi è l’amore.
Come ognuno di noi, Cabiria
desidera incontrare il rispetto, la tenerezza, una considerazione di sè. Di fronte
a questo è disposta ad accordare la sua fiducia e rischiare la delusione.
Pagherà a caro prezzo tutto
questo!
Fin dall’inizio del film verrà
derubata e rischierà l’annegamento nelle
acque del Tevere proprio per mano del suo compagno Giorgio (Franco Fabrizi). In seguito, dopo
aver sperato che il suo desiderio di cambiare vita espresso nel corso di una visita al santuario
del Divino Amore potesse essere esaudito, verrà di nuovo profondamente delusa.
L’aspetto più importante del
personaggio che ci viene proposto è che
comunque , alla fine , nonostante tutte
le difficoltà e le delusioni subite, Cabiria
continuerà a sorridere alla vita.
La narrazione di Fellini ci
mostra in maniera diretta e coinvolgente la vita di queste donne ed il mondo dei
marginali che le ruota intorno . Vi è anche sottolineata la speranza religiosa presente nella società del tempo e che si esprime con la presenza di religiosi e di luoghi di
culto, con la commovente preghiera di Cabiria al santuario del Divino amore e con
le sequenze che mostrano la generosa presenza caritatevole di un anziano
volontario che presta aiuto ai senza tetto.
Ci racconta ancora i momenti occasionali di rapporto con la vita delle persone agiate ed è
interessante vedere già in questo film l’incontro con il mondo del cinema (che
tanto sarà sviluppato successivamente in altri film da Fellini) nella persona
del divo Alberto Lazzari ( Amedeo Nazzari) che dopo aver litigato con la sua
compagna Jessy si farà accompagnare da Cabiria
per una parte della serata .
Le notti di Cabiria è
un film del 1957 diretto da Federico
Fellini e vincitore dell’Oscar come
miglior film straniero. Il nome "Cabiria" viene dall'omonimo "colossal" italiano del 1914 ,mentre il personaggio stesso della protagonista appare già in
una breve scena de“ lo sceicco bianco”, uno dei precedenti film di
Fellini.
Per la sceneggiatura Fellini è
stato coadiuvato da Tullio Pinelli ed
Ennio Flaiano. Figura anche ,come aiuto sceneggiatore, Pier Paolo Pasolini che, sembra, sia stato contattato dal regista
per ottenere una maggiore autenticità nei dialoghi e nel linguaggio del
sottoproletariato romano .
Giulietta Masina interpreta
Cabiria con una grande prova di artista
ed una naturalezza che le hanno valso il premio come migliore attrice protagonista
al Festival di Cannes e di San Sebastian ,oltre che la vittoria del Nastro d’argento.
Accanto a lei troviamo tra
gli altri François Périer nel ruolo di Oscar D'Onofrio, Aldo Silvani( il mago
Ipnotizzatore) Franca Marzi( Wanda,
amica di Cabiria ) e Dorian Gray( Jessy, fidanzata di Lazzari)
Per questo film Fellini ha
ottenuto anche il David di Donatello e il Nastro d’argento per la migliore regia.
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