lunedì 2 marzo 2020

LONTANO LONTANO




Con “ Lontano lontano”  Gianni Di Gregorio ci porta all’interno  del cuore della  città eterna , nei vicoli di Trastevere, dove da sempre hanno abitato  i due vecchi amici  e protagonisti ormai giunti in età anziana Giorgetto ( Giorgio Colangeli) e il Professore ( Gianni Di Gregorio).
Tra un sorso e l’altro di vino , seduti  nel bar S.Calisto di Trastevere  o passeggiando per le strade del quartiere  discutendo animatamente della loro vita sempre più isolata e tormentata dallo spettro della povertà, i due amici ormai pensionati fantasticano  su mondi lontani dove  “ è risaputo”  che ,grazie ai vantaggi fiscali del trasferimento della pensione all’estero e il costo della vita molto più basso che in Italia, vivrebbero molto meglio.
Tra uno sguardo ad una donna ( la sempre bella e brava Galatea Ranzi) di media età , frequentatrice del bar, e una giocata al “ gratta e vinci” il pensiero di questo posto “ lontano” si farà sempre più avvincente  portandoli a conoscere il terzo  anziano protagonista : Attilio ( Il grande Ennio Fantastichini al suo ultimo film, alla fine del quale ci lascerà prematuramente) un robivecchi con un punto vendita nel mercato di Porta Portese .
I nostri eroi, decisi a lasciare il Bel paese , verranno consigliati dal Prof Federmann ( cliente di Attilio ed interpretato dal sempre  efficace Roberto  Herlitzka) di scegliere le isole Azzorre per vivere una nuova avventura nella fase matura della loro vita.
Clima invidiabile , massima sicurezza, regime fiscale agevolato per i pensionati che vi si trasferiscono  grazie agli accordi fra Italia e Portogallo, buon centro turistico internazionale. 
Che volete di più ?
Anche Attilio, che non ha la pensione, potrebbe tentare una nuova  attività  mettendo in piedi un piccolo alberghetto con qualche stanza.
Gianni De Gregorio,  che oltre a recitare e dirigere il film ne è anche soggettista e sceneggiatore,  nel corso del racconto ha  magistralmente descritto le insicurezze , i desideri e le abitudini dell’età matura, con una sapiente leggerezza e senza alcuna drammatizzazione.
 L’incontro con gli amici  “rimasti” al bar è spesso l’unico passatempo di una vita sostanzialmente  isolata. Lo stesso “Bar “ è forse l’ultima piccola comunità di riferimento sia nel rapporto con i gestori che con il resto della clientela  quando anche i rapporti amicali o familiari sono ormai un ricordo. Attilio è forse l’unico dei tre ad avere ancora un rapporto familiare valido  con la figlia ( la bravissima Daphne Scoccia) ed un ‘attività che, per quanto ormai alla fine, lo mantiene ancora attivo e propositivo.
Quello che De Gregorio ci suggerisce , nel corso dello scorrere delle immagini, è, tuttavia, che il più grande tesoro i nostri tre protagonisti l’hanno già trovato  quando  hanno avuto il coraggio di sognare ancora una nuova vita.
Questo li ha portati a ritrovarsi amici, ad uscire dal loro torpore quotidiano   ridando calore al rapporto con i familiari, a tentare persino la possibile nascita di un amore.
Il più bel messaggio è poi la loro naturale generosità  che li porterà insieme a proteggere qualcuno ( il giovane Abu  interpretato da Salih Saadin Khalid) conosciuto per caso, che riterranno meritevole di aiuto.
Tutto questo, saldato e rincuorato dalla loro amicizia e nonostante l’avanzare dell’età ,li può comunque portare “ Lontano lontano” nella vita.
Per esempio…… fino a Terracina !?!


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