Con “ Lontano lontano”
Gianni Di Gregorio ci porta all’interno
del cuore della città eterna ,
nei vicoli di Trastevere, dove da sempre hanno abitato i due vecchi amici e protagonisti ormai giunti in età anziana
Giorgetto ( Giorgio Colangeli) e il Professore ( Gianni Di Gregorio).
Tra un sorso e l’altro di vino , seduti nel bar S.Calisto di Trastevere o passeggiando per le strade del
quartiere discutendo animatamente della
loro vita sempre più isolata e tormentata dallo spettro della povertà, i due
amici ormai pensionati fantasticano su
mondi lontani dove “ è risaputo” che ,grazie ai vantaggi fiscali del
trasferimento della pensione all’estero e il costo della vita molto più basso
che in Italia, vivrebbero molto meglio.
Tra uno sguardo ad una donna ( la sempre bella e brava
Galatea Ranzi) di media età , frequentatrice del bar, e una giocata al “ gratta
e vinci” il pensiero di questo posto “ lontano” si farà sempre più
avvincente portandoli a conoscere il
terzo anziano protagonista : Attilio (
Il grande Ennio Fantastichini al suo ultimo film, alla fine del quale ci
lascerà prematuramente) un robivecchi con un punto vendita nel mercato di Porta
Portese .
I nostri eroi, decisi a lasciare il Bel paese , verranno consigliati dal Prof Federmann ( cliente di
Attilio ed interpretato dal sempre
efficace Roberto Herlitzka) di
scegliere le isole Azzorre per vivere una nuova avventura nella fase matura
della loro vita.
Clima invidiabile ,
massima sicurezza, regime fiscale agevolato per i pensionati che vi si
trasferiscono grazie agli accordi fra
Italia e Portogallo, buon centro turistico internazionale.
Che volete di più ?
Anche Attilio, che non ha la pensione, potrebbe tentare una
nuova attività mettendo in piedi un piccolo alberghetto con
qualche stanza.
Gianni De Gregorio,
che oltre a recitare e dirigere il film ne è anche soggettista e
sceneggiatore, nel corso del racconto ha
magistralmente descritto le insicurezze
, i desideri e le abitudini dell’età matura, con una sapiente leggerezza e
senza alcuna drammatizzazione.
L’incontro con gli
amici “rimasti” al bar è spesso l’unico
passatempo di una vita sostanzialmente
isolata. Lo stesso “Bar “ è forse l’ultima piccola comunità di
riferimento sia nel rapporto con i gestori che con il resto della clientela quando anche i rapporti amicali o familiari
sono ormai un ricordo. Attilio è forse l’unico dei tre ad avere ancora un rapporto
familiare valido con la figlia ( la
bravissima Daphne Scoccia) ed un ‘attività che, per quanto ormai alla fine, lo
mantiene ancora attivo e propositivo.
Quello che De Gregorio ci suggerisce , nel corso dello
scorrere delle immagini, è, tuttavia, che il più grande tesoro i nostri tre
protagonisti l’hanno già trovato
quando hanno avuto il coraggio di
sognare ancora una nuova vita.
Questo li ha portati a ritrovarsi amici, ad uscire dal loro
torpore quotidiano ridando calore al rapporto con i familiari, a
tentare persino la possibile nascita di un amore.
Il più bel messaggio è poi la loro naturale generosità che li porterà insieme a proteggere qualcuno (
il giovane Abu interpretato da Salih
Saadin Khalid) conosciuto per caso, che riterranno meritevole di aiuto.
Tutto questo, saldato e rincuorato dalla loro amicizia e nonostante
l’avanzare dell’età ,li può comunque portare “ Lontano lontano” nella vita.
Per esempio…… fino a Terracina !?!
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