martedì 2 gennaio 2018

Pagine maltesi- Parte 3



Col passare del tempo divenne chiaro che a partire saremmo stati in due: io e Alfio.
Forse era anche meglio perché ci conoscevamo da sempre e ci consideravamo come fratelli.
Quell’anno avevamo gli esami di maturità.
 Il Liceo stava veramente finendo e, con questo, un’intera stagione di amicizie, amori, sentimenti. Una vita passata sempre insieme, nella classe per la maggior parte della giornata. Poi, di corsa verso casa, per pranzare e quindi i lunghi pomeriggi di studio passati da soli o insieme a qualche amico, parlando delle compagne di classe o di come conoscere nuove ragazze.
A volte ci s’innamorava e improvvisamente si spariva dal gruppo suscitando i commenti ironici e sanzionatori degli altri. Allora, non pensavi ad altro che di sentirla al telefono o di cercare di vederla. Eri felice, ma quando l’amore finiva, il mondo ti crollava addosso e soffrivi come un cane. Poi, il tempo ti aiutava a riprenderti e, senza sapere come, ti ritrovavi di nuovo vivo.
Adesso non facevo più atletica, di cui ero stato appassionato. Andavo bene nella corsa veloce e nel salto in lungo, qualche anno prima, avevo vinto i campionati, nella categoria fino ai sedici anni, del mio Liceo. Con grande orgoglio avevo ricevuto la tuta nera e verde, con il nome del Liceo, con cui ero andato ad allenarmi qualche pomeriggio allo stadio. Poi, i miei genitori non mi avevano permesso di partecipare ai campionati “interstudenteschi” ed avevo lasciato perdere.


CONTINUA

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