Nel frattempo, continuavo a scrivere alle
ragazze, organizzando il futuro viaggio dell’estate. Sia Io che Alfio trovammo
interesse in due ragazze maltesi simpatiche e disponibili. Ci diedero tante
informazioni su Malta, sulle sue spiagge, sulle cose da vedere e da fare. Alfio
cominciò ad affezionarsi alla sua amica e decidemmo che Malta poteva essere la
metà giusta per quell’estate. Ci dicevano che la vita costava poco e che forse
ci poteva essere la possibilità di essere ospitati presso la casa di una zia
della ragazza di Alfio.
La scuola
continuava ma il mondo studentesco era in subbuglio. Era da qualche tempo che
negli USA i ragazzi dell’università contestavano la società americana, Era
sorto un importante movimento per i diritti civili guidato da Martin Luther
King e un grande movimento pacifista e alternativo di rifiuto della guerra in
Vietnam. Sentivamo parlare del libero amore, mentre, da noi, il sesso era
ancora un argomento di cui si parlava solo in privato e con gli amici più
fidati. I rapporti prematrimoniali erano un peccato, diceva la Chiesa
Cattolica, e le ragazze erano molto sensibili a queste raccomandazioni. A
maggio, in Francia, scoppia la rivolta studentesca. I giornali ne sono pieni ed
il Movimento studentesco arriva anche in Italia, diffuso inconsapevolmente
dalla televisione. Ricordo una trasmissione in cui vennero intervistati i
principali leaders del Movimento Studentesco delle varie sedi universitarie.
C’era Bassetti , c’erano Viale e Bobbio a Torino, c’era mi sembra Boato da
Trento e forse Scalzone e Piperno da Roma. Forse anche Sofri della Normale di
Pisa.
Il Movimento era ancora circoscritto alle
università; ma, dopo qualche giorno, il Preside del mio Liceo decise di tenere
un’assemblea proprio sul tema della contestazione giovanile, forse con
l’obiettivo di prevenire possibili esplosioni improvvise. Il risultato fu,
invece, di diffondere anche fra di noi l’interesse per quello che stava
accadendo. Intervennero esponenti universitari legati al movimento anarchico e
della sinistra e ci furono i primi ed inaspettati episodi di contestazione nei
confronti di professori e dello stesso Preside.
Eravamo
ormai arrivati quasi alla fine della scuola ed io decisi di farmi crescere la
barba come segno evidente di adesione alla protesta giovanile. Nel mio
immaginario erano tre gli elementi distintivi del personaggio che volevo
essere: la barba, un’immancabile sciarpa al collo a quadri scozzesi, l’eskimo.
Considerato
ch’eravamo alle soglie dell’estate mi accontentai di farmi crescere la barba
rimandando sciarpa ed eskimo all’università.
Non
mi piaceva la barba intera e decisi di farmene crescere una alla Lincoln, senza
baffi, che m’incorniciava il volto.
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